venerdì 5 ottobre 2018

NON COMPRARE I GIORNALI PER NON MANTENERE DEI PARASSITI

I giornalisti non dovrebbero essere tali per professione a tempo pieno. Non debbono figurare come stipendiati dai giornali. Dovrebbero avere tutti un'altra professione e scrivere sui giornali come collaboratori esterni. Purtroppo esiste una legge che finanzia l'editoria giornalistica. Ogni quotidiano deve stampare almeno 50.000 copie per avere delle sovvenzioni. Naturalmente i giornali di periferia non raggiungono altrettante vendite e tutte le copie non vendute vengono mandate al macero. Fatta la legge trovato l'inganno. Quanto tempo dedicano gli articolisti per scrivere un articolo o quanto tempo impiegano per un servizio di cronaca? Senza il contributo statale chiuderebbero tutti i giornali. Se il Corriere della sera da un po' di tempo chiede l'abbonamento anche nella versione internet  vuol dire che è veramente messo male. Figuriamoci tutti gli altri. Anche l'altro quotidiano La Repubblica chiede l'abbonamento per poter leggere tutti gli articoli nella versione internet. Il pur da me apprezzato e stimato Vittorio Feltri, prima direttore de Il giornale e poi direttore di Libero Quotidiano da lui fondato, ha dichiarato che aveva una pensione di 10.000 euro, poi ridotti a 8000. Se ha una pensione di 8000 euro mi domando quanto guadagni come direttore di Libero. Chi gli paga la pensione? Non l'INPS, cioè lo Stato. La paga la cassa dei giornalisti chiamata INPGI. Ma è certo che si tratta di una pensione sproporzionata rispetto alla disponibilità dell'INPGI. Infatti questa cassa è in passivo. Ogni 100 euro incassati l’INPGI ne spende 138,5. Da chi è pagata la differenza? E' evidente che i contributi pagati dai giornalisti non sono sufficienti a pagare le loro pensioni come risulta da 

Il bilancio dell'Inpgi scopre le carte su otto anni di ... - EconomiaItaliana.it

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16 apr 2018 - Il bilancio dell'Inpgi scopre le carte su otto anni di errori strategici ... ovvero il bilancio di assestamento 2017 della gestione principale (Inpgi 1). 
Allora deve subentrare lo Stato. Il dissesto dell’INPGI è anche l’effetto di una politica sindacale che ha concesso agli editori un accesso troppo facile agli stati di crisi, con il via libera a prepensionamenti, cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali. In sostanza, sono tutti i cittadini che debbono pagare in parte le loro pensioni quando i contributi versati all'INPGI non siano proporzionali alle pensioni erogate. Quale soluzione? Abolire l'Ordine dei giornalisti. Mi domando perché sia necessario essere iscritti ad un Ordine per scrivere su un giornale. Molti articoli sono scritti da chi ha una professione diversa da quella di giornalista. Alcuni giornalisti sono professori universitari. E' forse necessario che siano iscritti all'Ordine dei giornalisti? No. Suppongo che vengano pagati per collaborazione esterna. E allora perché dovrebbero esistere giornalisti stipendiati dai giornali facendo del giornalismo l'unica professione? Il proprietario del giornale è padrone di offrire gli stipendi che vuole. Se va in passivo il suo guadagno non deriva dal ricavo delle vendita ma dalla sua possibilità di indirizzare l'opinione pubblica oltre la mera informazione. Infatti i giornali sono tutti ideologizzati, anche quando dichiarano di essere indipendenti. Vengano tolte le sovvenzioni statali e vivano di vendite e di pubblicità invadente senza oneri per lo Stato. Vorrei vedere quanti giornali e giornaletti locali riucirebbero a sopravvivere. Internet sta preparando il loro funerale.           

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