mercoledì 17 agosto 2011

LE MASSIME STRONZATE DEL FILOSOFO EMANUELE SEVERINO

Nel giorno del mio triste compleanno non vi è modo migliore di ricordarlo (non di festeggiarlo perché non ho alcunché da festeggiare in questa vita) che scrivere qualcosa per demolire le sciocchezze di un noto filosofo opinionista sul Corriere della sera e su La Repubblica, oltre che in altri siti e giornali e nelle TV.

Questo venditore di fumo che passa per grande opinionista non smentisce mai se stesso nello scrivere stronzate. Incominciamo dalla stronzata consistente nell'aver voluto radicalizzare Parmenide dicendo che anche gli enti particolari sono eterni e non soltanto l'essere nella sua totalità(come pensava Parmenide). Gli enti particolari si sottraggono secondo Severino alla visibilità ma non si annullano. Dunque dovrebbe esserci la sopravvivenza di tutte le forme di vita? Anche dei batteri? Vorrei che fosse così perché mi farebbe schifo e sarebbe la massima ingiustizia un aldilà in cui vi fosse solo la sopravvivenza della specie umana, in contrasto con l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita. Ma si sa che Severino, partendo dalla premessa che tutti gli enti, non soltanto l'essere, sono eterni, è giunto ad escludere (per esempio nell'opera Abitatori del tempo) l'esistenza dell'evoluzione biologica fondata sulla casualità e sulla selezione naturale. L'evoluzione per lui è solo apparente. Di fatto non esiste perché secondo Severino (che vuole sostituirsi persino agli scienziati della grandezza dei biologi Jacques Monod e Fraçois Jacob, premi Nobel 1962) tutto è predeterminato. Dunque era predeterminato anche che Severino nascesse e che fosse proprio quello spermatozoo da cui è nato a vincere la corsa tra 200 o 300 milioni di spermatozoi perché, se ne fosse arrivato un altro, Severino non sarebbe nato. Peccato che non ne sia arrivato un altro. La filosofia ne avrebbe guadagnato. E quando arriverà anche per lui il momento di lasciare la vita Severino non morirà, ma si sottrarrà solo alla visibilità. Ma dove andrà a finire? Me lo dica. Non basta. Poiché anche tutti gli enti particolari solo eterni, Severino esisteva ancor prima di nascere. Quando è nato è passato dall'invisibilità degli spermatozoi di tutti i suoi antenati (sino ad arrivare almeno all'australopithecus) alla visibilità. Tornerà poi un giorno alla visibilità? Filosofia da barzelletta.
Da un'intera vita Severino (82 anni) va ripetendo la solita cantilena, sino alla nausea, che dice che tutta la storia dell'Occidente è malata a causa del fatto che ha fatto prevalere la considerazione del divenire (a cui sarebbe legata l'idea di progresso) considerando il divenire come un provenire dal nulla per tornare nel nulla. Ma chi ha messo in testa a Severino questa scempiaggine? Se l'è inventata lui, proprio lui che ha studiato i presocratici. Ma pare che, se non è in malafede, i presocratici non li abbia affatto capiti. Qui sta il punto. Il divenire, per esempio in Anassimandro e in Eraclito, non è un provenire dal nulla per tornare nel nulla, ma, al contrario, un provenire dall'essere per tornare nell'essere. Esempio: Anassimandro (dai frammenti e dalle citazioni) risulta avere pensato che un mondo si formasse e si organizzasse per leggi fisiche staccandosi dalla materia infinita e indefinita (priva degli elementi fuoco, aria, acqua terra). Questo formarsi del mondo come distacco dalla materia infinita e indefinita veniva interpretata antropomorficamente come un peccato di Ybris (superbia o arroganza) che doveva essere scontato con la fine del ciclo del mondo costituitosi e ordinatosi staccandosi dalla materia infinita e indefinita (àpeiron, che significa priva di limite). Così l'universo era un continuo formarsi e disfarsi dei mondi nascenti dall'àpeiron. Un mondo nasceva dall'essere dell'àpeiron e in esso tornava. Famoso il frammento di Anassimandro, che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro nelle sue varie e sottili interpretazioni. Esso dice: "Ma là donde le cose hanno il loro sorgere si volge anche il loro venir meno, secondo necessità; esse pagano reciprocamente la pena e il fio per la loro malvagità secondo il tempo stabilito". Anche per Eraclito tutti i mondi (con gli elementi fuoco, aria, acqua, terra) nascono dal fuoco come sostanza-energia e nel fuoco si dissolveranno. Dove sta dunque il nascere dal nulla per tornare nel nulla secondo la panzana che Severino attribuisce all'interpretazione che erroneamente si sarebbe sempre data, secondo lui, del divenire? Pare che costui si sia inventato questa formulazione del divenire, che, condannandola, attribuisce ad altri, per diventare originale, a costo di dire, oltre che delle falsità attribuendole ad autori che hanno detto il contrario, anche delle vere e proprie stronzate. Come può il divenire essere un provenire dal nulla per tornare nel nulla? Severino forse ha pensato che così fosse statoa interpretato il divenire in analogia con la nascita e con la morte. Certo, ogni essere vivente proviene dal nulla (in quanto prima come singolo essere vivente compiuto nella sua forma non esisteva) e torna nel nulla con la morte. Ma vi torna come annullamento della vita. Esso stava prima in potenza negli spermatozoi e ovuli di tutti i sui antenati, sino alle prime forme di vita, da cui, per comune origine di esse , è nata l'evoluzione con la formazione (attraverso parecchie estinzioni di specie) di tutte le specie viventi. Ma non si può dire che un individuo provenga dal nulla per tornare nel nulla. Torna nel nulla come essere vivente ma non come corpo morto. Nulla si crea e nulla si distrugge. Tutto si trasforma. Questo era stato detto dai presocratici prima della famosa legge di Lavoisier. L'espressione di Severino è dunque una grande idiozia, già criticata severamente da filosofi meno noti di lui sebbene non abbiano scritto le scempiaggini di Severino. Pare che per essere famosi sia oggi necessario dire qualcosa di assolutamente originale, a costo di dire stronzate.

