giovedì 7 ottobre 2021

E' MORTO IL FILOSOFO SALVATORE VECA

Veca, nella sua confusione tra morale e diritto, ha rimasticato il contrattualismo di John Rawls, rimasto famoso per il suo Una teoria della giustizia, che fece scorrere fiumi di inchiostro nel suo immeritato successo. A Rawls ho contrapposto il suo collega, all'Università di Harvard, Robert Nozick, l'unico grande filosofo contemporaneo che basò sul diritto naturale la sua opera principale Stato, Anarchia e Utopia dove coerentemente, in replica al contrattualismo di Rawls, contrapponendosi ad esso, ricostruisce una società fondata su principi liberaldemocratici che ne presuppongono le condizioni logiche. L'unico grande filosofo che, sempre per ragioni di coerenza, demolisce ogni forma di antropocentrismo in base al diritto naturale che, in quanto tale, non può essere ristretto alla sola natura umana. In questo modo contrastando ogni forma di relativismo culturale. Riporto sotto quanto ho scritto su Veca in un mio libro in corso di pubblicazione presso l'editore Rubbettino con il titolo Scienza, filosofia e teologia. Sottotitolo: Che cos'è veramente il diritto naturale

Salvatore Veca (La società giusta. Argomenti per il contrattualismo, Il Saggiatore 1982; Questioni di giustizia, Pratiche 1985) ha creduto di poter porre d'accordo Rawls con Kant e con il prescrittivismo di Hare moralizzando la giustizia con il dedurre l'eguaglianza dei partecipanti al contratto dal concetto di persona e di dignità (La società giusta) invece di considerare l'eguaglianza come condizione logica del patto. Ne consegue una ancora più marcata concezione morale del diritto, del tutto inservibile. Veca non si accorge che la norma del rispetto degli altri presuppone un principio che non può essere dedotto dal contrattualismo, che deve presupporre la liceità del patto (come già osservarono Hobbes e Pufendorf). Il principio neminem laedere ricavabile dal diritto naturale, inteso come diritto all'autoconservazione, è anche diritto all'autodifesa da un diritto naturale altrui che contrasti con il proprio (come nel rapporto preda-predatore).  

Il modello di società proposto da Nozick è molto coerente, perché non cade, come Rawls, nella confusione tra morale e diritto che è promossa dalla cosiddetta giustizia sociale, che antepone il bene collettivo a quello individuale. Sono gli individui ad avere un’esistenza, che è unica e non sostituibile. Essa non può essere sacrificata all’esistenza degli altri, altrimenti ciascuno diverrebbe mezzo per gli altri. La violazione dei diritti individuali non è giustificata nemmeno quando dalla sua violazione consegue una diminuzione della violazione complessiva dei diritti.[1] Nozick traduce così l’imperativo categorico di Kant: “Agisci in modo da minimizzare l’uso unicamente come mezzo dell’umanità”.  Secondo Nozick la proprietà privata è giustificata soltanto in quanto vi sia un titolo valido per la sua acquisizione e per la sua trasmissione. L’acquisizione è giusta quando è avvenuta tramite uno scambio volontario ed è originariamente giusta quando, ripercorrendo, senza limiti di tempo, la serie delle trasmissioni giuste di una proprietà, non si scopra che in origine la proprietà fu acquisita danneggiando la posizione di altri riducendone la libertà. In questo senso, rispettando il pensiero di Nozick, si può dire che un’estesa proprietà privata delle terre non è giustificabile in quanto limita i diritti individuali danneggiandone la libertà.[2] Il diritto iniziale comporta che l’acquisizione avvenga senza impedire l’uso della stessa cosa, se tale uso è essenziale per la vita degli altri. Inoltre “la proposta utilitaristica mette sullo stesso piano l’infelicità che la punizione causa al criminale e l’infelicità che il crimine causa alla sua vittima”.[3] Se si deve prevenire un crimine bisogna dunque calcolare il maggiore danno di chi lo subisce.    


[1]  Ibid., p. 32.

[2]  Nozick accetta il principio di Locke secondo cui il diritto alla proprietà di una terra si estende sin dove arriva la capacità di lavorarla. Il latifondo eccede tali capacità.

[3] Ibid., pp. 185-94.

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1 commento:

RIC ha detto...

sto tizio sara' un altro simile al Albert Pike fodatore del KU KLUX KAN , culo e camicia con il Mazzini che scrisse la sua verita' in Dogma e Morale ?

https://www.nelnomedellaverita.it/mypdf/Morals_and_Dogma_Italiano.pdf