lunedì 13 febbraio 2012

STRAGE DI CEFALONIA: DOPO 68 ANNI SI MUOVE UNA GIUSTIZIA BUFFONA CONTRO UN TEDESCO DI 90 ANNI

Si rimane veramente sconcertati leggendo certe notizie. Io ho fatto uno studio approfondito su tale strage. La colpa maggiore è da attribuire al governo Badoglio che diede ordini contrastanti. Prima ordinò di non considerare i tedeschi come nemici ma ancora come alleati, poi ordinò di non consegnare le armi ai tedeschi e di dichiararli nemici dopo l'8 settembre. Se gli italiani avessero consegnato le armi ai tedeschi non vi sarebbe stata alcuna strage. Invece una minoranza di ufficiali preferì dichiararsi nemici e fecero anche azioni proditorie nei confronti dei tedeschi. Questi considerarono gli italiani dei traditori e fucilarono quelli che si erano resi maggiormente responsabili dell'asserito tradimento muovendo guerra contro i tedeschi, sino a qualche giorno prima considerati alleati. Responsabile fu anche il gen. Gandin che, prima che arrivasse il secondo ordine di Badoglio, non diede esecuzione all'ordine dell'alto comando di Atene, presieduto dal gen. Vecchiarelli, che aveva ordinato a Gandin di consegnare le armi ai tedeschi per essere dichiarati prigionieri di guerra ed avere così salva la vita. Gandin perse tempo dicendo al comando tedesco che parte della divisione D'Acqui non voleva consegnare le armi. Evidentemente non sapeva che decisioni prendere e non seppe imporsi. E di fronte alla ribellione di alcuni ufficiali suoi dipendenti prese alla fine la malaugurata decisione di stare dalla parte dei ribelli, che erano una minoranza, ottemperando nel frattempo al secondo ordine di Badoglio e ignorando l'ordine del gen. Vecchiarelli. Da notare che Gandin era stato sempre un filonazista, ed aveva ricevuto una croce di ferro dai tedeschi sul fronte russo. A Corfù non avvenne alcuna strage perché gli italiani cosegnarono le armi ai tedeschi che li trattarono come prigionieri di guerra rendendo loro salva la vita. Chi vuole sapere come andarono i fatti può leggere il mio documentato capitolo compreso nel libro intitolato IO NON VOLEVO NASCERE. Gli autori dei commenti hanno scritto da ignoranti, perché prima di dare dei giudizi bisogna essere bene informati.

II GUERRA MONDIALE

Strage di Cefalonia, c'è un nuovo indagato

A 68 anni dagli eccidi in Grecia, la Procura militare
apre un fascicolo a carico di ex un soldato 90enne

II GUERRA MONDIALE

Strage di Cefalonia, c'è un nuovo indagato

A 68 anni dagli eccidi in Grecia, la Procura militare
apre un fascicolo a carico di ex un soldato 90enne

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Cefalonia rende omaggio ai caduti (Epa)Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Cefalonia rende omaggio ai caduti (Epa)
MILANO - L'impunita strage di Cefalonia, del settembre 1943, potrebbe avere presto un nuovo indagato. A 68 anni dai fatti la procura militare di Roma ha chiuso le indagini a carico di un ex militare tedesco, oggi novantenne, di cui sarà chiesto il rinvio a giudizio.

L'ECCIDIO - A seguito dell'armistizio tra l'esercito italiano e le Forze Alleate, l'8 settembre 1943, sull'isola greca e a Corfù scattarono le rappresaglie dell'esercito tedesco sui militari italiani che si trovavano di stanza lì. I soldati della Divisione Acqui, dei finanzieri e dei carabinieri, si opposero al disarmo. Tra il combattimento e le fasi successive, morirono circa 9.000 soldati e 415 ufficiali.

I PROCESSI - Durante il Processo di Norimberga il capo del XII Corpo d'armata delle truppe da montagna della Wehrmacht all'epoca dei fatti fu condannato a 12 anni di reclusione, e ne scontò soltanto 3. Un primo tentativo di processare militari tedeschi nel nostro Paese avvenne nel 1957, ma si risolse con un nulla di fatto. Nel 2009 la procura militare di Roma aprì un nuovo fascicolo a carico di Otmar Muhlhauser, che fu responsabile del plotone di esecuzione del generale Antonio Gandin. Muhlhauser, già processato in Germania per lo stesso episodio (era stato prosciolto perché colpevole di un «omicidio semplice» e non di un crimine di guerra), morì però pochi mesi dopo.