Inoltre questo imbroglione o è ignorante o è fazioso. Forse tutti e due. Non ha capito l'enorme differenza tra cristianesimo ed Islam, facendo di quest'ultimo una religione appartenente alla tradizione europea. L'Islam, al contrario, è stato il più feroce nemico dell'Europa. In tutti sensi. Politicamente e dottrinalmente. E meno male che dal 1683 (quando i Turchi furono finalmente battuti a pochi km da Vienna e iniziò da allora il declino turco) l'islamismo incominciò a retrocedere dall'Europa, lasciando purtroppo delle sacche vergognose di europei islamici nella penisola balcanica. Anche dal punto di vista della storia della scienza Severino non ha mai capito un CAZZO. Nonostante i vari processi e roghi (Giulio Cesare Vanini, Michele Serveto, Giordano Bruno) la scienza greca si rifugiò nel cristianesimo, che si presentò come erede di essa. Severino non sa o fa finta di non sapere che nel Medievo e nel Rinascimento tutti i maggiori scienziati erano cristiani se non anche preti e cardinali (come il vescovo di Parigi Oresme nel XIV secolo e il Cardinale Cusano nel XV secolo). Oresme concepì il moto rotatorio della Terra e il cardinale matematico e filosofo Cusano affermò che il mondo era infinito e che la Terra , che si muoveva anch'essa, non poteva pertanto essere centro del mondo. Il cristianesimo sino alla disgrazia della Riforma protestante, che con Lutero e con Calvino portò alla dottrina folle della predestinazione (desunta da quel folle fanatico che fu S. Agostino - guardarsi da convertiti) fu una scuola di liberalismo. Ognuno poteva dire ciò che voleva sul mondo senza essere perseguitato. Ma Lutero e Calvino furono i primi nemici dell'astronomia di Copernico. E la Chiesa cattolica allora, per non farsi superare dai protestanti, da liberale divenne conservatrice anch'essa e rinnegò l'opera di Copernico, che aveva dedicato il suo De revolutionibus orbium coelestium al papa Paolo III, che gli fu assai grato della dedica. Ma, nonostante il processo a Galileo, la scienza moderna progredì nell'Europa cristiana, e tutti i maggiori scienziati della rivoluzione scientifica del XVII secolo erano cristiani (compresi Cartesio, Pascal, Leibniz, Huyghens, Newton). E Severino si dimentica che Copernico era un canonico polacco che studiò per 10 anni in Italia e che anche Keplero (senza il quale non sarebbe esistito lo scienziato Newton, che ricavò dalle famose tre leggi empiriche di Keplero la legge della gravitazione univerale e tutta la meccanica moderna) era cristiano platonico nel cattolico impero austriaco degli Asburgo. La scienza moderna poteva nascere solo nell'Europa cristiana. Ma nemmeno questo ha capito questo stronzo di Severino. Perché non l'ha capito? Perché non ha capito che l'Europa è stata salvata dal fatto che solo il cristianesimo, con la concezione TRINITARIA di Dio poteva essere traghettatore della razionalità greca facendosi erede del LOGOS platonico (per non andare più indietro nel tempo sino ai presocratici, che Severino si vanta di conoscere bene ma che evidentemente non ha capito). Perché il fuoco di Eraclito è la razionalità stessa della natura, come lo è l'essere di Parmenide o lo sono i principi naturali che sono il fondamento della natura in Anassimandro, in Empedocle, in Anassagora)e in Democrito. Il cristianesimo ha ereditato con la trinità il Logos greco della triade neoplatonica Uno-Intelletto (Logos)-Anima del mondo. Il Verbo cristiano (di cui Gesù sarebbe una incarnazione, secondo la favola dei Vangeli - ma la resurrezione di Gesù è un'invenzione del pluriassassino Saulo, divenuto S. Paolo) conservò la stessa funzione del Logos greco, per cui lo scienziato cristiano, studiando la natura, aveva la convinzione di conoscere anche la natura divina rispecchiantesi nelle sue opere. Da qui l'interesse dello scienziato cristiano allo studio della natura. Nulla di tutto questo sarebbe avvenuto senza la TRINITA'. Non vi sarebbe stato l'interesse allo studio della natura per conoscere la razionalità divina nella razionalità della natura. La controprova di ciò è il fatto che mai la rivoluzione scientifica moderna sarebbe potuta nascere all'interno dell'ebraismo religioso e dell'islamismo. Ma Severino non l'ha capito. Perchè non ha capito la fondamentale differenza tra cristianesimo da una parte e islamismo ed ebraismo dall'altra. Questi ultimi due sono privi della Trinità. In essi la volontà di Jahweh (che corrisponde ad Allah, che aggiunge a Jahweh il proselitismo anche con l'invasione e la conquista armata, mentre l'ebraismo non ha fatto mai proselitismo identificando la religione con la razza ebraica) sopravanza completamente la ragione. Prima viene la volontà, e la ragione è prodotto della volontà. Da qui tutta l'irrazionalità dell'ebraismo religioso e dell'islamismo, che non potevano essere certamente le sorgenti storiche della scienza moderna. Al contrario il cristianesimo ha ridotto al silenzio il Padre (che dovrebbe essere lo Jahweh ebraico) rappresentante la Potenza. Ma si tratta di una Potenza che è limitata nella Trinità dal Figlio, che è il Logos. Dunque il Padre non può essere onnipotente (come Jaweh nell'Antico Testamento e Allah nel più pazzesco Corano). La sua Potenza deve fare sempre i conti con il Verbo (il Figlio), che rimane il Logos greco. Niente di tutto questo ha capito il famoso Severino che fa l'opinionista sui giornali e viene ritenuto una specie di guru della filosofia. Mentre è soltanto un grafomane ripetitivo sino alla nausea che nasconde la sua povertà di pensiero dietro un linguaggio astruso per iniziati. Come uno che indossi un bel cappotto per nascondere tutte le miserie del suo abito vecchio e logoro. In questi tempi si può essere noti come Severino nonostante tutte le stronzate che ha scritto e sconosciuti come me nonostante nei miei libri non abbia mai scritto stronzate. Così va il mondo superficiale ed ignorante dei mass media.

43 commenti:

Massimo ha detto...

