giovedì 2 giugno 2016

FESTA FARSESCA DELLA REPUBBLICA ITALIANA NATA MALE: COSTITUZIONE CONTRADDITTORIA, ILLEBERALE E ANTIDEMOCRATICA. COME RIFORMARLA

A cominciare dall'art. 1 che è una grande stronzata. Dice che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. In poche parole tante stronzate. Qualcuno disse che sarebbe stato meglio scrivere "fondata sulle canzoni". Ma lasciamo perdere ciò. Che cosa significa democratica? Dovrebbe significare volontà della maggioranza. Ma allora quali governi più democratici di quelli fascista e nazista? Solo i disonesti possono negare che tali governi avessero un consenso di massa, così grande da superare qualsiasi consenso della maggioranza degli Stati cosiddetti democratici. Se questa è la conclusione significa che gli imbecilli della Costituente che scrissero ed approvarono la Costituzione incominciarono nel peggiore dei modi. Evidentemente nemmeno i giuristi e i filosofi presenti nella Costituente (tra cui Benedetto Croce) capirono che non dovevano partire dal concetto di democrazia ma da qualcosa che sta al di sopra della democrazia e che non può essere sottoposta alla volontà della maggioranza. Le nefaste conseguenze di questa falsa partenza si sono poi viste nel ridurre la libertà con leggi speciali volute da una maggioranza che ha operato come espressione di una volontà dittatoriale favorita dal fatto che questa Repubblica ha una Costituzione che riesce a mascherare una dittatura di partiti, contrabbandando la democrazia con il potere dei partiti in un sistema di rappresentatività INDIRETTA della volontà popolare che di fatto lascia via libera alla dittatura delle segreterie dei partiti, non essendo previsto un referendum propositivo che dia al popolo la facoltà di darsi una legge che scavalchi tutti i partiti. Vi è forse una maggioranza che possa stabilire che io abbia diritto alla libertà di pensiero? E allora è evidente che questa libertà non può dipendere dalla democrazia, cioè dalla maggioranza. E da che cosa può dipendere? Può dipendere solo dal liberalismo. Il liberalismo in questo senso è antidemocratico. Il primo articolo avrebbe dovuto essere scritto così: L'Italia è una Repubblica liberale fondata sul diritto naturale. Infatti i principi del liberalismo non possono essere sottoposti alla volontà di una assemblea costituente se non contraddittoriamente. Il diritto naturale esclude che esso possa essere valido in quanto voluto da una maggioranza altrimenti non sarebbe più naturale. Dunque la Costituente avrebbe dovuto scrivere il primo articolo come ho detto evitando che fosse votato. La votazione sui principi del liberalismo, e perciò sul diritto naturale quale loro fondamento, è una contraddizione. Il diritto naturale è anzitutto diritto alla conservazione della vita. Da tale diritto può farsi discendere anche il diritto al lavoro, mentre dal diritto al lavoro non farsi discendere il diritto alla vita. La massa di inspienti che sedeva nella Costituente aveva il cervello obnubilato dal relativismo dello storicismo o dal convenzionalismo dell'imperante giuspositivismo, di cui massimo rappresentante fu Hans Kelsen, che in tal modo non poté mai giustificare il suo antinazismo, per cui dovette abbandonare la Germania, anche perché ebreo. In Italia il giuspositivismo ebbe come maggiore rappresentante Norberto Bobbio, che per carrierismo giurò fedeltà al fascismo due volte, la prima dopo le leggi razziali del 1938 e la seconda volta nel 1940, e non poté mai spiegare il suo passaggio dal fascismo all'antifascismo sulla base del suo positivismo giuridico e il suo viscerale attacco al giusnaturalismo (Giuspositivismo e giusnaturalismo, 1965). Come poteva in vecchiaia (meglio tardi che mai) dichiararsi a favore dei diritti degli animali scrivendo che essi sono eguali agli uomini in quanto a capacità di soffrire (Destra e sinistra, 1994)? Senza il diritto naturale questi diritti rimangono soltanto dei pii desideri senza alcun fondamento.           
Tocqueville in Democrazia in America  aveva dimostrato i gravi pericoli della democrazia, che poteva diventare dittatura della maggioranza. 
Tornando all'art. 1 della Costituzione, si osservi come falsamente sia stato scritto che la sovranità appartiene al popolo. Dove sta la sovranità popolare? Se la sono sognata. Se la sovranità consiste nell'andare a votare ogni 5 anni per un partito e dei canditati scelti dalle alte sfere dei partiti candidando coloro che possano portare più voti pur essendo gente senza meriti, allora te la saluto la democrazia. Non vi sarà mai democrazia vera quando essa sia solo rappresentativa, cioè quando la volontà popolare debba sempre passare attraverso le forche caudine dei partiti. O democrazia anche diretta (Rousseau insegni con il suo Contratto sociale) o solo farsa di democrazia. Si consideri a proposito lo scriteriato art. 67 dove si legge che l'eletto al parlamento rappresenta la Nazione SENZA VINCOLO DI MANDATO. Questo articolo è stato una vera sciagura. Come potevano questi insipienti costituenti considerare un eletto come rappresentante della Nazione se al massimo poteva rappresentare gli elettori che gli avevano dato il voto? Che presunzione può avere un politico che mi fa schifo pretendere di rappresentami soltanto perché eletto attraverso un partito che odio?  