martedì 5 luglio 2011

SILENZIO! VI E' LA MORTE. E ALLA MORTE NON SI APPLAUDE

DEVE CESSARE IL VEZZO DI APPLAUDIRE AD UN FUNERALE. Tale vezzo fu inventato in occasione di funerali di attori di teatro. Doveva essere l'ultimo applauso. Ma non tutti siamo attori, anche se Marco Aurelio (Ricordi) pensava che ognuno nella vita avesse una parte da recitare. Ma non intendeva riferirsi al palcoscenico. Non siamo attori. Nessuno è attore. Stiamo su questa Terra senza sapere che ci stiamo a fare. Nessuno ha una parte da recitare. La parte è sempre parte di un Tutto. Ma non sappiamo che parte abbiamo in questo Tutto che è l'universo. Dunque non abbiamo alcuna parte da recitare.

Dal sito Friulicrea

Sordi : Gli applausi ai funerali

dal Messaggero Veneto del 11/03/03

SORDI

Gli applausi ai funerali


Ho atteso qualche giorno dal funerale di Alberto Sordi, per essere meno emotivamente coinvolto, prima di consegnare alcune riflessioni. Anzitutto mi ha impressionato positivamente il fatto che Sordi sia stato un grande benefattore, contrariamente alla nomea di avaro che si portava dietro, senza mai tentare di smentirla.

Chi non avrebbe sbandierato, come spesso si fa, benemerenze e quant’altro per accattivarsi l’opinione pubblica. «La tua destra – dice il Vangelo – non sappia quello che fa la tua sinistra». Oppure: «Non suonare la tromba quando fai la carità». Sordi ha messo in pratica questo principio anche perché sinceramente credente.

A proposito, ricordo che quando i Domenicani senesi lo insignirono della “targa d’oro” di Caterina da Siena, si mostrò molto commosso nel riceverla, perché Santa Caterina sapeva fare la carità con riservatezza: portava dei pacchi di viveri, di notte, e li depositava dinanzi alle case dei poveri che dormivano. Tutto per non essere ringraziata. Un modo di fare che l’attore romano ha messo largamente in pratica. E solo dopo la sua morte si è scoperto il suo grande cuore.

Mi chiedo, pertanto, se Sordi avrebbe apprezzato la spettacolarizzazione dei suoi funerali. Penso proprio di no. Purtroppo è invalso, nel nostro paese, il vezzo di trasformare funerali di personaggi più o meno illustri in parate con applausi e bandiere.

Per taluni, sarebbe un modo di esorcizzare la morte. Ritengo che sia anche indice di superficialità, perché il frastuono stordisce e impedisce di andare al fondo delle cose. Questo vezzo degli applausi, non solo ai funerali, è diffuso anche nelle cerimonie religiose. Spesso ho scritto della spettacolarizzazione della religione che sconfina, purtroppo, nel culto della personalità.

È evidente che in questo calderone ribollente tutti ci attingano a piene mani: politici, imprenditori, attori, per il “ritorno” sulle loro imprese. Le dirette tv hanno proprio questa funzione, sia quando vengono concesse sia qualora vengano negate.
Purtroppo Alberto Sordi è incappato, da morto, in questo sistema. Da vivo non lo avrebbe certo permesso.

Professor Giampaolo Thorel
Udine

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