Ci avrei giurato che era del leone!
Auguri, un po' in ritardo ...
Non si arrabbi, sono solo piccole stronzate astrologiche ...
Sono pienamente d'accordo con lei su Severino. Quell'uomo farnetica e non si è mai capito veramente perché abbia tutto questo credito.
Professore, mi piace la sua veemenza. Non ce n'è abbastanza al giorno d'oggi. Troppa gente che parla a vanvera.
Su alcune cose che ho letto nel suo blog non sono esattamente d'accordo con lei, ma mi piace come le dice.
Stia bene.

Anonimo ha detto...

Eccoe un altro bocciato da Severino.Parole farneticanti di chi non ha aperto un a pagina di questo gigante.Sostanzialmente,un'espolsione sterile di priapismo pseudo intellettuale.Studi!

Anonimo ha detto...

E oltretutto auto-referenziale fino alla nausea.Dice il melis ( lasciamo stare prof,è meglio),che nei suoi libri non ha mai scritto stronzate.Affermazione imprudente.Visto che questo dovrebbe lasciarlo decidere a coloro che non li hanno letti.Dunque,una marea infinita.Ah! L'invidia dei vinti...brutta bestia.

apeiron ha detto...

...ah,a proposito.Avesse messo "genetliaco" al posto di compleanno le cose non cambiavano.Il suo rimene semplicemente un rancoroso elenco di notizie storico filosofiche che il primo pirla sarebbe in grado di copia-incollare.per il resto si parla di un Severino che intravvede solo lei,fra le nebbie profonde delle sue idee che sono poche,ma fortunatamente ben confuse.

apeiron ha detto...

E oltretutto auto-referenziale fino alla nausea.Dice il melis ( lasciamo stare prof,è meglio),che nei suoi libri non ha mai scritto stronzate.Affermazione imprudente.Visto che questo dovrebbe lasciarlo decidere a coloro che non li hanno letti.Dunque,una marea infinita.Ah! L'invidia dei vinti...brutta bestia.

apeiron ha detto...

Eccone un altro bocciato da Severino.Parole farneticanti di chi non ha aperto un a pagina di questo gigante.Sostanzialmente,un'espolsione sterile di priapismo pseudo intellettuale.Studi!

apeiron ha detto...

Apeiron,guardi le metto anche il nome.Però se mi promette di andare a vedere che significa.

Anonimo ha detto...

Caro sedicente "professor" Melis, si offende se le dico che Lei di Severino non solo non ha capito nulla, ma non ha verosimilmente mai aperto nemmeno una sua pagina? Da questo deriva il mio "sedicente", poiché se davvero fosse un professore come si deve, cioè serio e documentato, non avrebbe scritto le scempiaggini
_ oltretutto farcite di offese _ all'indirizzo di Severino. E' disonorevole pertanto tentar di rispondere ad uno come lei, perché il suo linguaggio non la mette nella condizione di poter interloquire in modo civile, essendo più consono ad un consesso di ubriachi...

Comunque, visto che mi sono abbassato per tentar di elevarla dal torpiloquio e dall'insulto gratuito, la invito, circa l'uscir dal niente di sé di una qualsiasi determinazione, a rileggere, o a leggere, poiché probabilmente non lo ha mai fatto, qualche testo di Platone e poi di Aristotele, dove potrà sincerarsi che sebbene nel divenire di un essente lo 'hypokeimenon' sia il sostrato che si mantiene immutabile, le determinazioni che ad esso aderiscono non godono dello stesso "privilegio", in quanto accidentali, cioè in quanto provenienti, ripeto, dal nulla di sé e ritornanti al loro esser state nulla. Capisco che tutto ciò sia per lei troppo complesso, ma vedrà che con un può di buona lena forse riuscirà _ forse _ a capirci qualcosa, il che, per un soggetto simile, costituirebbe già un traguardo ragguardevole...

Roberto Fiaschi

Anonimo ha detto...

Ma perché perde tempo scendendo a livello di chi sembra il mandante di Severino e delle sue allucinazioni? Sa che ultimamente Severino ha dichiarato di essere certo che ritroverà nell'aldilà la moglie? E' ridiventato cattolico o lo dice perché secondo lui gli enti sono eterni e con la morte si sottraggono solo alla visibilità? Vallo a comprendere questo individuo.

Pietro Melis ha detto...

Infatti: vallo a comprendere. Ma che cosa vi è da comprendere?

Anonimo ha detto...

Impari a usare un linguaggio più "civile", egregio prof melis! Impari il rispetto di chi la pensa diversamente da lei.

Pietro Melis ha detto...

All'ultimo anonimo

il rispetto bisogna meritarselo. E non ne meritano i ciarlatani che fanno gli opinionisti e contrabbandando per verità le proprie farneticazioni ponendosi contro anche le verità scientifiche. Io ho documentato le farneticazioni di Severino, disprezzato non soltanto da me nell'ambiente filosofico se pure con linguaggio paludato diverso dal mio. Non mi ricordo chi abbia detto che ogni filosofia inizia scrivendo male degli altri. Io uso il mio linguaggio adattandolo a chi se lo merita. E non si può avere riguardo nemmeno per chi presume di redarguirmi nascondendosi da vigliacco dietro l'anonimato.Dovrei rivolgermi ad un tecnico perché ogni commento non sia più anonimo.

Andrea B ha detto...

Lei e' un ignorante che non ha compreso nulla di Severino. Si vergogni e cambi mestiere. Non vale un'unghia della grandezza di Severino, vada a studiare saccente patentato.

Andrea B ha detto...

Aggiungo che lei prima insulta Severino poi minaccia l'anonimo che le risponde. Chi sia o chi non sia poco importa, cio' che e' certo riguarda il suo essere Professore, non aver compreso nulla di un pensatore e insultarlo saccentemente e poi lamentarsi se qualcuno le fa notare che non ha capito nulla. Le consiglio un mestiere piu' consono al suo livello, ci sta che si sbagli mestiere.

Pietro Melis ha detto...