Questi insipienti in tal modo pretendevano forse che anche gli eletti facenti parte della minoranza in parlamento rappresentessero la Nazione? Come può una minoranza stante all'opposizione in parlamento rappresentare anche la maggioranza? E' una contraddizione totale. Un assurdo. Bisognava essere dei deficienti totali per non accorgersi di tale assurdità. E poi l'avere aggiunto la mancanza di vincolo di mandato ha dato la libertà all'eletto di tradire il voto dell'elettore facendo per proprio sporco comodo il transfuga passando da un partito all'altro o fondando un nuovo partito senza che questo sia passato prima attraverso la verifica delle elezioni. L'attuale sgoverno del pazzo d'Italia Matteo Renzi ha potuto usurpare il potere godendo di una massa di traditori dell'elettorato che sono andati per "poltronite" (attaccamento vomitevole alla poltrona) a sostenere l'attuale sgoverno. E' inutile fare i nomi di questi luridi traditori su cui si regge l'attuale sgoverno con un parlamento per di più di composizione anticostituzionale a causa di una legge elettorale anticostituzionale. I loro nomi li conosciamo tutti. Insipienza ulteriore dei costituenti per non avere incluso la legge elettorale nella Costituzione, mentre essi avevano in testa il proporzionale senza premio di maggioranza, che avrebbe tradito anche la rappresentatività, se pur indiretta, dell'elettorato dando il potere in parlamento ad una minoranza dell'elettorato. Anche a causa di questa mancanza di criterio, di preveggenza politica, siamo costretti a subire uno sgoverno che si regge su una massa di traditori che non ha riscontro nella maggioranza dell'elettorato. E continuano a chiamarla democrazia questi disonesti che hanno preso tutto il potere pur risultando una minoranza nell'elettorato. Lo sfacelo della Costituzione  voluta da questa falsa maggioranza parlamentare (falsa per i motivi detti) è stata resa possibile proprio  dallo scriteriato art. 67 della stessa Costituzione, che ha partorito dal suo interno il suo suicidio, permettendo ad una minoranza dell'elettorato, da cui è nata una fasulla maggioranza parlamentare, di cambiare addirittura la Costituzione, che, poiché non vi è limite al peggio, non ha previsto che, mancando in parlamento i 2/3 dei membri, il referendum dovesse essere approvato almeno con la maggioranza degli aventi diritto al voto (se non con gli stessi 2/3 dell'elettorato). Cosicchè può darsi ingresso alla pazzia facendo passare un cambiamento in peggio della Costituzione con la semplice maggioranza dei votanti (referendum confermativo) e non, come si sarebbe dovuto prevedere con l'art. 138, almeno con la maggioranza degli aventi diritto al voto (come nel referendum abrogativo). 
E poiché non esiste limite al peggio del peggio, l'art. 75 della Costituzione vieta che si possano tenere dei referendum abrogativi sulle leggi tributarie e di bilancio e sui trattati internazionali. Cosicché il popolo non deve aprire bocca per quanto riguarda l'imposizione fiscale e la deve subire passivamente. Magari anche in contraddizione con l'art. 53 che dice che "tutti debbono concorrere alle spese pubbliche in ragione della capacità contributiva". Che cos'è la capacità conributiva? IL REDDITO, NON IL PATRIMONIO. Chiaro? Dunque una tassa sul patrimonio è anticostituzionale. Per fare un esempio: una tassa come l'IMU sulla seconda casa (che sia sfitta e che perciò non dia reddito) è una tassa sul patrimonio e non sul reddito. Ma i governi ritengono di poter tassare il patrimonio violando l'art. 53. E' invece il reddito che bisogna controllare, perché il patrimonio sia corrispondente al reddito. E se non corrisponde? Mazzata in testa al disonesto che ha un patrimonio non corrispondente al reddito. Salvo che il patrimonio sia stato ereditato. Ma perché tassare anche l'eredità se l'erdità è un patrimonio e non un reddito? Come si vede, l'art. 53 risulta troppo vago, non distinguendo tra patrimonio e reddito. E sempre in base all'art. 75 il popolo italiano ha dovuto subire passivamente  l'ingresso nella disgrazia dell'Unione  Europea e nella maggiore disgrazia dell'euro con la bocca tappata. E la chiamano democrazia. Tutti i nostri guai dipendono da una Costituzione che dovrebbe essere riformata, ma non come l'ha voluta una fasulla maggioranza parlamentare, che, inesistente nell'elettorato, invece di migliorarla l'ha peggiorata (o, meglio, spera di peggiorarla) con un referendum confermativo antidemocratico. Come migliorarla? Semplice: modificando gli artt. 67 e 75. Introdurre nell'art. 67 il referendum propositivo in modo che sia il popolo ad esprimersi votando delle leggi che scavalchino la palude dei partiti, e allargando il referendum abrogativo alle leggi tributarie e di bilancio oltre che ai trattati internazionali. Infine: modificare l'art. 138 della Costituzione perché essa possa essere modificata solo con la maggioranza degli aventi diritti al voto, e non con un referendum confermativo assurdamente valido anche se andasse a votare una minoranza degli aventi diritto al voto. Valga anche in questo caso almeno quanto previsto nell'art. 67 per il referendum abrogativo. In questo modo si attuerebbe una vera democrazia facendola finita con la dittatura minoritaria dei partiti che si avvalgono di un premio di maggioranza per avere una falsa maggioranza in parlamento con cui permettersi persino di approvare un cambiamento della Costituzione. Una legge elettorale fondata sul proporzionale e senza premio di maggioranza dovrebbe essere inclusa nella Costituzione. Perché soltanto i disonesti poltronisti seguaci del pazzo disonesto a capo dell'attuale sgoverno italiano possono continuare a menare per il campo della loro propaganda la necessità della governabilità invece della rappresentatività intesa come corrispondenza tra la maggioranza parlamentare e la maggioranza dell'elettorato. Questi disonesti con l'asserita necessità della governabilità hanno in mente solo una cosa: l'instaurazione della dittatura di una minoranza.  E  poi hanno l'ardire di chiamarla democrazia. Questi disonesti bisogna farli fuori votando NO al cambiamento della Costituzione da essi voluto e alla legge elettorale liberticida ad esso connessa con cui si vorrebbe dare il potere assoluto anche ad un partito che risultasse primo al ballottaggio pur avendo solo il 25%  dei voti dei votanti, nemmeno il 25% degli aventi diritto al voto. Siamo giunti alla massima follia del voler instaurare la dittatura di una minoranza dei votanti. Bisogna bloccare ad ogni costo questa follia voluta da un usurpatore del potere, ottenuto senza elezioni.                                    

