mercoledì 10 ottobre 2018

LE BANCHE SONO BANDE DI USURAI RAPINATORI

Esse ottengono prestiti dalla BCE di Francoforte al tasso di 0,75 ma investono in BTP ottenendo un rendimento superiore. Oggi all'asta i BTP decennali a causa dello spread rendono più del 3%. Ma gli interessi bancari sui prestiti alle aziende e ai singoli superano di molto il 3%. Questo dipende dal fatto incredibile già molti anni prima dell'euro la Banca d'Italia, che dovrebbe essere organo di controllo delle banche, è stata sottratta al Ministero del Tesoro, cioè allo Stato, ed è composta da rappresentanti delle maggiori banche italiane e delle maggiori compagnie di assicurazioni. Il fascismo aveva posto argine alla speculazione delle banche istituendo la Banca Nazionale del Lavoro (BNL). Ma il successivo sistema cosiddetto democratico ha privatizzato la BNL. Non solo. La BNL è stata comprata nel 2006 dal gruppo francese BNP Paribas. La BNL cessò di diventare banca di Stato a causa della pessima conduzione causata da finanziamenti concessi dalle sue consociate all'estero  e soprattutto dai finanziamenti alla Federconsorzi e ai consorzi agrari. I finanziamenti erano in teoria giustificati a favore dell'agricoltura, ma avrebbero dovuto essere calcolati in modo da impedire poi una insolvenza. La BNL nel 1991 si trovò ad avere un passivo di 5000 miliardi di lire. Ma ciò per colpa di finanziamenti non occulati voluti da interessi di partito, interessati a favorire prestiti a favore di aziende portatrici di voti. Nel 1998 la BNL cessò di essere  banca di Stato per essere privatizzata sotto un governo di sinistra. La soluzione fu peggiore del male. Sarebbe stato meglio che la BNL, in quanto banca di Stato, venisse salvata con i soldi dello Stato ma con una conduzione diversa fatta esperienza negativa del passato. La soluzione non poteva essere la privatizzazione della banca in previsione di tutte le conseguenze negative che essa avrebbe provocato facendola entrare nella catena delle banche private e togliendole così quella funzione di calmiere e di freno di fronte alla comportamento predatorio delle banche. Tutto sommato sarebbe stato meglio che lo Stato si fosse fatto carico dei 5000 miliardi di lire piuttosto che ridurre la BNL ad una banca privata. Da notare che nel 1993 il governo Ciampi fece uscire l'Italia dallo SME svalutando la lira del 20% ma con una diminuzione dell'inflazione che fu portata al solo 5%. Si risollevò in questo modo l'economia. contribuendo in maniera significativa al risanamento dell'economia nazionale e determinando conseguentemente la cosiddetta politica dei redditi che permise di abbattere il tasso di inflazionee e, indirettamente, i tassi d'interesse. Che cosa è capitato dopo? Qui sta l'altra faccia, quella negativa, di Ciampi, che, divenuto ministro del Tesoro dal 1996 al 1999 nei governi infausti di Prodi e D'Alema, si asservì alla politica europea che prevedeva come fine principale la diminuzione del debito pubblico. Ma da notare che lo stesso Ciampi nel 1998 aveva fatto scendere lo spread (di cui allora nemmeno si parlava) da ben 900 a 200 sempre secondo le direttive del Trattato di Maastricht, in funzione del futuro ingresso nella zona euro, che prevedeva un deficit annuale massimo del 3%. Ma ciò fu possibile perché l'Italia aveva ancora la lira e una Banca d'Italia che, pur sulla via della sua separazione dal Ministero del Tesoro, e perciò dal governo per essere trasformata in una corporzione di grandi banche e compagnie di assicurazione, aveva ancora la sua sovranità monetaria. L'abbandono della lira, e perciò della sovranità monetaria, ha prodotto l'attuale stato di recessione. Come premio di questa annunciata rovina, allora non capita dagli italiani, Ciampi fu eletto capo dello Stato come se fosse stato un salvatore della patria. In realtà fu un traditore della patria, e coprì il suo tradimento con un patriottismo retorico di facciata, anche con la reintroduzione della Festa della Repubblica con la parata pagliaccesca delle forze armate. 
La conseguenza dell'introduzione dell'euro è stata la perdita di controllo della moneta e la sottomissione dell'economia alla follia della stabilità monetaria con la perdita di quella che era la necessaria flessibilità della moneta nazionale in rispetto dell'economia reale, e non finanziaria, dello Stato. Le banche italiane con l'euro incominciarono a dipendere dalla banca straniera, asservita alla Germania, che è la BCE, che incominciò a prestare soldi solo alle banche a tassi ridicoli. Nel 2016 giunse a fare prestiti alle banche a 0 interessi. Poi dal 2017 furono portati allo 0,75. Con un interesse attuale dei BTP superiore in fase d'asta al 3% la banca, acquistando BTP ricava subito la differenza tra 3% e 0,75%. Ma questo alle banche non basta. Esse nella prestazione dei mutui pretendono un minimo del 5% se non arrivano anche al 10%, mentre i conti correnti in attivo danno praticamente 0 come interessi. In conclusione tutte le banche sono bande di usurai che sono prive di controllo da parte di una Banca d'Italia che da organo di controllo è divenuta, con conflitto di interessi, organo dei controllati, cioè di tutte le maggiori banche che rappresentano la direzione della Banca d'Italia, falsamente detta d'Italia perché è assoggettata, per di più, agli interessi di una banca staniera che è la BCE, che è l'unica banca che possa stampare gli euro, divenuta così moneta straniera dipendente dagli interessi della Germania. E poi i deficienti europeisti sanno solo sbavare contro quelli che essi chiamano sovranisti. Sovranisti significa avere il potere di stampare moneta, perché uno Stato che è stato privato della sua sovranità monetaria è uno Stato barzelletta. Mi meraviglio del fatto che nessuno dei sovranisti abbia portato come obiezione fondamentale il fatto che vi sono Stati dell'UE che, come le ricche Svezia e la piccola Danimarca, hanno preferito conservarsi la moneta nazionale che è la corona. Per non parlare della Svizzera, che è rimasta fuori dell'UE, e perciò anche dell'euro. Per esse non esiste lo spread perché questo è una conseguenza del fatto di dipendere dal raffronto dei BTP italiani con in BUND tedeschi che danno interessi che sono una miseria, l'1%. I globalisti della finanza hanno radici nei partiti italiani europeisti che per ignoranza o per partito preso contro l'attuale governo vogliono continuare a tenere l'Italia sotto la sudditanza dell'euro-marco e la Banca d'Italia come rappresentanza della maggiori banche in accordo con gli interessi usurai favoriti dalla BCE che regala prestiti all'interesse ridicolo dello 0,75 in modo che poi le banche lo usino  speculando a tassi assai maggiori. E questa la chiamano democrazia. Dove sta la sovranità del popolo in base all'art. 1 della Costituzione se questo popolo è stato privato della sua sovranità a favore di banche e di una moneta straniera?             
E poi la solita cantilena del debito pubblico portata dai disonesti. Ma che cosa è in realtà questo debito? Pochi (come Claudio Borghi) ho sentito dire che a fronte di un debitore esiste un creditore. Il Giappone ha un debito pubblico assai superiore a quello italiano ma non risente di alcun effetto negativo. Perché? Perché il debito pubblico è tenuto solo dai giapponesi. Dunque il debito pubblico, se derivante dal credito dei cittadini, non rappresenta solo un passivo dello Stato ma anche una ricchezza dello Stato se gli interessi pagati dallo Stato vengono investiti e consumati da creditori dello Stato nell'economia generale dello Stato stesso. In questo senso il debito pubblico è soltanto un falso debito perché l'altra faccia della medaglia è il maggiore credito dei cittadini, che certamente consumano gli interessi dei titoli di Stato spendendoli e favorendo così la produzione e l'occupazione. Ma condizione è che lo Stato sia padrone della moneta. In Giappone non esiste la disocccupazione. Lo stesso discorso vale per gli Stati Uniti, che con Trump ha quasi fatto sparire la disoccupazione. Perché gli Stati Uniti, che hanno la loro banca statale (Federal Reserve), stampano moneta favorendo la crescita senzai pazzeschi vincoli di una sciagurata Unione Europea con in più la pazzia dell'euro. In Italia il debito pubblico è tenuto per 2/3 dalle banche predatrici e dagli stranieri. Se i BTP fossero tenuti dagli italiani il debito pubblico non esisterebbe, ma a condizione di una sovranità monetaria.    Se si rapina una banca si rapinano dei rapinatori.      

