domenica 12 febbraio 2023

LO SCHIFO DI SANREMO

Mi sono ben guardato dal vederlo. Ma quelle porcherie (senza offendere i maiali) che fanno sentire anche nei telegiornali fanno capire che si non si tratta di canzoni, tali in quanto hanno frasi musicali che possono essere memorizzate da chi le ascolta. No. Si tratta di urla non cantabili perché senza alcun fraseggio. Una esibizione delle volgarità e dell'ignoranza di parassiti strapagati della società. Dove le canzonacce sono di contorno alla politica da baraccone dei sinistronzi a cui si è abbassato un presidente della Repubblica compiuciato di un buffone di corte di cui preferisco non fare il nome con il suo continuare a fare l'elogio di una Costituzione antidemocratica, soprattutto nell'art. 75. Un conduttore semianalfabeta pagato con i soldi di coloro che pagano il canone della Rai a cui io mi sono sottratto da sempre. Come? Semplicemente detraendolo dalla bolletta.      

2 commenti:

marcorighi1979@gmail.com ha detto...

un "cantante" ( si fa per dire..) ha imitato un rapporto anale con fedez seduto tra il pubblico, per poi baciarlo ( in bocca ) sul palco.
pare che la signora ferragni si sia lamentata..o forse faceva anche questo parte dello show.

Mauro b. ha detto...

Bisogna attingere al proprio bagaglio diplomatico per tentar di vergare un commento edulcorato sull'ultima kermesse canora nazionale, ovvero il festival di Sanremo, o del deretano, per meglio specificare.

Infatti le canzoni facevano cagare, parole e musica, manipoli di ricchioncelli ostentavano pose sodomitiche, qualche striminzita bertucccia cercava di rappezzare la faccenda, poco o punto aiutata da donne sì procaci, ma ahimè abbastanza, se non troppo, ormai frollate. Chiudeva la palleggiatrice Negra discriminata ma milionaria. Nella tenzone il leggiadro sesso femminile, o bernarda, ne usciva con le "ossa" rotte. Dimenticavo il fellone benigni, principe dei leccakuli.