Uccidere un gatto per inenarrabile crudeltà lo trovo anche più grave che uccidere un uomo. Ve lo spiego. Nell'omicidio vi è sempre un motivo, giusto o ingiusto che sia. Si uccide per rapina, per vendetta, per alterco, per "amore", per tanti motivi. Ma l'uccidere un animale non umano solo per crudeltà, non essendovi alcun motivo che lo giustifichi, è ancora più grave. Chiunque uccidesse questi criminali che hanno ucciso quel povero gatto dovrebbe essere assolto perché avrebbe eliminato dalla faccia della Terra dei subanimali la cui vita vale meno di quella di un insetto nocivo (che non sa di essere nocivo).Ci vorrebbe un giustiziere della notte, L'assassino cherubico (titolo di un romanzo di Paolo Ricci) per farli fuori. IL GIUDICE NON HA APPLICATO NEMMENO IL MASSIMO DI UN ANNO (TROPPO POCO) PREVISTO DALLA LEGGE. QUESTO E'IL RISULTATO DI UNA LEGGE ANTROPOCENTRICA CHE RITIENE LA VITA DI UN CRIMINALE PIU' IMPORTANTE DI QUELLA DI UN ESSERE INNOCENTE. INCREDIBILE E' ANCHE IL FATTO CHE CI SIANO VOLUTI 5 ANNI PER ARRIVARE A QUESTA LIEVE CONDANNA, SE IL TREMENDO FATTO RISALE AL 2006. GIUSTIZIA CHE FA SCHIFO.
Ritengo di dover porre qui, per maggiore evidenza, altre notizie tremende datemi da una cara lettrice.
E' accaduto un miracolo, la condanna alla prigione. Non succede mai. Anche se penso che sia ben poco per le sofferenze e la morte inflitte ad un povero essere che non aveva fatto loro niente di male.
Invece quella delinquente di Jennifer Fadda che ha fatto morire di fame e di sete chiusi per settimane in un appartamento due cani e un gatto con l'incredibile scusa che aveva troppo da fare col bar che gestisce a Biella, ha patteggiato i due mesi di pena, e non ha fatto neanche un giorno di carcere. La cosa vomitevole è che, bugiarda e vigliacca quale è, continua a dire che lei ama gli animali.
Invece la Jennifer Fadda polacca, una certa Olivia Perszewska, ha lasciato addirittura per sette mesi la sua cagnetta legata in cucina, mentre lei faceva la bella vita in vacanza. La cagnetta era incinta e ha dato alla luce cinque cuccioli che ha tentato disperatamente di tenere in vita. Sono stati trovati tutti morti la madre con i cuccioli ancora attaccati alle mammelle. E questa qui è addirittura un'insegnante elementare (!). Con aria di sfida ha detto anche lei che non si sente in colpa e che amava la sua cagnetta!!
Quello che lascia sconcertati a dir poco è che i vicini, pur udendo i lamenti delle povere bestie non hanno fatto nulla, se non chiamare le autorità solo quando il puzzo dei cadaveri cominciava ad essere insopportabile.
E' accaduto un miracolo, la condanna alla prigione. Non succede mai. Anche se penso che sia ben poco per le sofferenze e la morte inflitte ad un povero essere che non aveva fatto loro niente di male.
Invece quella delinquente di Jennifer Fadda che ha fatto morire di fame e di sete chiusi per settimane in un appartamento due cani e un gatto con l'incredibile scusa che aveva troppo da fare col bar che gestisce a Biella, ha patteggiato i due mesi di pena, e non ha fatto neanche un giorno di carcere. La cosa vomitevole è che, bugiarda e vigliacca quale è, continua a dire che lei ama gli animali.
Invece la Jennifer Fadda polacca, una certa Olivia Perszewska, ha lasciato addirittura per sette mesi la sua cagnetta legata in cucina, mentre lei faceva la bella vita in vacanza. La cagnetta era incinta e ha dato alla luce cinque cuccioli che ha tentato disperatamente di tenere in vita. Sono stati trovati tutti morti la madre con i cuccioli ancora attaccati alle mammelle. E questa qui è addirittura un'insegnante elementare (!). Con aria di sfida ha detto anche lei che non si sente in colpa e che amava la sua cagnetta!!
Quello che lascia sconcertati a dir poco è che i vicini, pur udendo i lamenti delle povere bestie non hanno fatto nulla, se non chiamare le autorità solo quando il puzzo dei cadaveri cominciava ad essere insopportabile.
