Ormai si è toccato il fondo. Questo papa sta portando la corruzione dentro la Chiesa cancellando il peccato di sodomia, mentre continua il suo silenzio sui diritti degli animali perché continua il suo silenzio sulle crudeltà ad essi inflitte, che non sono considerate peccato. Ma per questo papa, un ignorante patentato disgraziatamente portato dall'Argentina ormai pare che incularsi non sia più peccato e che, anzi, vi si possa trovare della santità. Dovrebbe allora riformare anche i dieci comandamenti togliendo il VI comandamento e riducendoli a nove. Infatti, se non è più peccato incularsi tanto meno può essere peccato il "fornicare" (quand'ero bambino si diceva "non commettere atti impuri", e tra gli atti impuri vi era anche l'avere rapporti sessuali fuori del matrimonio o anche soltanto il masturbarsi). Si decida allora la Chiesa con questo psudopapa a togliere il VI comandamento se ritiene che non sia peccato nemmeno l'inculamento. Io ateo-agnostico debbo riconosere la coerenza di Antonio Socci nel suo ultimo libro
- LiberoQuotidiano.it - 3 giorni faSi dicono «cattolici aperti», moderni e progressisti e poi riesumano l'Indice, il famigerato Index librorum prohibitorum. Più che indignare fa ...Vi sono naturalmente i soliti pennivendoli di regime che lo attaccano, come una pennivendola del Corriere della sera autrice di questo velenoso articolo contro Socci.
- Corriere della Sera - 4 giorni fa
E' vero che il Vangelo di Marco (10, 1-12) dice: "Ciò
che, dunque, Dio ha unito, l'uomo non separi". Ma lo si
confronti con quello di Matteo (19, 9-12), che su quest’argomento
è più esteso, in quanto non esclude il divorzio, ma si
limita a proporre, invece che imporre,
la conservazione del legame matrimoniale come perfezione morale, non
a tutti richiesta. Infatti i discepoli avevano obiettato a Gesù:
“Se tale è il caso dell’uomo rispetto alla donna non
conviene prender moglie”. “Ma Gesù rispose loro: “non
tutti son capaci di praticare questa parola,
ma quelli soltanto ai quali è dato”. E prosegue con una
metafora: “Vi sono degli eunuchi i quali sono stati fatti tali
dagli uomini, e vi sono degli eunuchi i quali si son fatti eunuchi da
sé a cagione del regno dei cieli. Chi è
in grado di farlo lo faccia”. Dunque Gesù non
pretese che tutti si facessero eunuchi da sé, cioè -
fuori della metafora - non divorziassero. Disse soltanto che chi si
fosse fatto eunuco, cioè non avesse divorziato, avrebbe
acquistato un merito maggiore. Il suo concludere con “chi è
in grado di farlo lo faccia” non lascia dubbi. Esso significa
soltanto: chi è in grado di rinunciare al divorzio non
divorzi. Non vi è alcun divieto di divorzio, perché
viene solo espressa una preferenza morale. Il divieto del divorzio è
un’invenzione della Chiesa cattolica. E si sa quale fosse il
contesto storico in cui la frase di Gesù fu pronunciata: gli
ebrei talvolta, pur contro la riforma legislativa di Esdra e di
Nehemia (V secolo a. C.), che vietava il matrimonio con donne
straniere, ripudiavano la moglie, appellandosi alla legge mosaica, ma
per risposarsi con una straniera, di altra religione, ed usufruire
in tal modo della protezione, politica ed economica, di una grande
famiglia straniera. Gesù voleva soltanto frenare una pratica
che si stava estendendo. Nell’ebraismo è infatti la
religione della madre a determinare quella dei figli, perché
la sua identità è sempre sicura.1
E in questo senso Gesù volle riformare la legge mosaica, che
permetteva facilmente di ripudiare la moglie, come si deduce dalle
stesse frasi che precedono il famoso passo di Marco.
