domenica 27 ottobre 2019

OCCORRE OGGI PER L'ECONOMIA IL MUSSOLINI SOCIALISTA DELLA R.S.I.

Mussolini fu e rimase socialista anche quando inventò il fascismo con l'aiuto della borghesia. Vi fu un comunista, Nicola Bombacci, che lo capì. Egli fu cofondatore del P.C.I. con Antonio Gramsci e fu delegato del partito alle onoranze funebri di Lenin a Mosca nel 1924. Poi fu espulso dal P. C. I. essendo stato ritenuto un apostata da Gramsci per il suo essersi avvicinato al fascismo. Come mai? Gramsci, che certamente non era antifascista perché fosse democratico (e non poteva esserlo se era vicino ideologicamente ai bolscevichi), non capì mai che vi erano affinità tra il fascismo e il comunismo che non potevano invece sussistere tra il liberismo e il comunismo. Infatti il fascismo, andato al potere con il capitalismo delle grandi imprese, che egli sfruttò solo per ragioni di potere, rimanendo anticapitalista, impose una legislazione statalistica con una legislazione sociale che, definita da Churchill la migliore del mondo, controllava il profitto delle grandi imprese. Ricordiamo L'INPS, la BNL (banca statale per contrastare le banche private), l'Istituto Nazionale Case Popolari, l'Istituto Nazionale Case Impiegati dello Stato, le colonie estive gratuite per tutte le scuole, l'Agip, la bonifica della paludi pontine, il rafforzamento della lira (che faceva aggio sull'oro), la costruzioni di nuove bellisime città secondo uno stile classico razionale dovuto a grandi architetti, che usavano la pietra e non il calcestruzzo. Ancora oggi si riconoscono subito le costruzioni risalenti all'epoca fascista, con una bella piazza al centro su cui si affacciano gli edifici pubblici. Contro il degrado delle costruzioni odierne. Il danaro statale fu investito in grandi opere di infrastrutture, che i governi di oggi, schiavi della dittatura dell'Unione Europea, non possono o non sono capaci di attuare. Lo statalismo è ciò che accomuna fascismo e comunismo senza le distorsioni del comunismo. Con la R.S.I., apparentemente creatura del nazismo (giacché dopo l'8 settembre 1943 Hitler volle salvare Mussolini imponendogli la costituzione della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana) Mussolini nominò ministro dell'economia l'ex comunista Nicola Bombacci (ex solo perché espulso dal P.C.I. ma rimasto sostanzialmente comunista). Infatti provvide subito alla socializzazione delle imprese. Il che comportava che fine ultimo delle imprese non fosse l'aumento del profitto (come oggi nel capitalismo) ma la salvaguardia dei posti di lavoro degli operai, resi partecipi degli utili dell'impresa, e perciò comproprietari di essa. Questo significava un ulteriore passo verso il socialismo. Bombacci entrava nelle fabbriche chiamando gli operai "compagni" e non camerati. Eppure i fanatici comunisti di allora non lo compresero e non risparmiarono a Dongo nemmeno la vita di Nicola Bombacci quando vigliaccamente, senza nemmeno una farsa di processo, lo fucilarono insieme ad altri gerarchi fascisti. Bombacci morì gridando: VIVA IL SOCIALISMO!
L'infamia storica ricada sui suoi assassini.             

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