lunedì 9 agosto 2010

AL FILOSOFASTRO PROF. GIUSEPPE CACCIATORE

Ho letto sul sole24ore di domenica 8 luglio una recensione a due libri di Cacciatore (con altri) intitolati "Interculturalità", Carocci e Guida editori). Le solite stronzate della filosofia di oggi che individui come il Cacciatore hanno portato al suicidio continuando a scrivere di valori morali e di dialogo tra culture entro cui fare riferimento a norme universali, nel riconoscimento delle varietà culturali. STRONZATE direbbe Harry G. Frankfurt (Stronzate, Rizzoli 2005). Un continuo blaterare tra cadaveri filosofici che continuano ad ignorare le conoscenze scientifiche e con esse il diritto naturale, che, se naturale, non può essere il diritto della sola natura umana. La conoscenza scientifica e il diritto naturale sono metaculturali e non sanno che farsene delle varietà culturali entro cui rimangono sempre racchiusi i valori morali, che sono sempre i valori delle tradizioni (anche delle più barbare) o i valori dei vincitori. L'etica deve dunque sparire, per essere sostituita da una biogiuridica fondata sul diritto naturale. Questi schifosi filosofastri alla Cacciatore continuano ad ignorare la lezione di Max Weber sulla "lotta mortale tra valori morali", da cui si può uscire (cosa che non capì nemmeno Weber) solo con il diritto naturale, che è diritto all'autoconservazione (non sconfessato dalla catena alimentare preda-predatore).Con i valori morali si mette da parte la natura e la questione grave dell'antropizzazione della Terra. Ma a questi filosofastri alla Cacciatore non interessa che la popolazione terrestre in un secolo sia passata da un miliardo e mezzo a 7 miliardi, con i conseguenti disastri e inquinamenti ambientali. E così, con la complicità di una filosofia cadaverica, si continua a parlare di dignità della persona umana(anche dei criminali), di dialogo tra culture, anche quando questo dialogo non può esistere, continuando ad alimentare una concezione antropocentrica, e perciò antiscientifica, della natura, che va a braccetto con la Chiesa, ignorando l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita, per cui non esistono i cosiddetti diritti umani se non sono fondati sul diritto naturale non solo umano. Vada Cacciatore a dialogare con i talebani se vi riesce. I talebani lo eliminerebbero, e questa volta non sarebbe una perdita.
Cacciatore pretenderebbe anche di offrire una consulenza filosofica. Peggio che mai. Secondo questo filosofastro la vita degli animali non esiste, e, se esiste, essa fuoriesce dai valori morali, che sono degli uomini e non degli animali non umani. Taccia, ché farebbe meglio.

3 commenti:

Maria ha detto...

Piero, non e' vero che gia' Bruno aveva riconosciuto la stessa essenza e gli stessi processi conoscitivi in tutti gli animali e negli uomini ? e fu bruciato .

Pietro Melis ha detto...

arfulDovrebbero bruciare oggi i filosofi alla Cacciatore, che, pure, ha scritto su Giordano Bruno, da cui però non ha saputo trarre alcuna lezione, essendo rimasto nella palude del relativismo storicistico, dal quale questo imbecille non si è reso conto che non si possono trarre delle norme universali.E poi, quando sarebbero sorte le norme etiche universali nell'evoluzione dall'autralopithecus al sapiens sapiens? L'homo abilis (circa 3 milioni di anni fa) aveva già delle norme etiche universali. Per questo imbecille, come per tutti queli della sua stessa logora stoffa filosofica sembra che l'uomo si sia formato già dalle sue più lontane origini naturali con un cervello che rifletteva sui valori morali. Ecco il risultato dell'aver dimenticato l'animalità dell'uomo e dell'averne fatto il padrone della natura seprandolo da essa con i valori morali, che sono culturali e non naturali.

Pietro Melis ha detto...

Ripeto il commento togliendo gli errori di battitura e allungandolo di poco.
Dovrebbero bruciare oggi i filosofi alla Cacciatore, che, pure, ha scritto su Giordano Bruno, da cui però non ha saputo trarre alcuna lezione, essendo rimasto nella palude del relativismo storicistico, dal quale questo imbecille non si è reso conto che non si possono trarre delle norme universali.E poi, quando sarebbero sorte le norme etiche universali nell'evoluzione dall'autralopithecus al sapiens sapiens? L'homo abilis (circa 3 milioni di anni fa) aveva già delle norme etiche universali? Assurdo pensare che le avesse. Per questo imbecille, come per tutti quelli della sua stessa logora stoffa filosofica sembra che l'uomo si sia formato già dalle sue più lontane origini naturali con un cervello che rifletteva sui valori morali. Ecco il risultato dell'aver dimenticato l'animalità dell'uomo e dell'averne fatto il padrone della natura separandolo da essa con i valori morali, che sono culturali e non naturali. Naturale è il diritto naturale come espressione della tendenza di ogni organismo alla sua autoconservazione. Tutto il resto è convenzionale. In analogia con il primo principio della dinamica.