mercoledì 8 giugno 2022

SI' MA NON BASTA PER UNA VERA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

La magistratura è un corpo oscuro dell'ordinamento statale e arriva ad essere un cancro che deve essere estirpato. Non basta un referendum. Sembra che esista solo la giustizia penale che riguarda poche migliaia di individui. Ci si è dimenticati della giusizia CIVILE che riguarda milioni di cittadini che debbono attendere anche decine di anni per avere una sentenza in giudicato in Cassazione. La magistratura non solo deve essere riformata ma rivoluzionata bastonando i giudici che hanno dimostrato di essere degli sragionanti. Mi trattengo appena sulla giustizia penale riguardo a quei punti che può avere contatti con quella civile nel suo ordinamento. Innanzi tutto i consigli giudiziari dove siedono sia pubblici ministeri che giudici, mentre gli avvocati o i giuristi hanno avuto presenza ma privi del diritto di voto, cosicché i magistrati si sono sempre autopromossi ogni 4 anni per fare carriera con aumento di stipendio. Per essi vale solo l'anzianità. Una volta messo il piede nei palazzacci si credono padroni della giustizia invece che umili servitori di essa. Prendiamo in esame il rapporto tra i p. m. e i giudici. Si vorrebbe continuare a conservare il passaggio da un ruolo all'altro. Ma come può uno che ha sempre coltivato l'animus accusandi piuttosto che il dovere di fare indagini senza preconcetti trasformarsi in giudice, che deve avere l'indipendenza della terzietà? E' impossibile. Vi è da considerare inoltre che le loro stanze stanno normalmente nello stesso corridoio spesso con stanze affiancate. Poiche il giudice delle indagini preliminari (gip) non ha voglia di leggersi tutto il fasscicolo del p.m. si limita a dargli più spesso uno sguardo superficiale attendosi così all'impianto accusatorio sapendo che poi deciderà per ultimo il giudice del dibattimento lavandosene lui le colpe. Ma anche il giudice del dibattimento spesso è influenzato dal p.m. del dibattimento, diverso da quello delle indagini preliminari. E così si ripete la storia di prima, cioè delle indagini preliminari, con il rischio del carcere preventivo già nella fase delle indagini preliminari. E' difficile che il p.m. del dibattimento vada contro il lavoro già fatto dal p.m. delle indagini preliminari perché dovrebbbe rileggersi tutto suo il fascicolo. A questo punto tutto dipende dal giudice del dibattimento, che comunque, nonostante cerchi di conservare una indipendenza nella sua terzietà è difficile che vada contro le sue conclusioni. Ma supponiamo che infine l'imputato, avendo scontato un carcere preliminare preventivo nella fase delle indagini venga assolto. Che fine dovrebbe fare il giudice che ingiustamente l'ha condannato? Finora non ha mai pagato di persona, come appartente all'unica categoria di cittadini che si sottraggono alla responsabilità personale. Questo è inammissibile. Se un giudice dovesse pagare di tasca propria smetterebbe di sentirsi padrone della giustizia. I p.m. evidentemente non debbono pagare nonostante siano spesso i maggiori responsabili di una condanna per come hanno svolto le indagini. Ma poiché non sono essi ad indagare e a condannare non possono essere sottoposti ad una condanna, a cui deve invece sottostare il giudice, sia delle indagini preliminari che quello del dibattimento, che hanno, il primo chiesto il rinvio a giudizio, il secondo ha emesso una sentenza di condanna di uno che poi è stato riconosciuto innocente. Questi giudici debbono pagare personalmente, come richiede il referendum, che però, essendo purtroppo abrogativo e non anche propositivo, non prevede nei casi più gravi anche il licenziamento per manifestata incapacità di avere ragionato attentamente sul fascicolo presentatogli dal p. m. La privazione della libertà di un innocente è talmente grave che chi l'ha provocata la deve pagare cara invece di continuare a fare "carriera" per anzianità, cioè a continuare ad avere un aumento di stipendio. Per anzianità un giudice può trascorrere tutta la sua vita in tribunale senza essere passato ad un grado superiore in Corte d'Appello o in Cassazione perché andrà in pensione, semplicemente per sola anzianità, con la pensione di un giudice della Cassazione. Dunque che gliene frega che non sia stata accolta dal CSM la sua richiesta di essere promosso ad un grado superiore se la sua promozione ad un grado superiore della magistratura risulta solo una questione di immagine e di nient'altro?  Ciò per quanto riguarda la giustizia penale. Il libro di Sallusti e del giudice Luca Palamara è lo specchio di una magistratura corrotta dalle sue correnti politiche così da leggere nel CSM una Corporazione di Stato Mafioso.

25 mag 2020Luca Palamara, Francesco Cossiga nel 2008: "Faccia da tonno, l'Anm è un'associazione mafiosa" · "Ma quale riforma, al governo di sinistra non ...

Ma esiste o non anche la giustizia civile? Un po' di respiro e poi passo ad essa.                        

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