Luca Zingaretti in una scena della fiction «Cefalonia» (Ansa)Luca Zingaretti in una scena della fiction «Cefalonia» (Ansa)
IL NUOVO INDAGATO - L'indagato, secondo quanto riporta l'Ansa, sarebbe in particolare accusato di uno degli episodi, l'uccisione di «circa 73 ufficiali italiani», trucidati alla Casetta Rossa di Cefalonia dopo essersi arresi. Il nome non è però stato divulgato. Da due anni era in corso anche un'azione legale nei confronti di Gregor Steffens e Peter Werner, attualmente ottantottenni, accusati di aver ucciso 170 soldati italiani che si erano arresi.

Redazione Online13 febbraio 2012 | 15:08 24



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Inutile...
13.02|19:29 ROSSO140952

Giusto perseguire un criminale se si dimostra che è tale; atroci i ritardi ma più ancora l'inciucio che ha portato la DC e la destra traditrice dei soldati e dei cittadini inermi a crearli. Ma c'è da chiedersi se non sia il caso di eliminare i tribunali e le procure militari rottami inutili e costosi.

Quante scuole avremmo potuto sistemare con questi soldi?
13.02|19:06 Lettore_2204432

Da anni si discute per eliminare la magistratura militare, una eredità di altre epoche diventata inutile e costosa. Nel frattempo, siccome la stessa non ha nulla da fare, si diletta nel perseguire qualche vecchio tedesco. Con il miliardo di euro che ci costa ogni anno tutto questo apparato inutile, quante scuole avremmo potuto mettere in sicurezza, oppure quanti ospedali avremmo potuto modernizzare, oppure …. Se vogliamo perseguire i soldati tedeschi, si dovrebbero perseguire anche quegli italiani responsabili di atrocità in Albania, Grecia, Libia, Eritrea, Etiopia. E per i nostalgici della storia si potrebbe anche pensare un risarcimento a tutte le vittime di Giulio Cesare. L'italiano non è sempre stato dalla parte dei buoni. Dopo 68 anni bisogna smettere di spendere soldi pubblici per queste stupidaggini. E' ora che cominciamo a pensare al futuro, sopratutto a quello dei nostri figli. Altrimenti facciamo la fine della Grecia.

Siamo in Italia e purtroppo
13.02|19:02 amfamf

la giustizia italiana e' questa. Plaudo al tentativo di perseguire un (presunto) criminale che ha preso parte ad un eccidio vergognoso ma inorridisco di fronte al ritardo col quale viene intrapreso. Sono passati quasi 70 anni: dove e' stata la giustizia in questo frattempo? Quanto alla pieta' per l'imputato che dobbiamo come sempre presumere innocente, non vorrei che dimenticassimo la pieta' per le vittime, in nome delle quali non voglio qui rammentare quali pessimi comandanti e pavide guide abbiano avuto.

Una vergogna
13.02|18:49 tignanello

L'omicidio e la strage sono gli unici reati che non si prescrivono, negli ordinamenti giuridici di tutto il mondo.Questa vergognosa strage e' una di quelle rimaste impunite,ben venga il procedimento:non si possono prendere prigionieri ne' tantomeno fucilare dei soldati di una nazione che non e' in guerra con noi.

NON VORREI...
13.02|18:26 oggiarino

...che questa storia serva soltanto per dimostrare l'efficienza e l'assoluta necessità di continuare a mantenere "in vita" l'apparato della Giustizia Militare: poco tempo fa, il Corriere svolse un'inchiesta a tal proposito e le conclusioni furono che, se tutti i Giudici assegnati a tale incarico venissero restituiti al "civile" la Giustizia ordinaria ne riuscirebbe snellita, visto il numero di Giudici incaricati (molti) ed i casi da risolvere (pochi all'anno)! Ad ogni modo, secondo il pensiero corrente, questi casi, seppure a settant'anni di distanza, "devono" essere perseguiti, perché casi devastanti per la memoria del"popolo" (vedi recentemente anche il buon Pisapia), mentre per tutti gli altri omicidi (colposi e non), stupri, rapine truffe e prevaricazioni di ogni genere, bisogna pensare continuamente a condoni, amnistie e grazie di vario genere, c'è sempre un Pannella qualsiasi pronto a digiunare ad oltranza!! Tanto paga sempre Pantalone!

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