da LACRONACA.IT
Bomba Oslo, attentato in pieno centro e sparatoria
Attentato ad Oslo: bomba esplode vicino agli uffici del Primo Ministro (illeso). Sparatoria in meeting laburisti, morti. Panico in città: si tratterebbe di un attentato terroristico islamico. La polizia invita i cittadini a lasciare il centro di Oslo.
Ultime notizie da Oslo- Una bomba è esplosa nel pieno centro della città, nel primo pomeriggio, causando numerosi feriti e morti. Si tratterebbe di un attentato terroristico di matrice islamica. Poco più tardi, a 30 chilometri da Oslo, si è registrata una sparatoria, durante un incontro dei giovani laburisti. All’incontro avrebbe dovuto partecipare anche il primo ministro norvegese.
Obiettivo dell’attentato terroristico sembra proprio il capo del Governo. La bomba, infatti, è esplosa nel pieno centro della città distruggendo, quasi del tutto, un edificio di diciasssette piani, sede del Governo e di numerosi uffici. Nell’edificio ci sarebbe anche la sede del quotidiano più importante della Norvegia. Il bilancio, estremamente provvisorio, dell’attentato è attualmente di due morti e centinaia di feriti. Ma potrebbe salire vertiginosamente.
Nell’edificio sede del Governo ci sono ancora persone intrappolate. A riferirlo è la tv di stato norvegese. Panico fra i cittadini, inermi e spaventati. La polizia ha invitato tutti a lasciare il centro di Oslo. Secondo fonti non confermate gli artificieri starebbero cercando altri ordigni esplosivi. Si teme un attacco islamico stile Madrid, con la presenza di numerose autobombe nella capitale.
Il Primo Ministro Jens Stoltenberg ha dichiarato che la “situazione è davvero grave”, sembra una guerra! La Norvegia è impegnata nelle guerre in Afghanistan e in Iraq, in prima linea con americani, inglesi e italiani. Per tale motivo si pensa ad un attacco di Al Qaida o di qualche cellula “impazzita”. La sparatoria avvenuta a 30 chilometri da Oslo confermerebbe come intento del gruppo di terroristi fosse uccidere il Primo Ministro.
Secondo le ultime notizie ci sarebbe stata una seconda esplosione nel centro della città. Non è chiaro, ancora, se si tratti di un’autobomba. Il Governo potrebbe decidere di chiudere lo spazio aereo.
Ordigno davanti agli uffici del governo. Inferno di piombo al campus politico estivoDAL CORRIERE DELLA SERA 22 LUGLIO
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MILANO - Un'autobomba esplode nel centro di Oslo, a pochi passi dal palazzo che ospita gli uffici del primo ministro e dalla redazione di un quotidiano. E poco più tardi raffiche di mitra si abbattono sui giovani del partito laburista, radunati per un campo estivo nell'isola di Utoya, a una cinquantina di chilometri dalla capitale. Aspettavano il premier Jens Stoltenberg, il leader carismatico del movimento politico, che avrebbe dovuto portare il proprio saluto e il proprio incoraggiamento. Su di loro si scatena invece l'apocalisse: uno, cinque, dieci. Alla fine saranno ottantaquattro a cadere sotto i colpi sparati a ripetizione. Soccorsi ai feriti sul luogo dell'esplosione (Ansa)
Il cuore della capitale e una placida isola sul Tyrifjorden, uno dei più grandi tra i laghi della zona. Da una parte e dall'altra morti e feriti. È un'ecatombe. Un bilancio che con il passare delle ore si fa sempre più pesante. Complessivamente le vittime sono almeno diciassette, ma forse il numero è destinato a salire ancora. La polizia, che all'inizio si mantiene cauta, già nel tardo pomeriggio non ha più dubbi: la Norvegia è sotto attacco e i due episodi sono certamente collegati tra loro. I dettagli restano tutti da accertare, ma il quadro è chiaro. Non si tratterebbe, tuttavia, di terrorismo internazionale, legato magari ad una matrice islamica, come ipotizzato in un primo tempo: gli investigatori credono piuttosto che si sia trattato di un attacco tutto interno, ad opera di estremisti locali, mirato a scardinare il sistema politico nazionale.
