Sono nato il 17 agosto. Non mi dovrei lamentare di essere nato. Ho avuto la
fortuna
(accompagnata da un certo merito) di avere trascorso, come
professore universitario di storia della filosofia, una vita
facendo il lavoro più bello del mondo che è lo studio, che mi ha
permesso di accumulare conoscenze in vari campi del sapere
(filosofia, fisica, cosmologia, biologia evoluzionistica). Ma
tutto ciò a che mi è servito? A riflettere sul fatto che la vita
non ha senso. Entrai all'Università come assistente, ma dopo
essere stato costretto a lasciare quella che sarebbe stata la mia
vera vocazione: compositore e direttore d'orchestra. Nei primi
quattro anni vissuti da studente universitario (mi occorse un
quinto anno per preparare la tesi sulla fisica di Cartesio)
frequentavo contemporaneamente il Conservatorio di musica dove
ero iscritto al corso di composizione e di pianoforte
complementare (chiamato lettura partitura). Ma mi iscrissi all'età
di 18 anni quando ancora non sapevo nemmeno leggere le note perché
da bambino non fui mai accontentato nella mia richiesta di
studiare musica. Anzi, fui sbattuto in collegio (dai salesiani)
dove rimasi interno per quattro anni, proseguendo da esterno sino
al terzo anno del liceo classico. Entrando al Conservatorio mi
trovai in una classe di solfeggio con bambini che non avevano più
di dieci anni. Arrivato al quarto anno di studente universitario
mi trovai di fronte ad una scelta: o proseguire per molti anni al
Conservatorio sino al diploma di composizione (dovendo però dare
anche altri esami di pianoforte complementare della durata di
altri quattro anni) oppure prendere al balzo la proposta di un
professore di cui seguivo le lezioni di filosofia teoretica e di
storia della scienza per presentarmi al concorso interno di
assistente di storia della filosofia. Scelsi il certo per
l'incerto. Ed abbondanai gli studi musicali. D'altronde, se avessi
scelto la musica avrei dovuto gravare ancora economicamente sui
genitori. Scegliendo la filosofia mi resi economicamente
indipendente all'età di 23 anni. Con i primi stipendi mi comprai
un pianoforte a coda di seconda mano per non abbandonare
completamente la musica. Prima avevo avuto un pianoforte verticale
preso in affitto. Mi rimprovero di non aver proseguito gli studi
di composizione privatamente. Ora mi domando: che futuro avrei
avuto se avessi scelto la composizione e la direzione orchestrale?
Per la direzione orchestrale avrei dovuto seguire i corsi di
direzione a Roma (dove allora teneva i corsi il famoso direttore d'orchestra
Franco Ferrara). Fatti i conti, a trent'anni sarei rimasto ancora
dipendente dai genitori. Non avevo altra scelta. Mi rimprovero il
fatto di non avere proseguito gli studi di composizione
privatamente. Non ho scuse. E mi sovviene il nome del grande direttore
d'orchestra e compositore Giuseppe Sinopoli che, morto prematuramente, era laureato in
medicina e non potè laurearsi anche in archeologia solo perché morì prima della discussione della tesi di laurea (che gli fu riconosciuta post mortem). Ma non volendo rinunciare
alla composizione (che resta un mio rammarico) avrei accettato di
adeguarmi all'inascoltabile musica contemporanea che ha
completamente abbandonato la tonalità? Nel mio ascolto della
musica avevo sempre avuto un gran rifiuto per la musica
contemporanea, rifiutando di andare oltre Gustav Mahler. Già
l'impressionismo di Debussy mi sembrava l'inizio della
degenerazione della musica. Sarei stato considerato un retrogrado.
Ma io mi domando: se uno oggi scrivesse una sinfonia che potesse
essere considerata una quinta sinfonia di Brahms (che ne compose
quattro, quattro meraviglie, tanto che la prima sinfonia di Brahms fu definita subito la decima di Beethoven) forse non avrebbe valore perché non
si adegua alla schifezza inascoltabile della musica contemporanea
che ha allontanato il grande pubblico da essa?
