giovedì 12 ottobre 2023

COME CONVIVETE CON IL VUOTO DOPO LA MORTE?

Nel mio libro del 2010 Io non volevo nascere. Sottotitolo Un mondo senza certezze e senza giustizia. Filosofi odierni alla berlina ho dedicato una lunga premessa su questo tema.  

Non nascendo mi sarei sottratto al pensiero del nulla dopo la morte. La vita è una malattia mortale, ha il 100% di decessi. Pensateci bene. Ha scritto Ludwig Büchner nel suo libro Forza e materia: E' forse più terribile il pensiero del nulla dopo la morte o non è più terribile il pensiero che dopo morti, divenendo immortali, non possiamo più morire? Aggiungo io: non so raffigurami una eternità, fosse pure di beatitudine, priva di ogni progetto di esistenza. Lo so, è un non senso linguistico, ma aggrappato alla mia coscienza, vorrei avere la coscienza di essere morto affacciandomi per pochi secondi al nulla per avere finalmente la verità che dopo morti vi è il nulla. Per chi muore è come se il mondo si annientasse. E tutto l'universo? Non esiste più. Heidegger (Essere e tempo, 1927) ha scritto che il nulla esiste, ma nel senso che la vita è nella coscienza un essere per la morte, cioè per il nulla. Da qui la distinzione tra vita autentica e vita inautentica. E' inautentica la vita di coloro che vivono non accompagnando alla loro attività - se pure importante, tale da passare alla storia, nel bene o nel male - la coscienza di dare troppo valore a ciò che fanno e rimangono nel "si dice", nel "si fa". Si eviterebbe il fanatismo. Mi consolo pensando che coloro che sono passati alla storia dopo morti non potranno godere della loro fama. Ne godranno i posteri, e i posteri famosi godranno della loro fama presso altri posteri e così avanti. I non famosi debbono consolarsi pensando di essere equiparati ai famosi dopo la morte.   Quora come convivere con il vuoto dopo la morte      

7 commenti:

Pippo ha detto...

Io ho più paura, anzi, autentico terrore che, dopo morto, io possa rinascere, (ma non io, ) bensì in un'altra entità vivente, un'altra coscienza illuminata dal sole, ( dopo quanto tempo dal decesso , non è dato di sapere). Il dramma è che non si potrà scegliere in quale essere vivente si incarnerà la nuova volontà di vita. Del resto noi non abbiamo scelto di nascere esseri umani, ci siamo ritrovati senza volerlo in questa razza.In ogni considerazioni terribili, spaventose, che solo l'uomo dotato di intelligenza può indagare. Gli animali, fortunati loro, ( ma solo per questo fatto) vivono serenamente e senza angoscia.

Pietro Melis ha detto...

Non ho voluto prendere in considerazione la metempsicosi. Platone (Repubblica) ha immaginato che le anime potessero scegliere in un limitato numero di scelte a causa della loro vita precedente che influisce sulla loro capacità di scegliere una vita migliore. Tutta fantasia. Purtroppo nessuno è tornato per darci la certezza di una sopravvivenza.Ma anche se vi fosse un aldilà è questa eternità che mi spaventa non potendo più avere per l'eternità progetti di vita. Mi immagino una noia eterna che cancellerebbe anche uno stato di beatitudine. Eppure se legge i commenti al titolo su Quora scoprirà che uno che dice di essere stato in coma e di avere visto dall'alto i medici che attorniavano il suo corpo sentendo ciò che dicevano, a riprova che vi sarebbe stato uno sdoppiamento dell'anima, quella corporea e quella "astrale". Dalle mie vecchie letture di parapsicologia (ero trentenne e compravo i mensili chiamati "arcana" e "Il giornale dei misteri")traggo per esempio il ricordo di uno che diceva di avere durante il sonno la capacità di uscire dal proprio corpo e di vagare per tutto il tempo del sonno per rientrare nel corpo nel risveglio. .

Vox Veritatis ha detto...

Te lo dico per farti ragionare non come insulto o per provocare ma sono deliri, e fantasie da bimbo.
La verità è che non c'è più nulla, il fatto che abbiamo paura di morire e piangiamo e soffriamo quando muore qualcuno a noi caro è la risposta automatica insita del cervello che abbiamo capito e sappiamo, anche se molti non lo accettano, che quando si muore si scompare per sempre e non possiamo più ritornare in vita e rivedere il morto in nessun altro modo.
Basta accettarlo, invece che perdere tempo a farsi venire la paura, l'ansia e chissà cos'altro di morire e della morte, è il ciclo della vita come nascere e vivere, tutto qua.

Vox Veritatis ha detto...

Lei Melis pensa di far chiudere il blog da qualche suo parente o amico cancellandolo alla sua morte o lo terrà aperto? Come ho detto all'altro commentatore non capisco qual'è il problema di morire è il percorso della vita, niente seghe mentali e si capisce che è normale che c'è.
E lo dico io che ho solo 31 anni. Voi che siete anziani dovreste averlo capito e accettato molti, molti anni fa.

Pietro Melis ha detto...

Ciò che ha scritto la Vove della Verità non mi consola. Come la famosa ma per me BANALE frase di Epicuro: Quando vi è la morte non vi siamo noi, e quando vi siamo noi non vi è la morte.

Pietro Melis ha detto...

E ciò che ogni tanto mi domando. Ma vi è un modo per non farlo scomparire del tutto. Riportare tutto il blog nella memoria di una pennina. Ma è evidente che ciò non basta per renderlo pubblico. Bisognerebbe, come mi aveva proposto un editore (per fare soldi) trasformare il blog in un libro. Comunque, debbo informarmi per sapere se il mio blog possa sopravvivermi. Come se fosse un libro.

Pippo ha detto...

Vorrei tanto che non ci fosse più nulla dopo la morte, ma non ne sono affatto sicuro. Del resto lei non può provare la sua ipotesi, come io non posso provare la mia.