2 commenti:

bambilu ha detto...

potremmo fare come fanno "loro". Aspettiamo che vengano svalutati i BTP Italiani e zacchete li compriamo Noi Il Popolo Sovrano Italiano. Non so se la cosa è fattibile...però possiamo finanaziare Ni il futuro debito. Preferisco che i miei sudati risparmi se li fotta, eventualmente il Governo Eletto gialloverde, piuttosto che se lo fottano i Bund..iti della eu.rope capestro con bail in vari...

Pietro Melis ha detto...

Non ho mai capito perché la legge permetta che i BTP possano essere acquistati all'asta solo dalle banche e che il cittadino li possa acquistare solo attraverso le banche nel mercato cosiddetto secondario, con la conseguenza che il prezzo d'acquisto sia soggetto a variazioni di valore o verso l'alto o verso il basso. Lo Stato alla scadenza paga sempre 100. Supponiamo che uno compri BTP con scadenza decennale ad un prezzo inferiore a 100, per esempio a 98. Per avere la differenza tra 100 e 98 deve aspettare 10 anni. I BTP con scadenza inferiore rendono assai di meno. Il prezzo d'acquisto a 98 può scendere sotto 98, per esempio 91, e pertanto,nel caso in cui uno avesse bisogno di riprendersi i suoi BTP, in tutto o in parte, per far fronte a delle spese, deve sottoporsi alla perdita del 7% di quanto ha comprato a 98. Per avere un rendimento maggiore (che si chiama cedola) nel mercato secondario deve acquistare tramite le banche ad un prezzo superiore a 100. Ma alla scadenza avrà in restituzione dallo Stato soltanto 100. Lo Stato ci ha guadagnato e l'investitore ci ha perduto. A parte la svalutazione della moneta. Se poi i suoi BTP,al contrario, comprati 98 acquistano un valore superiore a 98 e li rivendesse lo Stato tasserà la plusvalenza conseguente alla differenza tra il valore superiore a 98 e 98. I BTP non debbono essere dichiarati nella dichiarazione dei redditi (se intestati ad una singola persona)ma il rendimento degli interessi (pagato ogni sei mesi) viene tassato alla fonte nella misura del 12,50%. Se invece i BTP sono stati comprati da una società il rendimento (pagato ogni sei mesi) non viene tassato alla fonte ma sono i soci che debbono pagare le tasse nella dichiarazione annuale dei redditi. E se un socio ha altre rendite (sia pure solo una pensione) il rendimento dei BTP farà cumulo con la pensione e dovrà pagare le tasse in base ad una aliquota superiore. Il rendimento da BTP spesso serve soltanto a coprire la svalutazione della moneta. Lo Stato paga gli interessi con moneta svalutata. Come si vede è sempre lo Stato che ci guadagna. Anche per tutto ciò il debito pubblico è per lo Stato un falso debito.