Supponiamo che qualcuno dica di avere scoperto il manoscritto di una quinta sinfonia di Brahms rimasta inedita per la sopravvenuta morte di Brahms e che gli stessi musicologi attestino che si tratti veramente dell'ultima sinfonia di Brahms. Grande notizia in tutto il mondo della musica e anche fuori di esso. Le maggiori orchestre del mondo chiedono copia della quinta sinfonia di Brahms che così viaggia per tutti i continenti. Dopo il grande successo mondiale si scopre che chi aveva detto di avere scoperto il manoscritto era uno che aveva invecchiato il manoscritto nella carta e nell'inchiostro su commissione di un compositore che non voleva si facesse subito il suo nome per non suscitare all'inizio dei sospetti e che si era messo d'accordo con chi da esperto aveva proceduto all'invecchiamento del manoscritto. Che fine avrebbe fatto la falsa quinta sinfonia di Brahms? Avrebbe perso da quel momento il suo valore e non avrebbe più avuto successo? Questo a dimostrazione che una musica tonale scritta oggi meriterebbe egualmente successo e che soltanto il pregiudizio dettato dal clima contrario della musica atonale contemporanea potrebbe assurdamente privare di valore quella sinfonia falsamente attribuita a Brahms riducendola dopo il successo ad una scolastica imitazione di Brahms, priva di valore perché priva di originalità, ma prescindendo ingiustamente, e perciò disonestamente, dal suo valore intrinseco.
Da notare che nella prima metà del '900, quando ormai imperava l'abbandono della musica tonale, sino ad arrivare anche alla musica dodecafonica (il massimo della degenerazione) in Italia operavano compositori d'opera lontani dalla musica atonale (Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Ponchielli, etc.,etc.), tuttora presenti nei teatri. I compositori d'opera che hanno abbandonato la tonalità sono giustamente scomparsi dai programmi dei teatri e delle sale da concerto. Richard Strauss (1864-1948), da non confondere con gli Strauss dei walzer, nonostante abbia spinto in una certa fase la tonalità sino ad un estremo cromatismo (come quello del Tristano e Isotta di Wagner), giungendo in altre fasi ad un politonalità, non abbandonò mai la tonalità. Se la musica deve avere una funzione nella società, come pensava Strauss, la musica atonale non può averne alcuna. Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) è la composizione tuttora popolarissima di Schönberg (1874-1951), padre della dodecafonia, che definirei cacofonia. Si tratta di un poema sinfonico dalle ardite armonie composto da Schönberg all'età di 25 anni, prima che passasse alla degenerazione della dodecafonia. Ma evidentemente ebbe sempre un rimpianto per tale composizione se ancora nel 1943 la sottoponeva ad una revisione. Rachmanivov (1873-1943) sarebbe rimasto famoso anche se avesse composto soltanto lo stupendo secondo concerto per pianoforte (ma notevole, se pur inferiore, anche il terzo concerto). Come mai seppe sottrarsi alle degenerazioni della musica a lui contemporanea? Il secondo concerto di Rachmanivov (che fu anche un grande pianista) fa parte del normale repertorio dei più grandi pianisti. Mentre i suoi contemporanei che abbandonarono la tonalità rimangono o del tutto sconosciuti o comunque privi della sua stessa notorietà.
Le cose sono peggiorate nella seconda metà del '900. Alla tradizione della musica tonale si è sostituito lo sperimentalismo (musica elettronica, musica puntuale, musica seriale, musica aleatoria, etc.), nella ricerca spasmodica della novità, giungendo ad abbandonare anche il pentagramma. Robaccia inascoltabile. Musica fredda, costruzione artificiale perché non tocca i sentimenti, come la definì il grande compositore finlandese Jean Sibelius (1965-1957). Stokhausen è ritenuto uno dei massimi compositori contemporanei. Ma chi lo conosce? Sibelius continua a far parte dei programmi delle sale da concerto, noto soprattutto per i suoi poemi sinfonici. Stokhausen è meritatamente assente. Ennio Morricone è rimasto famoso per le sue musiche da films, con cui ha fatto i soldi. Ma se ascoltate le sue altre musiche non si può non provare un totale rigetto. Certamente con esse non avrebbe avuto successo e soldi. Per chi le ha composte? In natura la dissonanza è innaturale. Dà fastidio all'orecchio. Oggi vi è un ritorno alla tonalità con il cosiddetto minimalismo. Ma non vi sono più grandi compositori, vivendo essi nell'anonimato che si meritano. Perché la musica leggera ha tanto successo presso gli analfabeti della musica, considerando analfabeti tutti coloro che ascoltano solo musica leggera? Perché è inimmaginabile una musica leggera che usi la mancanza di tonalità e la dissonanza come base di essa. Oggi la musica colta contemporanea è destinata a rimanere morta. Come merita. Nella musica atonale le note sbagliate nell'esecuzione passano inosservate. Infatti scompare la distinzione tra consonanza e dissonanza. L'errore può essere percepito e scambiato come dissonanza nel rispetto della scrittura. Ne consegue che la musica atonale permette anche tutti gli errori possibili nell'esecuzione senza che nemmeno gli intenditori possano accorgersene. La si può dunque pasticciare nell'esecuzione. Ma non è una cosa seria.
