mercoledì 29 febbraio 2012

CI SI SPIEGHI A CHE COSA SERVA LA TAV. A FARE ARRIVARE PRIMA LE MERCI? E PER QUESTO SI BUCA UNA MONTAGNA PER 70 KM? PER ARRIVARE PRIMA A LIONE?

Ho lasciato questo commento sul quotidiano il Foglio, che con Giuliano Ferrara difende la TAV senza spiegare a che cosa serva. Il sapientone è lui, che non spiega un cazzo.
A LANFRACO PACE (visto che non è possibile scrivergli direttamente) e a Giuliano Ferrara

Ci si spieghi perché gli italiani debbano spendere decine di miliardi (con la crisi economica) per una alta velocità che serve solo a far arrivare prima le merci a LIONE. Cioè per fare arrivare prima la mozzarella (come disse Beppe Grillo) o il tonno in scatola (Crozza). Ma che ce frega dell'alta velocità! Il mondo è impazzito nella riduzione dei tempi quando invece bisognerebbe avere una vita non ossessionata dalla corsa, per di più inutile. Una vita migliore avrebbe bisogno di ritmi più lenti. Perché le decisioni vengono prese sulla testa dei cittadini trattati come scarpe vecchie in questa farsa di democrazia che è fondata sulla dittatura di una farsa di Unione Europea. Che vada alla malora l'euro che ci ha rovinato. Ha detto l'economista Stiglitz (Nobel per l'economia) che la soluzione dell'economia europea consiste nel tornare alle monete nazionali. Ci sarà all'inizio una svalutazione anche della lira, ma i benefici secondo Stiglitz saranno assai superiori (sole24ore di domenica 26 febbraio). Esiste una legge economica che dice che il valore della moneta deve essere proporzionale all'economia reale e non fasulla degli speculatori finanziari. Si è costruita un'Europa che è una disgrazia per tutti, tranne che per la Germania che ormai è padrona dell'Europa dell'euro. Ora basta con questa disgrazia e mitologia dell'Europa Unita. Il filosofo Kant aveva previsto che un'Unione Europea sarebbe andata a vantaggio degli Stati più forti. Lo disse nel 1795 (Per la pace perpetua). Ma Kant era onesto. Questi politici dittatori sono dei disonesti che ammantano di democrazia una dittatura che ha espropriato gli Stati della loro sovranità.

L'ARROGANTE NAPOLITANO QUANDO ERA EURODEPUTATO. ECCO QUANTO CI COSTA QUESTA FARSA DI PARLAMENTO EUROPEO

NAPOLITANO EURODEPUTATO TALLONATO DA TV TEDESCA ...

www.youtube.com/watch?v=8L-e5Cvm-wQ30 Nov 2009 - 3 min - Uploaded by generazioneattiva
2004 - L'allora europarlamentare Giorgio Napolitano tallonato da un ... Il canale tedesco Rtl ...


martedì 28 febbraio 2012

USARE I CRIMINALI COME CAVIE E NON LE INNOCENTI SCIMMIE. COSI' SI RENDEREBBERO UTILI QUESTI SUBANIMALI

Si sa che la morale in Occidente uccide la giustizia. Un criminale, come gli assassini appartenenti alle cosche mafiose, viene pur sempre considerato un uomo (soltanto perché appartenente solo biologicamente alla specie homo. E la Chiesa, che, pure, in passato usò la pena di morte per "streghe" ed eretici, ritiene che comunque anche nel criminale bisogna salvare la dignità della persona umana. Ma quale dignità!. La dignità non è innata. Bisogna meritarsela. I criminali non ne hanno. Essi potrebbero scontare la pena nel migliore dei modi riscattandosi nella società con il loro trasformarsi in cavie nella sperimentazione dei laboratori. D'altra parte, ha più volte detto Umberto Veronesi ( e con lui molti ricercatori nel campo della medicina) che vi è un grande pericolo nel trasferire la sperimentazione da animali non umani al corpo umano perché vi sono delle cesure genetiche che impediscono di assimilare le reazioni degli animali non umani a quelle degli uomini. Dalla sperimentazione animale si sono tratti spesse volte più danni che benefici. Questo è stato accertato ma non lo si dice per coprire gli interessi delle case produttrici di farmaci. E questo non lo vuole capire nemmeno Silvio Garattini dell'istituto Mario Negri, prezzolato individuo che ha avuto sempre soldi dalle case farmaceutiche. Veronesi ha sempre chiarito che la vera sperimentazione può avvenire su cellule umane coltivate in vitro. E allora perché insistere nel torturare animali innocenti (come scimmie, cani, gatti, etc.) quando i risultati sono sempre aleatori nel passaggio all'applicazione all'uomo? Le scimmie, i cani, i gatti, e forse anche i topi, hanno una maggiore sensibilità di quanta ne abbiano i criminali, che dovrebbero essere estirpati con la pena di morte. Vi è un'ampia letteratura di grandi pensatori, da Platone ad Aristotele, a S. Tomaso, a Locke, a Filangieri, a Rousseau, a Montesquieu, a Kant, a Hegel, tutti favorevli alla pena di morte, come lo fu anche il papa Pio XII. Poi anche la Chiesa si fece corrompere da una concezione morale che cominciò a corrompere il diritto nella confusione tra morale e diritto. Questo è frutto di una concezione antropocentrica che fa ritenere ancora che l'uomo sia padrone della Terra e possa disporre degli animali non umani a suo piacimento. Eppure solo l'uomo è l'animale per cui vale il non senso della vita, perché gli animali non umani non si pongono la domanda "che senso ha la vita?". "La fine dell'umanità non sarebbe una tragedia, ma la fine di una tragedia" (Peter Wessel Zappfe, Sul tragico).

alla Harlan di Correzzana (Monza)

Scimmie destinate alla vivisezione,
controlli dei Nas: «Tutto in regola»

I carabinieri hanno svolto un'ispezione dopo la denuncia degli ambientalisti e dell'ex ministro Brambilla

alla Harlan di Correzzana (Monza)

Scimmie destinate alla vivisezione,
controlli dei Nas: «Tutto in regola»

I carabinieri hanno svolto un'ispezione dopo la denuncia degli ambientalisti e dell'ex ministro Brambilla

I Nas alla Harlan MILANO - Sono 104 gli esemplari di Macaca fascicularis e Macaca mulatta arrivati dalla Cina nello stabilimento di Correzzana (provincia di Monza) della ditta Harlan, che si occupa di fornire animali per fini scientifici o sperimentali. A renderlo noto è il ministero della Salute, precisando che lunedì mattina sono stati eseguiti i controlli dai carabinieri dei Nas, su richiesta del ministro Renato Balduzzi. Gli attivisti anti vivisezione che per mesi si erano dati appuntamento a Montichiari (Brescia) davanti all'allevamento Green Hill ora si sono spostati alla Harlan di Correzzana, denunciando che «in quel capannone così piccolo è impossibile che per 900 scimmie siano rispettati i criteri di legge». «La magistratura deve intervenire subito e fermare l'attività della Harlan», ha dichiarato l'ex ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla. E il ministro della Salute Renato Balduzzi ha disposto controlli sull'ingresso delle scimmie in Italia e ha promesso che terrà monitorata l'attività dell'azienda brianzola (che ha una sede anche in Friuli).

IL CONTROLLO - I carabinieri si sono presentati nei tre stabilimenti della Harlan: a San Pietro al Netisone, dove ci sono topi e ratti e dove non è emersa nessuna irregolarità, così come nello stabilimento di Bresso. In quello di Correzzana i militari hanno trovato le 104 scimmie: non presentavano situazioni di stress da viaggio e tutti i documenti erano corrispondenti alle norme ministeriali. Anche le condizioni igieniche dello stabilimento erano a norma. Quindi i Nas concludono che, in base a queste valutazioni, tutto è risultato in regola.

900 SCIMMIE - L'autorizzazione all'importazione degli animali alla ditta Harlan è garantita da un decreto del ministero della Salute del 31 gennaio 2012 e prevede l'importazione in Italia di 900 scimmie, in lotti di massimo 156 esemplari per volta. Le scimmie sono della specie Macaca Fascicularis e Mulatta e provengono dalla Cina e dalla Isole Mauritius. L'autorizzazione ha validità di un anno. Anche lo scorso anno la Harlan ha chiesto un'analoga autorizzazione per l'importazione di 900 scimmie, ma ne sono state importate solo 312. Già il 21 febbraio scorso, a Fiumicino, le scimmie erano state controllate dagli ispettori inviati da Balduzzi: la visita veterinaria aveva constatato il buono stato di salute e verificato che tutti i documenti fossero corrispondenti alle norme comunitarie.