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'Italia è diventata una repubblica fondata sui clandestini (negri o zingari che siano). Siamo circondati dallo schifo più totale a causa gi governanti corrotti e ladri come non si erano mai visti nella storia d'Italia.
Non si può più fare due passi in santa pace senza essere aggrediti dal parassita o delinquente extracomunitario di turno.
Non c'è più speranza per questo paese...

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente e plaudo per la concisione con la quale l'opinione è stata espressa. All'ottimo prof. Melis in grazie sincero per la schiettezza. Aldo

francesco ha detto...

Queste feste, 25 Aprile, 2 Giugno, rappresentano per il popolo italiano un'occasione per scampagnate, ponti e abbuffate. Roba al massimo da agriturismo. Poi, certo, qualcuno si ammucchia per ammirare le gesta delle Freccie che svolazzano. Con panini al prosciutto e patatine fritte.

Anonimo ha detto...

professore,
la costituzione italiana è stata concepita nell'immediato dopoguerra. una guerra che i comunisti dicevano di aver vinto...! dicevano "adesso tocca a noi" e l'orizzonte politico era l'unione sovietica. dunque molti padri costituenti, dichiaratamente comunisti, concepirono una carta che fosse adatta ad un futuro dell'italia nell'orbita sovietica. questo si capisce leggendo il primo articolo, ma anche tanti altri. è vero che i padri costituenti che non furono comunisti diedero la loro impronta "liberale", senza la quale non ci sarebbe stata nemmeno la proprietà privata, ma in generale è una costituzione "di sinistra" ( non a caso piace a benigni...) pronta per il "sol dell'avvenir" ( come si sperava a quei tempi da parte comunista )
saluti,
marco