mercoledì 20 novembre 2019

IL CASO CUCCHI SPACCIATORE DI DROGA E LA SORELLA ARRAMPICATRICE

Ciò che scrivo riguardo a Stefano Cucchi ha come fonte Wikipedia. Vi sono molte incongruenze. Il Cucchi durante il processo in tribunale ha sempre negato di essere stato picchiato dai carabinieri dopo essere stato arrestato e tradotto in carcere a Regina Coeli. Nonostante fossero evidenti degli ematomi. Perché non ha mai affermato di essere stato percosso? Fatto veramente strano. Colpevoli anche i giudici che avrebbero dovuto ordinare sin dalla prima udienza il ricovero coatto in Ospedale date le precarie condizioni fisiche del Cucchi che non si reggeva in piedi. Invece fissano un'altra udienza alla distanza diu mese.  Nella seconda udienza il Cucchi manifesta varie fratture ed ecchimosi al volto secondo il referto dell'ospedale Fatebenefratelli . Ma i giudici ancora una volta, alla seconda udienza,  evitano di imporre il ricovero in ospedale. Si limitano a consigliare il ricovero in ospedale. Ma ancora una volta il Cucchi  inspiegabilmente non accusa i carabinieri di essere stato percosso e rifiuta il ricovero in ospedale e dunque ricondotto in carcere. Fatto ancora più strano. Le sue condizioni nel frattempo peggiorano e allora viene trasferito nell'ospedale Sandro Pertini reparto detenuti. Le sue condizioni peggiorano sino a farlo arrivare a pesare solo 37 chili. Ma, cosa ancora più incredibile, dopo la prima udienza ai familiari viene impedito di visitare il Cucchi. Se ciò fosse vero avrebbero dovuto essere denunciati i giudici che avevano impedito la visita dei familiari. Storia allucinante che fa pensare ad una connivenza dei giudici con i carabinieri che avrebbero percosso il Cucchi. Ma si sa che i giudici in Italia sono sempre sottratti alle loro responsabilità. Non basta. Bisognava trovare altri colpevoli, cioè i medici  che non avrebbero apprestato le dovute cure perché non si spiega altrimenti la grande perdita di peso.   Questi prima vengono assolti ma poi, nei successivi gradi del giudizio vengono condannati, ma inutilmente per intervenuta prescrizione nel processo nella Cassazione bis.
Dopo la Cassazione bis viene riaperto il processo e il 14 novembre 2019 vengono condannati a 12 anni solo due carabinieri per pestaggio dopo le dichiarazioni di altri carabinieri che avevano assistito al pestaggio. Ma i conti non tornano. Perché tutti gli altri carabinieri, pur avendo assistito alle percosse hano atteso tanti anni prima di parlare come testimoni? Avrebbero dovuto essere condannati subito anch'essi per non avere impedito il pestaggio ed avere taciuto per tanti anni contravvenendo gravemente ai doveri dell'arma. Invece il processo continua solo dopo 14 novembre 2019 contro altri carabinieri per omessa denuncia e favoreggiamento. Sono stati forse beneficiati per essersi risolti finalmente a parlare? La storia è paradossale. Tanto più che si è costituito come parte civile nell'ulteriore processo ancora in corso un carabiniere che fu il primo dopo tanti anni ad accusare altri carabinieri di avere percosso il Cucchi.                   
Conclusione al di là di ogni considerazione strettamente giudiziaria. La morte del Cucchi, se pur dovuta ad un pestaggio da parte di carabinieri, non mi commuove affatto.   Si tratta di un individuo che specciava droga e ne consumava. Nessuna pietà per simili individui. Essi solo l'ultima catena dei trafficanti di droga, che non esisterebbero se non vi fossero poi gli spacciatori e i consumatori. Se pare sia vero che i familiari sapessero che il Cucchi spacciava e consumava droga sono colpevoli anch'essi per non averlo denunciato in tempo, visto che in casa sua furono trovate ampie confezioni di droga. Tacquero rendendosi responsabili del peggioramento del suo stato di salute. Un pestaggio non sarebbe bastato per portarlo alla morte se il suo fisico non fosse stato già debilitato dall'uso dell droga. E non sarebbe morto se avesse accettato di farsi curare. Se la sorella sapeva di avere un fratello delinquente in quanto spacciatore e consumatore di droga non può avere alcuna dignità per ergersi poi a difensore della memoria del fratello, che era meglio perdere che acquistare. E invece questa donna ha voluto ergersi a difensore della verità in nome della giustizia, acquisendo una ingiusta notorietà per presentarsi nel 2013 alle elezioni, dove però fu giustamente trombata. Ed è sperabile che non ci riprovi e nessun partito sia disposto a presentarla come candidata alle prossime elezioni. E' da ritenersi anch'essa complice indirettamente della morte del fratello, che l'opinione pubblica ha voluto trasformare in un martire. 

Morte di Stefano Cucchi - Wikipedia

        

1 commento:

bambilu ha detto...

Ho approfondito... e trovato conferme...Ilaria Cucchi, candidata alle elezioni 2013 con Rivoluzione Civile del magistrato Antonio Ingroia-Non eletta. Ilaria Cucchi ci rifà nel 2016, dicendosi disponibile a candidarsi per il Campidoglio, Stefano Fassina la invita a un incontro, e lei accetta.
Certo è che i familiari dovevano OCCUPARSI dei problemi del figlio e fratello...e non lo hanno fatto. Ora con i morti da polizia e carabinieri fatti nei confronti di Italiani, si esagera coi nigers-negri dal Latino "niger" che significa NEGRO e non NERO...A questi spacciatori e lenoni TUTTO è perdonato ed i manganellatori di ComPatrioti vengono pestati dalle "risorse". Karma?