Supponiamo che qualcuno dica di avere scoperto il manoscritto di una quinta sinfonia di Brahms rimasta inedita per la sopravvenuta morte di Brahms e che gli stessi musicologi attestino che si tratti veramente dell'ultima sinfonia di Brahms. Grande notizia in tutto il mondo della musica e anche fuori di esso. Le maggiori orchestre del mondo chiedono copia della quinta sinfonia di Brahms che così viaggia per tutti i continenti. Dopo il grande successo mondiale si scopre che chi aveva detto di avere scoperto il manoscritto era uno che aveva invecchiato il manoscritto nella carta e nell'inchiostro su commissione di un compositore che non voleva si facesse subito il suo nome per non suscitare all'inizio dei sospetti e che si era messo d'accordo con chi da esperto aveva proceduto all'invecchiamento del manoscritto. Che fine avrebbe fatto la falsa quinta sinfonia di Brahms? Avrebbe perso da quel momento il suo valore e non avrebbe più avuto successo? Questo a dimostrazione che una musica tonale scritta oggi meriterebbe egualmente successo e che soltanto il pregiudizio dettato dal clima contrario della musica atonale contemporanea potrebbe assurdamente privare di valore quella sinfonia falsamente attribuita a Brahms riducendola dopo il successo ad una scolastica imitazione di Brahms, priva di valore perché priva di originalità, ma prescindendo ingiustamente, e perciò disonestamente, dal suo valore intrinseco.
Da notare che nella prima metà del '900, quando ormai imperava l'abbandono della musica tonale, sino ad arrivare anche alla musica dodecafonica (il massimo della degenerazione) in Italia operavano compositori d'opera lontani dalla musica atonale (Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Ponchielli, etc.,etc.), tuttora presenti nei teatri. I compositori d'opera che hanno abbandonato la tonalità sono giustamente scomparsi dai programmi dei teatri e delle sale da concerto. Richard Strauss (1864-1948), da non confondere con gli Strauss dei walzer, nonostante abbia spinto in una certa fase la tonalità sino ad un estremo cromatismo (come quello del Tristano e Isotta di Wagner), giungendo in altre fasi ad un politonalità, non abbandonò mai la tonalità. Se la musica deve avere una funzione nella società, come pensava Strauss, la musica atonale non può averne alcuna. Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) è la composizione tuttora popolarissima di Schönberg (1874-1951), padre della dodecafonia, che definirei cacofonia. Si tratta di un poema sinfonico dalle ardite armonie composto da Schönberg all'età di 25 anni, prima che passasse alla degenerazione della dodecafonia. Ma evidentemente ebbe sempre un rimpianto per tale composizione se ancora nel 1943 la sottoponeva ad una revisione. Rachmanivov (1873-1943) sarebbe rimasto famoso anche se avesse composto soltanto lo stupendo secondo concerto per pianoforte (ma notevole, se pur inferiore, anche il terzo concerto). Come mai seppe sottrarsi alle degenerazioni della musica a lui contemporanea? Il secondo concerto di Rachmanivov (che fu anche un grande pianista) fa parte del normale repertorio dei più grandi pianisti. Mentre i suoi contemporanei che abbandonarono la tonalità rimangono o del tutto sconosciuti o comunque privi della sua stessa notorietà.
