mercoledì 2 ottobre 2019

IL CROCIFISSO NEGLI UFFICI PUBBLICI COME SIMBOLO DELLO STATO LAICO

Da sbattere in faccia soprattutto nelle scuole a tutti i musulmani, che debbono riconoscere le radici greco-romano-cristiane dell'Occidente. Se non va loro se ne vadano. Sono la peste della Terra. Anche un agnostico deve riconoscere queste radici. L'ateo Benedetto Croce scrisse un libretto  intitolato: Perché non possiamo non dirci cristiani. Volenti  o nolenti il cristianesimo ha ereditato la cultura greca, nonostante i periodi bui della caccia agli eretici e alle cosiddette streghe innalzando dei roghi. Ricordiamo il martirio di Giordano Bruno. Ma il cristianesimo ebbe anche delle luci a cominciare dalla pittura, che in Italia nacque come pittura religiosa (vedi Giotto), dalla musica con il monaco Guido d'Arezzo, ideatore della moderna notazione musicale, dalla filosofia e dalle scienze persino nel Medievo. Nonostante le varie diatribe all'interno della Chiesa di Roma. Vedi il processo a Galileo. I più grandi filosofi medievali furono S. Tomaso (domenicano), Guglielmo di Ockham (francescano) e Duns Scoto (anch'egli francescano). Gli ultimi due ridussero la religione ad una questione di fede separandola dalla filosofia e dalla conoscenza scientifica, giungendo a scrivere che è impossibile dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio.  Per Duns Scoto nella teologia la ragione ha un valore solo pratico e non teoretico, cioè conoscitivo.Le proposizioni di fede non sono dimostrabili. La stessa scienza moderna è nata nell'Europa cristiana, e cristiani erano tutti i maggiori scienziati del '600. Vi sono poi due frasi importanti di Gesù: "Il mio Regno non è di questo mondo"; "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Separazione tra religione e Stato consacrata dalla dottrina delle due spade (potere religioso e potere temporale) di papa Gelasio I. Anche se poi la storia della Chiesa dei papi fu la negazione di tale dottrina. Ma il principio rimase. Lo stesso S. Paolo, il vero fondatore del cristianesimo, fu fautore della distinzione tra fede e potere temporale perché nella Lettera ai Romani (14) ha imposto ai cristiani di obbedire alle leggi di Roma ricordando che l'imperatore aveva potere di vita e di morte sui cittadini (Ius gladii, diritto di spada).
Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite. Infatti non c’è autorità se non da Dio: quelle che esistono sono stabilite da Dio. 2Quindi chi si oppone all’autorità, si oppone all’ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono attireranno su di sé la condanna. 3I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver paura dell’autorità? Fa’ il bene e ne avrai lode, 4poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora devi temere, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi fa il male. 5Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. 6Per questo infatti voi pagate anche le tasse: quelli che svolgono questo compito sono a servizio di Dio. 7Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi si devono le tasse, date le tasse; a chi l’imposta, l’imposta; a chi il timore, il timore; a chi il rispetto, il rispetto.

Tutto il contrario nell'islamismo dove è impossibile distinguere la sua peste religiosa dall'autorità statale con la conseguenza dell'impossibilità di concepire uno Stato laico.     

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