Redazione Milano online27 febbraio 2012 | 17:42© RIPRODUZIONE RISERVATA

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martedì 21 febbraio 2012

SE SI ABOLISCE L'ART. 18 RISCRIVERE L'ART.1 DELLA COSTITUZIONE: L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LICENZIAMENTO

Con la scusa che abolendo l'art. 18 si aumenta l'occupazione perché le imprese non avrebbero più il vincolo del divieto di licenziare senza giusta causa si trasforma il lavoratore in merce. Aveva ragione Marx. Eppure dovrebbe valere una semplice regola aurea. Un'impresa non può licenziare se non dimostra, con bilanci non truccati, che soltanto riducendo il personale può evitare il passivo e il rischio di chiudere lasciando tutti disoccupati. Purtroppo non è sempre così. Le imprese tendono a licenziare non perché vi sia personale in esubero che sia causa di passività di bilancio ma per avere un maggiore profitto. Questa è la legge del capitalismo, che riduce l'uomo a merce. Non il profitto per il lavoro, ma il lavoro unicamente per il maggiore profitto ad ogni costo. Si conferma così la faccia di questo governo, longa manus degli interessi bancari e delle imprese dedite unicamente alla speculazione senza alcun vincolo sociale. Ma quale è il sistema che, se non si vuole arrivare al comunismo, può armonizzare il capitale con l'interesse dell'intera società? E' un sistema socialista che si sottragga alle speculazioni del mondo finanziario internazionale facendo gli interessi della nazione. E come si chiama un socialismo che coniughi l'economia con l'interesse di tutta la nazione? SI CHIAMA NAZIONALSOCIALISMO.

IL CASO

Napolitano contestato a Sassari
da pastori e movimento anti-Equitalia

Fischi e urla contro il presidente della Repubblica in visita in Sardegna. Anche ieri un gruppetto di alcune decine di persone aveva urlato contro il capo dello Stato a Cagliari. La replica: "Non rappresento le banche. Contestazioni sono sempre un fatto limitato"

SASSARI - Nuova contestazione in Sardegna per Giorgio Napolitano, dove il presidente della Repubblica si trova per una visita di due giorni. A Sassari il corteo presidenziale è sfilato in mezzo a due piccole ali di indipendentisti sardi, attivisti del Partito Comunista dei Lavoratori e contestatori anti-Equitalia, che gli hanno urlato contro "buffone, non ti vogliamo". Tra i cartelli tenuti in alto da chi protestava, alcuni definivano il capo dello Stato "uomo delle banche", altri davano dell'"infame" al governo Monti. "Le contestazioni sono sempre un fatto abbastanza limitato - ha commentato dopo qualche ora Napolitano, rispondendo a una domanda dei giornalisti - Sono rimasto colpito dalla consapevolezza dei rappresentanti dei lavoratori delle aziende in crisi: sono molto preoccupati ma non contestano con grida più o meno futili".

Già ieri il presidente era stato fischiato 1 da un gruppetto di persone a Cagliari. I manifestanti del movimento anti-Equitalia avevano accolto con fischi e urla il suo arrivo al porto, dove aveva inaugurato un'opera dello scultore sardo Pinuccio Sciola. "Non rappresento le banche ed il grande capitale finanziario, come qualcuno umoristicamente crede e grida'", aveva replicato il presidente.

A Sassari i contestatori hanno atteso Napolitano in mattinata al suo arrivo all'auditorium. Il capo dello Stato ha fatto ingresso su viale Trieste, verso il piazzale dei Cappuccini dove ha sede il nuovo teatro che poi è stato inaugurato. L'accoglienza più rumorosa è stata della Consulta dei movimenti, che riunisce i pastori, gli anti-Equitalia, artigiani e commercianti liberi, arrivati da viale Caprera. Molte le bandiere e gli striscioni, tra cui quella del Partito comunista dei lavoratori e dell'Unione sindacale di base, che hanno distribuito volantini in cui Napolitano viene descritto come "il capo dei rinnegati". Presente anche una delegazione di Sardigna Natzione, che definisce invece il presidente come "Prefetto italiano che visita le Indie sarde". Altri contestatori reggevano cartelli con su scritto "Monti governo infame" e "servo dei banchieri".

Ai manifestanti il presidente ha risposto: "Non si tratta di opporre a situazioni critiche formule ideologiche. Bisogna pensare su basi serie nuovi progetti di sviluppo per la Sardegna". Ma "va detto a chiunque abbia

domenica 19 febbraio 2012

PD E I SUOI ALLEATI DELLA FALSA SINISTRA: PARTITI ORMAI DI CULATONI E DI RIDICOLE E SCHIFOSE ESIBIZIONI PUBBLICHE

La disonestà, l'intolleranza, la pretesa che tutti debbano pensare che pederasti e lesbiche siano normali porta questi partiti ad appoggiare questa spazzatura umana. Sebbene non abbia alcuna simpatia per Giovanardi (un antianimalista) debbo riconoscere che la disonestà della falsa sinistra (ridotta ormai a raccogliere spazzatura umana pur di raccogliee voti) è giunta a distorcere quanto aveva dichiarato Giovanardi. Hanno estrapolato una frase per fargli dire non ciò che voleva dire ma ciò che i disonesti gli hanno voluto attribuire.

Ecco quanto riportato da un comunicato inviato all'ANSA da Popolari liberali (partito di Giovanardi) e che dimostra la totale disonestà dei partiti dei culatoni, rappresentati da chi sa solo accusare, e persino inviare messaggi di morte. Se vince la sinistra l'Italia è fottuta da culatoni.


GIOVANARDI,SUI GAY REGISTRAZIONE MANIPOLATA, ECCO I TAGLI
E' STATA UNA VERGOGNOSA OPERAZIONE MISTIFICATORIA (ANSA) - ROMA, 16 FEB - Carlo Giovanardi torna sulla frase sui baci gay che, pronunciata a Radio 24 e poi ripresa da tutti gli organi di informazione, ha creato 'una tempesta politica e mediatica con invocazioni al carcere, accuse di squilibrio mentale fino a centinaia di messaggi di insulti e persino minacce di morte'. Spiega il senatore: 'Finalmente soltanto oggi sono riuscito ad acquisire la registrazione integrale dell'audio che trascrivo a testimonianza di questa vergognosa operazione di manipolazione mistificatoria'.
La frase incriminata era quella che paragonava il bacio tra due donne per strada ad uno fa la pipí in pubblico. Fornendo l'intera sbobinatura del passaggio di quell'intervista, Giovanardi invita a notare che 'c'è un taglio manipolatorio che collega l'inizio della prima risposta ad una risposta successiva omettendo tutto il ragionamento intermedio che dimostra come non esista nessun atteggiamento omofobo da parte mia, ma semplicemente la difesa di regole di buona educazione che devono valere per tutti, etero ed omosessuali'.
Ecco di seguito la trascrizione dell'intervista fornita dal senatore Giovanardi: DOMANDA: 'Se lei vedesse due ragazze che si tengono per mano e si baciano per strada lei direbbe che schifo o pure finalmente qualcuno che si ama o che altro RISPOSTA: 'l'ho detto un milione di volte, che ci sono situazioni e situazioni: un nudista in una isola di nudisti non mi da' nessun fastidio; un nudista a Riccione sotto l'ombrellone dove ci sono i bambini e le mamme, mi da' fastidio ed e' fuori posto.
DOMANDA 'ecco, ma un uomo e una donna che si... scusi mi faccia parlare RISPOSTA: 'due uomini o due donne che si baciano ostentatamente in un supermercato non e' il luogo adatto per farlo, come ai figli da' fastidio persino quando vedono i genitori, che pure sono i loro genitori, che assumono atteggiamenti DOMANDA: 'Quindi, mi scusi Giovanardi, ci sono baci con licenza di bacio per qualcuno e licenza di non bacio per...
RISPOSTA: 'se lei fosse un attimo attenta e non fosse prevenuta nelle risposte, le ho detto che anche davanti... i genitori davanti ai figli, piccoli o grandi, hanno delle effusioni fra loro, che sono giustissime, ci mancherebbe altro, possono creare disagio'.
DOMANDA: 'ma a lei danno personalmente fastidio due ragazze che si baciano per strada?
RISPOSTA: 'A me personalmente in un supermercato l'ho detto o in un luogo pubblico...
DOMANDA: 'ma a parte il supermercato diciamo alla stazione RISPOSTA: 'in un luogo pubblico vedo due uomini che ostentatamente si baciano fra di loro...
DOMANDA: 'non ostentatamente, due ragazze che si lasciano alla stazione, una sale sul treno...
RISPOSTA:'due ragazze che ostentatamente si baciano...
DOMANDA: 'No ostentatamente... questo avverbio... Scusi mi lasci spiegare RISPOSTA: 'ma perche' c'e' sempre una misura nelle cose. A lei da' fastidio uno che fa pipi'? Dice no perche' va in bagno e fa pipi' ' DOMANDA: 'ma che c'entra e' una cosa sconcia, Giovanardi scusi e' una cosa sconcia RISPOSTA: 'se uno invece si mette a fare pipi' per strada davanti a lei puo' darle fastidio' DOMANDA: 'se una ragazza sta salendo sul treno... si salutano RISPOSTA 'una volta si chiamava bon ton. Donna Letizia lo chiamava bon ton, cioe' la buona educazione'.
ANSA



Baci in piazza a Modena
"Giovanardi, questo è amore"

Centinaia di persone in piazza per dire no all'omofobia. Una "limonata collettiva" in risposta alle parole dell'ex ministro contro le affettuosità in pubblico tra persone dello stesso sesso

Baci ad oltranza, abbracci, foto-ricordo, musica e slogan contro l'omofobia. E' una "limonata collettiva" quella che i Giovani decratici del Pd di Modena, con l'adesione di molte associazaioni tra cui Arcigay, hanno inviato all'ex ministro Carlo Giovanardi dopo le sue dichiarazioni in un'intervista radiofonica che paragonavano il bacio tra donne all'atto di fare la pipì in pubblico. All'appuntamento organizzato nella piazza Matteotti di Modena, città in cui vive lo stesso Giovanardi, hanno aderito alcune centinaia di persone.

