Tale articolo originariamente (dall'epoca fascista) diceva: "Chiunque pubblicamente offende la religione di Stato (cioè la religione cattolica) mediante vilipendio di chi la professa è punito con la reclusione fino a due anni. Si applica la reclusione da uno a tre anni a chi offende la religione dello Stato mediante vilipendio di un ministro del culto". Poi, dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 20 novembre del 2000 (relatore Gustavo Zagrebelsky, divenutone presidente) ha cancellato l'art. 402 C.P. ritenendo che esso discriminasse le altre religioni e ha esteso la tutela giuridica a tutte le religioni, invece di ignorarle tutte. Successivamente la l. 24 febbraio 2006, n. 85 (art. 7) ha provveduto ad
unificare nella tutela apprestata da tale disposizione tutte le
confessioni religiose, eliminando quindi la disparità di trattamento tra
la religione cattolica e le altre, già sollevata dalla Corte
Costituzionale con sen. 18 aprile 2005, n. 168. La legge ha cambiato l'articolo 403 C. P. riscrivendolo così: "Chiunque offende una confessione religiosa mediante vilipendio di chi la professa è punito con una multa da 1000 a 5000 euro. Si applica la multa da 2000 euro a 6000 euro a chi offende una confessione religiosa mediante vilipendio di un ministro del culto".
Vi è da rimanere sconcertati di fronte alla ristesura dell'articolo 403 sulla base della sentenza della Corte Costituzionale. Innanzi tutto si noti lo sbaglio dovuto ad ignoranza per avere sostituito il "termine" religione" con il termine "confessione". La confessione di fede non è una religione ma una professione particolare all'interno di una religione. Quella cattolica, per esempio è una confessione religiosa da ricomprendersi all'interno della religione cristiana che si divide in una miriade di confessioni, luterana, calvinista, Chiesa avventista, Chiesa valdese, Testimoni di Geova, etc. etc. Egualmente l'islam si divide in una molteplicità di confessioni, tra cui principalmente quelle sunnita e sciita. L'articolo poi sembra condannare non tanto il "vilipendio" alla confessione religiosa ma le conseguenze che il vilipendio avrebbe sull'individuo che aderisca ad una confessione religiosa, in quanto si sarebbe offesa la sensibilità di chi appartenesse ad una certa confessione religiosa. Ho riportato nel mio libro la sentenza di cui è stato relatore Zagrebelsky, che ha ritenuto di dover riformare l'articolo con la motivazione che non si poteva discriminare una religione a favore della confessione cristiana cattolica. Un bel pasticcio. Questa è la conseguenza di uno Stato falsamente laico preda del relativismo che da dignità ad ogni confessione religiosa, mentre non è suo compito difenderne l'asserita dignità. Tutte le religioni sono nate molti secoli fa, in periodi di grande ignoranza quando non erano concepibili le conoscenze scientifiche di oggi. Dunque lo Stato difende l'ignoranza e le dà dignità. Io avevo già notato nel mio libro "Scontro tra culture e metacultura scientifica.L'Occidente e il diritto naturale) la totale assurdità di tale articolo come fu riscritto da Zagrebelsky (a cui avevo consegnato una copia del mio libro anni fa quando venne a Cagliari in occasione di un festival della filosofia). Nel mio libro avevo rilevato, per esempio, l'assurdità del punire uno che, anche se in malafede, si professasse seguace di una religione politeistica come quella greco-romana (ma vi sono ancora religioni politeistiche) e offendesse, per esempio Giove. Anche chi offendesse Giove dovrebbe essere punito? E chi si professasse seguace della sanguinaria dea Kalì (ed esistono ancora dei pazzi che credono nella dea Kalì) si dovrebbe sentire offeso da uno che bestemmiasse contro la dea Kalì o dicesse che i suoi seguaci sono dei pazzi dando così ai suoi seguaci il diritto di accusare di vilipendio chi avesse pubblicamente offeso la loro "confessione"? Nel mio libro facevo notare un altro assurdo nel caso dei satanatisti, cioè dei seguaci di Satana. Se questi nel loro statuto si obligassero a non violare le leggi, per esempio evitando di offrire sacrifici di animali, potrebbero addirittura richiedere l'8 per mille in quanto "confessione" religiosa. Poiché la conseguenza è assurda significa che anche la premessa è assurda. E la premessa assurda è proprio l'art.403 del Codice penale. Uno Stato che si professi laico DEVE IGNORARE TUTTE LE RELIGONI. Non può esistere vilipendio di una confessione religiosa perché darebbe adito ad un suo seguace di richiedere la condanna di chi abbia offeso una certa religione, che, ripeto, deve essere ignorata da uno Stato laico, altrimenti si cade in uno Stato teocratico quale è lo Stato che si riconosca nella religione islamica, che prevede la condanna per blasfemia. Altrimenti, altro assurdo, lo Stato laico dovrebbe entrare in merito al contenuto delle religioni e stabilire quale religione sia ammissibile e riconoscibile da parte dello Stato laico e quale non sia riconoscibile. Ma come insegnò il grande filosofo ebreo ateo Spinoza (Trattato teologico-politico cap. XVI) bisogna distinguere il culto interno dal culto esterno. Lo Stato deve intervenire solo sul culto esterno, cioè su tutti quegli atti che, pur derivanti dal culto interno, siano in contrasto, nelle sue manifestazioni esterne, cioè nel culto esterno, con le leggi dello Stato. Questo avrebbero dovuto imparare i componenti della Corte Costituzionale con Zagrebelsky, che non si è accorto, proprio lui laico (non credente) delle assurde conseguenze derivanti dall'art. 403 C.P. E ora veniamo al mio caso.
Mi è arrivato dopo 3 anni un decreto penale (multa di 800 euro) per "vilipendio a confessione religiosa nella persona" (di cui non si fa il nome) perché avrei offeso un rappresentante della "civiltà islamica" dopo una trasmissione del 2015 (non mi ricordo quale) in cui costui aveva detto che un vero musulmano non deve ascoltare musica occidentale (condannava per esempio persino l'uso del violino) perché corrompe e devono essere ammessi solo strumenti a percussione. Preso dalla rabbia avevo scritto a civiltaislamica@tiscali.it
dicendo che simili individui (plurale) ) erano dei pazzi e che le moschee dovrebbero essere chiuse perché vi si predica un libro dettato da un pazzo assassino chiamato Maometto che dettava le sue escrescenze ad uno scriba che si portava dietro essendo un analfabeta che predicava la violenza sino all'omicidio di massa, con amputazione di mani e piedi e crocifissione per i miscredenti (compresi ebrei e cristiani), che corrompono la terra (vedi Sura V). Si badi che io non avevo offeso un individuo in particolare ma il Corano definendo Maometto la più grande disgrazia della storia. Sono stato accusato di "vilipendio a confessione religiosa nella persona" in base all'art. 403 del Codice penale. Eppure avevo allegato nella mia email (incriminata) il mio florilegio del Corano.
"Ora basta falsità sui jihadisti
Vi è da rimanere sconcertati di fronte alla ristesura dell'articolo 403 sulla base della sentenza della Corte Costituzionale. Innanzi tutto si noti lo sbaglio dovuto ad ignoranza per avere sostituito il "termine" religione" con il termine "confessione". La confessione di fede non è una religione ma una professione particolare all'interno di una religione. Quella cattolica, per esempio è una confessione religiosa da ricomprendersi all'interno della religione cristiana che si divide in una miriade di confessioni, luterana, calvinista, Chiesa avventista, Chiesa valdese, Testimoni di Geova, etc. etc. Egualmente l'islam si divide in una molteplicità di confessioni, tra cui principalmente quelle sunnita e sciita. L'articolo poi sembra condannare non tanto il "vilipendio" alla confessione religiosa ma le conseguenze che il vilipendio avrebbe sull'individuo che aderisca ad una confessione religiosa, in quanto si sarebbe offesa la sensibilità di chi appartenesse ad una certa confessione religiosa. Ho riportato nel mio libro la sentenza di cui è stato relatore Zagrebelsky, che ha ritenuto di dover riformare l'articolo con la motivazione che non si poteva discriminare una religione a favore della confessione cristiana cattolica. Un bel pasticcio. Questa è la conseguenza di uno Stato falsamente laico preda del relativismo che da dignità ad ogni confessione religiosa, mentre non è suo compito difenderne l'asserita dignità. Tutte le religioni