Allo stronzo cagato a forza che si firma Andrea B (come al solito vigliaccamente senza dire che cosa faccia nella vita per presumere di dare lezioni a me). Abbia il coraggio di lasciare una email con nome e cognome. E' troppo facile insultare nascondendosi nell'anonimato.Prima o dopo finirà questa storia dell'anonimato perché un tecnico dovrà reimpostare l'accesso per scrivere commenti iscrivendosi. Comunque a questo stronzo cagato a forza (uso il linguaggio che questi individui si meritano)si merita il detto "chi si assomiglia si piglia". Si prenda quel paranoico ignorante di scienza, ciarlatano e squalificato anche in ambiente filosofico che è SEverino. E' tutta la vita che dice sempre le stesse stronzate, scisse completamente sia dalla scienza che dalla filosofia antica, che ha voluto travisare cercando di piegare Parmenide alle sue stronzate andando oltre Parmenide, che mai disse che gli enti, oltre all'Essere, fossero eterni, come, invece, scrive da tutta la vita il paranoico Severino. Forse anche in malafede se ha un briciolo di coscienza che gli permetta di riconoscere di fronte a se stesso (e non agli altri) di avere cercato un'originalità ad ogni costo dicendo sempre stronzate, cioè frasi senza senso. E che questo coglione (il bue che dice cornuto all'asino) che difende il paranoico Severino non mi rompa più i coglioni.Giri alla larga perché la prossima volta lo cancello. Ora basta.

Andrea B ha detto...
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Pietro Melis ha detto...

Questo Andrea B., insistemente vigliacco perché continua a conservare l'anonimato senza voler dire che cosa faccia nella vita per presumere di ergersi a critico attribuendo ad altri l'ignoranza senza sapere alcunché degli altri e delle letture che hanno fatto meritava di finire nella spazzatura. Probabilmente quando lessi L'essenza del nichilismo (1972) e poi La struttura originaria nel 1982 (ma pubblicata prima in altra edizione nel 1958) questo individuo forse (dato che non ha detto nemmeno l'età he ha) non sapeva nemmeno chi fosse Severino. E' insopportabile subire accuse di ignoranza da chi non conosce le letture che ho fatto e dà per scontato che scriva senza conoscere. Probabilmente costui non ha nemmeno capito un tubo di Severino. Se ne è innamorato e basta. Ma l'innamoramento gioca brutti scherzi perché impedisce di conoscere con la ragione, invece che con il sentimento, la persona amata, di cui nell'innamoramento non si riesce a conoscere i difetti. Ma la filosofia non richiede innamoramento nei sentimenti, ma l'uso della ragione perché altrimenti si rimane ciechi di fronte alle critiche e non si vede più altro. Orbene, chi si innamora di un tale come Severino che dall'età di 30 anni va ripetendo sino alla nausea la stessa cantilena che il nichilismo consiste nel far valere il divenire contro l'eternità non soltanto dell'essere parmanideo (e sin qui va bene) ma anche degli enti particolari, che dunque sarebbero anch'essi eterni e immortali, sta dicendo da pazzo che la morte non esiste ed è soltanto un sottrarsi alla visibilità. Ma llora, se tutti gli enti sono immortali ed eterni, sono eterni i pidocchi, le pulci, le zanzare, le zecche, etc.? Uno è anche padrone di dirlo, ma senza avere la presunzione di proporre verità assolute, perché allora si entra nel campo della psichiatria. Tanto vale allora rivolgersi a qualche religione che ammetta la reincarnazione o anche a Platone e ai neoplatonici che sostenevano che le anime fossero increate e che l'anima umana potesse reincarnarsi in animali inferiori per punizione di una vita precedente.E c'era bisogno di Severino per qusto? Chi ha la pretesa di negare l'evoluzione naturale darwiniana (fondata sulla casualità delle mutazioni e sulla selezione naturale) non è normale di mente. Eppure Severino ritiene che l'evoluzione casuale sia solo apparente e che tutto sia necessitato. E si è posto persino contro scienziati come Monod e Jacob (in Abitatori del tempo). A questo punto un individuo simile e coloro che presi da innamoramento non si acorgono di tante sronzate è meglio che non rompano i coglioni agli altri e si tengano per sé l'innamoramento.L'ha riconosciuto persino Massimo Cacciari, nonostante anch'egli abbia scritto stronzate di diverso tipo, come in quel libro rompicapo che mi ha fatto bollire il cervello che si intitola Della cosa ultima. Fui assistente di Carlo Augusto Viano (nato nello stesso anno di Severino). Ma con Viano, come anche con Pietro Rossi si può ragionare perché dicono cose sensate. Ma con cialtroni come Severino, e per altri motivi anche Cacciari (che iniziò da marxista ed ha finito con il fare il teologo con un linguaggio volutamente oscuro che vuole dare adintendere di avere raggiunto la COSA ULTIMA in un Dio che si sottrae ad ogni definizione ( e contraddittoriamente ci scrive sopra un libro di più di 300 pagine) tolta la curiosità del conoscere le loro allucinazioni, è bene mandarli a fare in culo e chiudere il discorso senza perdere altro tempo. Dove non viè conoscenza scientifica si possono dire solo stronzate partorite dalla fantasia surriscaldata. .

Pietro Melis ha detto...

Ho rimosso un commento pieno di parolacce. Evidentemente è questo il linguaggio che meglio si confà ai sostenitori di Severino. Non peredeta altro tempo difendendo volgarmente un pazzo. I commenti di tal fatta saranno cancelòati. Girate al largo e andate a rompere i coglioni altrove.

Anonimo ha detto...
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Pietro Melis ha detto...

Finalmente mi sono liberato di un pazzo, ammesso che mantenga la promessa di non entrare più nel mio blog. Ho fatto un copia e incolla dei suoi commenti privi di argomentazioni e pieno solo di insulti.Solo per avere una antologia delle escrescenze paranoiche a cui può portare Severino in chi lo dfende con parolacce. Che io ho usato solo contro questi volgari suoi sostenitori, che certamente non ne difendono l'immagine. Anzi, ne confermano quel che ho scritto su di lui. Filosofia da manicomio. La pensano come i miglori filosofi italiani, come Carlo Augusto Viano e Pietro Rossi.

atom ha detto...

egregio prof melis purtroppo non ha capito nulla del pensiero di un filosofo che tutto il mondo ci invidia.prima legga bene le sue opere.invidia e superficialità sono due brutti difetti.

atom ha detto...

non si può travisare un intero impianto teorico banalizzandolo in modo vergognoso.persino mia nonna avrebbe potuto scrivere i suoi commenti a severino.costruisca se è in grado un impianto teorico tale da poter controbattere a quello severiniano, come hanno fatto senza insultare alcuni eccellenti pensatori.a scrivere due insulti e tre banalità son capaci tutti. mi pare mosso da terribile invidia.senza offesa ha molto da imparare dall educazione e dal rigore logico severiniano

Pietro Melis ha detto...