"A noi è sembrato un atteggiamento offensivo nei confronti di tutti, non soltanto degli omosessuali, quindi - ha spiegato dal palco Giuditta Pini, della segreteria modenese dei Giovani democratici, prima di invitare tutti a baciarsi e a lasciarsi fotografare - abbiamo deciso che all'ignoranza si può rispondere solo con un gesto d'affetto e con un bacio. Se Giovanardi ha qualche problema, che venga in piazza e veda che la gente che si bacia non dà fastidio, è un gesto d'amore".

Nei giorni scorsi l'ex ministro aveva commentato l'iniziativa come una "intimidazione da squadristi fascisti". La replica dei giovani della sinistra non è mancata questo pomeriggio, ma a suon di musica, palloncini di colore arancione e la ripresentazione dell'intervista radiofonica incriminata, realizzata da tre attori sul palco vestiti con parrucche viola, blu e rosse.


FOTO Le immagini della manifestazione

Diversi i cartelli e gli slogan contro l'esponente del Pdl, che non è nuovo a uscite sgradite agli omosessuali. "Modena respinge l'omofobia. Modena ripudia Giovanardi", la frase scritta su un telo bianco appeso in piazza. In un cartello è apparsa una foto ritoccata del parlamentare del Pdl abbracciato a un altro uomo, con il titolo "Giovanardi, ti vogliamo così".

Il "bacio collettivo", sia tra omosessuali che tra etero, è stato intervallato dalla musica sul palco e dai discorsi dei politici presenti. Il Partito democratico ha trasmesso in diretta streaming (ripresa anche da Repubblica.it) l'iniziativa sul proprio portale.

(19 febbraio 2012)


UN PUBBLICO DI IDIOTI CHE PAGANO PER ENTRARE NEL BARACCONE DI SANREMO NON HANNO TITOLO PER FISCHIARE CELENTANO

I fischi e le disapprovazioni urlate da quelli che stavano dentro il baraccone del teatro Ariston sono gli individui che dovrebbero stare zitti perché solo degli stronzi (oltre l'idiozia) possono avere interesse ad assistere ad una manifestazione mondana dell'effimero, e non artistica. Al loro confronto Celentano ha dimostrato di avere più cervello di tutti i presenti, anche di coloro che l'applaudivano. Perché bisogna essere stronzi per entrare il quel baraccone.
Ho sentito al video il commento di Scalfari che condivido (anche se sono distante anni luce da lui e da quel giornalaccio di Repubblica di cui è stato fondatore e direttore). Ha detto che i discorsi di Celentano sono qualunquistici perché mettono insieme Famiglia cristiana (che rappresenta la base e la fronda del cattolicesimo) e il quotidiano Avvenire che è di proprietà delle gerarchie. Non ho sopportato la frase di Celentano "dobbiamo essere contenti di essere nati perché siamo destinati ad avere una felicità che non è misurabile con quella terrena". Mi sembrava di sentire un prete. Anzi, peggio di un prete. Avrebbe dovuto fare un discorso neutro pensando che vi sono anche i non credenti. Adesso si è messo a fare il teologo molleggiato. E ha dimostrato di essere ignorante criticando la sentenza della Corte costituzionale perché dovrebbe sapere che una legge può essere abolita (come ha rilevato Scalfari) solo se non lascia un vuoto legislativo.
Non sopporto il luogo comune del dire che la vita è un dono. Il re degli ignoranti ha detto che dobbiamo ringraziare di essere nati. Questa è la più grossa stronzata linguistica che esista, accettata dalla grande massa degli ebeti. Un Celentano non può essere all'altezza di capire che la vita non può essere un dono perché manca il ricevente. Tranne che si voglia dire che il ricevente è uno dei 200 o 300 milioni di spermatozoi di una sola eiaculazione. Nessuno ha chiesto di nascere. E che non sia vero che dovremmo essere contenti di essere nati è dimostrato dal fatto che esistono i suicidi e tanta gente (come me) che avrebbe preferito non nascere. Non esiste vita senza sofferenze. Le gioie sono isole in un mare di dolori e dispiaceri. E coloro che godono della vita sono solo dei superficiali che vivono nel quotidiano distranendosi in vari modi dal non senso della vita. Ma più delle sofferenze e dei dispiaceri pesa ben altro nella vita. La malattia oscura del suo non senso, dell'essere il risultato della casualità in un universo privo di un disegno intelligente.
Tornando alle stronzate di Celentano, che poteva rivolgersi solo ai credenti (per cui le sue predicozze erano ancor più prive di senso per i non credenti), certamente non può capire che egli, come tutti i credenti , è un opportunista. Quest'anno compirà 74 anni. E' l'età giusta per incomnciare a pensare alla morte. E infatti l'ha dimostrato. Sta cercando di prepararsi il paradiso cercando di sfuggire al sentimento oscuro del non senso della vita. Ecco il modo per sfuggire alla disperazione. Ma evidentemente Celentano non può capire che di fronte ad un Dio avrebbe maggiori meriti un ateo-agnostico che rispetti le norme della giustizia senza aspettarsi un premio in un supposto ed enigmatico aldilà. E' la tesi espressa nel mio libro che uscirà ufficialmente il 25 febbraio. Intitolato ADDIO A DIO. Sottotitoli: Dialogo con Dio (la trinità) chiedente perdono. "Beati coloro che NON credono in Dio se...Essi saranno i primi nel regno dei Cieli". Conclusione tratta da una lettura nuova di tuttii passi più importanti delle Epistole di Paolo e dei Vangeli. Scrive Paolo nell'Epistola ai Romani che anche i pagani (o non credenti) si sarebbero salvati rispettando la Legge naturale iscritta nei loro cuori. Ne dovrebbe conseguire che l'unico grande peccato di fronte a Dio è la MALAFEDE. E infatti aggiunge S. Paolo: "Senza la Legge (cioè senza la coscienza del peccato) il peccato è morto (non esiste)". Ne consegue che i santi sono coloro che hanno meno meriti rispetto agli atei-agnostici che rispettino la Legge naturale (da cui discende il diritto naturale) senza aspettarsi alcun premio nell'aldilà perché non sono degli opportunisti come i credenti. Perciò anche un ateo andrà in paradiso (se esiste) purché abbia rispettato le norme della giustizia fondate sul diritto naturale e sia stato sempre in buonafede. Giovanni Paolo II disse che "basta essere giusti per salvarsi". Ma allora a che serve il proselitismo? Non lo capisco. Il cristianesimo vive dentro un contrasto: tra il proselitismo e il riconoscimento che esistono altre strade, fuori del cristiansimo, per la salvezza. Era invece coerente il fanatico e per me odioso S.Agostino che scrisse che i non cristiani erano "una massa dannata". Fuori del cristianesimo non vi era salvezza. Tanto fanatico da non accorgersi che la sua dottrina della predestinazione (ricavata da una contraddizione di S. Paolo, che anteponeva la fede alle opere, come nel futuro protestantesimo) non assicurava la salvezza nemmeno ai cristiani perché S. Paolo (Lettera ai Romani, 8, 30) scrive: "Coloro che predeterminò anche chiamò; quelli che chiamò anche giustificò; quelli che giustificò anche glorificò".Conseguenza assurda dell'avere presupposto che la volontà divina non possa essere determinata da quella umana. Ma questo S.Paolo era in comunicazione diretta con Dio? Eppure non conobbe mai personalmente Gesù. Ci vorrà tutto l'equilibrismo del platonico (più che aristotelico) S. Tomaso per ridare importanza alle opere ai fini della salvezza dicendo che la fede è un aiuto in più per compiere opere di giustizia e di bene. Paradossale è che il razionalismo tomistico ispirò la Controriforma, mentre l'irrazionalismo agostiniano ispirò la Riforma. Ma -astuzia della ragione, avrebbe detto Hegel - il razionalismo della Controriforma (che l'ateo Benedetto Croce vide come precedente storico del razionalismo scientifico e di una società liberale) e l'irrazionalismo della Riforma (che tradusse il cristianesimo nell'interiorità della coscienza liberandolo dal connubio con il potere temporale) portò alla nascita dello Stato laico.Ma il mio libro non può certo rivolgersi né a Celentano né a tutti gli idioti che godono del mondo dell'effimero avendo portato il cervello all'ammasso continuando a coltivare i luoghi comuni del dire, privi di pensiero. In tal senso definiti "stronzate" dal filosofo americano Harry G. Frankfurt (Stronzate, Rizzoli 2005).

