lunedì 27 gennaio 2020

EMILIA ROMAGNA MAFIOSA: VINCONO LE COOPERATIVE ROSSE


Vittoria di Pirro dovuta alla settantennale presenza di una amministrazione che nega finanziamenti a coloro che non appartengono alla mafia delle cooperative rosse. Una Regione dove il P.C.I. e i suoi eredi arrivavano all'80%. Dove sta la vittoria? Quel 51,42% che aveva come candidato alla presidenza il Bonaccini comprende solo il 34,69% di voti presi dai PDioti. Il Bonaccini si vergognava di presentarsi sotto il simbolo del PD e ha pensato di farsi una sua lista, che ha raccolto solo il 5,76%. La Lega ha avuto il 31,95, non distante dal 33% delle europee. FdI ha avuto l'8,59. Con altre liste il cdx ha vuto il 43,63%. Il Bonaccini ha poi usufruito dell'aumento dei votanti dovuto ai vuoti pneumatici delle sardine con il loro odio contro Salvini. Non ha vinto un voto per un programma ma un voto contro Salvini. E ora gli emilianoromagnoli si tengano ciò che si meritano. Si prendano essi gli invasori dall'Africa e tutta la criminalità che ne è conseguita. Purtroppo debbono pagarne le conseguenze anche gli emilianoromagnoli che avrebbero voluto battere la mafia rossa. Sono riusciti tuttavia a ridurne per la prima volta con il loro 43,63% la vittoria, dovuta anche al pasticcio del voto disgiunto, che una legge nazionale dovrebbe impedire. Come è possibile ammettere la schizofrenia di chi dà il voto al candidato alla presidenza e tuttavia può dare un voto di preferenza ad un candidato di una lista contraria?    
Non bisogna tuttavia sottovalutare l'errore di Salvini di aver proposto come candidato la  Borgonzoni, figura scialba, a cui ha dovuto rubare la scena trasformando le elezioni regionali in elezioni nazionali. Le regioni rosse sarebbero state seppellite se si fosse trattato di elezioni nazionali.         
L'unico fatto positivo è la sparizione dei 5S. I loro elettori hanno gettato la maschera dimostrando di essere la stampella del PD. E basta questo per far ritenere che questo governo non possa durare oltre. Infatti si basa in parlamento su un 33% dei 5S che non esiste più. Come scrisse in Istituzioni di diritto pubblico il costituzionalista Costantino Mortati (che fece parte della Costituente del 1946)  il presidente della Repubblica deve tener conto della mutata condizione dovuta alla distanza tra rappresentazione parlamentare e mutato sentimento nazionale. 
Questo governo potrebbe cadere presto o per contrasti tra 5S e PD, che ora si sente più forte e si sente in diritto di comandare sui 5S nonostante abbia in parlamento la metà dei parlamentari di 5S, oppure perché si potrebbe aprire la campagna acquisti in Senato di una decina di 5S, che, consci di non avere un futuro dentro 5S potrebbero passare alla Lega facendo cadere la maggioranza in Senato. Con buona pace dell'arrogante e falso "avvocato del popolo" Giuseppi, che vedrebbe la fine della sua resistibile ascesa dopo essere partito dall'anonimato ed essersi montato la testa.   

Le cooperative rosse non si arrenderanno molto facilmente  


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