giovedì 9 gennaio 2020

I MITI EVANGELICI COPIATI DA MITI INDUISTI ED EGIZI

Nell'induismo la figura di Krishna viene fatta risalire nella tradizione orale al IV millennio a.C. ed è giunta nella tradizione scritta delle Upanishad che vengono fatte risalire a 800 anni a.C. Egli è ritenuto l'incarnazione di Visnù, seconda persona della trinità indiana. Ciò che segue è tratto dal mio libro  Addio a Dio. 

La trinità fu presente nella religione Indù, dove Krisna, nato dalla vergine Devaki, è il salvatore del popolo, creduto incarnazione del verbo Visnù. Fu Krisna a dire: “Quando avrai scorto l'essere perfetto che è in te stesso e al di sopra del mondo, determinati allora ad abbandonare il nemico, che assume la forma del desiderio. Dominate le vostre passioni, perché i godimenti dei sensi sono come matrici di pene future; non fate soltanto il bene, ma siate buoni, ed il movente sia nell'azione e non nei frutti suoi. Ognuna delle vostre azioni sia un'offerta all'Essere Supremo, perché l'uomo che fa il sacrificio dei suoi desideri e delle sue opere all'Essere dal quale procedono i princìpi di tutte le cose e dal quale l'universo è stato formato, ottiene con questo sacrificio la perfezione. L'anima che ha trovato Dio è liberata dalla nascita e dalla morte e beve l'acqua dell'immortalità”. E quando Krisna sentì che la sua missione era terminata, capì che essa aveva bisogno del suggello del sacrificio. Egli doveva morire per mano del suo nemico. Perché il mondo creda alla mia parola, disse Krisna, debbo morire trafitto da un dardo. Tre furono i dardi che colpirono Krisna, e dopo il terzo, mormorando il nome del padre Brahma, rese il suo respiro. Il sole era già tramontato e un foltissimo vento sibilò nell'aria, mentre una tempesta di neve scendendo dall'Himavat si abbatté sulla terra. Fosco divenne il ciclo ed un turbine nero desolò le montagne. Atterriti dal loro delitto gli assassini fuggirono, mentre le due donne, ghiacciate dallo spavento, stramazzavano svenute al suolo come sotto una pioggia di sangue. Ora non ti ricorda ciò il segno che la natura diede in Matteo (27,51) quando morì Gesù? " La cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, e la terra tremò, e le rocce si schiantarono". E non erano presenti davanti alla croce due donne, Maria e la Maddalena? E una delle due donne che assistettero alla morte di Krisna non era Sarasvati, la peccatrice che fu redenta dal pensiero di Krisna?

E non vi fu grande progresso morale nella religione Indù passando dai sacrifici cruenti delle vittime ai sacrifici simbolici delle offerte di frutta alla divinità? E non fanno anche i seguaci del Buddha offerte di frutta agli dei nei riti popolari? Il Buddha non chiese offerte. Ma la debolezza umana non può capire che non sono le offerte ciò che rende merito di fronte a Dio. Dove la ragione si oscura, lì sopravanza la fede con l'idea di offerta sacrificale. Pochi sono gli illuminati senza fede. Ma la stessa saggezza d'Occidente e d'Oriente ha dato agli orientali la virtù di cogliere i frutti di quella ragione scientifica che crebbe nella ragione universale del cristianesimo.


Noi conosciamo la versione di molti secoli posteriore










La Vergine ISIDE tiene in braccio HORUS. Il padre divino di Horus era Osiride, con cui si confondeva (“Io e mio Padre siamo Uno”), mentre il padre terreno era Seb. L’angelo Thot annuncia ad Iside che concepirà un figlio verginalmente. HORUS nasce in una grotta, annunciato da una stella d’oriente, viene adorato da pastori e da tre uomini saggi che gli offrono doni. A 12 anni insegna nel tempio e poi scompare fino ai 30 anni. Horus viene poi battezzato sulle rive di un fiume da Anup il battista, il quale in seguito verrà decapitato. Combatté 40 giorni nel deserto contro Set (Satana), ha compiuto numerosi miracoli e camminato sulle acque. Con Iside ed Osiride, Horus costituiva la trinità egizia. A Luxor, su edifici risalenti al 1500 A.C., si possono vedere immagini relative all’Annunciazione e all’Immacolata Concezione di Iside. Nei sotterranei di Roma vi è una rappresentazione di Horus allattato dalla madre vergine Iside risalente al II secolo D.C.
  

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