lunedì 1 ottobre 2018

UNA QUESTIONE DI LOGICA TRA DUE FALSE VERITA'

Un quasi maggiorenne (mancavano 6 mesi ai 18 anni) dice di essere stato violentato da una donna di 37 anni che gli avrebbe aperto i calzoni ma senza specificare se vi sia stato un rapporto sessuale. Supponiamo che non vi sia stato. La violenza sarebbe consistita in una provocata e non voluta erezione. E' il cervello che comanda, e senza partecipazione e attrazione è difficile che vi possa essere erezione da parte dell'uomo. Ma data l'età è possibile che anche senza partecipazione vi sia stata erezione e eiaculazione con relativo orgasmo per semplice stimolazione meccanica manuale. In tutti e due i casi il quasi maggiorenne  non si è opposto affatto a questa asserita violenza. Se non si è opposto non vi è stata violenza e vi è da credere che gli abbia fatto piacere. Un ragazzo normale avrebbe ringraziato la donna. I fatti successivi danno da pensare che egli abbia acconsentito per poi ricattare la donna sapendo che poteva giovarsi della sua età da minorenne (se pur quasi maggiorenne) per poi accusarla di violenza sessuale e chiedere una forte somma sotto il ricatto di rendere pubblica la asserita violenza con relativa condanna. In conclusione, la asserita violenza non può essere esistita. Essa è stata finalizzata ad un ricatto. Questa è la prima falsa verità pubblicizzata dal quasi maggiorenne.
La donna dice, al contrario,  di essere stata lei violentata dal quasi maggiorenne, che le sarebbe saltata addosso, le avrebbe strappato i vestiti e avrebbe subìto un rapporto sessuale completo in due minuti, stando lei sotto di lui. Anche questa versione manca di logica. Una donna non può essere violentata se non è costretta con la minaccia fisica (per esempio da uno stupratore armato che la minaccia di morte) o venga privata comunque di una reazione psicologica in stato di alterazione mentale (dovuta per esempio ad ubriachezza o ad assunzione di droga). In uno stato normale che escluda la violenza fisica prima della violenza sessuale la donna non può essere violentata perché, stando con le gambe chiuse, le braccia del violentatore sono impegnate nel tenerle ferme le braccia in modo che non possa difendersi con esse. Occorrerebbero quattro braccia, cioè almeno due violentatori, per costringerla a sopportare una violenza sessuale.  Strano che questa donna non abbia reagito nemmeno dopo che le erano stati strappati i vestiti. Per di più i due si trovavano in un albergo e non in un domicilio privato. Sarebbe bastato urlare o premere un bottone per fare accorrere un cameriere dell'albergo. Pertanto anche in questo caso è da escludere che vi sia stata violenza. La donna ha dichiarato di non essere stata capace di reagire perché si è trovata in uno stato di impotenza mentale. Balle. Avrebbe fatto meglio a non cadere in questo ridicolo. Una donna non si fa ritrarre a letto abbracciata con uno che poco prima le avrebbe usato violenza sessuale e con espressione per niente affatto alterata, e non va poi a cena con il suo violentatore. Questa falsa verità appare più falsa della prima. La logica vuole che diventino verosimili entrambe le false verità se si esclude che in tutti e due i casi vi sia stata violenza e non partecipazione. Ma in tutti e due i casi si aggiunge lo squallore di un ricattatore che avrebbe utilizzato la donna per poi estorcerle forti somme con la minaccia che avrebbe  reso pubblica una asserita, quanto, inesistente, violenza. 
Ogni riferimento a fatti e a persone è puramente casuale.                

2 commenti:

aldo ha detto...

La domanda sorge spontanea. Gli alberghi mettono a disposizione dei locali per fare incontri di lavoro.
Se vuoi evitare degli incontri impropri, non è opportuno NON incontrarsi nelle camere da letto degli Hotel? Se lo accetti poi non puoi fare la sempreverginemaria.

Pietro Melis ha detto...

Questo significherebbe che sia più valida la versione del ricattatore