venerdì 1 novembre 2019

UN DISASTRO DOVUTO AL PREMIO NOBEL ITALIANO GIULIO NATTA

Non basta porre una tassa sulla plastica. Bisogna incominciare ad abolire la plastica delle bottiglie d'acqua, dove microparticelle si depositano nell'acqua. Bisogna sostituire la plastica tornando al vetro. Mi domando perché oggi solo l'acqua Fiuggi abbia conservato il vetro. Anche la Sangemini anni fa ha abbandonato il vetro. Le bottiglie di vetro debbono essere restituite al venditore perché siano riutilizzate in un circolo virtuoso premiando la restituzione con un abbassamento del costo della bottiglia d'acqua. La bottiglia di plastica incide nella misura di almeno 6 centesimi a bottiglia. Restituendo il vetro il prezzo della bottiglia dovrebbe diminuire più di 6 centesimi perché le industrie fornitrici avrebbero un risparmio maggiore riciclando le bottiglie di vetro. Tranne che queste industrie non vogliano rinunciare all'odierno profitto aggiungendo il costo del trasporto nella restituzione del vetro e quello del processo di lavaggio e sterilizzazione del vetro riciclato. In ogni caso non si può scaricare sul consumatore la sostituzione della plastica con il vetro. Ad evitare un maggiore costo dell'acqua in bottiglia il governo dovrebbe diminuire la tassa sul profitto della vendita dell'acqua in bottiglia. Così non vi sarebbero scuse per giustificare un costo maggiore dell'acqua in bottiglia di vetro. Ciò valga anche per tutti i contenitori di alimenti, che per legge debbono abolire la plastica con contenitori riciclabili. Si eviterebbe anche un maggiore deposito di rifiuti eliminando quelli monouso. Eliminare pertanto anche il vecchio e detestabile uso dei vuoti di vetro a perdere (come quelli dei vini, delle birre, delle bibite). 
        
La plastica ha come fondamento un idrocarburo chiamato propilene, dunque un derivato dal petrolio trattato industrialmente attraverso vari e complicati processi.  E' un gas altamente velenoso che viene ridotto allo stato liquido per essere trasformato nella plastica, di cui oggi sono pieni i mari.  
Si credette che fosse una grande conquista in vari settori industriali. Sono occorsi decenni per capire che è uno dei maggiori inquinanti non biodegradabili. Offro una antologia dei processi di come indusrialmente viene ricavata la plastica, inventata da due premi Nobel nel 1963: il tedesco Karl Ziegler e l'italiano Giulio Natta. FONTE varie voci di Wikipedia (Giulio Natta, propilene, polipropilene, moplen)   
Tra gli effetti del propilene in caso di inalazione si possono riscontrare effetti sul sistema nervoso centrale (quali: vertigini, sonnolenza e perdita di coscienza) e soffocamento (a causa della diminuzione di ossigeno nell'ambiente).[24]
Il contatto con propilene liquefatto provoca invece congelamento e ustioni a causa della bassissima temperatura di tale liquido.[24]
Il propilene agisce come depressivo del sistema nervoso centrale attraverso agonismo allosterico con il recettore GABA A. Un'esposizione prolungata può portare a sedazione e amnesia, che possono evolvere fino al coma e alla morte in un meccanismo simile all'overdose da benzodiazepina.

Il polipropilene (o polipropene, abbreviato in PP) è un polimero termoplastico che può mostrare diversa tatticità. Il prodotto più interessante dal punto di vista commerciale è quello isotattico: è un polimero semicristallino caratterizzato da un elevato carico di rottura, una bassa densità, una buona resistenza termica e all'abrasione.


Il polipropilene ha conosciuto un grande successo nell'industria della plastica: molti oggetti di uso comune, dagli zerbini agli scolapasta per fare alcuni esempi, sono fatti di polipropilene. Altri esempi di utilizzo del polipropilene sono: i cruscotti degli autoveicoli ed i paraurti, i tappi e le etichette delle bottiglie di plastica, le reti antigrandine, le custodie dei CD, le capsule del caffè, i bicchierini bianchi di plastica per il caffè.

Polipropilene per uso tessile

Alcune società del gruppo Montedison producevano polipropilene per uso tessile in forma di fiocco, chiamato commercialmente Meraklon e in forma di filo continuo, normalmente usato per la fabbricazione di tappeti e di moquette, con il nome commerciale di Neofil.

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