domenica 12 giugno 2022

PERCHE' VOTARE SI'

Nel precedente post ho considerato solo la giustizia penale, che riguarda solo poche migliaia di individui. La giustizia civile riguarda invece milioni di cittadini e chi vi cade è come se cadesse in una fogna da cui si può uscire dopo anche non meno di una decina di anni per avere una sentenza di primo grado, cioè in tribunale. Il referendum introduce la responsabilità civile PERSONALE dei giudici quando facciano una sentenza palesemente errata soprattutto se dettata da incapacità di ragionare con il cadere in un cumulo di contraddizioni. Sono costretto a fare riferimento al mio caso personale in una vicenda ASSURDA che dura da ben 23 anni, dico 23 anni. Ero proprietario del 66% delle quote dell'ex cinema Corallo in Cagliari. Due farabutti di fratelli (con il 17% ciascuno) volevano costringermi a vendere per sanare i loro debiti personali, mentre la società era da sempre in attivo conseguendo pacificamente il suo oggetto sociale con l'affitto a terzi della sala cinematografica. Si rivolgono al presidente del tribunale per nominare un liquidatore contro la mia volontà. Un presidente del tribunale può nominare il liquidatore solo se tutti i soci sono d'accordo e sono in disaccordo solo sulla persona del liquidatore. Il presidente del tribunale Marco Onnis nomina il liquidatore dandomi come consenziente mentre dagli atti del giudizio risultavo contrario. Questo presidente del tribunale è morto molti anni fa e dunque non può più essere accusato di responsabilità civile e condannato a pagare i danni. Ma il peggio arriva dopo. Ricorro al tribunale per chiedere la revoca della nomina del liquidatore e la giudice rigetta il ricorso appellandosi ad una giurisprudenza minoritaria che diceva che bisognava in tal caso ricorrere alla Cassazione, ignorando la giurisprudenza maggioritaria della Cassazione che diceva che dovevo ricorrere al tribunale, come io avevo fatto. Il liquidatore approfitta di questa ordinanza senza attendere il mio ricorso al collegio e 5 giorni dopo l'ordinanza procede alla svendita per farsi una parcella di 166 milioni di lire. Da notare che la Cassazione qualche anno dopo cancellò la giurisprudenza minoritaria dando ragione a me. Il giorno stesso della svendita ricorsi al successore di quel presidente che aveva nominato il liquidatore. Questo presidente, Antonio Porcella, anche lui morto da qualche anno, revocò la nomina del liquidatore "data la sua abnormità" (sic!) essendo documentata la mia opposizione. A questo punto sarebbe stato logico accogliere la mia domanda di annullamento della vendita. E invece no. Sia il tribunale (con il giudice Vincenzo Aquaro), sia la Corte d'Appello hanno rigettato la mia domanda con la sragionante argomentazione che il liquidatore aveva venduto prima che la sua nomina venisse revocata. Cosicché questi giudici (con il sospetto che fossero collusi con il liquidatore che aveva l'incarico di curatore fallimentare e perciò collaboratore stretto con tutti i giudici che passavano per la direzione della sezione fallimentare del tribunale) fecero l'interesse del liquidatore perché se avessero annullato la vendita avrebbero dovuto condannare il liquidatore al pagamento del risarcimento dei danni rovinandolo economicamente. Pertanto si sentirono in dovere di salvarlo con sentenze che sono un cumulo di contraddizioni così gravi che sarebbe stato sufficiente per licenziarli considerando che un giudice che fa una sentenza vergognosa perché piena di falsità materiali e di contraddizioni non può continuare a fare il giudice. Salvando il liquidatore è stato salvato anche l'acquirente che acquistò in malafede perché da me avvertito con racc. A.R. che vi era un procedimento in corso volto a richiedere la revoca del liquidatore. In tale raccomandata gi spiegavo perché la nomina del liquidatore fosse del tutto illegittima. Ebbene, per salvare il liquidatore in tutte e due le sentenze è stato scritto che io ero favorevole alla nomina del liquidatore nonostante il presidente del tribunale che aveva revocato la nomina del liquidatore avesse