mercoledì 1 ottobre 2014

RENZI: ORRORE LINGUISTICO. O E' UNO SVANITO O E' UN DELINQUENTE


E' talmente esagitato che le parole precedono ciò che pensa. Ha detto: "Dove erano i sindacati  quando i diritti dei cassintegrati venivano improvvisamente SVANITI?". Ha trasformato il verbo "svanire" in verbo transitivo. Nessuno che gli abbia fatto notare l'orrore linguistico.
  1. Renzi: “Con Tfr altri 100 euro in busta paga. A imprese soldi che ...

    Il Fatto Quotidiano-4 ore fa
    Lo dice il premier Matteo Renzi in un'intervista a Ballarò. ... rispetto per i sindacati ma dove erano negli anni in cui i diritti dei ragazzi venivano ...
Svanito in senso figurato significa "persona che non è più nel pieno possesso delle sue facoltà mentali". Ma Renzi, in verità, o non è mai stato in possesso di facoltà mentali o è un delinquente della politica perché in malafede nel suo illudere gli imbecilli con continue e irrealizzabili promesse e nel suo cercare di vivere di rendita con lo sbandierare sempre un inesistente 41% alle elezioni europee. Inesistente perché non tiene conto che solo il 57% ha votato, e pertanto quel 41% si riduce al 22% se rapportato al numero degli aventi diritto al voto. Ed è uno che è diventato capo del governo con un golpe interno al PD, senza passare per una verifica elettorale nazionale. E' uno che sta prendendo per il culo gli italiani tirando a campare con il continuare a promettere un futuro migliore mentre le previsioni dicono che sarà peggiore. Riforme? Nessuna. 
Ha mantenuto la follia del mare nostrum inventato dal suo predecessore la nullità Enrico Letta ("stai sereno", gli ha detto, e poi l'ha fatto fuori). 
Ha tenuto bloccato il parlamento per mesi desiderando  trasformare il Senato in una pagliacciata di rappresentanti delle Regioni (come prefigurato per ora nella prima votazione al Senato, a cui deve seguire la votazione alla Camera e poi nuovamente un'altra votazione al Senato e alla Camera, come previsto dalla Costituzione). Da notare che sarà impossibile riformare la Costituzione con il solo voto parlamentare, che deve raggiungere i 2/3, altrimenti, con la sola maggioranza assoluta dei parlamentari, occorre la ratifica del referendum.
Ha riformato le province, pensa lui, facendo scegliere i consiglieri dai sindaci e consiglieri comunali della provincia: il che dovrebbe essere anche anticostituzionale perché nello spirito della Costituzione i Consigli provinciali debbono essere eletti dai cittadini. Sarebbe stato meglio abolirle riformando la Costituzione.
Ha dato una regalia di 80 euro a coloro che avevano già uno stipendio non superiore ai 1200 euro (massima presa per il culo perché contemporaneamente ha aumentato, zitto zitto, molte imposte indirette, comprese le tariffe di luce e gas, che sono le più ingiuste perché pagate in eguale misura da ricchi e poveri). Delle pensioni minime se ne è fregato perché era sicuro di poter trarre consenso solo dagli occupati non potendo trarne dai pensionati con pensioni minime giacché gli sarebbe stato impossibile trovare le risorse per aumentarle.       
Ha promesso di ridurre le tasse (cuneo fiscale) ma non ha mai detto da dove prenderebbe poi i soldi per finanziare gli investimenti e la crescita.  
Dice di volere combattere i poteri forti (lo dicono tutti da sempre) mentre va a leccare il culo a Marchionne negli Stati Uniti portandolo ad esempio di impresa: sì, un'impresa che ha per anni (quando vi era Agnelli) non ha fallito solo perché è stata finanziata a suon di migliaia di miliardi (di lire). Miliardi regalati alla Fiat traendoli dalle tasse. Ma di ciò il pifferaio Renzi ha fatto a meno di ricordarlo a Marchionne. In compenso la Fiat si è trasferita in buona parte negli Stati Uniti ponendo la sede legale e fiscale a Londra. Inoltre ha nominato ai vertici delle aziende statali individui suoi leccaculo in modo da avere il sostegno dei poteri forti. 
Dice sempre che il suo programma è dei mille giorni, ma lo sta dicendo da mesi soltanto perché vuole continuare a tirare a campare dando ad intendere che solo dopo i mille giorni potrà essere giudicato. 
Ha detto che avrebbe posto come tetto per gli stipendi quello del capo dello Stato (240.000 euro). Ma poi ha ritenuto che ciò debba valere per il 201...8! In modo da poter continuare ad ingannare tutti gli imbecilli che hanno sperato in lui. E intanto un barbiere del Senato e della Camera prende 100.000 euro all'anno. E questo è lo stipendio più basso. Vi sono solo alla Camera circa 1400 parassiti che vivono con stipendi che, assommando varie voci, vanno da un minimo di 140.000 euro a più di 400.000 euro. 
