sabato 24 dicembre 2022

LA GRANDE ABBUFFATA DEL CENONE DI NATALE FESTA PAGANA

La gente si abbuffa riducendosi la vita con il troppo mangiare. Chi vuol vivere a lungo deve ricordarsi del detto da me modificato: ne uccide più il palato che la spada. Poveri agnelli maschi finiti cadaveri nelle mense dei complici degli assassini degli agnelli maschi perché non sono produttivi. Odio i pastori. Riporto sotto i passi di un mio libro thriller in cui distruggo Francesco d'Assisi contrapponendolo a San Francesco da Paola, vegano e vissuto circa 90 anni, mentre quello di Assisi visse solo 44 anni. Da quel fanatico Francesco d'Assisi prese il nome questo papa, che da vigliacco non è mai voluto tornare in Argentina perché da arcivescovo di Buenos Aires rimase in silenzio, e dunque complice della feroce dittatura argentina di Videla che faceva caricare gli oppositori su un aereo dopo essere stati sedati per scaricarli in mare.   

cicorivoltaedizioni_E_GIUSTIZIA...

titolo: "E giustizia infine fu fatta - Sette giudici uccisi in sette giorni." collana: temalibero autore: Pietro Melis ISBN 978-88- 97424-72-7

E questo dio barzelletta sarebbe diventato poi il Padre nella trinità cristiana, ricavata, quasi con un copia e incolla, dalla triade neoplatonica Uno-Intelletto-Anima del mondo, trasformata in Padre-Intelletto (o Verbo)-Spirito Santo. Che ridere, che ridere! Poi, ancora, questo stesso dio, ridotto al silenzio nei Vangeli – aveva parlato troppo nell'Antico Testamento, e ogni volta che parlava erano sciagure – si stufò di essere costretto al silenzio dentro la trinità, in cui parlava solo il figlio, l'Intelletto (di cui Gesù sarebbe stato l'incarnazione), e ne uscì trasformandosi in Allah aggiungendo sin dall'inizio il proselitismo con le guerre di invasione! Che disgrazia, che disgrazia!

Eppure, tra poco mi toglierò una curiosità stando sulla soglia del nulla.

Quale? Gli domandò il cappellano, a sua volta incuriosito.

So che cadrei in una contraddizione se dicessi che tra poco saprò la verità. Ma non vi è via d'uscita, cercò di spiegarsi il prof. Petix. Se vi è una qualche forma di sopravvivenza dopo la morte tra poco lo saprò. Ma se non ve ne è alcuna come farò a saperlo stando nel nulla? Mi consola solo la curiosità. Ecco l'unico beneficio che si ha stando per lasciare la vita. La curiosità suprema sulla soglia della morte. Già in un dialogo teologico scritto vent'anni fa, e mai pubblicato, avevo espresso questo impossibile pensiero: mi sarebbe piaciuto affacciarmi oltre la vita per sapere se vi fosse il nulla. Affacciarmi al nulla anche solo per un attimo per sapere se esistesse il nulla. E poi avrei accettato di cadere dentro di esso annullandomi per sempre. Strano pensiero, vero? Ma se esistesse solo la sopravvivenza dell'anima umana e non anche quella degli animali non umani, almeno di quelli dotati di coscienza, che me ne farei? Dovrei rinunciare per sempre a rivedere i miei unici grandi affetti che sono stati i cani e i gatti? Dovrei stare per l'eternità in compagnia unicamente di un'umanità, di cui non me ne è importato mai alcunché?

Perché, lo interruppe il cappellano, non le farebbe piacere rivedere i suoi genitori?

Il prof. Petix ebbe una smorfia di fastidio. Di che li dovrei ringraziare? Di avermi fatto nascere per condannarmi a morte in questo mondo privo di certezze e pieno di crudeltà e di ingiustizie ed essere privato in un aldilà dei miei affetti veri, non umani, avuti in vita? Ma chi se frega dei genitori! Un aldilà popolato solo da anime umane mi sarebbe tremendamente insopportabile. Anzi, mi farebbe schifo. Sarebbe un mondo assai povero, perché privato di altre forme di vita, e non renderebbe giustizia a tutte le sofferenze degli animali vittime della crudeltà umana, a incominciare da quelli uccisi nei mattatoi. Sarebbe un mondo che premierebbe ancor di più l'ingiustizia. Ma lei tutto questo non lo può capire a causa del suo cristianesimo.

