sabato 2 novembre 2019

SONO LEGITTIMAMENTE ISLAMOFO

L'attuale governo oltre al reato di antisemitismo vorrebbe introdurre scelleratamente anche il reato di islamofobia. Evidentemente per grassa ignoranza del Corano. Non tutto ciò che è legale è legittimo, come insegnò Carl Schmitt (Legalità e legittimità). Schmitt resta all'interno del quadro democratico, ma lo spinge all'estremo limite arrivando a richiedere un custode della Costituzione capace di incarnare la volontà popolare. In questo senso si ha la legitimità. Ciò che in sostanza Schmitt propone è una democrazia plebiscitaria che può essere in contrasto con il sistema rappresentativo che esprime la legalità.  E' la volontà popolare fondamento di una Costituzione che deve mantenere un equilibrio tra la forma  storica della legalità delle leggi e una Costituzione che sopravanzi le contingenze storiche della legalità.  Ciò che in sostanza Schmitt propone è una democrazia plebiscitaria espressione di una legittimità che controlli la pura formalità della democrazia rappressentativa parlamentare, che rappresenta la legalità. 
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Ma il costituente non è mai, e per definizione, legale. Solo il costituito lo è. La Costituzione, ponendosi come espressione di una volontà popolare, può trovarsi in contrasto con la legalità di una democrazia rappresentatitiva e non diretta. Questo è ciò che in sintesi vuole dire Schmitt.      
Sulla linea di Hobbes, Carl Schmitt, il più grande filosofo del diritto e della politica del XX secolo, ha dimostrato la fondamentale importanza, per lo Stato moderno, del confronto tra legalità e legittimità. Lo fece durante la tragedia della Repubblica di Weimar, quando per rafforzare le deboli istituzioni del parlamentarismo tedesco postbellico propose, nel suo libro del 1931 Il Custode della Costituzione, la rifondazione della Repubblica sulla base del “führerprinzip” ovvero del presidenzialismo. Non fu ascoltato. Il grande giurista poi credette – per subito rimanere disilluso dai suoi esiti criminali – che l’ascesa del nazismo potesse inverare il suo auspicio di legittimità sostanziale del Politico. Infatti, il nazionalsocialismo portava avanti una concezione di comunità politica fortemente radicata nell’identità nazionale e nella cultura storica del popolo tedesco. Esattamente quel che secondo Carl Schmitt mancava alla Repubblica parlamentare weimeriana come manca ad ogni Repubblica parlamentare.
Il travaglio politico di questi giorni in Italia ha la sua causa principale nel fatto che nella nostra vigente Costituzione non esistono meccanismi per i quali, durante una crisi di governo, si deve tener conto principalmente degli orientamenti popolari e non di quelli dei partiti. I “padri costituenti”, del resto, non conoscevano affatto lo strumento dei sondaggi ed erano, inoltre, ancora sotto l’effetto del recente ricordo della dittatura fascista per preferire un sistema presidenziale ad uno puramente parlamentare. Essi, però, ci hanno lasciato in eredità il grande, irrisolto, problema di come coniugare legalità formale e legittimità sostanziale. Infatti, un governo parlamentare può essere del tutto legale sotto il profilo costituzionale e contemporaneamente del tutto illegittimo sotto il profilo sostanziale. Un eventuale governo M5S-PD sarebbe certamente legale in termini costituzionali ma tremendamente illegittimo in termini di legittimità sostanziale, perché privo, come sarebbe, di consenso popolare renderebbe palese il baratro esistente tra Paese legale e Paese reale. Non basta dire che un governo nato in parlamento rispecchia il rapporto di forze determinatosi al momento dello spoglio elettorale se detto rapporto di forze nel frattempo è completamente cambiato e non è più conforme a quello realmente ed effettivamente esistente in questo momento nella Nazione. L'abusivo del Quirinale Sergio Mattarella, farebbe bene a tener conto di questa evidenza anche laddove si formasse una arrangiata maggioranza alternativa in parlamento.
Dato l'attuale scollamento tra legalità della maggioranza parlamentare e la volontà popolare che esprime la legittimità in sintonia con l'art. 1 della Costituzione (la volontà appartiene al popolo) non sono accettabili quelle leggi che esprimono una legalità parlamentare che il costituzionalista Costantino Mortati considerava in dissenso con un documentato sentimento popolare della maggioranza.    
In tale quadro va considerata la presenza islamica in Occidente come presenza nemica. Riprendendo su questo punto il pensiero espresso da Schmitt nell'opera Le categorie del politico appaiono tuttora attuali le sue riflessioni contro l'islam come nemico da combattere in quanto corpo estraneo al nostro ordinamento giuridico. 
"Nemico non è il concorrente o l'avversario in generale. Nemico non è neppure l'avversario privato che ci odia in base a sentimenti di antipatia. Nemico è solo un insieme di uomini che combatte almeno virtualmente, cioè in base a una possibilità reale, e che si contrappone ad un altro raggruppamento umano dello stesso genere. Nemico è solo il nemico pubblico, poiché tutto ciò che si riferisce ad un simile raggruppamento, e in particolare  ad un intero popolo, diventa per ciò stesso pubblico. Il nemico è l'hostis, non l'inimicus in senso ampio: il polemios non l'echthros. La lingua tedesca, come altre, non distingue fra 'nemico' privato e politico, cosicché sono possibili, in tal campo, molti fraintendimenti ed aberrazioni. Il citatissimo passo che dice «amate i vostri nemici» (Matteo, 5, 44; Luca, 6, 27) recita «diligite inimicos vestros» e non «diligite hostes vestros»: non si parla qui del nemico politico. Nella lotta millenaria fra Cristianità ed Islam, mai un cristiano ha pensato che si dovesse cedere l'Europa, invece che difenderla, per amore verso i Saraceni o i Turchi. Non è necessariamente odiare personalmente il nemico in senso politico, e solo nella sfera privata ha senso 'amare' il proprio nemico, cioè il proprio avversario. Quel passo della Bibbia riguarda la contrapposizione politica ancor meno di quanto non voglia eliminare le distinzioni di buono e cattivo, di bello e brutto. Esso soprattutto non comanda che si debbano amare i nemici del proprio popolo e che li si debba sostenere contro di esso."
 

2 commenti:

Giancarlo MATTA ha detto...

Egregio Professore,
Lo ho già scritto e ripetuto in vari incontri pubblici molte volte :
1) il termine "ISLAMOFOBIA" venne coniato da R. Komeini circa nel 1990 per "patologizzare" gli avversari dello "islàm-vero" dando cioè a loro dei "pazzi" (ed attuando così una tattica assai praticata anche dai Comunisti, che -ad esempio- in URSS spedivano gli oppositori nei manicomi giudiziari).
2) in lingua italiana, il termine ISLAMO-FOBIA significa "PAURA dello islàm-vero" e null'altro. Per ora, almeno, voglio ancora dubitare che in Italia osino promulgare una legge che punisca la "paura"....atteggiamento che riferito allo islàm-vero è giustificatissima.

aldo ha detto...

Ci vogliono prospettare delle leggi che limitano il diritto di farsi domande, ma questo diritto io me lo prendo indipendentemente dalle leggi. Questo è quello che dice Mauro Biglino in questo video.

https://www.youtube.com/watch?v=vD_Q0EF6s2k

Un link sulla genesi della dinastia ROTHSHILD

https://www.youtube.com/watch?v=cvAM10DCKyU

Un link sulle motivazioni economiche che giustificherebbero l'abbattimento delle Torri Gemelle.

https://www.youtube.com/watch?v=_2bjp0FwIlg