E veniamo al famoso art. 18. Sembra che la più importante questione nel campo del lavoro sia questo articolo. Ne ha fatto il suo cavallo di battaglia. Tacendo il fatto che questo articolo riguarda solo le imprese con un numero di dipendenti superiore a 15, e che solo il 5% delle imprese ha un numero di dipendenti superiore a 15. E in questo 5% solo una minoranza ha un numero di dipendenti superiore a 50. 
Sarebbe bastato dire che nessuna impresa può licenziare con il solo fine di aumentare il proprio profitto (come spesso capita) e che può licenziare solo se la conservazione dello stesso numero di dipendenti fosse la causa dell'andata in passivo dell'impresa e del suo successivo fallimento. E che in al caso si sarebbe agito da parte dello Stato con i cosiddetti ammortizzatori sociali. E' sbagliato il principio da cui sempre si è partiti: la distinzione tra lavori a tempo determinato e lavori a tempo indeterminato. Perché anche per quanto riguarda il settore privato non può esistere a priori questa distinzione. Ogni lavoro deve essere considerato sempre a tempo indeterminato perché sarà il bilancio dell'azienda a stabilire se debba essere conservato il numero dei dipendenti. Il mercato, in regime capitalistico, per chi lo accetta, stabilisce l'andamento dell'azienda. La legge deve proibire il licenziamento con l'unico scopo di aumentare il profitto perché il lavoro non è una merce. Altrimenti si darebbe modo ad una azienda di licenziare e di sostituire i licenziati con altri disposti a lavorare con uno stipendio inferiore, magari utilizzando i cosiddetti immigrati, mettendo in atto quello che Marx chiamava "esercito di riserva" dei disoccupati, che serve a ricattare gli operai tenendo bassi i salari per un maggiore profitto. Questo deve essere proibito per legge. E il giudice deve farla applicare. Partendo da questo punto di vista non sono nemmeno necessari i sindacati nazionali. Sono gli stessi dipendenti che debbono costituirsi in sindacato interno per far valere i loro diritti, che escludono il licenziamento se non è giustificato nei termini sopra detti. La legge pertanto deve prevedere la legittimità dell'occupazione dell'azienda da parte dei dipendenti quando non siano rispettate le condizioni sopra dette circa il licenziamento. La legge deve prevedere un sindacato interno all'azienda, sindacato che abbia per legge il potere di essere controparte diretta rispetto al padrone dell'azienda. Basta il giudice del lavoro per stabilire se il licenziamento sia o non giustificato. E meglio ridurre il numero degli impiegati piuttosto che chiudere l'impresa licenziando tuttti. Ciò è lapalissiano. E allora perché provocare una tempesta in un bicchier d'acqua con l'art. 18 che dovrebbe essere riformato nei termini detti? 
Per quanto riguarda la riforma del processo civile nulla è stato fatto. Si sono ridotte con decreto le ferie dei magistrati portandole da un mese e mezzo (tutto agosto e metà settembre) a 25 giorni (dal 6 al 31 agosto) senza precisare se nella stessa musura debbano essere considerati i termini di sospensione del processo civile.  Lo svanito Renzi non ha capito che il processo civile deve essere riformato prima di tutto riformando il Codice di Procedura civile, abolendo le inutili udienze giacché il processo civile è documentale. Bisogna abolire gli artt. 180-181-182-183-184 del C.P.C. che permettono di sollevare nuove eccezioni, modificare la domanda, presentare delle memorie, favorendo il proliferare delle udienze con relativi rinvii. Dunque il pifferaio non ha spiegato come si potrebbe concludere un processo civile nell'arco di un anno. Pura fantasia che solo un imbroglione poteva aggiungere come promessa senza spiegare come praticamente potrebbe essere rispettato il termine di un anno stante l'esistenza di circa 5 milioni di processi civili senza nemmeno aumentare l'organico dei giudici. Perché per aumentare l'organico bisognerebbe aumentare la spesa pubblica. 
L'esagitato pifferaio Renzi ha dato ad intendere che metterà d'accordo la riduzione della spesa con la crescita. Senza mai fare i calcoli per stabilire di quanto dovrebbe essere la riduzione della spesa per trarre da essa la fonte per nuovi investimenti. Non gli è mai saltato per la testa di richiedere l'abolizione delle province e delle stesse inutili Regioni, che sono la causa della maggiore spesa parassitaria dello Stato. Al posto delle Regioni basterebbe il rappresentante del governo presso ogni Regione.
