Per vari motivi. Essa è nata come disgraziata unione monetaria assumendo nel 1999 il valore che ilmarco aveva nel 1999. Tutte le monete nazionali hanno fissato il loro valore in base al valore che ogni moneta aveva nel 1999 rispetto al marco. Per esempio, il marco nel 1999 valeva 990 lire. Da qui il valore dell'euro italiano corrispondente a lire 1936, 27. Ma non vipotràessere mai una unità politica perché altrimenti gli Stati più ricchi, come capita in ogni Stato, dovrebbero contribuire al finanziamento degli Stati più deboli oltre i limiti della partecipazione ai fondi comuni europei. Già il fatto di dover partecipare a questi fondi comuni è stato un danno per l'Italia che ha in restituzione molto meno di quanto versa in tali fondi, con una conseguente perdita di circa 7 miliardi ogni anno, che vanno a vantaggio soprattutto degli Stati excomunisti come Ungheria e Polonia, che però furbescamente si sono tenuti la loro moneta nazionale. Inoltre nessuno è mai riuscito a spiegarmi perché mai le ricche Danimarca e Svezia, pur facenti parte dell'UE, si siano tenuti la corona. Perché mai l'Inghilterra si è tenuta la sterlina? A parte il fatto che uscirà tra breve anche dall'UE. Se l'Italia tornasse alla lira (immagino una lira pesante equivalente all'attuale euro) l'economia della Germania sarebbe la prima a risentirne perché non reggerebbe alla concorrenza di una lira svalutata rispetto all'euro-marco. Pochi potrebbero continuare a comprarsi, per esempio, una mercedes, che verrebbe a costare troppo pagandola in lire. Così pure tutti i prodotti italiani sarebbero avvantaggiati nelle esportazioni, le industrie produrrebbero di più e l'occupazione aumenterebbe. Nel mercato interno nulla varierebbe perché necessariamente i costi dei prodotti italiani si adeguerebbero al minore valore della nuova lira pena il fallimento delle industrie. Resterebbe solo lo svantaggio di dover pagare di più il petrolio. Ma esso costerebbe meno se si abbassero le accise, che sono le voci che rendono alto il costo della benzina e del gasolio. E diminuendo le accise costerebbero meno i trasporti e conseguentemente le merci trasportate. Non è necessario essere economisti per capire queste cose. Ma alla palese verità di queste considerazioni si è sostituita la mitologia dell'Unione Europea.
giovedì 21 febbraio 2019
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1 commento:
Gentile Professore,
non ricordo dove -non tanto tempo fa- ho letto la seguente proposta:
a un dato momento, TUTTA la moneta "euro" di tipo bancario sita nei registri, per l'appunto, delle banche italiane (trattasi evidentemente di "moneta bancaria" o "moneta scritturale" giacché figura solo come registrazione contabile) viene trasferita su un apposito conto corrente bancario di proprietà pubblica. (sempre ovviamente come "moneta bancaria" o "moneta scritturale") Nello stesso momento, TUTTA la moneta "euro" della stessa specie viene istantaneamente convertita in LIRA ITALIANA occupando le medesime posizioni scritturali bancarie. La sommatoria di tale "euro scritturale" verrà integralmente devoluta a pagare il "debito pubblico italiano" detenuto da titolari NON italiani (banche, società o privati che siano). Relativamente alla moneta metallica+cartamoneta "euro" fisicamente in circolazione : stessa sorte : un ammasso definitivo in qualche forziere pubblico, con deposito a vista e immediata sostituzione ai portatori con moneta metallica+cartamoneta in LIRA ITALIANA mentre l'"euro-contante" raccolto ed ammassato farà la stessa fine dell' "euro bancario/scritturale" = a sconto del debito pubblico italiano per i portatori NON italiani.
[per inciso : sbaglierò, ma la moneta circolante forma a malapena neanche il dieci per cento della somma totale di "euro" presenti in Italia.]
Sarò grato a Lei ed ai Lettori per un commento. Cordiali saluti da Torino. GM
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