Visto che questo atom ha capito tutto di Severino ed è d'accordo con lui si può dire che chi si assomiglia si piglia. E' meglio che scriva la nonna. Forse ha più cervello del nipote. Ma che fa nella via questo individuo per pretendere di dare lezioni a me? Perché non si presenta? E' un mandante di Severino? Ho già scritto che Severino è squalificato presso i maggiori e seri filosofi. Se una prossima volta questo atom (che può essere uno dei precedenti sotto altro pseudonimo) non si presenta lasciando una email invece di continuare a scrivere da vigliacco anonimo lo cancello nello spam.Stia in compagnia di un analfabeta pazzo imbrattatele che si presentò lo pseudonimo di apeiron e che scoprii essere amante dei vini (per sua stessa dichiarazione nel suo sito che fa pubblicità ai vini) un autodidatta con la terza media corrispondente al nome di Roberto Fiaschi (fiaschi_roberto@libero.it). Mai cognome fu più adatto ad un ubbriaco. Che stia in compagnia di questo ubbriaco e mi lasci in pace.

atom ha detto...

carissimo prof melis la mia mail è diegociclamino@alice.it, non ritengo di essere un cialtrone solo perchè ho espresso le mie opinioni.il suo linguaggio me lo lasci dire è da caserma o peggio...
le ho solo detto va bene non concordare con un pensiero ma se si vuole dimostrarne le aporie bisogna impegnarsi un po di più non basta dire cacca merda come i bambini dell asilo.se costruirà un impianto teorico capace di demolire quello severiniano tanto di cappello, magari l adelphi glielo pubblica se no...,uso il suo linguaggio, sono tutte stronzate al vento

atom ha detto...

vede anch io posso dire einstein è coglione merda ect ma o scientificamente demolisco il suo pensiero e magari propongo una nuova teoria o....sono solo insulti.ed einstein rimane einstein ed io un coglione che insulta.e questo vale quando si vuole discutere qualsiasi teoria, scientifica filosofica ect.e si può discutere senza insultare "l avversario".chi insulta di solito non ha argomenti.severino sarà anche , ma mi pare sia il solo che lo ritiene, uno che dice stronzate ma lei ....che dice a parte insultare?

Anonimo ha detto...

Lei di Severino ha capito poco o nulla o non l'ha mai letto.Segua il suo discorso logico con attenzione..Le stronzate le spara lei semmai

Pietro Melis ha detto...

Dimostri lei di averlo capito. Gente che si fa prendere dalla suggestione di certe farneticazioni metafisiche prive di qualsiasi fondamento scientifico. Chi si assomiglia di piglia. Dire che tutti gli enti (singolarmente) sono eterni e che dunque non esiste il divenire con la nascita e la morte significa essere soggetti da manicomio. Ma i pazzi possono dialogare solo tra loro.

Anonimo ha detto...

Più che il dilettantismo filosofico m'importa sottolineare (dati gli "umori" non meno grevi dell'autore a questo proposito) l'insipienza e il conformismo ai più vieti luoghi comuni storiografici: <>. Guardi che è avvenuto il contrario. E' perlopiù proprio grazie agli arabi che la cultura e la scienza greca si sono salvate. Ad esempio: http://www1.mat.uniroma1.it/people/israel/didattica/StMecc/StMecc_6.pdf
http://www.storiafilosofia.it/arabi-civilta-islamica-e-scienza/

Ma sono solo le prime cose che ho trovato.
Leggere qualcuno che insulta e sentenzia dall'alto del suo dilettantismo mette na tristezza... sebbene sia un po' segno dei tempi (in rete, sui social-network, solo perché lo si può fare, in molti sentenziano, la sanno lunga, e per niente... dato che la rete disperde quasi tutto).

Pietro Melis ha detto...

De te fabula narratur. Uno che accusa di dilettantismo chi ha studiato sui libri questi argomenti, compresa la scienza nell'islam, senza fare fare riferimento a vari links del computer, perché non vi era ancora l'uso del computer, sta accusando se stesso di dilettantismo. Ma è tanto stupido da non accorgersene. Gli arabi non apportarono alcun serio progresso in fatto di innovazioni. Anzitutto si rifiutarono di imparare il greco e la loro fortuna fu di trovare in Persia i cristiani nestoriani (ivi rifugiatisi perché combattuti come eretici nell'imper bizantino. Tutti i testi della scienza e della filosofia greca con cui vennero a contatto gli arabi furono tradotti dal greco in arabo dai cristiani nestoriani. Gli arabi furono bravi solo nel copiare. Quando smisero di copiare, aggiustando un pò qualcosa nell'astronomia di Tolomeo o riprendendo l'algebra di Diofanto e la geometria greca sino a Pappo, sparirono dalla storia della scienza. Nemmeno il più famoso matematico Al Khwarizmi (in realtà persiano) apportò grandi contributi. Il numero cosiddetto arabo fu copiato dagli indiani, che erano all'avanguardia nel campo della matematica. La chimica fu copiata dalla Cina, e in realtà, fondata su tre elementi (mercurio, zolfo e sale) non aveva alcuna prospettiva di progresso nel futuro. Unico ad avere apportato un contributo, nell'ottica, fu Alhazen. Ma nemmeno lui seppe dimostrare la legge della riflessione e rifrazione della luce. Il risveglio europeo incominciò quanto a metà del 1200 incominciarono ad arrivare in Europa gli originali greci, non le traduzioni arabe.
Oggi tutti credono di essere sapienti facendo copia e incolla di vari links. Ma questi individui, che poi, come al solito, si nascondono vigliaccamente dietro l'anonimato, sono proprio coloro che con faccia tosta e disonestà accusano di dilettantismo chi ha studiato una vita questi argomenti. Perciò è il caso di dir loro che vadano affanculo.Si meritano solo volgarità. "E cortesia fu lui esser villano" (Dante, Inferno XXXIII, 150)

Anonimo ha detto...
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Pietro Melis ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Pietro Melis ha detto...

