Cioè di quella del presidente della provincia di Trento, quale mandante, e di tutti i suoi sicari.
Si è ripetuto in peggio quanto il giorno di ferragosto del 2014 fu uccisa l'orsa Daniza. Ma in questo caso la morte di Daniza non fu voluta. L'eccesso di narcotico fu la causa della sua morte. SE ne trova un commento nella rubrica del Corriere della sera Animali e dintorni (e con questo articolo inspiegabilmente questa rubrica è stata interrotta). Notare la quasi coincidenza dello stesso giorno. E sempre nella provincia di Trento.
Daniza è morta a Ferragosto. Il narcotico che nella
notte le ha provocato l’arresto cardiaco che l’ha stroncata ha di fatto solo
finito con l’eseguire una condanna a morte che era stata pronunciata con la
decisione di catturarla e di rinchiuderla a vita in un recinto. Dopo il
ferimento di un cercatore di funghi di Pinzolo che si era avvicinato troppo ai
suoi cuccioli, la Provincia autonoma di Trento aveva deciso di non decidere:
una comoda via di mezzo tra la richiesta di abbattimento avanzata da alcuni
abitanti della Val Rendena e la libertà assoluta, al pari delle altre cinque
decine di plantigradi che secondo le stime ufficiali hanno nei boschi
dell’Adamello, del Brenta e della Presanella il loro habitat. Ma costringere un
orso abituato a percorrere decine di chilometri ogni giorno in un enclosure di
poche centinaia di metri quadrati significa ucciderlo, indipendentemente da
quanti anni poi avrebbe (sopra)vissuto.
In tanti dal 15 agosto hanno fatto il tifo per lei, tenendo vivo su Twitter l’hashtag #iostoconDaniza e chiedendo alla politica interventi di testa e non di pancia, solo per assecondare gli umori temporanei di quella parte della popolazione che vede con fastidio la presenza degli orsi e la necessità di tutelare il loro ambiente, che al di là dei rischi reali per l’uomo – gli episodi di contatti ravvicinati in 15 anni di convivenza si contano sulle dita di una mano – significa sottoporre a vincolo montagne che possono risultare più redditizie se spogliate dei boschi e trasformate in campi da sci o nuovi impianti di risalita.
In tanti avevano sperato che la sua lunga fuga non finisse mai, i più romantici auspicavano un epilogo del tipo richiamo della foresta (slovena), con il ritorno istintivo al suo Paese di origine, o comunque in un espatrio, anche se all’orso Jj1, partito dal Brenta e arrivato in Germania, non era andata bene. Ma magari per lei sarebbe stato diverso. Invece è finita come non doveva finire.
Daniza è morta per colpa di un farmaco, come l’iniezione letale della pena capitale in molti Stati degli Usa. Volevano evitare di sembrare troppo cattivi autorizzandone l’abbattimento, hanno deciso di trasformare la condanna a morte in un ergastolo e per dare seguito alla scelta l’hanno comunque portata alla morte, nel modo peggiore. La classica toppa peggiore del buco.
alex sala
In tanti dal 15 agosto hanno fatto il tifo per lei, tenendo vivo su Twitter l’hashtag #iostoconDaniza e chiedendo alla politica interventi di testa e non di pancia, solo per assecondare gli umori temporanei di quella parte della popolazione che vede con fastidio la presenza degli orsi e la necessità di tutelare il loro ambiente, che al di là dei rischi reali per l’uomo – gli episodi di contatti ravvicinati in 15 anni di convivenza si contano sulle dita di una mano – significa sottoporre a vincolo montagne che possono risultare più redditizie se spogliate dei boschi e trasformate in campi da sci o nuovi impianti di risalita.
In tanti avevano sperato che la sua lunga fuga non finisse mai, i più romantici auspicavano un epilogo del tipo richiamo della foresta (slovena), con il ritorno istintivo al suo Paese di origine, o comunque in un espatrio, anche se all’orso Jj1, partito dal Brenta e arrivato in Germania, non era andata bene. Ma magari per lei sarebbe stato diverso. Invece è finita come non doveva finire.
Daniza è morta per colpa di un farmaco, come l’iniezione letale della pena capitale in molti Stati degli Usa. Volevano evitare di sembrare troppo cattivi autorizzandone l’abbattimento, hanno deciso di trasformare la condanna a morte in un ergastolo e per dare seguito alla scelta l’hanno comunque portata alla morte, nel modo peggiore. La classica toppa peggiore del buco.
alex sala
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lunedì 14 agosto 2017
Un pericoloso malvivente è stato giustiziato nei boschi
Fonte: Corriere delleAlpi
TRENTO. Nella
serata di sabato 12 agosto gli agenti del Corpo forestale della
Provincia autonoma di Trento hanno proceduto all’abbattimento
dell’orsa KJ2 in attuazione dell’ordinanza emessa dal presidente
della Provincia di Trento Ugo Rossi per garantire la sicurezza delle
persone. Già 65
mila le firme raccolte su Change.org, la piattaforma on-line; 210
mila adesioni su Facebook. "Ciò stato possibile - si legge nel
comunicato della Provincia - grazie alle precedenti attività di
identificazione genetica e successiva cattura e radiocollarizzazione
ai fini della riconoscibilità dell’animale. Il documentato indice
di pericolosità dell’esemplare, culminato nel ferimento di due
persone, ha richiesto l’attuazione dell’ordinanza nel più breve
tempo possibile. Sempre in funzione della prioritaria sicurezza delle
persone continueranno in maniera intensiva tutte le attività
condotte per ridurre il rischio di incidenti (informazione,
comunicazione, prevenzione, monitoraggio e presenza sul territorio)".
"L'abbattimento - ha spiegato il presidente Ugo Rossi - è
avvenuto nell'area del Bondone, fra le 19 e le 19.30 della serata di
sabato 12 agosto".
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