Dalle mie più recenti letture (citate in due miei libri) ero rimasto fermo all'informazione che nell'universo visibile (uno dei tanti universi compresi nel pluriverso) vi fossero circa 200 miliardi di galassie contenenti ciascuna da 100 a 200 miliardi di stelle. Ora il telescopio Hubble ha scoperto che in effetti le galassie dell'universo visibile sono circa 2000. Era già spaventoso il numero 200. Quello di 2000 è l'ultima mazzata, il colpo mortale contro tutte le menzogne che l'umanità ci ha propinato con le religioni, tutte antropocentriche e pertanto degne solo di ridicolo e di disprezzo. Ha pensato un Dio che avrebbe creato un universo (nel pluriverso) avendo come fine solo la creazione della vita sul pianeta Terra e conseguentemente quella della specie umana. E per questa specie relegata in un puntino infinitesimale del pluriverso questo Dio si sarebbe incarnato facendosi crocifiggere (almeno secondo la versione cristiana) ai fini della salvezza umana dal peccato originale. Fatte le dovute distinzioni tra ebraismo, cristianesimo e islamismo rimane la sproporzione tra l'infinità del pluriverso e la pretesa umana di essere l'ombelico del pluriverso. Solo uno sciocco o un demente potrebbe giustificare tanta sproporzione. Le baggianate delle religioni avevano un senso nell'antichità (ma non nel pensiero greco presocratico) quando si pensava che l'universo fosse finito e la Terra ne fosse il centro. Poi avvenne la prima crisi quando la Terra fu spostata in periferia con il sistema copernicano e soprattutto con Keplero. Ma già Cartesio aveva scritto (Le Monde) che l'universo era infinito (al contrario di Newton che lo pensava ancora finito). Poi vi fu la scoperta di Hubble (da cui prende il nome l'odierno telescopio) che nel 1929 scoprì che l'universo era in espansione, mettendo in crisi Einstein che pensava che l'universo fosse stazionario. Ma si continuava a pensare che l'universo visibile fosse l'unico universo. E così la teologia poteva ancora avere buon gioco con l'affermare che l'universo in espansione avesse avuto origine dal Big Bang come inizio assoluto identificantesi con la creazione. Ma anche questo tentativo ulteriore della teologia di cercare sempre di adeguarsi a nuove scoperte scientifiche mangiando continuamente rospi (come quella di Darwin nella biologia evoluzionistica) era destinata a fallire con la riduzione del Big Bang ad un episodio isolato nel pluriverso, dove casualmente si formano delle concentrazioni di energie o "bolle" che esplodono dando luogo all'espansione di esse con la formazione di universi in espansione che sono destinati ad esaurire la loro energia. A parte il pluriverso con la fine della teoria del Big Bang come origine dell'unico universo, quello visibile, vi è da rimanere storditi al pensiero di un universo che comprende 2000 miliardi di galassie. Vi era proprio bisogno di crearne tante se l'unico scopo era quello di formare un sistema solare come il nostro? Ciò che segue è tratto da un mio libro.