martedì 14 febbraio 2012

GIUSTIZIA MATTA: 26 ANNI DI CARCERE DA INNOCENTE. ECCO PERCHE' QUESTI "MAFIOSI" RIFIUTANO LA RESPONSABILITA' CIVILE . PAGHIAMO NOI CON LE TASSE

Tutti quelli che l'hanno condannato dovrebbero essere dichiarati colpevoli e radiati dalla magistratura. E adesso il risarcimento dei danni dovrà essere pagato dallo Stato. Cioè da tutti i cittadini perché questa categoria vuole continuare a violare il principio costituzionale secondo cui tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge. Il fatto è che la legge prevede che il tribunale e la Corte di competenza siano quelli del territorio dove è accaduto il fatto. Dunque i giudici, anche in caso di indagini difficili, non vengono scelti per capacità ma per competenza di territorio. E disgraziato colui che nella lotteria della giustizia incappa in "giudici" che dovrebbero andare a zappare la terra invece di rovinare degli innocenti. E quelli che l'hanno rovinato hanno continuato a fare carriera per sola anzianità fregandosene dei danni enormi che hanno provocato. L'ordinamento giudiziario è tutto da rivoluzionare. Non basta una riforma.

IL CASO

Strage alla casermetta di Alcamo,
Gulotta assolto dopo 22 anni di carcere

Scarcerato questa sera l'uomo accusato di avere ucciso due carabinieri diciottenni: «Aspettavo questo momento da 36 anni»

IL CASO

Strage alla casermetta di Alcamo,
Gulotta assolto dopo 22 anni di carcere

Scarcerato questa sera l'uomo accusato di avere ucciso due carabinieri diciottenni: «Aspettavo questo momento da 36 anni»

REGGIO CALABRIA – Assolto dopo aver trascorso ventidue anni di carcere. Giuseppe Gulotta è stato scarcerato lunedì sera dopo la sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria che l’ha ritenuto estraneo alla strage alla casermetta di Alcamo Marina, in Sicilia, avvenuta il 26 gennaio del 1976. «Aspettavo questo momento da 36 anni» ha detto Gulotta. L’uomo era stato accusato ingiustamente di essere l’autore della strage dove morirono due carabinieri diciottenni, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta.

LA VICENDA - La vicenda di Giuseppe Gullotta è articolata da una serie di processi. Il primo capitolo l’aveva scritto la Corte d’Assise di Trapani che aveva assolto l’imputato. La Corte d’Assise di Palermo però, ribaltò il verdetto e lo condannò all’ergastolo. I legali ricorsero in Cassazione che annullò quella condanna e trasferì gli atti nuovamente a Palermo, ad altra sezione. Nuova condanna all’ergastolo per Gulotta. Stessa decisione presero successivamente le Corti d’Appello di Caltanissetta e Catania, investite da altri rinvii trasmessi dalla Cassazione. Nel 1990 la sentenza è divenuta definitiva.

LA BATTAGLIA - L’imputato non si è mai arreso. I suoi difensori Baldassarre Lauria e Pardo Cellini hanno cercato e trovato nuovi elementi per far riaprire il caso. Una prima istanza di revisione del processo presentata a Messina fu annullata. I legali si rivolsero ancora una volta in Cassazione che ha accolto la revisione inviando gli atti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria. Al processo i giudici reggini hanno raccolto nuove testimonianze, tra cui quella dell’ex brigadiere Renato Olino, all’epoca in servizio al reparto antiterroristico di Napoli che si occupò dell’inchiesta sulla strage. Il brigadiere ha fatto alcune ammissioni: in particolare ha riferito che ci furono dei «metodi persuasivi eccessivi» per far «cantare» un giovane Giuseppe Vesco, che finì con accusare Gulotta. Il pentito Vincenzo Calcara, poi, sentito in videoconferenza ha dichiarato di aver appreso in carcere dell’estraneità alla strage di Gulotta. Nella sua requisitoria il procuratore generale Danilo Riva ha chiesto l’assoluzione dell’imputato. «Spero che anche per le famiglie dei due carabinieri sia fatta giustizia» ha detto Gulotta, avvicinato dai giornalisti dopo la sentenza.

Carlo Macrì 13 febbraio 2012 | 20:28

lunedì 13 febbraio 2012

STRAGE DI CEFALONIA: DOPO 68 ANNI SI MUOVE UNA GIUSTIZIA BUFFONA CONTRO UN TEDESCO DI 90 ANNI

Si rimane veramente sconcertati leggendo certe notizie. Io ho fatto uno studio approfondito su tale strage. La colpa maggiore è da attribuire al governo Badoglio che diede ordini contrastanti. Prima ordinò di non considerare i tedeschi come nemici ma ancora come alleati, poi ordinò di non consegnare le armi ai tedeschi e di dichiararli nemici dopo l'8 settembre. Se gli italiani avessero consegnato le armi ai tedeschi non vi sarebbe stata alcuna strage. Invece una minoranza di ufficiali preferì dichiararsi nemici e fecero anche azioni proditorie nei confronti dei tedeschi. Questi considerarono gli italiani dei traditori e fucilarono quelli che si erano resi maggiormente responsabili dell'asserito tradimento muovendo guerra contro i tedeschi, sino a qualche giorno prima considerati alleati. Responsabile fu anche il gen. Gandin che, prima che arrivasse il secondo ordine di Badoglio, non diede esecuzione all'ordine dell'alto comando di Atene, presieduto dal gen. Vecchiarelli, che aveva ordinato a Gandin di consegnare le armi ai tedeschi per essere dichiarati prigionieri di guerra ed avere così salva la vita. Gandin perse tempo dicendo al comando tedesco che parte della divisione D'Acqui non voleva consegnare le armi. Evidentemente non sapeva che decisioni prendere e non seppe imporsi. E di fronte alla ribellione di alcuni ufficiali suoi dipendenti prese alla fine la malaugurata decisione di stare dalla parte dei ribelli, che erano una minoranza, ottemperando nel frattempo al secondo ordine di Badoglio e ignorando l'ordine del gen. Vecchiarelli. Da notare che Gandin era stato sempre un filonazista, ed aveva ricevuto una croce di ferro dai tedeschi sul fronte russo. A Corfù non avvenne alcuna strage perché gli italiani cosegnarono le armi ai tedeschi che li trattarono come prigionieri di guerra rendendo loro salva la vita. Chi vuole sapere come andarono i fatti può leggere il mio documentato capitolo compreso nel libro intitolato IO NON VOLEVO NASCERE. Gli autori dei commenti hanno scritto da ignoranti, perché prima di dare dei giudizi bisogna essere bene informati.

II GUERRA MONDIALE

Strage di Cefalonia, c'è un nuovo indagato

A 68 anni dagli eccidi in Grecia, la Procura militare
apre un fascicolo a carico di ex un soldato 90enne

II GUERRA MONDIALE

Strage di Cefalonia, c'è un nuovo indagato

A 68 anni dagli eccidi in Grecia, la Procura militare
apre un fascicolo a carico di ex un soldato 90enne

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Cefalonia rende omaggio ai caduti (Epa)Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Cefalonia rende omaggio ai caduti (Epa)
MILANO - L'impunita strage di Cefalonia, del settembre 1943, potrebbe avere presto un nuovo indagato. A 68 anni dai fatti la procura militare di Roma ha chiuso le indagini a carico di un ex militare tedesco, oggi novantenne, di cui sarà chiesto il rinvio a giudizio.

L'ECCIDIO - A seguito dell'armistizio tra l'esercito italiano e le Forze Alleate, l'8 settembre 1943, sull'isola greca e a Corfù scattarono le rappresaglie dell'esercito tedesco sui militari italiani che si trovavano di stanza lì. I soldati della Divisione Acqui, dei finanzieri e dei carabinieri, si opposero al disarmo. Tra il combattimento e le fasi successive, morirono circa 9.000 soldati e 415 ufficiali.

