martedì 23 giugno 2020

GIUSTIZIA DA MANICOMIO. IL CASO EMILIO FEDE

Tralascio di considerare le altre vicende giudiziarie perché sono inessenziali rispetto alla conclusione. Mi riferisco alla conclusione di giudici senza testa che condannano uno che oggi ha 89 anni ai servizi sociali. Ma a che razza di servizi sociali può essere condannato uno che oggi cammina con difficoltà e ha bisogno di essere sostenuto non bastandogli il bastone su cui reggersi? Era stato accusato prima di avere favorito la prostituzione di una minorenne portandola ad Arcore da Berlusconi. Viene assolto. Allora viene accusato di avere favorito la prostituzione di una maggiorenne. Ma quale prostituzione? Vi era la fila di richieste di ragazze non prostitute che ardevano dal desiderio di andare ad Arcore per avere favori di carriera da Berlusconi. Che vantaggio poteva trarne Fede che certamente non aveva bisogno di trarre guadagno economico dal favorire l'andata ad Arcore di queste ragazze? Diversamente i giudici avrebbero dovuto accusare chiaramente Fede di essere un magnaccia, cioè uno che trae guadagno dalla prostituzione. Ma questa accusa non è stata mai formulata. E allora su quale base è stata impiantata l'accusa con la conseguente condanna? E tuttavia incredibilmente viene condannato in Corte d'Appello a 7 anni, condanna ridotta a 4 anni dopo il ricorso in Cassazione. Questi giudici dovrebbero essere sottoposti a loro volta a giudizio da un tribunale costituito da giursti e non da giudici, perché i giudici di carriera dovrebbero essere sottoposti a visita psichiatrica per certe loro sentenze aberranti. Un vecchio di 89 rimane agli arresti domiciliari mentre il tonno Palamara  è colpevole di gravi reati per avere documentatamente distribuito cariche e prebende in un clima di corruzione. Per lui, che fu persino presidente dell'ANM e consigliere del CSM, per ora solo l'espulsione dall'ANM e dal CSM, nonostante la connivenza di molti altri magistrati con l'operato del Palamara. Mi immagino un processo farsa perché, se venisse condannato lui, dovrebbero essere condannati tutti i suoi "compagni di merenda". Ma i corvi non si mangiano tra loro. Sino a quando non si riformerà la magistratura istituendo un tribunale superiore formato da giuristi e da avvocati di chiara fama la magistratura italiana sarà un covo di matti irresponsabili che non pagano mai di persona. Certamente il Palamara e i suoi complici continueranno a fare carriera agli effetti dello stipendio che continuerà ad aumentare automaticamente per sola anzianità perché questi componenti del CSM (Corporazione di Stampo Mafioso) non prenderanno mai provvedimenti di natura economica contro magistrati colpevoli. Altrimenti i loro comportamenti dovrebbero essere sanzionati dalla loro stessa casta. Vi è un chiaro conflitto di interessi. E la chiamano indipendenza della magistratura. E' una beffa.          
A causa dell'età avanzata (88 anni) e delle condizioni di salute, Fede sconterà la pena in detenzione  domiciliare in quanto, recependo la giurisprudenza di Cassazione, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha stabilito l'11 ottobre 2019 che «in carcere sarebbe sottoposto ad un'enorme sofferenza».
Il 22 giugno 2020 viene arrestato a per evasione dagli arresti domiciliari mentre sta cenando con la moglie Diana De Deo  in un ristorante per il suo 89° compleanno e viene posto agli arresti in un hotel sul lungomare: dopo aver avvisato i carabinieri di Segrate, aveva raggiunto il capoluogo partenopeo in treno senza avere ancora l'autorizzazione del giudice del Tribunale di sorveglianza. Fede ha scontato finora 7 mesi ai domiciliari e dovrebbe completare la pena con 4 anni di servizi sociali.
2 giorni fa - Luca Palamara , dopo essere stato espulso dall'Associazione nazionale dei magistrati. rompe il silenzio. L'ex membro del Csm trascina nello ...

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