Vi è stato un papa, Paolo VI, obiettò il cappellano, che disse ad una bambina, addolorata per la perdita del suo cane, che un giorno l'avrebbe rivisto nell'aldilà.

Pura frase consolatoria per una bambina, disse il prof. Petix. La realtà è che la dottrina cristiana esclude la sopravvivenza delle anime non umane. Altrimenti non si spiegherebbe l'assurdo che ciò che per la legge è (almeno sulla carta) reato, il maltrattamento degli animali, per la Chiesa non è nemmeno peccato di cui sia necessario confessarsi. Come me lo spiega?

In effetti, rispose il cappellano, questa rimane ancora una carenza inspiegabile. Ma si ricordi che vi è stato un grande santo, Francesco d'Assisi, che lei dovrebbe ammirare perché era amante di tutte le creature. E il nuovo papa ha assunto il nome Francesco anche per questo. E gli animalisti lo hanno ringraziato in piazza S. Pietro.

Per carità, rispose irato il prof. Petix. Non si continui a mitizzare questo individuo. Le gente deve sapere chi fosse veramente. Quegli animalisti disonestamente, a cominciare da Michela Vittoria Brambilla, hanno attribuito a questo papa una frase che egli non ha mai pronunciato: " A Pasqua non mangiate carne d'agnello o di capretto". Pura falsità. Non risulta affatto che il papa abbia pronunciato una simile frase. L'hanno voluto strumentalizzare, mentre sarebbe stato meglio se avessero detto la verità su Francesco d'Assisi e su questo papa inducendolo a prendere posizione contro le feste di sangue che sono il Natale e la Pasqua con strage di agnelli.

Ma lei allora fa finta di ignorare il famoso Cantico delle creature di S. Francesco, obiettò il cappellano.

Si vede che anche lei è poco informato su Francesco d'Assisi. Il tanto lodato Francesco d'Assisi, che si dice, mitologicamente, parlasse agli uccellini, pretendeva che nei giorni di festa vi fosse molta carne, come racconta il suo biografo Tommaso Celano. In questa biografia si legge:

"Un giorno i frati discutevano assieme se rimanesse l'obbligo di non mangiare carne, dato che il Natale quell'anno cadeva in venerdì. Francesco rispose a frate Morico: Tu pecchi, fratello, a chiamare venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati all'esterno".

Ahimè, questo sarebbe il santo che amava tutte le creature. Si rende conto?

E sa che papa Francesco ha detto che il suo film preferito è il Pranzo di Babette? E che cosa si mangia nel pranzo di Babette? Brodo di tartaruga e quaglie arrosto. E' stato dunque coerente nello scegliere come nome Francesco riferendosi Francesco d'Assisi. Chi si assomiglia si piglia. Ma io non mi faccio imbrogliare da tutti gli ebeti ignoranti che esultano per l'elezione di questo papa, che, oltre tutto, dice solo cose banali, dettate dal buonismo, apparendo per altro un ignorante a confronto del suo predecessore. Ma, si sa, le masse si fanno incantare dalla superficialità. Hanno bisogno prima di tutto di una faccia rassicurante, sorridente, dietro la quale si nasconde un vuoto di pensiero. Hanno bisogno di scemenze come quando il papa dice che "Dio è anche un papà perché ci perdona e ci ama, è un tesoro che non bisogna lasciare in un angolo della vita". Oppure quando dice che “Dio è nostro avvocato”. Presso quale tribunale? Di fronte ai giudici non può essere ascoltato, anche perché non parla. E dunque, se ci affidasse a lui, sarebbe l'avvocato delle cause perse. Inoltre, come può essere Dio un avvocato contraddicendo la sua figura di giudice supremo? Il suo predecessore non avrebbe mai detto simili scemenze. E poi questo papa si avvicina alla gente tendente le mani, accarezza i bambini e, per rendersi ancora più ridicolo, ma più ben voluto dagli scemi, rimette un ciuccio in bocca ad un neonato che stava piangendo per riscuotere applausi. E la notizia fa il giro del mondo. Ma le sembra serio tutto ciò? Questo è solo folklore, non è spiritualità, è teatro. Le masse hanno bisogno di emozioni, non di pensiero.

Il suo predecessore non sarebbe mai caduto così in basso. Per questo non suscitò mai tanti entusiasmi come l'attuale papa.

 

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