sono nate molti secoli fa, in periodi di grande ignoranza quando non erano concepibili le conoscenze scientifiche di oggi. Dunque lo Stato difende l'ignoranza e le dà dignità. Io avevo già notato nel mio libro "Scontro tra culture e metacultura scientifica.L'Occidente e il diritto naturale) la totale assurdità di tale articolo come fu riscritto da Zagrebelsky (a cui avevo consegnato una copia del mio libro anni fa quando venne a Cagliari in occasione di un festival della filosofia). Nel mio libro avevo rilevato, per esempio, l'assurdità del punire uno che, anche se in malafede, si professasse seguace di una religione politeistica come quella greco-romana (ma vi sono ancora religioni politeistiche) e offendesse, per esempio Giove. Anche chi offendesse Giove dovrebbe essere punito? E chi si professasse seguace della sanguinaria dea Kalì (ed esistono ancora dei pazzi che credono nella dea Kalì) si dovrebbe sentire offeso da uno che bestemmiasse contro la dea Kalì o dicesse che i suoi seguaci sono dei pazzi dando così ai suoi seguaci il diritto di accusare di vilipendio chi avesse pubblicamente offeso la loro "confessione"? Nel mio libro facevo notare un altro assurdo nel caso dei satanatisti, cioè dei seguaci di Satana. Se questi nel loro statuto si obligassero a non violare le leggi, per esempio evitando di offrire sacrifici di animali, potrebbero addirittura richiedere l'8 per mille in quanto "confessione" religiosa. Poiché la conseguenza è assurda significa che anche la premessa è assurda. E la premessa assurda è proprio l'art.403 del Codice penale. Uno Stato che si professi laico DEVE IGNORARE TUTTE LE RELIGONI. Non può esistere vilipendio di una confessione religiosa perché darebbe adito ad un suo seguace di richiedere la condanna di chi abbia offeso una certa religione, che, ripeto, deve essere ignorata da uno Stato laico, altrimenti si cade in uno Stato teocratico quale è lo Stato che si riconosca nella religione islamica, che prevede la condanna per blasfemia. Altrimenti, altro assurdo, lo Stato laico dovrebbe entrare in merito al contenuto delle religioni e stabilire quale religione sia ammissibile e riconoscibile da parte dello Stato laico e quale non sia riconoscibile. Ma come insegnò il grande filosofo ebreo ateo Spinoza (Trattato teologico-politico cap. XVI) bisogna distinguere il culto interno dal culto esterno. Lo Stato deve intervenire solo sul culto esterno, cioè su tutti quegli atti che, pur derivanti dal culto interno, siano in contrasto, nelle sue manifestazioni esterne, cioè nel culto esterno, con le leggi dello Stato. Questo avrebbero dovuto imparare i componenti della Corte Costituzionale con Zagrebelsky, che non si è accorto, proprio lui laico (non credente) delle assurde conseguenze derivanti dall'art. 403 C.P. E ora veniamo al mio caso.
Mi è arrivato dopo 3 anni un decreto penale (multa di 800 euro) per "vilipendio a confessione religiosa nella persona" (di cui non si fa il nome) perché avrei offeso un rappresentante della "civiltà islamica" dopo una trasmissione del 2015 (non mi ricordo quale) in cui costui aveva detto che un vero musulmano non deve ascoltare musica occidentale (condannava per esempio persino l'uso del violino) perché corrompe e devono essere ammessi solo strumenti a percussione. Preso dalla rabbia avevo scritto a civiltaislamica@tiscali.it
dicendo che simili individui (plurale) ) erano dei pazzi e che le moschee dovrebbero essere chiuse perché vi si predica un libro dettato da un pazzo assassino chiamato Maometto che dettava le sue escrescenze ad uno scriba che si portava dietro essendo un analfabeta che predicava la violenza sino all'omicidio di massa, con amputazione di mani e piedi e crocifissione per i miscredenti (compresi ebrei e cristiani), che corrompono la terra (vedi Sura V). Si badi che io non avevo offeso un individuo in particolare ma il Corano definendo Maometto la più grande disgrazia della storia. Sono stato accusato di "vilipendio a confessione religiosa nella persona" in base all'art. 403 del Codice penale. Eppure avevo allegato nella mia email (incriminata) il mio florilegio del Corano.
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