Ed eccoci arrivati finalmente alla radice di tutti i mali: L'EURO. 
E' questa la causa di tutte le disgrazie economiche in cui si trova tutta l'Europa. Ogni Stato con l'euro si è trovato ad essere espropriato della sovranità monetaria, non potendo più essere padrone di una sua politica economica. Gli Stati Uniti hanno superato da molto dempo la crisi generata nel 2008 con lo stampare moneta perché sono proprietari del dollaro tramite la Federal Reserve. In un primo momento si è creata una  leggera inflazione, che però ha permesso il finanziamento di opere pubbliche e prestiti alle aziende private (mettendo in atto i principi dell'economia di Keynes). L'occupazione è aumentata, ed aumentando l'occupazione è aumentato l'ammontare delle tasse introitate dallo Stato senza che per questo fosse stato necessario aumentare le tasse per le persone fisiche e le aziende. E il maggiore introito di tasse da parte dello Stato ha permesso di neutralizzare l'iniziale inflazione. Dunque il debito pubblico si annulla da sé successivamente proprio grazie ad una iniziale inflazione per maggiore stampa di danaro, che aumenta i consumi e perciò favorisce la produzione, che a sua volta favorisce un maggiore introito dello Stato, secondo un circolo virtuoso. Questo nell'Unione Europea non è possibile perché prima di tutto non bisogna sforare il 3% di deficit annuale, in secondo luogo, e conseguentemente, perché non è possibile fare investimenti nel settore pubblico e privato essendo prioritario il rispetto del vincolo del 3%. L'euro è una moneta del tutto artificiale il cui valore è stato fissato nel 1998 ancorando le altre monete europee dell'UE al valore che avevano rispetto il marco. La lira, così fissata, si è trovata ad essere successivamente sopravvalutata rispetto all'euro. In questa condizione le imprese si sono trovate di fronte a un bivio: o delocalizzare l'impresa in Paesi dove il costo del lavoro era inferiore, oppure ridurre i salari e gli stipendi per sopravvivere. In alternativa la chiusura dell'impresa per fallimento. Così si spiega la chiusura di migliaia di imprese e il forte aumento della disoccupazione. E questo non è un fenomeno soltanto italiano. E' di tutta la zona dell'euro. L'Inghilterra, la Svezia e la piccola Danimarca , che, pur facendo parte dell'UE, non hanno voluto l'euro (bocciato con referendum) stanno meglio. Abbandonando l'euro avremmo il ritorno alla lira, la cui svalutazione (che non è mai corrispondente all'inflazione, assai inferiore, di circa la metà, come ha dimostrato la svalutazione della lira nel 1993 con l'uscita dall'ECU, moneta virtuale e precedente storico dell'euro) portò l'Italia ad una maggiore competizione nelle esportazioni. In quel periodo l'Italia era il quinto Stato nel mondo in fatto di prodotto interno lordo facendo parte del G7. Ora è al ventesimo posto nel mondo con l'euro. Con un euro sopravvalutato è aumentato il costo di tutti i prodotti manufatturieri. Se ne è agevolata nelle esportazioni (quasi tutte in Europa) la Germania, che si è trovata avvantaggiata con un euro sottovalutato rispetto al marco. Ma la Germania ha dovuto pagare questo maggiore vantaggio riducendo gli stipendi e i salari. A tal punto che conveniva all'Italia comprare anche certi generi alimentari tedeschi piuttosto che quelli italiani.       
Ma tutto questo non viene detto dai partiti che continuano a rincorrere il miraggio dell'Unione Europea senza volere ammettere che questa è solo una disgrazia. Si parla sempre di riforme. Ma nessuna vera riforma potrà essere fatta se non si torna alla sovranità monetaria. Sono un disonesto come Renzi può dare ad intendere che con lui le cose miglioreranno, ma non prima del 2018. Così, continuando a cercare di ingannare gli imbecilli che gli hanno dato fiducia all'inizio, spera di sopravvivere sino al 2018. Il fatto è che ogni Stato deve avere una moneta che sia il riflesso della sua economia reale. Quando le si impone una moneta forte che non rispetta il minore valore della sua economia reale si hanno soltanto deflazione e recessione per il maggiore costo della produzione. Infatti i costi tendono ad adeguarsi a quelli degli Stati con una moneta più forte, con maggiore vantaggio di questi ultimi. 
Una delle due: o Renzi è un delinquente della politica che cerca di campare in malafede perché sa che non raggiungerà alcun obiettivo tra quelli promessi o è un pazzo, uno SVANITO (nonostante i 39 anni), che è vittima di allucinazioni che lo portano a confondere le sue farneticanti promesse con la realtà  

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