I PROCESSI - Durante il Processo di Norimberga il capo del XII Corpo d'armata delle truppe da montagna della Wehrmacht all'epoca dei fatti fu condannato a 12 anni di reclusione, e ne scontò soltanto 3. Un primo tentativo di processare militari tedeschi nel nostro Paese avvenne nel 1957, ma si risolse con un nulla di fatto. Nel 2009 la procura militare di Roma aprì un nuovo fascicolo a carico di Otmar Muhlhauser, che fu responsabile del plotone di esecuzione del generale Antonio Gandin. Muhlhauser, già processato in Germania per lo stesso episodio (era stato prosciolto perché colpevole di un «omicidio semplice» e non di un crimine di guerra), morì però pochi mesi dopo.

Luca Zingaretti in una scena della fiction «Cefalonia» (Ansa)Luca Zingaretti in una scena della fiction «Cefalonia» (Ansa)
IL NUOVO INDAGATO - L'indagato, secondo quanto riporta l'Ansa, sarebbe in particolare accusato di uno degli episodi, l'uccisione di «circa 73 ufficiali italiani», trucidati alla Casetta Rossa di Cefalonia dopo essersi arresi. Il nome non è però stato divulgato. Da due anni era in corso anche un'azione legale nei confronti di Gregor Steffens e Peter Werner, attualmente ottantottenni, accusati di aver ucciso 170 soldati italiani che si erano arresi.

Redazione Online13 febbraio 2012 | 15:08 24



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Inutile...
13.02|19:29 ROSSO140952

Giusto perseguire un criminale se si dimostra che è tale; atroci i ritardi ma più ancora l'inciucio che ha portato la DC e la destra traditrice dei soldati e dei cittadini inermi a crearli. Ma c'è da chiedersi se non sia il caso di eliminare i tribunali e le procure militari rottami inutili e costosi.

Quante scuole avremmo potuto sistemare con questi soldi?
13.02|19:06 Lettore_2204432

Da anni si discute per eliminare la magistratura militare, una eredità di altre epoche diventata inutile e costosa. Nel frattempo, siccome la stessa non ha nulla da fare, si diletta nel perseguire qualche vecchio tedesco. Con il miliardo di euro che ci costa ogni anno tutto questo apparato inutile, quante scuole avremmo potuto mettere in sicurezza, oppure quanti ospedali avremmo potuto modernizzare, oppure …. Se vogliamo perseguire i soldati tedeschi, si dovrebbero perseguire anche quegli italiani responsabili di atrocità in Albania, Grecia, Libia, Eritrea, Etiopia. E per i nostalgici della storia si potrebbe anche pensare un risarcimento a tutte le vittime di Giulio Cesare. L'italiano non è sempre stato dalla parte dei buoni. Dopo 68 anni bisogna smettere di spendere soldi pubblici per queste stupidaggini. E' ora che cominciamo a pensare al futuro, sopratutto a quello dei nostri figli. Altrimenti facciamo la fine della Grecia.

Siamo in Italia e purtroppo
13.02|19:02 amfamf

la giustizia italiana e' questa. Plaudo al tentativo di perseguire un (presunto) criminale che ha preso parte ad un eccidio vergognoso ma inorridisco di fronte al ritardo col quale viene intrapreso. Sono passati quasi 70 anni: dove e' stata la giustizia in questo frattempo? Quanto alla pieta' per l'imputato che dobbiamo come sempre presumere innocente, non vorrei che dimenticassimo la pieta' per le vittime, in nome delle quali non voglio qui rammentare quali pessimi comandanti e pavide guide abbiano avuto.

Una vergogna
13.02|18:49 tignanello

L'omicidio e la strage sono gli unici reati che non si prescrivono, negli ordinamenti giuridici di tutto il mondo.Questa vergognosa strage e' una di quelle rimaste impunite,ben venga il procedimento:non si possono prendere prigionieri ne' tantomeno fucilare dei soldati di una nazione che non e' in guerra con noi.

NON VORREI...
13.02|18:26 oggiarino

...che questa storia serva soltanto per dimostrare l'efficienza e l'assoluta necessità di continuare a mantenere "in vita" l'apparato della Giustizia Militare: poco tempo fa, il Corriere svolse un'inchiesta a tal proposito e le conclusioni furono che, se tutti i Giudici assegnati a tale incarico venissero restituiti al "civile" la Giustizia ordinaria ne riuscirebbe snellita, visto il numero di Giudici incaricati (molti) ed i casi da risolvere (pochi all'anno)! Ad ogni modo, secondo il pensiero corrente, questi casi, seppure a settant'anni di distanza, "devono" essere perseguiti, perché casi devastanti per la memoria del"popolo" (vedi recentemente anche il buon Pisapia), mentre per tutti gli altri omicidi (colposi e non), stupri, rapine truffe e prevaricazioni di ogni genere, bisogna pensare continuamente a condoni, amnistie e grazie di vario genere, c'è sempre un Pannella qualsiasi pronto a digiunare ad oltranza!! Tanto paga sempre Pantalone!

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ANCHE LE FORMICHE NEL LORO PICCOLO HANNO UN'ANIMA (PERALTRO IMMORTALE)

Questo è il titolo dato dal cardinale Gianfranco Ravasi ad una mia lettera pubblicata sul sole24ore (cartaceo) di domenica 12 febbraio