Le cose sono peggiorate nella seconda metà del '900. Alla tradizione della musica tonale si è sostituito lo sperimentalismo (musica elettronica, musica puntuale, musica seriale, musica aleatoria, etc.), nella ricerca spasmodica della novità, giungendo ad abbandonare anche il pentagramma. Robaccia inascoltabile. Musica fredda, costruzione artificiale perché non tocca i sentimenti, come la definì il grande compositore finlandese Jean Sibelius (1965-1957). Stokhausen è ritenuto uno dei massimi compositori contemporanei. Ma chi lo conosce? Sibelius continua a far parte dei programmi delle sale da concerto, noto soprattutto per i suoi poemi sinfonici. Stokhausen è meritatamente assente. Ennio Morricone è rimasto famoso per le sue musiche da films, con cui ha fatto i soldi. Ma se ascoltate le sue altre musiche non si può non provare un totale rigetto. Certamente con esse non avrebbe avuto successo e soldi. Per chi le ha composte? In natura la dissonanza è innaturale. Dà fastidio all'orecchio. Oggi vi è un ritorno alla tonalità con il cosiddetto minimalismo. Ma non vi sono più grandi compositori, vivendo essi nell'anonimato che si meritano. Perché la musica leggera ha tanto successo presso gli analfabeti della musica, considerando analfabeti tutti coloro che ascoltano solo musica leggera? Perché è inimmaginabile una musica leggera che usi la mancanza di tonalità e la dissonanza come base di essa. Oggi la musica colta contemporanea è destinata a rimanere morta. Come merita. Nella musica atonale le note sbagliate nell'esecuzione passano inosservate. Infatti scompare la distinzione tra consonanza e dissonanza. L'errore può essere percepito e scambiato come dissonanza nel rispetto della scrittura. Ne consegue che la musica atonale permette anche tutti gli errori possibili nell'esecuzione senza che nemmeno gli intenditori possano accorgersene. La si può dunque pasticciare nell'esecuzione. Ma non è una cosa seria.
Con la musica forse mi sarei sottratto al non senso della vita.
La filosofia, disse Platone, è una preparazione alla morte. Le
diverse scienze demoliscono completamente le religioni
trasformandole in favole antiche. Il cardinale Angelo Scola ha
detto che la scienza e la religione percorrono strade parallele
che non possono perciò incontrarsi. E allora? Egli ha portato
l'esempio del famoso astronomo belga Georges Lemaître, prete cattolico, a
cui è dovuto il modello scientifico dell'Universo in espansione
dopo il Big Bang. Ma il Big Bang non si concilia con alcuna
religione. A parte la considerazione che il Big Bang ha dato
origine solo all'Universo visibile, essendo ormai accreditato il
modello del pluriverso o Universi paralelli oltre l'Universo
visibile. Tutto congiura contro un disegno intelligente della natura
data la presenza DETERMINANTE della casualità sin dalla formazione
del sistema solare. Se nelle prime frazioni del Big Bang non fosse
prevalsa CASUALMENTE la materia sull'antimateria non si sarebbe
formato l'attuale sistema solare e perciò non sarebbe esistito
nemmeno il pianeta Terra con tutte le sue condizioni casuali che hanno
dato origine alla vita. Proveniamo dal nulla e torneremo nel
nulla. Siamo tutti in lista di attesa del nulla. Lasciate ogni
speranza o voi che siete nati. Io non volevo nascere.
Per non ripetermi:
1 commento:
Visto che ormai siamo nati, dobbiamo ballare, cercando ognuno di Noi di dare Una Coscienza Animale a Sorella Natura, grande chimica con miliardi di anni d'esperienza ma incapace di “empatia” anche verso sé stessa. Avessi parte la sua potenza per fare il “bene” volentieri contribuirei dando parte della mia Coscienza.
Filosofia e musica quella armonica, beninteso, o tonale come la chiama lei che se ne intende, per me sono importanti. I nostri pensieri di collaborazione animale e di giustizia rimangono nell'aria. Qualcuno li catturerà. Quindi la nostra vita non sarà stata del tutto superflua. Forza, coraggio e Buon compleanno a Lei e “quasi” tutti gli Agostani.
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