Commento mio: Sentendo queste storie io divento nazista. Perché durante il nazismo storie simili non sarebbero mai capitate. Per rabbia, pur non essendo mai stato filonazista per tutto il resto , dico: Heil Hitler, che nel 1933 disse: IM NEUEN REICH DARF ES KEINE TIERQUAELEREI MEHR GEBEN (Nel nuovo Reich non vi potrà più essere alcuna crudeltà verso gli animali). E impose una legge che prevedeva come minimo due anni di galera senza condizionale (troppo poco, Hitler!) per maltrattamento (compreso l'abbandono) degli animali. E questo Occidente di merda crede di essere più civile della Germania nazista. Riscrivendo la concezione razzista del nazismo dico che bisogna essere ultrarazzisti nei confronti di questi criminali subanimali. Per essi le camere a gas (ammesso che siano esistite perché sono ben documentato su questa storia, come risulta dai miei due ultimi libri) sarebbero state una morte troppo dolce. Sono individui che dovrebbero essere eliminati senza pietà, con le stesse sofferenze a cui essi hanno costretto degli innocenti. Perché tutti gli animali non umani sono innocenti, anche quando sono predatori, ma per motivi di sopravvivenza, non per crudeltà, di cui solo l'uomo, quando è un'aberrazione della natura per motivi culturali (generati dalla malattia dell'antropocentrismo) è capace. Odiare questa aberrazione dell'umanità, sino ad ammazzarla, significa avere un concetto superiore di giustizia, fondata sul diritto naturale, che trascende tutte le leggi umane.
Olbia.
Il giudice: persone senza scrupoli e pericolose per la società
Fuoco al gatto: in cella
Tre giovani condannati senza condizionale
Giovedì 11 agosto 2011
Sei mesi di carcere per Giampaolo Pia, di 46 anni, e Massimiliano Pinna di 33, entrambi di Guspini, ma anche Maurizio Giraldo 30 anni di San Gavino.
C he si tratti di persone senza scrupoli e molto crudeli è fin troppo evidente, ma secondo il giudice tre giovani che danno fuoco a un gatto vivo e lo uccidono per puro divertimento possono anche essere pericolose per la società. E per questo meritano una condanna a dir poco esemplare: sei mesi di carcere senza il beneficio della sospensione condizionale della pena. Per quell'orribile divertimento, tre manovali (Giampaolo Pia, di 46 anni, e Massimiliano Pinna di 33, entrambi di Guspini, ma anche Maurizio Giraldo 30 anni di San Gavino Monreale) finiranno in cella per scontare in carcere la condanna emessa nei giorni scorsi dal giudice monocratico di Olbia, Riccardo De Vito.
IL MACABRO GIOCO La storia risale al 2006, quando i tre operai del Medio Campidano erano arrivati a Olbia per lavorare in un cantiere edile. Vivevano in un edificio nelle campagne di Suiles dove, evidentemente, non c'erano tanti divertimenti. Per occupare il tempo libero, dunque, avevano pensato di tormentare il gatto della vicina. Tutto era stato studiato per bene: per intrappolare l'animale i tre muratori avevano costruito una gabbia in metallo e con alcune esche erano riusciti a intrappolare il micio. A quel punto era iniziata la tortura. Il gattino era stato cosparso d'alcool e avvolto subito dalle fiamme. Il macabro divertimento, per i tre muratori era quello di sentire i lamenti disperati dell'animale e per ridere ancora di più, il gatto trasformato in torcia, era stato liberato e così aveva iniziato a correre all'impazzata in mezzo a un campo. La proprietaria aveva sperato in un miracolo, ma il gattino era morto dopo alcuni giorni di agonia.
INDAGINI E PROCESSO Maria Rosa Codina, che non era riuscita a salvare il suo gatto, aveva presentato subito una denuncia ai vigili urbani di Olbia. Le indagini erano scattate subito e qualche giorno dopo gli agenti avevano sequestrato la gabbia e denunciato i tre giovani alla Procura della Repubblica di Tempio. Giampaolo Pia, Massimiliano Pinna e Maurizio Giraldo sono finiti sotto processo e il 19 luglio è arrivata la condanna a sei mesi di reclusione senza attenuanti. Nella sentenza, il giudice Riccardo De Vito spiega le motivazioni della sua decisione: «La condotta degli imputati denota pericolosità sociale e assenza di scrupoli». I tre, secondo il giudice, potrebbero ripetere ancora gesti così crudeli e per questo devono essere rinchiusi in carcere: «L'indicibile sofferenza provocata all'animale e alla sua proprietaria non permette la concessione delle attenuanti generiche».