Il Sole 24 Ore

Il dilemma dell'onnivoro

Gianfranco Ravasi


Il «Fermoposta» di domenica 29 gennaio sull'uccisione degli animali a finalità commestibile ha generato uno sciame di reazioni disparate, ora pacate ora eccitate. E proprio perché – come allora scrivevo – la questione è ben più complessa di quanto immaginano gli animalisti estremi o gli "umanisti" radicali, abbiamo pensato di ritornare sull'argomento in modo più generale, anche se non esaustivo, naturalmente secondo la prospettiva culturale cristiana. Quest'ultima, infatti, ha elaborato una sua concezione della natura, originale rispetto alle altre civiltà e per secoli dominante in Occidente. Essa potrebbe essere riassunta in due asserti principali.
Da un lato, la tradizione ebraico-cristiana ha demitologizzato la natura che non è perciò né una divinità né frutto di una generazione divina (così accadeva nelle cosmogonie orientali e nello stesso panteismo stoico o indiano), ma è il risultato di un atto creatore e quindi è una realtà finita e limitata. D'altro lato, pur riconoscendo un legame tra uomo e animali attraverso la vita (rûah o "spirito" vitale), ha affermato una netta distinzione qualitativa tra i due, attraverso l'introduzione di un particolare statuto umano variamente descritto in alcuni passi della Genesi: si pensi al simbolismo dell'«immagine e somiglianza divina» (1,27), alla dotazione della coscienza morale nella «conoscenza del bene e del male» (cc. 2-3) e alla funzione di «governo» delegato, di «nomina» e di «custodia e coltivazione» del creato da parte dell'uomo e della donna (1,26 e 2,15-20). L'accettazione della teoria scientifica dell'evoluzione biologica non è incompatibile con l'affermazione teologica e metafisica della specificità umana, variamente declinata (anima, spiritualità, simbolicità, estetica e così via).
In questa prospettiva non si contesta l'uso nutritivo delle carni animali, sia pure con vincoli di taglio igienico-folclorico-sacrale (ad esempio, le norme di purità rituale che escludono alcuni animali dall'essere commestibili, norme superate però dal cristianesimo, come appare nella visione di san Pietro descritta nel c. 10 degli Atti degli Apostoli). Lapidario è il precetto successivo al diluvio: «Ogni essere che striscia e ha vita vi servirà da cibo, come le verdi erbe» (Genesi 9,3). Gesù stesso si nutre di pesce e persino lo cuoce per i suoi discepoli, così come è implicito che abbia consumato l'agnello pasquale.
Tutto questo, però, non impedisce che si sia consapevoli del peccato dell'uomo quando prevarica sul creato in modo tirannico e devastante. È, così, sorto un movimento ambientalista e animalista (talora strettamente vegetariano) cristiano che ha inteso richiamare la meta ideale a cui la stessa Bibbia vorrebbe condurre l'umanità e che è dipinta, ad esempio, dal profeta Isaia con sette coppie di esseri viventi, animali e umani che coesistono in perfetta parità e armonia (11,6-8). In questa creazione perfetta ed "escatologica" – nella quale anche gli animali sono coinvolti – la dieta sarà necessariamente vegetariana: «Ecco, io vi do erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero fruttifero: saranno il vostro cibo» (Genesi 1,29).
A una rinnovata sensibilità cosmica, sminuita nella storia del cristianesimo dal l'influsso spiritualistico greco, ha contribuito la figura di san Francesco, anche se la sua era una visione non tanto ecologista ma nettamente teologica, come è attestato dal suo Cantico delle creature: alieno da una concezione panteistica, egli considera il creato come dono di Dio, come segno di bellezza trascendente, come simbolo che conduce al Creatore, sulla scia di quanto si legge nel libro biblico della Sapienza: «Dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro Autore» (13,5). Questa ecologia cristiana sorge intorno agli anni Sessanta del secolo scorso in ambito protestante (in particolare con il teologo americano Joseph Sittler e col Faith-Man-Nature Group del Consiglio delle Chiese protestanti d'America).
Ben presto anche il mondo cattolico vi si associa e, tra i tanti passi dei testi magisteriali ufficiali di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI sul tema, ricordiamo soprattutto il messaggio del 1° gennaio 1990 di Papa Wojtyla Pace con Dio Creatore, pace con tutto il creato, ove si denuncia la crisi ecologica come questione morale, evocando una nuova solidarietà dell'uomo con le altre creature e il creato. Intanto, però, si stavano affermando anche concezioni ambientaliste e animaliste radicali che si alimentavano a religioni e filosofie orientali di stampo immanentistico e reincazionistico. Si trattava di impostazioni spesso sincretistiche dagli esiti più disparati: tanto per fare un esempio ormai famoso, si pensi al saggio Il Tao della Fisica (Adelphi 1982) del fisico nucleare Fritjof Capra che cercava di conciliare la fisica teoretica col misticismo orientale. Oppure all'altrettanto nota e vasta opera Liberazione animale (Mondadori 1991) del filosofo australiano Peter Singer, incline ad assegnare al mondo animale una superiorità rispetto a quello umano.
In America, anche su impulso della rivalutazione del pensiero degli Indiani aborigeni per i quali tutte le forme di vita sono uguali e appartenenti a un'unica comunità, si è registrato un grande successo (ora, però, in crisi) del movimento New Age che, tra l'altro, propugnava un'ecologia "olistica" di stampo pan-spiritualistico. In questa linea si debordava, anche in ambito cristiano, dalla prospettiva sopra descritta e si adottavano definizioni e descrizioni antropomorfiche per gli animali: anch'essi, ad esempio, avrebbero una coscienza etica, percepirebbero il trascendente e pregherebbero (si veda Michel Damien, Un paradiso per gli animali. L'animale, l'uomo e Dio, Piemme 1987). Un capitolo a sé è quello della sofferenza degli animali, definita un po' enfaticamente «un mistero ancor maggiore rispetto al dolore umano» dalla Teologia degli animali di Paolo De Benedetti (Morcelliana 2007).
Certo è che la sensibilizzazione su quest'ultimo tema è significativa e ha generato, ad esempio, la «Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali» dell'Unesco (1978), così come a Münster ha aperto da tempo i battenti l'«Institut für theologische Zoologie», un'istituzione cattolica ed ecumenica annessa alla locale facoltà di Teologia e Filosofia. Si contrasta, così, giustamente ogni brutalità e ogni prevaricazione nei confronti delle creature viventi. La solitudine nell'anonimato delle moderne metropoli ha, poi, generato rapporti di condivisione familiare e di affetto con animali domestici, modellati sulle dinamiche che intercorrono tra esseri umani, tanto da rendere talora cani o gatti beneficiari di lasciati testamentari. Victor Hugo scriveva: «A chi è solo, Dio dona un cane. Il cane è la virtù che, non potendo farsi uomo, si è fatta animale». Anche al Lazzaro miserabile della parabola evangelica del ricco epulone «erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe».
Detto questo si può, però, pervenire all'eccesso opposto per cui le persone umane, ultime e diseredate, piccole, deboli e affamate, sono meno considerate e tutelate nelle società ricche e occidentali di quanto lo siano gli animali. Così come paradossali sono anche alcune nuove attitudini culturali: una recente statistica dimostrava che solo il 40% dei tedeschi crede in Dio, ma l'80% è convinto che i loro cani e gatti abbiano un'anima! Tuttavia, è curioso notare che la Bibbia – pur netta nelle sue distinzioni di specie e genere tra esseri umani e animali – è forse il testo sacro più affollato da uno straordinario bestiario che va dal mastodontico cammello fino al tarlo nascosto nel legno e alla pulce, e che ascende al simbolismo spirituale più alto con l'agnello emblema dello stesso Cristo o con la colomba che incarna lo Spirito Santo, ma che discende fino ai mostri apocalittici e al serpente tentatore. La funzione primaziale dell'uomo e la sua diversa natura intima non escludono una sua solidarietà con le altre creature viventi, anche perché – come canta il Salmista – «buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature… Uomini e bestie tu salvi, Signore» (145,9; 36,7).
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il dibattito
La lettera del veterinario sull'uccisione degli animali a fini alimentari e la conseguente risposta di monsignor Gianfranco Ravasi sono stati pubblicati sulla «Domenica» del 29 gennaio scorso

D'accordo, Cristo era carnivoro. Ma succedeva tanto tempo fa...


Caro Monsignor Ravasi, non si può prendere per oro colato tutto quello che il vecchio testamento ci riporta essendo tale racconto solo la storia del popolo ebraico. E neanche la presunta parola del Creatore che in molti casi interpretata a nostra somiglianza giustifica i peggiori desideri dell'uomo. Gesù infatti si fa agnello per una nuova alleanza e per questo entra subito in conflitto con il potere temporale e spirituale del tempo dopodichè viene sacrificato nel modo che ben conosciamo. Sul permesso che Gesù concede al popolo che lo seguiva di mangiare il pesce consideriamo il tempo in cui si viveva, ma ora la coscienza si è evoluta; però certo necessiterà molto tempo prima che gli animali siano davvero considerati liberi e fino a quel momento non ci sarà vera pace sulla Terra.
Pastore protestante e storico del cristianesimo

Anche le formiche nel loro piccolo hanno un'anima (peraltro immortale)


Eminenza, la Sua risposta al veterinario F.M. di Bergamo aggira la questione posta e lascia le cose come stanno. Ella trascura il fatto che dal 1996 con un documento della Chiesa è stata riconosciuta la verità scientifica dell'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita, anche se interpretata finalisticamente (cioè antiscientificamente) come indirizzata verso la formazione della specie homo. I teologi, già alcuni decenni prima (e cito solo il paleontologo Teilhard de Chardin) hanno cercato di superare tutte le difficoltà dottrinali conseguenti a incominciare da quella del peccato originale, senza il quale cade tutta la cristologia.
Poiché vi sono alcune interpretazioni teologiche che attribuiscono l'immortalità dell'anima anche agli animali non umani, mi domando se questa sia da attribuire a tutti gli animali, compresi gli insetti come pulci, zecche, zanzare, e perfino ai batteri. Oppure la sopravvivenza è limitata solo agli animal dotati di coscienza? Già il filosofo dei diritti degli animali Tom Regan aveva sospeso il giudizio sulla presenza di coscienza perfino per animali come le galline. Figuriamoci per gli insetti. Chi siamo noi per poter escludere scientificamente uno stato di coscienza per insetti, molluschi e crostacei (per esempio)? Ma vengo alla questione principale, che mi sta soprattutto a cuore. Io rimprovero alla Chiesa di continuare a considerare il diritto naturale come diritto della sola natura umana e di avere ereditato un concetto di diritto naturale che è quello stesso che nell'età moderna fu sostenuto da Grozio, Pufendorf, Locke, Leibniz, Montesquieu, Kant e altri, cioè come diritto della ragione. Ma allora non si tratta di giusnaturalismo bensì di giusrazionalismo. Fatta questa lunga premessa rilevo che ancor oggi assurdamente la Chiesa non ritiene peccato di cui bisogna confessarsi ciò che per la legge (almeno sulla carta) è reato: il maltrattamento degli animali. E questo è assai grave da parte della Chiesa, che, inoltre, continua a conservare un complice silenzio sulla maggiore crudeltà della macellazione ebraico-islamica. Eminenza, i cristiani vegetariani o comunque sensibili alle sofferenze degli animali non umani (odio il termine «bestie») non si sentono rappresentati dalla Chiesa e le chiese si stanno svuotando sempre di più anche per questo. I vegetariani in Italia hanno superato i 6 milioni e sono in crescita costante. Io, che ho studiato sempre in istituti religiosi dalle elementari, sono agnostico dall'età di 20 anni e vegetariano dall'età di 10 anni, e ne ho 72. Sono in pensione da due anni come professore universitario di storia della filosofia. È in corso di stampa un mio dialogo teologico intitolato Addio a Dio. I diritti d'autore sono devoluti ad una associazione animalistica. Pietro Melis

Il dolore e la sofferenza delle bestie al macello


Eminenza, premesso che da tanti anni leggo sempre con interesse e viva partecipazione quanto scrive su argomenti che riguardano la "mia" religione, confesso di essere rimasto un po' insoddisfatto per la Sua risposta al Sig. F.M.
È ben vero che Ella all'inizio conferma che la questione è molto complessa e avrebbe potuto affrontarne solo qualche aspetto, ma mi perdoni, mi aspettavo che si pure di sfuggita Ella affrontasse due aspetti che a mio avviso sono molto importanti.
Primo, le sofferenze alla quali sono molto spesso sottoposti gli animali destinati al macello. Anni fa, per lavoro, ebbi occasione di visitare uno dei più grandi e attrezzati macelli d'Italia, ed è ben vero che potei constatare come venivano uccisi con un colpo solo, ma le povere bestie già prima avevano perfettamente capito tutto, ed erano chiaramente terrorizzate. Il dolore non è soltanto fisico, ma anche psicologico, e gli animali soffrono, godono, si rallegrano, hanno paura, e quant'altro esattamente come noi.
Secondo. Io mangio carne e pesce, lo confesso. Noi uomini siamo l'ultimo anello della catena alimentare e quando uccidiamo un animale per soddisfare un'esigenza alimentare rientriamo in un meccanismo "naturale", non c'è dubbio. Ma uccidere per divertimento no, questo non è ammissibile per un cristiano, e il mancato riferimento alla caccia e alla pesca sportiva confesso che mi lascia perplesso.

