lunedì 22 settembre 2014

LA DOMANDA FONDAMENTALE SULL'UNIVERSO

Ho ricevuto la seguente lettera


Caro Prof. Melis,

posso porLe una “Gretchenfrage”? Penso che saprà che tipo di domande sono. Sono le “domande facili facili” a cui si dovrebbe rispondere con un sì o con un no o con parole comprensibili. Ricorderà che Margherita chiede a Faust: “Tu credi in Dio?”. E Faust: “Chi può dire io credo o non credo ecc.” Insomma, la tipica risposta da “fisolofo” (per dirla alla Belli, “Il caffettiere fisolofo”). E chiaro che la povera Margherita non ci capisce un accidente, per cui insiste di nuovo: “Sì, ma ci credi o non ci credi?” Donde l’espressione “Gretchenfrage” che molti usano anche in ambito germanofono senza conoscere la “storia” o l’origine di questa espressione.

Ed ecco qui la mia Gretchenfrage.

Tutti facciamo l’esperienza - giornaliera, continua - dell’inizio e fine di ogni cosa. Tutto nasce e scompare di nuovo. O alla greca: viene dal nulla e torna nel nulla (con tanti saluti alle idee eterne di Platone). C’è dunque un prima e un dopo, innegabilmente. La successione degli eventi e la loro concatenazione o causalità è innegabile, incontrovertibile. Risalendo la catena degli eventi arriviamo/arriveremmo al fantomatico motore primo immobile di Artistotele e Tommaso d’Aquino, che chiamiamo Dio. L’inizio del nostro universo è - secondo la teoria credo ancora valida - il famoso bing bang. Tutto l’universo era racchiuso in una sfera dalle dimensioni di una palla da tennis o persino un punto. E da allora, 13 miliardi d’anni fa, c’è stata questa fantastica evoluzione con un universo popolato dalla bellezza di cento miliardi di galassie e con almeno trecento miliardi di stelle nella sola Via Lattea … Stelle nascono e muoiono, anche le galassie, esattamente come gli esseri umani che prima c’erano e poi muoiono. Dunque sempre un prima e un dopo, non si scappa. Se postuliamo un universo e una materia eterni (altra soluzione non abbiamo - se ci mettiamo al loro posto Dio siamo al punto di prima, come diceva Russel: chi ha creato Dio? eccetera).

Quando la simpatica Margherita Hack dice che la domanda dell’inizio è inutile o ridicola, che la materia è una scorreggia del niente, mi sembra poco seria. Perché la nostra esperienza del prima e del dopo è fondamentale, per cui è lecito -almeno così mi sembra - chiedersi cosa ci fosse prima del big bang. Forse un altro universo che si è contratto nel big crunch per ripartire poi di nuovo. Ma allora sorge spontanea - almeno in me - ma quanti big bang e big crunch ci sono già stati? Non possiamo rispondere a questa domanda, forse è una domanda assurda appunto perché non possiamo rispondere. Eppure la domanda dell’inizio - secondo me - resta ed è persino cruciale per il nostro benessere, la domanda può essere anche tormentosa. Faust dice appunto: “Il fatto di non capire mi spezza il cuore, mi fa quasi impazzire.”
Sì, ci sono quei bei versi di Carducci: “Meglio era sposare te […] e ignorare questo gran mister de l’universo.” 


Severino mi ha a lungo suggestionato con la sua eternità degli enti, con la storia che niente, assolutamente niente muore ovvero è distrutto e scompare o ricade nel nulla. Lui dice che noi “crediamo” che le cose muoiano e tornino nel nulla, ma questo credere è follia come ogni fede che è pura violenza perché vuole ciò che non è. Mah!


Oggi non ho il minimo dubbio che dopo morto di me non resterrà che per breve tempo il ricordo in chi mi ha conosciuto. Dei geni e benefattori dell’umanità resta a lungo il ricordo, ma solo più a lungo (nessuno più  legge le opere di Newton, non ce n’è più bisogno del resto). Ogni volta che schiaccio per sbaglio una chiocciola rammaricandomene o uccido un insetto molesto penso: ho ucciso un essere vivente o ho interrotto un processo biologico di cui adesso non resta praticamente più niente, come sarà di me un giorno. Ritorneremo nel nulla o nella polvere. Nessuna differenza. Ogni giorno vengono uccisi milioni di animali, per sbaglio o per malizia, per mangiar carne. Un colpo in testa, e l’animale si abbatte. Milioni di volte al giorno. La Chiesa insiste che noi siamo qualcosa di speciale, di molto speciale, non semplici animali. Dio ci ama. A fame peste et bello libera nos Domine. Meglio sarebbe se questi flagelli non ce li mandasse, se ci ama tanto. Ma già, siamo peccatori, la nostra natura è corrotta.