Non accetto più commenti di stronzi incensatori di un paranoico che si chiama Severino. Non saranno pubblicati. Tranne che non si nascondano vigliaccamente nell'anonimato e lascino un indirizzo email e non rimandino a Facebook perché ho sempre rifiutato di iscrivermi in quel mondo di pettegolezzi.

federica ha detto...

Sono una studentessa e ho appena finito il terzo anno di liceo scientifico. Nonostante la mia giovane età sono molto appassionata di filosofia e conosco il filosofo Severino, dato che abita nella mia stessa città. Non concordo a pieno con la sua teoria circa il divenire, ma non per questo mi permetterei mai di attaccarlo così brutalmente. Un motivo per cui io considero Severino un grande filosofo è il suo esser stato in grado di trasmettermi l'amore per la filosofia. E' vero: ripete da ormai 50 anni le stesse cose, ma io credo che oggi sia quantomai necessaria una voce che ci ricordi l'etimologia di certe parole. Severino, a qualsiasi domanda, incomincierebbe ricordando il nostro aver lontane radici in Grecia e che l'evento più importante della storia dell'uomo è la nascita della filosofia.

Una critica che non accetto è quella rivolta alla culturalità di Severino. Il professore sa gestire magistrali dialoghi che intrecciano la poesia ed il pensiero, creando interessanti confronti tra gli amati Hölderlin e Leopardi. Severino è un uomo molto profondo e pur non condividendo a pieno le sue teorie, senz'altro lo apprezzo per l'amore che dedica ad una perenne difesa della filosofia. Egli mi ha insegnato cosa vuol dire filein saphes, mi ha insegnato che quel saphes è collegato al phos di luce e che la filosofia è la potenza dell'amore dell'incontrovertibile verità in quel suo manifestarsi all'uomo, non un scialbo "amore per la sapienza". Grazie a Severino ho saputo apprezzare la densità etimologica di molte parole, dall'episteme all'epanfoterizein. A mio avviso interessante anche la sua trattazione della storia della filosofia antica (presentata con un taglio certamente pro Parmenide e irrimediabilmente lacunosa come tutte le storie della filosofia, mette in evidenza i punti salienti dello sviluppo della metafisica e del discorso intorno all'essere e nello spazio di poche pagine presenta i filosofi senza ridurli a meri aforisti).

Il maestro mi ha introdotta nel migliore dei modi allo studio della filosofia. Egli non dimentica di dire che l'insegnamento della filosofia nei licei (e spesso anche nelle università) sia pressoché inutile. Questo,credo io, alle volte è dovuto al frequente fraintendimento del senso fondamentale della filosofia: alla base di tutte le sue manifestazioni esistenziali risiede quell'amore incessante della verità, non banalmente intesa come la fede in un assoluto metafisico, ma l'amore per la purezza metodologica del ragionamento. Quell'amore per il logos, arma e labirinto.

Spero che il Professor Melis, come segno di rispetto nei confronti del mio pensiero, non scelga di eliminare il mio commento.

Pietro Melis ha detto...

Credevo che dopo 3 anni finissero i comment al mio articolo. Alla sua giovane età (suppongo 15-16 anni se è al terzo anno del liceo scientifico)si è facile preda degli innamoramenti. Io a 17 anni mi ero "innamorato" di Kant, per cui scrissi anche una poesia, con stile ampolloso in rime dantesche. Che oggi mi fa solo ridere. Rivedendo poi le cose Kant divenne per me un filosofo quasi odioso per avere ridotto la conoscenza scientifica allo studio dell'apparenza e non della realtà. Si aggiunga il suo antropocentrismo antiscientifico.Riconosco a Kant il merito di avere distinto tra morale e diritto (in Metafisica dei costumi), anche se poi senza coerenza ha posto la morale come fondamento logico del diritto, con la conseguenza che il suo diritto naturale è limitato alla natura umana e non a tutti gli animali (io sono vegetariano perché estendo il diritto naturale a tutti gli animali, altrimenti il diritto non sarebbe naturale). E ho sempre apprezzato Kant perché con sapienti argomentazioni ha giustificato (sempre in "Metafisica dei costumi") la pena di morte. Lo faccia presente al suo insegnante per sapere che cosa le risponde.
A Severino riconosco solo un merito: di avere riconosciuto che le nostre radici storiche vanno trovate nell'antica Grecia, e che pertanto le radici dell'Europa sono greco-romano-cristiane (come debbono riconoscere anche gli agnostici-atei come me). Ma quando vuole arrivare a negare il divenire andando oltre Parmenide per estendere l'eternità dell'essere (Parmenide) anche agli enti, con la conseguenza, evidente solo per lui, che siamo tutti eterni e immortali da sempre perché la nascita è un provenire dal non visibile e la morte un tornare nel non visibile, chi, se dotato di ragione, può negare che queste siano solo fesserie antiscientifiche? Si attenga alle conoscenze scientifiche e non alle fantasie filosofiche rivestite falsamente di linguaggio solo apparentemente razionale. Legga di Severino, invece dei tanti mattoni che ha scritto il breve libro "Gli abitatori del tempo" dove in poche pagine riassume tutte le sue stronzate contro la scienza, andando a finire nella negazione dell'evoluzione biologica, contrastando con boria eminenti scienziati come Jacques Monod e François Jacob. La filosofia alla Severino mi fa ricordare una definizione della filosofia imparata al liceo classico: La filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale le cose rimangono tali e quali. Lo dico sulla base della mia esperienza di professore universitario di storia della filosofia. E ora colgo l'occasione per riportarle la mia ridicola (perché giovanile) poesia su Kant. La legga ai compagni di scuola. In essa riconoscevo a Kant il merito di avere concepito la scienza privandola della boria di poter descrivere la realtà in sé.
NEL VARCAR L'ORMA DI MENTE MORTALE
I VASTI CAMPI A LEI SI' OSTILI E VAGHI
MAI FIN FU POSTO AL SUO AVANZAR CON L'ALE.
FIDUCIA IL RESSE A FIN CHE SEMPRE INDAGHI
COME PER LIBER AER SANZA CONFINI
LE FORME DEL SAPER IN CUI VAGHI
IL NAVIGANTE INTELLETTO
E RUINI.
NEL LAGO CHE NE SAL VACUO E PROFONDO
MAI COLOMBA VOLO' VARCANDO I FINI
CHE LE DIE' IL FATO A LEI IGNORATO PONDO.
RAGION SI' SENTENZIO' DA CHE FULGENTE
IL SOL SORSE DI KONISBERG SUL MONDO
CHE IN GIUSTA VIA ALLUMO' L'INCERTA MENTE
ONDE PONESSE I PASSI NELLA SCIENZA
SALDA A PUGNAR CONTRA L'ERROR FUGGENTE
A PIU' UMANA INDUCENDO CONOSCENZA.
Vada a vedere l'esempio che Kant fa tra la colomba e la mente umana. Kant scrive che la colomba potrebbe pensare che volerebbe più facilmente se non vi fosse la resistenza dell'aria. Mentre è la stessa aria che le permette di volare. Così la mente umana progredisce proprio a causa della resistenza alla conoscenza che oppone la realtà (che però per Kant è fenomeno e non realtà in sé, degradando così la conoscenza scientifica).

