Questo marciume non ha imparato dalla bastonata avuta dalle passate elezioni politiche. Si sono visti cartelli con scritto: "Siamo tutti eguali". "La mia casa è la tua". "Nessuno è straniero"."Prima le persone".
Che squallore. Non potevano mancare i tre che si contendono domani la carica di segretario del PD. Nè poteva mancare la scomparsa Sboldrina, non potendo avere altra visibiità. Notare il non senso del dire "siamo tutti eguali". La follia del dire "nessuno è straniero" e "prima le persone". L'impostura del dire "la mia casa è la tua". E allora questi buonisti si riempiano la casa di stranieri (tra cui islamici), e se prima vengono le persone si accolgano in casa tutti, anche i delinquenti per evitare discriminazioni. Nonostante che in relazione alla popolazione straniera (con i 600.000 clandestini venuti in Italia durante gli sciagurati sgoverni della falsa sinistra) i delitti commessi da stranieri (furti, spaccio di droga, assassini) siano numericamente maggiori nel rapporto di 7 ad 1 rispetto a quelli commessi da italiani. Naturalmente poi i soliti slogan contro il fascismo, come fosse ancora attuabile, contro l'omofobia, come se fosse naturale non distinguere il culo dalla vagina. Tutto questo marcio deriva dalla malattia inguaribile del relativismo che alimenta l'ideologia della società multiculturale e multirazziale. Ma meglio così. Questi folli, avendo perso il governo, non potendo avere la maggioranza in parlamento, sfogano la loro rabbia sulle piazze dando a credere di essere una maggioranza, che non avranno più. Debbono tornare nelle fogne da cui sono usciti. Non prevalebunt. Sono traditori della classe operaia e dei disoccupati, messi in concorrenza con invasori venuti dall'Africa per abbassare i salari e aumentare i profitti delle imprese.
Ecco la "carnevalata" buonista
1 commento:
Si dice che fossero in 200 mila.
Ho i miei dubbi sia così, ma se consideriamo che ai politicanti falliti e ai "volontari" ai quali è finita la pacchia si aggiungono una mandria di invasori e studenti che non avevano voglia di andare a scuola. . .
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