Roger Penrose, matematico di fama mondiale, nel suo libro
di più di mille pagine intitolato La
strada che porta alla realtà (2004) ha svolto anche riflessioni riguardanti
il principio antropico, scrivendo: “Se la vita senziente è possibile, ci
dobbiamo aspettare la sua presenza in un universo spazialmente infinito, anche
se è estremamente improbabile che le condizioni per la sua esistenza siano
soddisfatte in qualsiasi regione finita dell’universo. In un universo
spazialmente infinito la nostra previsione è che vi dovrebbe essere qualche luogo
nella sua infinita estensione dove appare la vita senziente, se non altro per
una fortuita riunione di tutti gli ingredienti necessari. Ciò avverrebbe
soltanto per caso, anche se in modo straordinariamente raro…È persino difficile
immaginare che sia necessario qualcosa al di fuori della nostra galassia. Ma
potrebbe essere che la vita intelligente sia molto rara e che quindi sia meglio
avere a disposizione un po’ più di spazio. Cerchiamo di essere generosi,
chiedendo che una regione che abbia come raggio un decimo della distanza fino
al bordo dell’universo osservabile debba rassomigliare all’universo che
conosciamo, non curandoci di ciò che avviene all’esterno di questa regione”.[1]
Prosegue Penrose osservando: “Vedete quale incredibile spreco sia stato per il
Creatore il prendersi disturbo di produrre quest’altra parte dell’universo, di
cui non abbiamo effettivamente bisogno – e di cui quindi non ha effettivamente
bisogno il principio antropico – per la nostra esistenza…Sarebbe stato molto
più economico in termini di probabilità avere mille di queste regioni più
piccole che soltanto un universo più grande”. Tutto ciò serve a far capire come
il Big Bang non possa essere stato “una sorta di scelta iniziale” dovuta ad un
«atto di Dio», che sarebbe stato uno sprecone se avesse voluto creare il mondo
in funzione della creazione dell’uomo.
4 commenti:
professore,
i multiversi sono gli altri mondi possibili.
c'è quello in cui ha vinto Hitler, per esempio.
ma non solo. sono tutti personalizzati. ce n'è uno dove il prof Pietro Melis vota pd, un altro dove napolitano muore a 50 anni stirato da un tir e così via.
e noi finiamo nel multiverso che ci scegliamo, come diretta conseguenza delle nostre scelte. ( principio causa-effetto )
saluti,
marco
Ho studiato anni fa il libro
Un solo mondo o infiniti? - Alex Vilenkin - Raffaello Cortina Editore ...
www.raffaellocortina.it › Scienza e Divulgazione scientifica
Pioniere della cosmologia contemporanea, Vilenkin parla al lettore di una nuova immagine dell'Universo, inizialmente molto controversa e che sta ora ...
Ma a parte il pluriverso, che è una teoria ormai accreditata scientificamente, vale la considerazione che un universo avente 2000 miliardi di galassie demolisce tutte le frottole religiose demolendo l'antropocentrismo.
Be' anche "solo" 100 miliardi di galassie, cifra accreditata fino a ieri, erano sufficienti per demolire tutte le teologie. Stranamente però le dimensioni incredibili dell'universo non hanno ancora intaccato la fede di ... Zichichi (che immagina siamo soli nell'universo ...). E le varie Chiese non sono ancora sparite.
Io ho letto ieri che il nostro universo contiene probabilmente oltre un miliardo di galassie, invece di cento (dunque "solo" dieci volte di più). Non in tutte le galassie ci sono però miliardi di stelle. Sembra che queste nuove galassie ora scoperte siano di dimensioni modeste, tanto che si sono fuse con altre galassie. Sono irritato dalle approssimazioni relative al numero di stelle delle varie galassie. Margherita Hack sosteneva che nella Via Lattea dovrebbero esserci 300-400 miliardi di stelle. Ultimamente ho sentito dire che ce ne dovrebbero essere circa duecento e ieri uno ha detto che le stelle della Via Lattea sarebbero circa
cento miliardi. Si tratta evidentemente di stime, ma le differenze sono notevoli. Si potrebbe dubitare dalla serietà di queste stime.
Caro Sergio, che siano 100 o 2000 le galassie dell'universo visibile (a parte il pluriverso) il fatto è che è valida l'osservazione di Penrose secondo cui questo Dio sarebbe stato uno SPRECONE non avendo saputo calcolare la grandezza dell'universo per avere nel calcolo delle probabilità la formazione di un sistema solare come il nostro che consentisse la vita in uno dei suoi pianeti. Dice Penrose che sarebbe bastata una minore quantità di materia dell'universo (visibile)per avere la probabilità che in essa si formasse un universo comprendente un sistema solare come il nostro. Se poi le galassie sono 2000 questo Dio è stato ancora più sprecone. Un Dio che non conosce la matematica.
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