Riconosco che vi è una certa differenza tra il
vangelo di Marco e quello di Matteo. Ma la Chiesa non è si
potuta sottrarre alla frase perentoria e più chiara del
Vangelo di Marco. Ma, tornando ad un altro suo argomento, continuò
il cappellano, quale sarebbe per lei la soluzione se anche un lungo
fidanzamento senza convivenza non darebbe la certezza alla coppia di
avere caratteri compatibili?
Qui la volevo, disse il prof. Petix. Non è certo
una soluzione che lei, in quanto prete e rappresentante della Chiesa,
possa approvare. Ogni coppia, prima di sposarsi, dovrebbe sottoporsi
alla prova della convivenza, anche per molti anni, per sapere se
possano andare d'accordo. E lo Stato, se fosse rappresentato da
politici intelligenti, al contrario di quei coglioni della Lega Nord
e di quelli che con il disonesto governo Berlusconi l'hanno sostenuta
in questa maledetta legge, dovrebbe favorire la convivenza prima del
matrimonio, richiedendo solo la certificazione della convivenza prima
del matrimonio in modo da far valere anche gli anni di convivenza ai
fini della pensione di reversibilità. Calerebbe di molto il
numero delle separazioni e dei divorzi, che intasano i tribunali, si
rafforzerebbe il vincolo familiare e si eviterebbero tante situazioni
familiari incresciose anche a danno dei figli. Il governo Berlusconi,
prima di dimettersi pochi mesi dopo, mi ha fatto questo "bel
regalo", credendo in questo modo di far risparmiare soldi allo
Stato in fatto di pensioni di reversibilità. La cosa sa di
disonesto perché proprio questa legge è stata approvata
in un periodo in cui si era reso evidente quanto fossero ladroni
tutti i partiti con i finanziamenti ad essi riconosciuti con spreco
di danaro pubblico usato anche per spese o acquisti privati. Altro
che credere di risparmiare prendendosela contro le pensioni di
reversibilità ponendo il limite di età dei 70 anni!
Disonesti!
Questo non significa che io sia favorevole al
riconoscimento delle coppie degli omosessuali, che sono innaturali,
oltre che fisicamente schifosi al solo pensiero di ciò che
fanno. Sia ben chiaro. Sa che capiterebbe se avvenisse tale
riconoscimento, voluto oggi da una falsa sinistra?
Come prete, disse il cappellano, certamente non posso
essere d'accordo con lei nel suggerire una convivenza prima del
matrimonio. Né io ho il potere di fare cambiare idea alla
Chiesa. Se proponessi pubblicamente la sua idea sarei considerato di
fatto fuori della Chiesa. Ma non posso negare che le sue osservazioni
hanno un certo fondamento. Non posso, invece, non essere d'accordo
con lei, e proprio nella mia veste di prete, sulla contrarietà
al riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Mi dica,
aggiunse incuriosito il cappellano, quali sarebbero le conseguenze a
cui lei accennava. Sinora non mi è capitato di riflettere su
queste conseguenze.
Vede,
spiegò il prof. Petix, nemmeno lei è stato capace di
prevedere le situazioni assurde che si creerebbero. Anche due
eterosessuali qualsiasi liberi da vincoli coniugali potrebbero farsi passare per omosessuali e
certificare una comune residenza, pur continuando a vivere
separatamente, ciascuno nella propria casa, essendo la residenza
distinguibile dal domicilio. E così, non esistendo l'ostacolo
del vincolo di sangue che vige per il matrimonio, lo zio potrebbe
sposare il nipote, o la zia la nipote, i cugini maschi e le cugine
femmine potrebbero sposarsi tra loro, e così via con tanti altri
esempi che potrei portare. A questo punto potrebbe andare in
fallimento l'INPS. Bastano anche queste sole considerazioni per far
capire che il riconoscimento di tutte le coppie di fatto, compreso il
riconoscimento del diritto alla pensione di reversibilità, può
essere coltivato soltanto da politici fuori di testa. Insomma: un
falso Paese di Bengodi perché comporterebbe una maggiore
tassazione per tutti al fine di sostenere la follia di una pensione
di reversibilità estesa anche agli omosessuali.
1
J. Alberto Soggin, Introduzione All'Antico
Testamento, pp. 428-29.
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