Ovidio Crocicchi ha detto...

Egr. Prof. Melis, ho scoperto per caso il Suo blog facendo una ricerca su Emanuele Severino. Ho 66 anni, sono ingegnere in scienze dell’informazione, ex-funzionario in pensione della Comunità Europea. Non sono un conoscitore di Severino. Alcuni anni fa ho letto il suo saggio “Il declino del capitalismo” e mi ha fatto un’ottima impressione. Oggi sono uno studente del Corso di Laurea in Scienze Religiose e mi sono appena procurato i tre volumi de “La filosofia dai Greci al nostro tempo” di Severino. Li sto studiando e debbo dire che ammiro la profondità ed il rigore di Severino. Non mancherò di chiedere al mio professore di filosofia se conosce Lei e, se sì, cosa ne pensa. Tutto questo per quanto riguarda il MERITO. Per quanto riguarda il METODO, devo dire che sono molto colpito, non certo favorevolmente, dal Suo linguaggio come pure da quello di certi Suoi interlocutori nel Suo blog. Mi permetta di dirLe quanto segue: 1) Niente è bianco o nero. Se una persona ha una posizione diversa dalla mia mi confronto, cerco di trovare i punti in comune e ne approfitto per cercare di arricchirmi attraverso i punti non in comune. 2) Lei dice che “il rispetto bisogna meritarlo”. Sono in totale disaccordo con Lei: il rispetto è sempre dovuto, anche nei confronti di chi ha posizioni ed opinioni totalmente diverse dalle mie. E’ una questione di dignità umana e di tolleranza tra esseri umani. 3) Se una persona mi manca di rispetto, le rispondo che pretendo rispetto, ma non scendo al suo livello trattandola anch’io senza rispetto. Penso che questi tre atteggiamenti debbano essere un patrimonio naturale in ogni persona di buon livello culturale ed intellettuale. Posso dirLe di avere sperimentato l’importanza di questi atteggiamenti per aver lavorato con successo, per 34 anni, in un ambiente multi-culturale come la Comunità Europea. Un cordiale saluto, Ovidio Crocicchi.

Pietro Melis ha detto...

Ripeto per l'ennesima volta che io non nego che Severino sia un ottimo espositore della filosofia (soprattutto antica). Ma non posso tollerare che si costruiscano fantasie filosofiche che non stanno né in cielo né in terra. Severino è partito da Parmenide (tautologia dell'eternità dell'essere: l'essere è e il non essere non è). Ma è voluto andare oltre e contro Parmenide arrivando ad affermare anche l'eternità degli enti. E' vero che Parmenide afferma che il divenire è apparenza, ma nel senso che appartiene al mondo della fisica, dove le cose sono soggete al divenire che egli non nega affatto distinguendo il livello dell'essere da quello degli enti. D'altronde tutti i presocratici, pur affermando l'eternità dell'essere (come tutti i filosofi prima del cristianesimo) hanno affermato l'eternità dell'essere, senza per questo negare il divenire. Anzi, i presocratici (come Anassimandro, Eraclito, Empedocle, Anassagora, Democrito) hanno privilegiato il divenire pur nell'eternità dell'essere. Come dirà Lavoisier, niente si crea e tutto si trasforma. Severino è arrivato a negare l'evoluzione biologica dicendo che essa non esiste. E questo è sommamente ridicolo. Affermare che il nascere significa provenire dal mondo dell'ESISTENZA dell'invisibile e morire significa tornare nell'ESISTENZA del mondo invisibile signoifica affermare cose dettate solo dalla fantasia. L'affermare poi che la corruzione dell'Occidente è causata dall'oblio dell'eternità dell'essere sostituita dal divenire come provenire dal nulla per tornare nel nulla è cosa che che nessuno può capire che significhi. Forse non lo sa nemmeno Severino tanto grossa è la stronzata linguistica. Piuttosto che domandare al suo professore di filosofia se mi conosca (il che non ha alcuna importanza perché la verità non discende da alcuna autorità, che io non ho) gli domandi se abbia veramente capito Severino con il suo negare il divenire con l'evoluzione biologica e che cosa significhi che la corruzione dell'Occidente consiste dell'oblio dell'essere per aver coltivato il divenire come provenire dal nulla per tornare nel nulla. Tranne che quel professore sia uno dei tanti invasati dalle patologie filosofiche di Severino. Io sto con la scienza e non con le stupidaggini filosofiche partorite dalla fantasia con la pretesa di offrirle come verità. Non posso avere rispetto per chi pretende di negare l'evidenza delle verità ormai acquisite dalla conoscenza scientifica. Per me si tratta di imbroglioni. E gli imbroglioni non meritano rispetto. Soprattutto quando non riescono nemmeno a farsi capire.E io non posso capire uno che dice le cose che per una vita intera ha scritto Severino con la sua pretesa dell'eternità degli enti.

