martedì 1 settembre 2020

TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO.


Il peggio non è stato ancora raggiunto. Ma bisogna sperare che il peggio già raggiunto sia sufficiente perché molti imbecilli che hanno dato il voto ai PDioti e ai 5 Stalle votino NO al referendum per liberarsi dei 5 Stalle che hanno voluto il referendum sulla riduzione dei parlamentari. Sarebbe anche la fine del PD al governo e l'inizio di una difesa dei confini nazionali contro le invasioni barbariche dall'Africa che aumentano, oltre tutto, la presenza nefasta dell'islamismo. Di ciò non si è accorta nemmeno Giorgia Meloni che è per il SI (anche se non del tutto convinta). Forse per paura che con la vittoria del SI si senta sconfitta. Solo questo può spiegarsi. Ma non ha capito che questo referendum è stato personalizzato dai 5 Stalle e la vittoria del NO sarebbe un referendum contro questa anomalia della politica italiana. Pur di non perdere il governo i PDoti (che prima avevano votato sempre contro la riduzione dei parlamentari) sono saliti sul carro dei 5 Stalle. La bocciatura del referendum personalizzato dal Bomba Renzi portò alla caduta del suo governo. Non è certo che capiti la stessa cosa con la vittoria del NO il 20 settembre. Ma certamente questo governo verrebbe sconfitto. Di tutt'altra riforma ha bisogno la Costituzione. I 5 Stalle hanno rinnegato il loro primitivo programma che prevedeva il referendum abrogativo per ogni materia di legge modificando così il disgraziato art. 75 che prevede l'esclusione del referendum sui trattati internazionali. Nel loro programma vi era anche il referendum propositivo. Secondo la concezione della democrazia diretta espressa da Rousseau nel Contratto sociale. Anche questo hanno rinnegato una volta andati al potere pur di non contrastare l'alleanza con il PD. la loro democrazia diretta si è ridotta buffonescamente alla piattaforma ingiustamente chiamata Rousseau dove i pochi iscritti con un clic possono decidere non solo al posto dei milioni di voti che avevano avuto alle elezioni politiche ma anche della politica nazionale. L'art. 75 aveva un senso nel 1946 in clima di guerra fredda con l'entrata dell'Italia nella NATO contro l'Unione Sovietica. Non aveva più senso nel caso dell'ingresso dell'Italia nella zona euro, una moneta straniera impostaci da un parlamento con maggioranza filoeuropeista senza che vi sia stata prima una consultazione popolare tra euristi e antieuristi. I No euro avrebbero potuto affacciarsi ai media per palesare tutte le conseguenze negative dell'euro per l'Italia. La ricca Danimarca, per esempio, volle un referendum sull'euro, e il popolo danese votò contro l'euro tenendosi la moneta nazionale che è la corona. La Costituzione italiana ha privato gli italiani del potere di farsi esso stesso legislatore con un referendum propositivo saltando la dittatura dei partiti. I 5 Stalle volevano essere un Movimento antipartitico con il loro vaffanculo. Si sono trasformati in MO' VI MENTO. E' bene che ora siano essi ad andare affanculo.  
Una vera democrazia richiede che sia il popolo a nominare il capo dello Stato, senza che per questo l'Italia diventi una Repubblica presidenziale. E il suo mandato deve essere ridotto a cinque anni. Soprattutto se, in subordine, continuasse ad essere eletto dal parlamento. In questo caso il suo mandato dovrebbe coincidere con la durata della legislatura, in modo che cessi l'assurdo di un capo di Stato come Mattarella che continua ad essere un abusivo del Quirinale per essere stato eletto da una maggioranza parlamentare che non esiste più attualmente. Pertanto in caso di elezioni anticipate dovrebbe cessare anche il mandato del capo dello Stato.              

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