dichiarato "ABNORME" la sua nomina. Falsità materiale gravissima perché solo sulla base di tale falsità materiale è stata salvata la svendita. Dopo 23 anni sono ancora in attesa che venga fissata l'udienza in Cassazione, nonostante il ricorso risalga al mese di giugno del 2018. Capite quali sono i tempi della giustizia civile? Uno può anche invecchiare e anche morire in attesa di una sentenza passata in giudicato. Il compratore non è riuscito ad avere il posssesso del locale perché subito dopo la svendita (avendo il cinema a causa della svendita cessato la sua attività) provvidi a cambiare le serrature impedendo all'acquirente il possesso del locale. Dopo tanti anni costui si è risvegliato rivendicando in tribunale  il possesso del locale. Il giudice, quello stesso che nel 2008 rigettò la domanda di annullamento non ha capito che la causa aperta nel 2016 per la rivendica del possesso è una domanda che non poteva nemmeno esistere perché tutta la vicenda è assegnata ormai alla Cassazione. Ebbene, questo stesso giudice, il solito Vincenzo Aquaro che sta continuando a fare le sue ultime sentenze perché andato in pensione da alcuni mesi, non ha la testa per avvertire che la rivendica del possesso è del tutto fuori luogo perché tutto è demandato alla Cassazione e la sua sentenza in tribunale potrebbe causare un contrasto di giudicato. Non capendolo ha accolto pazzescamente la domanda di rivendica del possesso a cui mi sto opponendo in Corte d'Appello con il motivo fondamentale di un possibile danno GRAVE E IRREPARABILE, perché in tali casi viene normalmente sospesa l'esecutività di una sentenza, essendoci un precedente procedimento in un giudizio di grado superiore (in tal caso la Cassazione) da cui dipende la causa del tribunale. Nella sentenza del tribunale del 2008 l'Aquaro aveva riconosciuto che avevo impugnato la nomina del liquidatore mentre nella stessa frase due righe sotto mi rimprovera di non avere impugnato la nomina del liquidatore. Incredibile. Esempio anche di schizofrenia. Come può un individuo simile essere considerato giudice. E' andato ora in pensione dopo avere trascorso tutta la vita in tribunale, senza mai essere arrivato ad un grado superiore. Ma che gliene poteva importare di essere promosso in Corte d'Appello se tutti i magistrati ogni quattro anni hanno un aumento di stipendio tramite la buffonata dei consigli giudiziari? E' andato in pensione con la stessa pensione di un consigliere di Cassazione valendo solo l'anzianità e non il merito. Può aver fatto anche delle sentenze aberranti, come nel mio caso, ma la mafia dei consigli giudiziari evidentemente ogni quattro anni gli ha aumentasto lo stipendio per mandarlo in pensione come se fosse divenuto consigliere di Cassazioned. 

Votare sì significa rendere un giudice responsabile dei suoi gravi errori e condannarlo a pagare PERSONALMENTE risarcendo la vottima delle loro aberranti sentenze, tale quando siano dettate da palese ignotranza o da errori di ragionamento così gravi da essere considerati inammissibili. I consigli giudiziari dove si esaminano ogni quattro anni i giudici per poter avanzare di carriera ai fini dell'aumento di stipòendio sono una grande buffonata perché si sono sempre promossi da sé escludendo il voto dei commissari laici, cioè di avvocati e giuristi di chiara fama, che sono presenti nei consigli giudiziari ma non hanno diritto di voto. Possono solo esprimere il loro parere ma non possono votare. Con il referendum anche i commissari laici (cioè non magistrati) possono votare. Ecco perché la casta del magistrati (pubblici minitesri e giudici) sono contrari al referendum: non vogliono essere giudicati da chi non appartiene alla loro casta.Vogliono continuare ad essere cittadini privilegiati che continuino a sottrarsi alla legge che vuole che chi danneggia un individuo deve pagare di tasca propria. La gente che non andrà a votare (e votando sì)  impedendo il raggiungimento del quorum si renderà responsabile della cloaca della giustizia civile.                          

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