martedì 21 settembre 2021

RIVISITAZIONE STORICA: LA POLITICA FALLIMENTARE DI CAVOUR

Mandò dei piemontesi a combattere e a morire in Crimea per dare al Regno sardo-piemontese una voce in campo internazionale ai fini di una alleanza della Francia e del sostegno dell'Inghilterra nella guerra contro l'Austria per annettere il Lombardo-Veneto al Regno dei Savoia. Napoleone III scese in guerra contro l'Austria ma il Piemonte ottenne solo la Lombardia e non il Veneto. Il Regno sardo-piemontese per colpa del Cavour perse tutta la Savoia, terra che era stata la culla storica del Regno savoiardo. E perse anche Nizza, da sempre italiana, con parte del territorio confinante. Vi fu la giusta protesta di Garibaldi che si vide privato della sua città nativa. Solo con la sconfitta dell'Austria inflitta dalla Prussia nel 1866 il Piemonte poté annettersi il Veneto. Cavour era già morto nel giugno del 1861. Non ebbe mai il proposito di favorire l'unità d'Italia avendo solo come disegno politico quello di espandere nel nord d'Italia il Regno dei Savoia. Lasciò che fosse Garibaldi ad assumersi il rischio della spedizione dei mille pur non avendola ostacolata. Quali meriti dunque ebbe Cavour nel favorire l'unità d'Italia? Solo dopo la fortunata impresa di Garibaldi prese atto dell'unità d'Italia pronosticando Roma come capitale d'Italia. Gli furono riconosciuti dagli storici dei meriti che non ebbe considerandolo un padre della patria, come malamente fu considerato vittorio Emanuele II, bravo soltanto nel far figli nell'avere come amante la bella Rosina. Era anche un amante incallito della caccia come tutti i vigliacchi cacciatori. E tuttavia gli si costruì a Roma quel grande monumento chiamato in suo onore Vittoriano (Altare della patria). Peggio di lui fu il nipote Vittorio Emanuele III che favorì l'ascesa del fascismo e approvò le leggi razziali contro gli ebrei. Umberto figlio di Vittorio Emanuele II fu ucciso dall'anarchico Bresci. Era stato il re Umberto a dare via libera a Bava Beccaris che con i cannoni fece uccidere 80 operai che protestavano contro le loro condizioni di lavoro e contro il rincaro del pane. Ma tra questi si trovavano per caso altri astanti. Vi furono anche molti feriti. E per questo fu insignito da Umberto dell'onorificenza di Grande Ufficiale e nominato senatore. Quando fu ucciso Umberto Bava Beccaris disse che Bresci avrebbe meritato di essere squartato. Nel 1922 consigliò al nano (anche di cervello) Vittorio Emanuele III di affidare il governo a Mussolini. Insomma, la casa Savoia fu una rovina per l'Italia. E pensare che nel 1946 la Repubblica vinse per pochi voti (con il sospetto di brogli elettorali). Nel sud Italia prevalse il voto per la monarchia.                   

8 commenti:

RIC ha detto...

RIC ha detto...

Pippo ha detto...

Bisognava proprio essere dei mentecatti per cedere alla Francia una regione bellissima come la Savoia. Un po' com'è stata la cessione dell'Alaska da parte dello Zar agli USA, che l'ha praticamente regalata.
C'è da dire però che, se la Savoia fosse rimasta italiana, magari i politici italiani non l'avrebbero adeguatamente protetta, anzi l'avrebbero deturpata costruendovi capannoni su capannoni com'è avvenuto in Veneto.Mah, forse è vero il detto che non tutti i mali vengono per nuocere.Stesso discorso per il Sud Tirolo che, se è ancora suggestivo, è perché i politicanti italiani non hanno potuto sovvertirne totalmente le leggi e le tradizioni locali.Dove mette le grinfie Roma, tutto va a catafascio e in malora.

Pietro Melis ha detto...

Per errore ho cancellato il commento di RIC, che ha ripetuto 2 volte lo stesso commento. Dovendo cancellarne uno ho sbagliato cancellandone due. Lo riporto io.

l' unica cosa decente che fece fu il canale Cavour. Resta il fatto che se non lo avesse fatto lui l' avrebbe fatto un altro .Ai francesi promise la giurisdizione sul sud italia.. poi qualcosa ando' strorto. Il Tessitore di tranelli, come il Draghi, Monti , Prodi..ecc..

RIC ha detto...

Grazie Prof. Melis. Mi perdoni questi errori di "sbadataggine " che continuo a ripetere. Pur essendomi guadagnato la vita e apprezzato come tecnico , sono disarmato di fronte a dei tasti da pigiare che non ho progettato io . Allo stesso modo mi deve perdonare un certo Ambrogio circa gli accenti gravi , acuti , concavi, convessi, tonici ecc.. che la tastiera avra' da qualche parte nascosti. Ho gia' dei seri problemi quando devo scrivere in Francese e non trovo la cediglia. Senza avventurarmi a cercare l' umlaut ( dieresi ) se devo scrivere qualche cosa in tedesco.
Al sig. Pippo devo dire che per fortuna sia la SAVOIA che il NIZZARDO siano finite in mano Francese.E' tutto un altro mondo. Peccato che il balengo cavour non abbia ceduto tutto il Piemonte.

Pietro Melis ha detto...

Come mai nella tastiera di tutti i computer esiste la e accentata (è)? E la tastiera sbagliando da anche é (usando il tasto per maiuscolo)mentre la e accentata richiede sempre l'accento grave (è). Dunque non capisco quelli che scrivono e'

ambrogio negri ha detto...

“ …. mi deve perdonare un certo Ambrogio circa gli accenti gravi , acuti , concavi, convessi, tonici ecc.. che la tastiera avra' da qualche parte nascosti. .. .”
Visto che la tastiera gli accenti li ha proprio in bella vista, contrariamente a quanto afferma un certo RIC, non ho difficoltà a credere che quando scrive in francese non trova la cediglia e quando scrive in tedesco non trova la umlaut.
Cordiali saluti

ambrogio negri ha detto...

Prof. Melis,
premetto che si tratta di copia/incolla: Quando la e è alla fine di una parola, l’accento è acuto sulla congiunzione causale ché, sui composti di che (perché, affinché, cosicché, giacché, poiché ecc.), sui composti di tre (ventitré, trentatré ecc.) e di re (viceré). Per il resto, l’accento è in genere grave.
Questo è il motivo per cui nella tastiera italiana è previsto il doppio accento per la vocale e.
Cordiali saluti