Michele ha detto...

Sia Lei che Severino siete troppo intelligente perché io possa pensare di intrearmi nel merito della vostra diversità.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Lei del seguente commento su Severino, che è di Cacciari: «Un gigante. L'unico alla pari di Heidegger nel ventesimo secolo».

saluti

Michele ha detto...

Faccio presente, tuttavia, che ad esempio ne «L'Intima Mano» Severino identifica nel Cristianesimo, erede e continuatore della filosofia greca, il centro dell'identità culturale, cioè dell'anima, europea.
In questo contesto, l'Islam non è neppure menzionato; e, là dove si afferma che l'identità europea è lo "spirito critico", si sottindende come unicità (sicché, esso spirito manca all'Islam, come alla cultura orientale, come a quella americana, per Severino).

Sarebbe, inoltre, bello avere una sua definizione della differenza tra fantasia e scienza.
Forse siamo imbroglioni nel momento stesso in cui parliamo, anche con noi stessi (pensiamo).

Buck ha detto...

Condivido pienamente le osservazioni del prof Melis.
Aggiungo quanto segue
Poiché il divenire comporta, implica il nulla e poiché il divenire è dato (dacché dobbiamo assumere che divenire≠nulla, e di già adesso la sua conclusione è refutabile), allora gli enti (quanto apparentemente diviene) sono in realtà eterni. Secondo l'assunto che il nulla non è e non può essere, se troviamo una condizione che lo richiama (il mutamento), allora essa non esiste. Sbaglio!? Severino intende ed esorcizza così il Divenire?
Tralascio su come si può intendere il divenire-mutamento ( bastino le osservazioni di Melis) Ovviamente, se contestiamo la premessa, ossia che il divenire comporti il nulla, cade tutta l’argomentazione. Essa è tuttavia puramente probabile dal lato logico, come la sua negazione (si definisce negazione dell’antecedente). Ma non conta la forma logica, che può essere formalizzata accuratamente. Mi interessa poco. Contano invece i contenuti, per i quali per il sig. Severino occorre accettare tutto, compreso il trionfo della tecnica, di cui nulla sembra infine sapere. Mi domando se ha letto mai un resoconto sugli i investimenti in capitale fisso negli ultimi decenni(declino), ovvero sulla tecnologia radicalmente alternativa che ci consentirebbe di cessare di violentare uomini e natura (fusione fredda, orgonica etc. etc.). Non solo abbiamo tutti i principi di conservazione che ridicolizzano un tantino le tesi del nostro, ma essi sono appunto solo 'principi', atti ad essere corretti di continuo dal divenire espresso dal quel fondo senza fondo che chiamasi vuoto quantistico, il quale sembra donare di continuo materia ed energia....e coscienza.
Ma potrei aggiungere altro. La nostra vera essenza, il nostro vero fondamento (parlo degli uomini civilizzati e degli uomini, non di altre specie viventi, il cui mondo per quanto mi riguarda, nel linguaggio dei filosofi, ha lo stesso statuto epistemologico del nostro, dunque il nostro ‘non è più vero’) è il nulla. La morte è sempre presente, l'eccezione è che si continui ad esistere; la morte è costitutiva della nostra cognizione dell'esistenza, se autenticamente vissuta. Rispetto ad essa è l'autentico 'Essere'. Sicché la "complementarità" (ripeto per l'uomo civilizzato, ché il calamaro dobbiamo supporre senta la faccenda diversamente) è tra Ente e Nulla. L'Essere non si dà mai.
Altre due cosette.
1) Nella prima parte del testo pervenutoci di Parmenide “Essere” sta per “ciò che esiste necessariamente”. In seguito si sarebbe detto “ciò la cui essenza implica l’esistenza”. Ovviamente nulla può mostrare di per sé la propria necessità, sicché rileviamo come Parmenide accompagni quell’enunciato al suo contraddittorio, di cui si predica l’impossibilità: “ciò che indica l’assenza d’ogni esistenza”, un nihil privativum assoluto, che in quanto assoluto equivale ad un nihil negativum irrepraesentabile. In logica, il contrario di quanto è impossibile è necessario.
Questa breve considerazione andrebbe tuttavia riportata al significato che il verbo “essere” portava seco nel sentire storico del pensatore eleatico.

2) La seconda parte del testo di Parmenide consegue come enunciazione di teoremi se e solo se intendiamo quell’”essere” con la connotazione d’una realtà PERMANENTE, identica a se stessa. Allora ad essa tautologicamente si può attribuire unicità, immutabilità ed atemporalità, giacché in caso contrario dovremmo assumere una condizione che abbiamo considerato impossibile (reductio ad absurdum).

Concludendo, nulla vieta che si ESISTA MUTANDO(a), oppure dobbiamo postulare una realtà che nella sua indeterminatezza statica somiglia molto a ciò che viene escluso in via assoluta(b).
V’è un tertium: una indeterminatezza (origine d’ogni determinatezza) dinamica. Volontà (Schopenhauer), èlan vital (Bergson), orgone (Reich) o vuoto quantistico, solo ad esempio.
Best

Pietro Melis ha detto...

Ero incerto se aggiungere dopo sei anni un altro mio commento. Ma l'ultimo commento mi ha indotto ad aggiungrlo. Il commento di Buck avrebbe dovuto essere chiaro, privo di complicate ed oscure osservazioni. Il lettore comune, comunque, può avere capito che l'essere non deve essere confuso con gli enti trasferendo agli enti l'eternità dell'essere. E questo mi basta perché è ciò che ho sempre scritto.

David Pool ha detto...

Una volta, a lezione, Severino ci disse le testuali parole: "I miei avversari pensano che, quando confuto una delle loro tesi e li metto di fronte alla contraddittorietà del loro dire, io stia non solo mettendoli di fronte alla verità, ma che stia addirittura insultando il loro pensiero e, di contro, essi [cioè anche lei], si rivolgono a me insultandomi".

Cordiali saluti.

Un discepolo.

Pietro Melis ha detto...

Discepolo di Severino? Per me l'argomento è chiuso.