Esplosione a Oslo, morti e feriti
MISURE D'EMERGENZA - Il primo ministro, al momento dell'esplosione, non è alla sua scrivania e non è neppure nel palazzo. Le autorità si affrettano a far sapere che sta bene e che è in un luogo che per motivi di sicurezza non sarà rivelato. Tutto il centro viene evacuato, la stazione centrale è svuotata e perquisita minuziosamente. Si controllano i pacchi ancora non aperti arrivati in giornata nelle redazioni dei giornali. Gli artificieri perlustrano monumenti e edifici, i parchi pubblici e le altre sedi istituzionali. Si temono nuovi scoppi, nuove vittime. Il governo si riunisce in una località segreta e stabilisce misure di emergenza. L'esercito presidia le strade, si sospendono gli accordi di Schengen e si ristabiliscono i controlli alle frontiere. Dal web arriva la prima rivendicazione: la firma il gruppo terroristico Ansar al-Jihad al-Alami in un forum jihadista, mettendo gli attentati in relazione alla presenza della Norvegia in Afghanistan e agli «insulti» al profeta Maometto arrivati con la pubblicazione delle ormai note vignette satiriche danesi, rilanciate dai giornali scandinavi. Le autorità non sembrano però avallarla.
LA STRAGE SULL'ISOLA - A distanza di un paio d'ore, a qualche decina di chilometri dall'Akergataa che ormai appare come un campo di battaglia, scoppia di nuovo l'inferno. Un uomo vestito da poliziotto irrompe nella location in cui sono radunati i giovani laburisti per il loro meeting annuale. Un campus estivo, tra politica e natura. L'uomo è in divisa e forse per questo all'inizio nessuno bada al fatto che tra le mani ha una mitraglietta. All'improvviso la impugna e apre il fuoco. Si scatena il panico: è un fuggi fuggi generale e qualcuno per cercare scampo dalla pioggia di proiettili si getta in acqua e cerca di raggiungere la terraferma a nuoto. Anche in questo caso all'inizio le stime sulle vittime sono prudenti e la tv parla di quattro o cinque tra morti e feriti. Poi la realtà prende il sopravvento: su una spiaggia alcuni testimoni contano non meno di 20-25 cadaveri. La polizia parla invece di una decina. Ma nella notte si scoprono altri corpi. Il conteggio va avanti, si arriva a un'ottantina. E oltre. Avrebbero potuto essere molti di più: piazzati in vari punti di Utoya sono stati trovati alcuni ordigni non esplosi. Alla fine l'attentatore viene fermato e arrestato. E' un bianco, alto un metro e novanta, dall'aspetto decisamente scandinavo. In serata il capo della polizia di Oslo, Sveining Sponheim, rivela che l'uomo - che viene accertato essere un norvegese - sarebbe stato avvistato con un atteggiamento sospetto, sempre travestito da poliziotto, anche nelle vicinanze del luogo dell'attentato di Akergataa. Ma non trapela nulla di più su chi sia e per conto di chi abbia agito. Il premier Stoltenberg e il suo ministro della giustizia alla sera si rivolgono alla nazione: «Dobbiamo reagire e dobbiamo farlo in nome della democrazia». E ancora: «Prenderemo i colpevoli e li metteremo di fronte alle loro responsabilità». Sulla matrice degli attentati, però, le bocche sono cucite: «Ci sarà tempo per parlarne, ma non ora». La polizia ha specificato di aver trovato ordigni inesplosi sull'isola, mentre a Oslo altro esplosivo è stato rinvenuto vicino alla sede di un tv, come confermato dalla stessa emittente.
Fuga a nuoto dall'isola dell'orrore
VERIFICHE SUGLI ITALIANI - L'ambasciata italiana a Oslo si muove per verificare l'eventuale presenza di connazionali sul luogo dell'attentato. Pierluigi Cammarota è l'incaricato d'affari dell'ambasciata (ASCOLTA l'audio): «Il nostro personale si è recato presso il principale ospedale di Oslo, dove sono stati trasportati tutti i feriti, per verificare l'eventuale coinvolgimento di nostri connazionali. Ma al momento non ne risultano». Sono circa tremila gli italiani che vivono stabilmente nel territorio norvegese, tuttavia in questo periodo estivo è molto elevato anche l'afflusso di turisti. Per Cammarota, «la Norvegia come altri paesi Nato partecipa alle operazioni in Afghanistan e in Libia ed è quindi potenzialmente esposta ad attacchi terroristici, ma al momento non si può avallare nessuna ipotesi particolare».
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