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L'ARROGANZA DI PEDERASTI E LESBICHE. NON HANNO ARGOMENTI . SOLO INVETTIVE CONTRO I NORMALI

Notare come questi SCHIFOSI anormali non abbiano argomenti e si riparino ormai dietro il comodo termine da essi imventato di "omofobia" e usino a sproposito il termine "razzismo". Sono anche contro la libertà di pensiero perché non ammettono che uno la pensi diversamente. Dicono che i normali sono degli anormali. Il bue che dice cornuto all'asino. Come dire che è anormale chi conserva la distinzione naturale tra culo e vagina. Ha ragione Giovanardi nel dire che vi sono organi per ricevere ed altri per espellere. La natura ci ha dato il culo per espellere e chi non è d'accordo è un malato mentale. Si tengano la loro anormalità con le loro schifezze in privato e le risparmino in pubblico ai normali. Che questi anormali siano tali l'ha detto con coraggio anche il noto psichiatra Crepet.Ma vi è un individuo ancor più schifoso che è lo stesso giovanardi a cui ho scritto dentro il suo sito e al suo indirizzo in senato (giovanardi_c@posta.senato.it) quanto segue:

Tenga presente che io sono vegetariano dall'età di 10 anni e animalista. Perciò sono d'accordo con lei contro pederasti e lesbiche in pubblico , come sono d'accordo con lei sulla responsabilità civile dei giudici, ma sono un suo acerrimo nemico in fatto di difesa della vita degli animali e mi fa più schifo uno che nel suo sito scrive STOP alla campagna degli animalisti contro carne e pellicce. Lei ha 10 anni meno di me e le auguro di tutto cuore di non arrivare alla mia età. Mi ricordo bene che lei alla Camera contro due deputati della Lega Nord (Davide Ercoli e Luigino Vascon) prese le difese della macellazione ebraico-islamica rifugiandosi dietro la scellerata scusa della difesa dell'identità religiosa. Mi dispiace di dove essere d'accordo con uno come lei in fatto di pederasti e lesbiche.



IL CASO

"Bacio tra donne come fare pipì in strada"
Giovanardi di nuovo nella bufera

In un'intervista radiofonica l'ex sottosegretario lancia l'ennesima invettiva contro gli omosessuali. E attacca anche la Fornero. Immediata la reazione virtuale del popolo Glbt. Concia: "Scrivetegli che l'omofobia è una malattia". Bindi: "Mancanza di pudore ed equilibrio"

di MARCO PASQUA Due donne che si baciano in strada? Sono come "chi fa la pipì in pubblico". Il senatore del Pdl, Carlo Giovanardi, ex sottosegretario con delega alla Famiglia, prosegue la sua personale "crociata" contro gli omosessuali e, durante un'intervista radiofonica, attacca anche il ministro del Welfare, Elsa Fornero. Affermazioni che scatenano la reazione virtuale del popolo Glbt, che sui social network e i blog attacca l'ultracattolico politico berlusconiano, noto prevalentemente per le sue posizioni intransigenti verso i gay.
Paola Concia lancia anche un "mail-bombing" al suo indirizzo di posta elettronica: "Scrivetegli che l'omofobia è una malattia", l'esortazione partita attraverso il profilo Facebook della deputata lesbica del Pd.

Non è la prima volta che Giovanardi esprime il suo fastidio nei confronti di baci scambiati in pubblico tra persone omosessuali. "Un bacio pubblico tra due uomini a me infastidisce. Un episodio ostentato di questo genere in un luogo pubblico dà fastidio", ha ripetuto più volte, rilanciato sempre dai siti ultracattolici omofobi. Adesso, parlando ai microfoni di Radio 24, fornisce anche una lezione di educazione sessuale e di igiene. "Ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere", ha spiegato al suo pubblico radiofonico, aggiungendo poi: "Ci sono anche faccende delicate. Ci sono problemi di batteri, che richiedono una grande attenzione nel momento in cui si fanno certe pratiche. Onde evitare malattie, ecc. Quindi nel momento dell'educazione sessuale nelle scuole, è normale, corretto e fisiologico dare un modello: gli organi dell'uomo e della donna sono stati creati per certe determinate funzioni. E non è altrettanto naturale il rapporto tra due uomini o due donne".

L'AUDIO DELLA DICHIARAZIONE DI GIOVANARDI 1

Nella sua ennesima invettiva contro i gay, non risparmia neanche la Fornero, che, recentemente aveva sottolineato come fosse importante superare "l'arretratezza culturale del nostro Paese" stabilendo che "la diversità è un valore, deve essere tra le cose che i bambini imparano da piccoli. I semi si gettano tra i bambini e soprattutto nelle scuole". "Se il ministro - attacca il senatore - avesse inteso diversamente di insegnare che sono naturali anche i rapporti tra omosessuali avrebbe la rivolta del Parlamento". Quanto al bacio tra due donne, non ha dubbi: "A lei che effetto fa se uno fa pipì? Se lo fa in bagno va bene, ma se uno fa la pipì per strada davanti a lei, può darle fastidio".

La notizia rimbalza sui social network e su Twitter l'hashtag Giovanardi scala la vetta delle discussioni più popolari. Le associazioni Glbt reagiscono, con alcuni esponenti del movimento omosessuale che suggeriscono al politico di sottoporsi a una visita psichiatrica. "Sembra proprio che Giovanardi stia male. Qualcuno dovrebbe dirglielo anche nel suo partito. Paragonare il bacio tra due donne a fare la pipì per strada è il superamento di ogni altra dichiarazione omofoba precedente. Ormai sembra non avere più limiti. Questa sua ultima affermazione si commenta da sola. E' frutto di una malattia, l'omofobia ma forse anche di qualcos'altro. Urge uno psichiatra", scrive Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center.

Per Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, quelle espresse da Giovanardi sono delle "bestialità", alle quali "non si può che rispondere con l'ironia e rammentargli, che tutta questa ossessione può far sospettare un problema di igiene mentale". Arcigay sceglie di non replicare perché, come spiega su Facebook il suo presidente, Paolo Patané, "un personaggio simile disonora il Paese con la sua volgarità", e "deve essere cancellato dalla scena pubblica in altro modo. Non intendo dare visibilità ad un uomo politicamente finito che cerca di esistere con la spazzatura verbale".

Per il Pd, la prima a intervenire è Rosy Bindi, secondo la quale "Giovanardi non cessa di stupire per la sua mancanza di pudore e di equilibrio e per la sua pochezza". "Anche oggi ha sfoderato il suo becero maschilismo, e ha offeso senza riguardo la dignità di tutte le donne - sottolinea la vicepresidente della Camera e presidente dell'Assemblea del Pd - ma soprattutto l'intelligenza e la sensibilità umane. Davvero non si sente alcun bisogno di opinioni così improvvisate, ridicole e pericolosamente sbagliate".

La sua collega di partito, Concia, fa partire un mail-bombing, pubblicando l'indirizzo del senatore. "Le sue ultime dichiarazioni sono di una violenza inaudita e sconcertante: fanno ribollire il sangue a me, figuriamoci ai tanti giovani omosessuali che sono stanchi di subire quella che è una vera e propria 'omofobia di Stato, poiché viene da chi dovrebbe rappresentare le istituzioni", dice la Concia. "È arrivato il momento che tutto il Paese reagisca a questo clima d'odio e di diffamazione che certi esponenti politici con le loro affermazioni contribuiscono a coltivare ormai da tempo. Per questo motivo ho lanciato un appello a tutti i cittadini italiani che non si riconoscono in quelle parole e vogliono vivere in un Paese inclusivo e rispettoso nei confronti di tutti: a loro chiedo di inviare una mail all'indirizzo dell'ex sottosegretario scrivendo 'L'omofobia è una malattia'". Una richiesta che viene condivisa in maniera virale, lasciando suppore la partenza di centinaia di messaggi all'indirizzo della casella elettronica del senatore.

