sabato 6 agosto 2011

PARTITO DEI NON VOTANTI (Lettera lasciata nel Corriere della sera in commento all'articolo del 6 agosto di Sergio Romano BENE MA NON BASTA)

Nel mese di giugno del 2009 fu pubblicata in cartaceo una mia lettera in cui spiegavo come istituire il partito dei non votanti. Si può partire dall'art. 71 della Costituzione (bastano 50.000 firme per proporre una legge di iniziativa popolare.Questa legge dovrebbe far diminuire il numero degli eletti in proporzione al numero dei non votanti (fatta salva una soglia fisiologica del 20% di non votanti). Già, obietterebbe giustamente qualcuno: e poi chi in parlamento sarebbe disposto a discutere e a votare una legge simile sapendo di perdere facilmente la poltrona? E'vero. Ma a questo punto ogni partito (meglio: ogni candidato) dovrebbe dichiarare se sia o non favorevole a tale legge. E l'elettore si asterrebbe, punendolo, quel partito che fosse contrario. E se fossero contrari tutti? NON VOTARE PER ALCUNO. A questo punto questi parassiti della politica getterebbero finalmente la maschera Questo sarebbe il primo passo (tattico). Vi è poi il secondo (strategico). Modificare la Costituzione (blindata antidemocraticamente con l'art. 138) in modo da introdurre il referendum propositivo, e non più soltanto abrogativo, di una legge. Ma anche in questo caso bisognerebbe passare per il parlamento. E' vero. Ma anche su questo punto vale quanto detto prima. Chi si opponesse getterebbe la maschera della falsa democrazia di questa Costituzione.
Immaginiamo che esistesse la legge che riducesse il numero degli eletti in proporzione al numero dei non votanti (sempre fatta salva una soglia fisiologica del 20%). E immaginiamo che andasse a votare solo il 40% degli aventi diritto al voto. Il numero degli eletti scenderebbe del 40%. Infatti, sotto l'80% dei votanti scatterebbe la riduzione proporzionale degli eletti. Dal numero degli aventi diritto al voto infatti bisognerebbe detrarre il 40% dei non votanti (non tenendo conto dell'altro 20% di non votanti appartenenti alla soglia fisiologica). In pratica avremmo un parlamento eletto in proporzione al 40% dei votanti. E quale parlamento (maggioranza e minoranza)avrebbe a questo punto la faccia tosta di rappresentare la volontà del popolo? Con l'attuale legge elettorale, poi, basta anche il 40% di voti per presumere di rappresentare la volontà della maggioranza.E' uno schifo. Ma la colpa è del popolo bue che non si muove. Si incominci in ogni caso a non andare a votare perché questo parlamento, che non vuole ridurre le spese della politica, venga squalficato come merita. Quale parlamentare avrebbe più l'arroganza di essere rappresentante del popolo? Farebbe parte di un parlamento rappresentante una minoranza. Leggere sull'argomento il Contratto sociale di Rousseau circa il concetto di democrazia diretta e non rappresentativa.Questa gente, una volta eletta si fa i cavoli suoi. No. Basta. Bisogna finirla. Io non voto più dal 1994. Mi fanno schifo destra e sinistra.
Concludo. Qualcuno potrebbe dire: gli assenti hanno sempre torto. In questo caso no. In democrazia bisogna rispettare anche la volontà di chi, non sentendosi rappresentato da alcun partito, non vota.Ma allora avremmo un parlamento rappresentante una minoranza in cui si formerebbe una minoranza al governo rappresentante soltanto la maggioranza di una minoranza? Sì. Ma saprebbe di non poter parlare a nome della maggioranza del popolo e non avrebbe più l'arroganza del potere. Il governo dovrebbe riconoscere di rappresentare solo la dittatura di una minoranza ulteriore (contrabbandata come maggioranza) all'interno di un parlamento squalificato rappresentante una minoranza. A tutto ciò si può porre rimedio solo con la riforma costituzionale che introduca il referendum propositivo di una legge, e non più soltanto abrogativo. ANCHE PER MODIFICARE LA COSTITUZIONE SENZA PIU' PASSARE ATTRAVERSO LE PASTOIE DEL PARLAMENTO.

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