Nicola Pinna
IL MACABRO GIOCO La storia risale al 2006, quando i tre operai del Medio Campidano erano arrivati a Olbia per lavorare in un cantiere edile. Vivevano in un edificio nelle campagne di Suiles dove, evidentemente, non c'erano tanti divertimenti. Per occupare il tempo libero, dunque, avevano pensato di tormentare il gatto della vicina. Tutto era stato studiato per bene: per intrappolare l'animale i tre muratori avevano costruito una gabbia in metallo e con alcune esche erano riusciti a intrappolare il micio. A quel punto era iniziata la tortura. Il gattino era stato cosparso d'alcool e avvolto subito dalle fiamme. Il macabro divertimento, per i tre muratori era quello di sentire i lamenti disperati dell'animale e per ridere ancora di più, il gatto trasformato in torcia, era stato liberato e così aveva iniziato a correre all'impazzata in mezzo a un campo. La proprietaria aveva sperato in un miracolo, ma il gattino era morto dopo alcuni giorni di agonia.
INDAGINI E PROCESSO Maria Rosa Codina, che non era riuscita a salvare il suo gatto, aveva presentato subito una denuncia ai vigili urbani di Olbia. Le indagini erano scattate subito e qualche giorno dopo gli agenti avevano sequestrato la gabbia e denunciato i tre giovani alla Procura della Repubblica di Tempio. Giampaolo Pia, Massimiliano Pinna e Maurizio Giraldo sono finiti sotto processo e il 19 luglio è arrivata la condanna a sei mesi di reclusione senza attenuanti. Nella sentenza, il giudice Riccardo De Vito spiega le motivazioni della sua decisione: «La condotta degli imputati denota pericolosità sociale e assenza di scrupoli». I tre, secondo il giudice, potrebbero ripetere ancora gesti così crudeli e per questo devono essere rinchiusi in carcere: «L'indicibile sofferenza provocata all'animale e alla sua proprietaria non permette la concessione delle attenuanti generiche».
Nicola Pinna
3 commenti:
E' accaduto um miracolo, la condanna alla prigione. Non succede mai. Anche se penso che sia ben poco per le sofferenze e la morte inflitte ad un povero essere che non aveva fatto loro niente di male.
Invece quella delinquente di Jennifer Fadda che ha fatto morire di fame e di sete chiusi per settimane in un appartamento due cani e un gatto con l'incredibile scusa che aveva troppo da fare col bar che gestisce a Biella, ha patteggiato i due mesi di pena, e non ha fatto neanche un giorno di carcere. La cosa vomitevole e' che bugiarda e vigliacca quale e, continua a dire che lei ama gli animali..
Invece la Jennifer Fadda polacca, una certa Olivia Perszewska, ha lasciato addirittura per sette mesi la sua cagnetta legata in cucina, mentre lei faceva la bella vita in vacanza. La cagnetta era incinta e ha dato alla luce cinque cuccioli che ha tentato disperatamente di tenere in vita. Sono stati trovati tutti morti la madre con i cuccioli ancora attaccati alle mammelle. E questa qui che e' addirittura un'insegnante elementare (!). Con aria di sfida ha anche detto anche lei che non si sente in colpa e che amava la sua cagnetta!!
Quello che lascia sconcertati a dir poco e' che i vicini, pur udendo i lamenti delle povere bestie non hanno fatto nulla, se non chiamare le autorita' solo quando il puzzo dei cadaveri cominciava ad essere insopportabile.
Comunque trattasi di arresti domiciliari(http://www.geapress.org/il-maltrattamento-e-la-sua-legge/olbia-bruciano-il-gatto-condannati-ma-a-starsene-a-casa/18196 ) , cioè praticamente una sciocchezza!
A questo punto, secondo me, sarebbe stata meglio una multa molto salata(tipo 100 mila euro a testa), che su persone poco abbienti, potrebbe fare sicuramente molto più male di 6 mesi in casa.
occhio per occhio...stile far west...e l´alcool lo verserei io moooooooooolto volentieri
Posta un commento