Per Fli interviene Flavia Perina, che pretende le pubbliche scuse da parte dell'ex sottosegretario: "Questi atteggiamenti razzisti, a maggior ragione se vengono da una personalità pubblica, non possono avere cittadinanza in un Paese europeo".

Su Twitter si cerca di replicare con l'ironia. "Giovanardi che parla? Irritante come quelli che non raccolgono la pupù dei propri cani", scrive Filippo Carraro, mentre Daniele Cassandro, parafrasandolo, evidenzia che "ci sono organi anche per pensare prima di sparare sciocchezze in pubblico". Al fastidio espresso dal senatore nei confronti di due donne che si baciano in pubblico, Daniele Ferrari risponde: "A me invece dà fastidio che Giovanardi parli in pubblico". Il sarcasmo è tutto negli interrogativi da 140 battute. Valentina: "Vogliamo parlare di una donna che bacia Giovanardi?", mentre Natalia si chiede provocatoriamente: "Ma io ricevo o espello, che non ho capito bene".

(12 febbraio 2012) © Riproduzione riservata

domenica 12 febbraio 2012

L'8 PER MILLE E' ANTICOSTITUZIONALE. VE LO SPIEGO

Si sa che l'8 per mille può essere devoluto alla Chiesa cattolica o ad altre Chiese cristiane. Fortunatamente gli islamici non l'hanno ma per colpa loro, perché sono divisi e non vi è un'organizzazione unica che li rappresenti. Altrimenti buona parte delle tasse andrebbe anche a questi pazzi che credono nel Corano. Ma il contribuente può lasciare vuota la casella. E allora che fa lo Stato? Invece di prenderlo per sé lo distribuisce (dice) in proporzione al numero degli affiliati alle varie istituzioni religiose. E questo è già un grave arbitrio. Per evitare questo uno può devolvere l'8 per mille allo Stato. Ma in questo modo chi lo devolve a favore di tutti non ha alcun ritorno da chi, invece, lo devolve a favore delle istituzioni religiose. L'alternativa è che ognuno abbia il diritto di tenersi per sé il suo 8 per mille e gli altri lo diano a chi vogliono. L'IDEALE SAREBBE CHE l'8 PER MILLE NON ESISTESSE E SE LO TENESSE LO STATO FINANZIANDO OPERE DI ASSISTENZA PER I PIU' DISAGIATI E SFORTUNATI. Si sa che l'80% dell'8 per mille che va alla Chiesa cattolica serve a mantenere i preti delle varie parrocchie e non parrocchie. Ma perché ci deve pensare lo Stato (se è laico) sottraendolo dal suo erario? Qualcuno me lo spieghi. I credenti si scomodino inviando annualmente le loro offerte. Poi si vedrebbe che sarebbero i veri credenti. Troppo comodo mettere una crocetta su un quadrattino nella dichiarazione dei redditi.
Tutto ciò premesso non capisco allora perché una setta di pazzi satanisti, anche se dicono di credere in un Satana buono e non simbolo del Male (con fantasia che galoppa a briglia sciolta), non dovrebbe avere diritto anch'essa all'8 per mille una volta costituitasi in Chiesa di Satana. Lo Stato certamente rifiuterebbe. Ma con quali argomenti non si capirebbe. Infatti lo Stato dovrebbe entrare in merito al contenuto di qualsiasi credo religioso e arrogarsi il diritto (che non può avere) di giudicare quali siano i credi religiosi ammissibili e quelli non ammissibili. Se i Satanisti (magari da impostori, oltre che da pazzi) si facessero uno Statuto in cui dichiarassero di essere rispettosi delle leggi dello Stato (evitando per esempio le messe sataniche con uccisioni di animali) non vedo perché lo Stato dovrebbe rifiutare ad essi l'8 per mille. Se la conseguenza è assurda vuol dire che la premessa è sbagliata. L'8 per mille non deve esistere. Leggete la storia di questa squiibrata, se pur vittima di genitori squilibrati.

la giovane gestisce anche una pagina facebook e un canale youtube

USI, il sito italiano dei «satanisti spirituali»
Sotto la guida di Jennifer Crepuscolo

Il gruppo fondato da una ragazza ventitreenne
che ricorda un'eroina di Quentin Tarantino

la giovane gestisce anche una pagina facebook e un canale youtube

USI, il sito italiano dei «satanisti spirituali»
Sotto la guida di Jennifer Crepuscolo

Il gruppo fondato da una ragazza ventitreenne
che ricorda un'eroina di Quentin Tarantino

Jennifer Crepuscolo Jennifer Crepuscolo
È nato sul web il primo punto di ritrovo e di confronto per satanisti nostrani: si chiama USI, Unione Satanisti Italiani, quasi un sindacato esoterico di categoria. Il forum, appoggiato su un server italiano che lo ha censurato all’inizio di dicembre, si sta spostando su un dominio estero con i suoi circa cinquecento iscritti e duemila visitatori unici al mese. Medesime proporzioni per i gruppi su Facebook, differenziati per area tematica . Il canale Youtube, inaugurato a fine novembre, ha totalizzato in due mesi 320 iscritti e 25mila visualizzazioni.

AL FEMMINILE - USI esiste da un anno ma è cresciuta esponenzialmente negli ultimi tre mesi, da quando cioè la sua ideatrice ci ha messo la faccia, pubblicando un video di nove minuti in cui spiega le ragioni alla base del progetto. Viso pulito, 170 autoritratti sul suo profilo Flickr, 1.600 amici su Facebook, la ventitreenne si fa chiamare Jennifer Crepuscolo, un nome che sembra partorito dalla fantasia di Quentin Tarantino. «Non uso il mio cognome vero perché voglio dimenticare tutto ciò che riguarda i miei genitori», ci spiega. La storia di Jenny, come la chiamano «fratelli» e «sorelle» satanisti, è infatti tanto intrisa di sofferenze da sembrare una sceneggiatura scritta ad hoc.

LA BIOGRAFIA- Nata a Chiavari da una madre giovane e inquieta, non viene battezzata perché i familiari ritengono che la puerpera fosse posseduta dal diavolo. Il padre se ne va dopo sei mesi e Jennifer deve seguire i continui spostamenti di mamma «da un uomo all’altro, da una regione all’altra». A 13 anni viene inserita in un istituto e ne cambia quattro prima della maggiore età. In quel periodo ritrova il padre, che però abusa di lei in auto durante un’uscita insieme. Tornata a casa 17enne, da una madre che continua a respingerla, frequenta per un breve periodo una setta emiliana, avvicinata via internet: «Giusto il tempo di capire che avevano solo scopi sessuali». Poi trova l’amore sul web e si trasferisce a Como da lui, che ha 17 anni in più e la segrega in casa impedendole di uscire in sua assenza per gelosia. La clausura dura fino al 2011: sono anni cupi, in cui Jennifer apre un blog, La Bolla, raccontando tutto il nero che ha dentro. Il suo videogame horror preferito, Silent Hill (nel quale un padre cerca disperatamente la sua bambina di 7 anni perdutasi in mondo spaventoso dopo un incidente stradale, ndr), diventa nell’immaginazione di Jenny una sorta di recinto privato dei suoi mostri personali: gli stessi che emergono dai suoi disegni. È in questa fase di vita che si scopre satanista e fonda USI.

NUOVA VITA - E in poco tempo il web le ridona una nuova esistenza. Non più ai margini dell’attenzione di poche persone importanti ma al centro di quella di molti sconosciuti, Jennifer Crepuscolo sente crescere la propria forza (e la propria fede). Infine, tra i vari contatti maturati online, conosce un «fratello» under 30 che si mostra sensibile, si innamora di lui, fugge dall’esilio lombardo e scappa in Sicilia, dove abita ora.

PROGETTI ISTITUZIONALI - «La vita privata non c’entra – sottolinea Jennifer, scrollandosi di dosso con una certa stizza la sua storia –. La mia è una fede. Il mio scopo è far capire che Satana non è il Male, ma un dio precristiano potente e giusto, poi demonizzato dalle religioni monoteiste. USI è aperta a chiunque cerchi la verità, da qualunque corrente provenga, satanismo acido a parte: io e i sedici amministratori che lavorano con me scartiamo a priori chi cerca proseliti, denaro, sesso, rituali strani. Il nostro è puro satanismo spirituale. USI è una possibilità per quelli che come me si sono sentiti un po’ soli ed emarginati nella loro fede. Presto saremo un’associazione, regolare in tutto e per tutto».

Alessandro Calderoni11 febbraio 2012 | 15:24