Mi piace riportare quanto il grande scrittore
francese Honoré de Balzac scrisse sui sardi dopo avere attraversato tutta la
Sardegna da Alghero a Cagliari nel 1838: “Essi sono dei veri selvaggi. Non ho
visto alcuna coltivazione. Savane di palme selvatiche e cisti. Dovunque pecore
e capre che brucano tutti i germogli impedendo alla vegetazione di crescere
oltre la cintura. Ho fatto 17 ore a cavallo senza trovare una casa. Foreste
vergini. Le donne fanno un pane orribile riducendo in farina le ghiande delle querce
e impastandolo con l’argilla. Uomini e donne vanno nudi con un brandello di
tela e uno straccio per coprire il sesso. Ho visto accozzaglie di creature a
branchi fermi al sole, lungo i muri di terra delle loro tane. Nessuna
abitazione ha il camino. Accendono il fuoco in mezzo alla casa tutta piena e
tappezzata di fuliggine. Le donne impastano il pane e gli uomini badano alle
greggi. Tutto è incolto nel più bel paese del mondo. Uno spettacolo di
profonda e incurabile miseria”.
(Tratto dal mio libro Roba da sardi.Ve la do io la Sardegna)
(Tratto dal mio libro Roba da sardi.Ve la do io la Sardegna)
Pietro Melis, Roba da sardi
– Ve la do io la Sardegna, Cicorivolta Edizioni, 2016. Pietro Melis, ex
professore di Storia della filosofia all'università di Cagliari, ...
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