Passato e Presente - Fiume: l'epurazione di Tito - video - RaiPlay
Il 10 febbraio ricorre il "Giorno del Ricordo" dedicato alle vittime delle foibe, all' esodo giuliano-dalmata e al complesso delle vicende storiche che hanno ...
Dal mio libro IO NON VOLEVO NASCERE. UN MONDO SENZA CERTEZZE E SENZA GIUSTIZIA (Ed.Bastogi 2010) .
Ricordiamo
quanto il Peggiore (Togliatti) fece a danno dell'Italia dopo essere tornato dalla
sua vera patria, l'Unione Sovietica. Questo doppiogiochista da una
parte aderì al governo Badoglio su direttiva di Stalin, in un
momento storico in cui, sulla base degli accordi di Yalta, l'Europa
era stata già divisa in due, con l'esclusione dell'Italia dal blocco
sovietico, dall'altra nei giorni 12 e 13 settembre 1943 aveva
convenuto con il partito comunista croato che l'Istria (compresa
Trieste) dovesse far parte della Croazia, facendo presente che
sarebbe stato utile per la causa comunista che Tito occupasse anche
la Venezia Giulia. A tal fine ritenne opportuno che il movimento
partigiano dell'Istria passasse sotto il controllo del partito
comunista croato in cambio del riconoscimento dei comunisti italiani
come rappresentanti della minoranza italiana all'interno della
Jugoslavia. Per questo osteggiò qualsiasi tentativo di pacificazione
con i fascisti voluta dalla maggioranza del CLN e promosse una
campagna di attentati terroristici, rifiutando che i comunisti
affiancassero le poche unità regolari rimaste dell'esercito regio e
gli eserciti alleati. Delle due divisioni italiane che operavano
nella Venezia Giulia (la Osoppo e la Garibaldi Natisone) la seconda
(di comunisti) decise di passare agli ordini del IX Korpus sloveno.
Nel contesto di queste direttive dei comunisti va posto la trappola
in cui caddero alcuni partigiani bianchi sul monte Canizza (al di qua
del confine attuale della Venezia Giulia), massacrati da quelli
comunisti comandati da Mario Toffanin, detto Giacca. Gli autori della
carneficina, identificati nel numero di 37, furono condannati dopo la
guerra a 800 anni di carcere. Ma sopraggiunse poi l'amnistia voluta
dal ministro della giustizia Togliatti, non tanto per salvare i
fascisti, quanto per salvare i comunisti. Ma Giacca e il suo compagno
Vanni, che erano già fuggiti in Jugoslavia e poi in Cecoslovacchia,
furono condannati a 30 anni. Il secondo fu graziato nel 1959 e il
primo, maggiore responsabile, fu graziato nel 1978 da Pertini,
mandante di plurimi assassini.1
Erede
degno della antitalianità del comunismo è oggi il capo dello Stato
Giorgio Napolitano, che aveva 22 anni nel 1946 e doveva sapere delle
foibe istriane. Ma non se ne poteva parlare allora nemmeno da parte
di altri partiti, facenti parte dei primi governi di coalizione, né
se ne parlò successivamente per evitare di tenere aperta una ferita
cocente, non esasperando il conflitto con i comunisti ed evitando di
compromettere i rapporti di vicinato con la Jugoslavia di Tito,
scomparso il quale venne fuori la verità. In nome dell'unità
nazionale dei partiti non fu contrastata in sede internazionale,
subito dopo la guerra, la cessione dell'Istria alla Jugoslavia, già
occupata dalle armate comuniste, e i 300.000 profughi istriani
vennero accolti come stranieri in Italia, con fastidio e
sopportazione. Con lacrime da coccodrillo Napolitano si accorse dopo
molti decenni dell'esistenza delle foibe. Ma non si pentì mai di
avere plaudito, insieme con tutta la dirigenza del P.C.I., alla
repressione della rivolta ungherese che causò 20.000 morti. Egli
disse che “i carri armati sovietici avevano portato la pace in
Ungheria”.2Incredibile
che oggi abbia come premio il Quirinale e pretenda di distribuire
ogni giorno perle di saggezza.
1Sulla
politica terroristica del P.C.I cfr. Jack Greene, Il
principe nero. J.V. Borghese e la X mas,
Mondadori 2007; Carlo Mazzantini, I
balilla andarono a Salò,
op. cit.; Arrigo Petacco, L'esodo.
La tragedia negata degli italiani d'Istria, Dalmazia e Venezia
Giulia, Mondadori
2000. Sulla guerra civile cfr. anche Saul Bellow,
La resa dei conti,
Mondadori 2000; Giorgio Pisanò, La
generazione che non si è arresa,
C.D.L. ed. 1993; Marco Picone Chiodo, In
nome della resa,
Mursia 1990.
2
V.
italy.indymedia.org/2006/09/1154659_comment.php.
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Ricordarsi di un Sandro Pertini (uno dei tre ideatori dell'attentato di via Rasella che provocò la rappresaglia tedesca delle Fosse Ardeatine).
Gli spaghetti al dente e un partigiano come Presidente
Testo di Stefano Zangrillo
É giusto che la Storia di questo
paese venga raccontata nella sua interezza. Che vi piaccia o no, questo è
il Presidente Pertini che bacia la bara dell'assassino Tito, colui che
ha infoibato 20mila nostri connazionali costringendone all'esodo altri
300mila. Un gesto, quello di Pertini, fatto in piena consapevolezza di
quel genocidio, così come l'onorificenza di Stato e le Vie intitolate al
boia comunista. Che vi piaccia o no questa è storia italiana, che non
può essere infoibata, con buona pace dell'ANPI.
1 giorno fa - Il 10 febbraio è il Giorno del Ricordo: cosa sono le Foibe e perché è ... esecuzioni di massa, quando i partigiani comunisti del maresciallo Tito ...
Il comunismo è bugiardo e cretino
Testo di Alessandro Mezzano (mail)
La lega accusa l’ANPI di
negazionismo, dopo l’organizzazione a Parma il 10 Febbraio (giornata
del ricordo delle foibe) di un convegno per discutere appunto sulle
foibe. L'Anpi cittadina reagisce: "Nessun convegno
negazionista e nessuna sponsorizzazione", dice il presidente Aldo
Montermini all'Ansa. "Siamo di fronte ad affermazioni prive di ogni
fondamento", aggiunge l'esponente dell'associazione partigiana
emiliana", aggiungendo che "si tratta in realtà della quattordicesima
edizione di una iniziativa, promossa dal comitato antifascista
antimperialista e per la memoria storica, che in occasione della
giornata del ricordo, invita a riflettere, oltre che sulle foibe, anche
sul ruolo che ha avuto l'occupazione fascista in quelle terre. A parte
che la sezione ANPI di Rovigo aveva nei giorni scorsi dichiarato che le
foibe non esistono e sono una invenzione degli anticomunisti, smentendo
cosí le tardive scuse dell’ANPI nazionale, ricordiamo ai comunisti
dell’ANPI che:
1 commento:
Eccellente Professor Melis,
Si dice che la verità giunga prima o poi a tutti; specialmente giunge a coloro che la sanno cercare o quanto meno la sanno attendere. Nel caso delle tante atrocità commesse dalla tragedia mondiale del comunismo ( non di rado celate sotto sudici strati di intonaco ideologico ), alcune verità ci giungono.
Ma temo che arrivino troppo tardi, e che a pochi possano servire... .
Come quella delle orribili "foibe", uno dei tanti delitti che i "compagni" italiani servi dei Sovietici ben si guardarono dal denunciare. E il mascalzone Napolitano -col suo silenzio- ne impersona l'onta.
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