domenica 24 luglio 2011

LETTERA LASCIATA NEL SITO DELL'UAAR (UNIONE ATEI ED AGNOSTICI RAZIONALISTI

Il vostro commento alla famosa prova ontologica dell'esistenza di Dio di S. Anselmo è infondato. Come era infondata l'obiezione del monaco Gaunilone. Infatti l'essere di cui non se ne può può pensare uno maggiore non può non esistere. Esso potrebbe infatti essere l'universo. Voi, come il monaco Gaunilone, che faceva riferimento ad una cosa finita (un'isola perfettissima) confondete il finito con l'infinito. L'obiezione di Kant alla prova ontologica (una cosa, diceva, è pensare 100 talleri, un'altra è averli in tasca) era valida nei limiti del finito.Kant aveva ben capito che l'esistenza non poteva essere considerata una perfezione ma era una posizione assoluta dell'essere. Infatti possono esistere tante cose senza essere perfette. Kant errava, invece, nel non considerare che non vi può essere confronto tra il finito e l'infinito (almeno inteso come essere di cui non se ne può pensare uno maggiore).
Normalmente, esponendo l'argomentazione contenuta nel Proslogion di Anselmo (che non era stupido) ci si ferma qui. Ma Anselmo aveva capito che l'essere di cui non se ne può pensare uno maggiore poteva essere l'universo (che ai suoi tempi veniva considerato finito, racchiuso dal cielo delle stelle fisse, secondo l'astronomia antica e ancora moderna sino a Copernico e a Keplero, nonostante la sostituzione dei cerchi di Copernico con le ellissi di Keplero). L'argomentazione di Anselmo prosegue dicendo che l'essere del quale non se ne può pensare uno maggiore non poteva però essere l'universo perché esso è corruttibile. Ecco il salto logico che faceva. Nel pretendere che l'essere del quale non se ne possa pensare uno maggiore (e perciò necessariamente esistente) dovesse essere anche perfetto e che - grosso errore logico - nel concetto di perfezione rientrasse quello di esistenza. A questo punto si palesa la debolezza dell'argomentazione di Anselmo. Che l'essere del quale non se ne possa pensare uno maggore debba essere perfetto. Egli voleva evitare che Dio fosse identificabile con l'universo in una concezione panteistica (che in sostanza è, con diversa espressione, sinonimo di ateismo se si considera Dio come un essere che trascende il mondo). Rimane unicamente la veritaà che l'essere del quale non se ne possa pensare uno maggiore necessariamente esiste. Ma questa è una semplice TAUTOLOGIA, una banalità. Sarebbe lo stesso che negare l'esistenza dell'universo (l'essere del quale non se ne può pensare uno maggiore).
Ho scritto ciò per dirvi che io sono un disperato di fronte al non senso della vita. Infatti mi rendo conto che tutto ciò che ho studiato (cosmologia, biologia evoluzionistica) congiura contro un disegno intelligente della natura, che mi fa schifo pensando che essa contiene anche batteri e virus che stupidamente portano alla morte l'organismo di cui sono parassiti suicidandosi. Vi è in cosmologia e nell'evoluzione biologica la determinante presenza della CASUALITA' che esclude il finalismo. Ma lasciate che chi crede in Dio trovi un rimedio alla disperazione del dover tornare nel nulla. DAL NULLA AL NULLA. Tremendo. Voi avete il diritto di non disperarvi, ma non avete il diritto di rendere ridicoli coloro che cercano di sottrarsi alla disperazione. Aggiungo da parte mia che una sopravvivenza delle sole anime umane mi renderebbe insopportabile la sopravvivenzza in un mondo spirituale che sarebbe più povero di quello della Terra. Che mi interessa di stare in un aldilà in compagnia di sole anime umane senza poter rivedere tutti gli esseri che ho amato, che non sono gli uomini ma i cani e i gatti, amori e rovina della mia esistenza per le sofferenze che ho sempre patito quando mi hanno lasciato? Che mi importa di rivedere i miei genitori, di cui non me ne importerebbe un cazzo perché mi hanno fatto nascere per farmi morire? Coerentemente non ho voluto figli. Non si nasce dall'amore per chi non esiste. E' un non senso linguistico. Una stronzata direbbe Harry G. Frankfurt (Stronzate, Rizzoli 2005). Si nasce dall'egoismo dei genitori che cercano di darsi uno scopo nella vita facendo un figlio anche per tramandare, come tutti gli animali, i loro geni. E così continua la staffetta della morte. Il padre e la madre (soprattutto la madre perché vuole riempire almeno una volta l'utero) per egoismo consegnano al figlio il testimone della morte. Io, tuttavia, pur avendo un'educazione scientifica, non posso negare che esistano fenomeni FISICI (paranormali) e senza trucchi che la scienza non può spiegare. Non si capirebbe altrimenti come uno scienziato della psicologia di indirizzo positivistico come William James (uno dei fondatori della filosofia del pragmatismo) e scienziati come Alfred Russel Wallace (contemporaneo di Darwin e coscopritore con lui dell'evoluzione biologica fondata sulla selezione naturale) e il fisico Oliver Lodge, oltre che il maggiore filosofo spiritualista (ma sostenitore dell'evoluzione biologica) Henri Bergson abbiano coltivato lo spiritismo. A pensarci bene, gli atei, di fronte a fenomeni senza trucchi accertati, come la smaterializzazione e rimaterializzazione di oggetti, oggetti che si muovono da sé, stati di ipnosi regressiva accertati da seri psichiatri che hanno potuto CONSTATARE come il soggetto fosse capace di regredire nel tempo sino a raccontare fatti ed episodi di un'altra vita, poi verificati, di parlare lingue a lui del tutto sconoscute in stato di veglia (suggerisco su questo argomento il libro di Roberto Giacobbo ALDILA', Mondadori), registrazioni di voci non appartenenti a persone presenti a sedute spiritiche, apparizioni in forma di ectoplasma di figure umane (ma anche di animali), di fronte a FENOMENI FISICI (ripeto: FISICI) percepibili da tutti, escludendo apparizioni di madonne o santi a pochi eletti che i non eletti non vedono mai, di fronte a tutto ciò un ateo che cosa dovrebbe pensare? Questo non significa che Dio esista come reggitore (o creatore dell'universo). Per questo le asserite religioni rivelate sono tutte un imbroglio. Potrebbe esistere un aldilà senza Dio. E chi lo sa? Ma l'ateismo mi sembra troppo dogmatico. Capisco l'agnosticismo ma non l'ateismo. L'ateo dice: non esiste altro fuori della vita mortale. Come può una mente così ristretta come quella umana pretendere di avere verità assolute sull'universo? "Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne sogni la tua filosofia" (Shakespeare, Amleto). Per sapere qualcosa su di me scrivere su Google Pietro Melis IO NON VOLEVO NASCERE (titolo del mio recente libro edito da Bastogi).

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