domenica 3 marzo 2019

CHIUDERE L'ANPI ASSOCIAZIONE CHE PROPAGANDA SOLO ODIO

ANPI, Associazione Nazionale Parassiti Italiani.  Chi sarebbero gli associati se i veri partigiani sono tutti o quasi tutti morti? Sono dei parassiti che usufruiscono di danaro pubblico. E nemmeno questo governo ha il coraggio di chiuderla. Si nutrono di un odio contro tutti coloro che non la pensano come loro. I veri partigiani, checché se ne pensi di essi, combatterono con le armi, non sfilando come nelle pagliacciate odierne. Non hanno mai conosciuto la guerriglia (non guerra) partigiana. A che titolo dunque pretendono di presentarsi come partigiani? A parte il fatto che i veri partigiani causarono solo danni, mentre la "liberazione" (dipende dai punti di vista) fu fatta dagli anglo-americani, anche bombardando sulla popolazione civile (basti ricordare i bombardamenti su Roma nel quartiere di S. Lorenzo, la distruzione dell'Abbazia benedettina di Montecassino del VII secolo, i mille morti del centro storico di Cagliari, che non aveva alcuna importanza militare) nonché sparando vigliaccamente sui tedeschi  provocando le rappresaglie o  sparando anche sui tedeschi in fuga nell'ultimo mese di guerra per presentarsi poi come liberatori. Queste furono le prodezze dei cosiddetti partigiani. Quelli comunisti per di più spararono anche sui partigiani non comunisti per favorire la perdita dell'Istria a favore del governo comunista del massacratore Tito, quello che fece finire migliaia di italiani nelle foibe. 
E oggi chi vogliono rappresentare i parassiti dell'ANPI? 
Anche i negri venuti come clandestini dall'Africa.

Gli eredi dei partigiani vogliono che il saluto romano sia multato






Testo di Paolo Sensini



I signori dell'ANPI declamano a parole di essere "per la libertà e contro la dittatura", concetti piuttosto vaghi e astratti, ma se qualcuno mette una maglietta sbagliata lo trascinano in tribunale esigendo per il malcapitato un bel po' di galera e quattrini come "risarcimento danni". Un'associazione alla quale è stato riconosciuto lo status di ente morale, che conta più di 120mila iscritti e, in virtù di un protocollo firmato con il MIUR, promuove anche numerose iniziative nelle scuole. Gli stessi che, senza ravvisarvi alcuna contraddizione, manifestano per la libertà di satira verso chiunque, morti compresi, da parte di giornali satirici come il francese "Charlie Hebdo".

Così, su denuncia dell'ANPI il tribunale di Forlì ha condannato penalmente Selene Ticchi a quattro mesi di reclusione, convertita in multa di 9.050 euro più il pagamento d'ingenti spese processuali. Ed ecco che ora i compagni partigiani vanno a incassare una bella sommetta, oltre ai già lauti finanziamenti pubblici che prendono da 74 anni, senza alcuna fatica. Ma non gli basta ancora. "Contro episodi simili", tuona il presidente della sezione ANPI provinciale di Forlì-Cesena Gianfranco Miro Gori, "si è tentato un giro di vite con la Legge Fiano, ma spesso si tende a non intervenire. Quasi sempre si sottovalutano i saluti romani. Occorre invece condannare gesti come questi non per essere autoritari, ma perché l'uomo ha una quota di cattiveria che bisogna fermare e denunciare" prima "che sfoci in fenomeni di razzismo". E nel frattempo, una volta stabilito il prezzo per ogni saluto che non è gradito dai compagni partigiani, loro si apprestano a incassare. Avanti popolo alla riscossa!

1 commento:

Alessio ha detto...

Addirittura in alcuni comuni di montagna nel nord Italia la popolazione, esasperata per le razzie dei partigiani imboscati, decisero di denunciarli ai tedeschi di loro iniziativa, poiché sapevano che i commando tedeschi avrebbero fatto piazza pulita dei guerriglieri! Ovviamente si tratta di episodi tramandati solo oralmente e con le labbra serrate, poiché la verità ufficiale è quella che i partigiani erano eroi e che la popolazione era tutta con loro, che li vedeva come liberatori. Oltretutto i gruppi partigiani erano divisi da un odio incredibile, i partigiani comunisti odiavano i partigiani cattolici e filomonarchici, i liberali odiavano a loro volta i comunisti. Molti di loro erano renitenti alla leva e fuorilegge, che vollero mascherare il fatto di essere delinquenti comuni aderendo ad una causa che nemmeno conoscevano a fondo, i partigiani comunisti poi erano i più ignoranti di tutti, semi-analfabeti, ragionavano solo per slogan. Non distinguevano nemmeno il fascismo dal nazismo, altrimenti avrebbero compreso che nella costituzione della Repubblica di Salò vi erano evidenti influenze ideologiche di tipo socialista.