Ma secondo me il problema dell’inizio resta (chissà che cazzate ha scritto Cacciari nel suo “Dell’inizio”). La parola mistero non mi piace, è un po’ troppo religiosa (di mistero i preti si sono sempre riempiti la bocca). Diciamo allora più modestamente enigma. Qualcosa non capiamo e non sappiamo e forse non la sapremo mai. O forse questa domanda dell’inizio è appunto assurda come diceva la Hack?

Scusi il disturbo e saluti cordiali

Gretchen

MIA RISPOSTA
Caro Sergio
la cosmologia sembra avere dato una risposta alla domanda fondamentale "e prima di Big Bang"? La Hack a Cagliari mi rispose che la domanda scientificamente non aveva senso. E io ribattei che era la sua risposta che non aveva senso. Stephen Hawking (L'universo in un guscio di noce) scrisse che porsi questa domanda è come domandarsi che cosa vi sia a nord del polo nord. Altra risposta fasulla che lascia aperta la porta ai teologi dell'inizio assoluto dell'universo. In realtà la cosmologia è andata oltre il Big Bang con la teoria del pluriverso o universi paralleli. Il Big Bang è dovuto ad un casuale concentrarsi di energia o "bolla" che poi esplose dando luogo solo all'universo visibile. Il grande vuoto che si trova all'interno della via lattea dimostrerebbe che l'universo visibile è stato attraversato da un altro universo, anch'esso nato da un altro Big Bang. Ho affrontato questo argomento in due libri. Ogni universo nella sua fase di decadenza si contrarrebbe in se stesso dando luogo ad un massimo di concentrazione che provocherebbe una nuova esplosione oppure morirebbe. Nel primo caso abbiamo uno dei tre modelli cosmologici del russo Alexander Fridman, che prevede un universo oscillante tra contrazione sino al Big Crunch (grande implosione) e un nuovo Big Bang (modello non escluso dal cattolico Antonino Zichichi nel suo libro Il vero e il falso. Passeggiando tra le stelle e a casa nostra). Sugli universi infiniti vedere il libro di Alexander Vilenkin Un solo mondo o infiniti?
Come si vede nulla di nuovo rispetto ad Anassimandro e a Eraclito, che, pur partendo da diverse concezioni circa la natura della materia, prevedevano dei cicli infiniti dell'universo. Dunque è falso affermare che proveniamo dal nulla e poi torniamo nel nulla. E' la coscienza individuale (umana e non umana) che nasce dal nulla (ma dal nulla della coscienza) per tornare nel nulla. Non vi è sopravvivenza dell'anima (a parte le balle delle religioni). Ciò non toglie che ciascun organismo, in quanto materia, non provenga dal nulla ma dall'essere e nell'essere ritorni come materia nella terra (tranne che sia chiuso in una bara). Lasci perdere le escrescenze patologiche di Severino che afferma, da autore di fantasie religiose (nemmeno filosofiche), l'eternità degli enti particolari andando oltre Parmenide (eternità dell'essere e non degli enti). Allora sopravvivono anche tutti i batteri, tutti gli insetti? Anch'essi hanno un'anima immortale data la comune origine di tutte le forme di vita? Uno che come Severino nega l'evoluzione biologica dicendo che è solo apparente o è un disonesto che ha scritto queste cose per essere originale ad ogni costo oppure è un grave caso psichiatrico. E non voglio ripetermi su di lui. Perciò la prego di non farmi più il suo nome. Se ne occupino gli psichiatri.            
Quanto a Cacciari, altro caso psichiatrico della filosofia, mi sono rotto la testa molti anni fa leggendo il suo Della cosa ultima, ove pretende, da ex marxista (Krisis),di dare la vera conoscenza della natura del Dio cristiano, andando oltre la teologia negativa di Plotino. Cacciari afferma, in sostanza, che il Padre, dopo avere creato il mondo tramite il Figlio (o Intelletto), ha abbandonato il mondo a se stesso trascendendo lo stesso Figlio. Pertanto Cacciari nega che vi sia una consustanzialità tra il Padre e il Figlio (come afferma la dottrina cristiana), e conseguentemente nega anche la trinità per salvare la assoluta trascendenza di Dio (Padre) rispetto alla natura e alla sua razionalità ponendolo oltre la ragione del Figlio, e dunque anche dell'uomo. Dio (Padre) secondo Cacciari è la sintesi di "possibilità e im-possibilità in uno dell'ek-sistere del tutto, quod non debet esse-quod non debet non esse, icona della sua Libertà". Ciò dopo avere premesso che "Il possibile abbraccia anche la sua negazione di sé, l'impossibile...L'inizio afferma in sé l'im-possibile...L'ambito del puro possibile abbraccia in sé necessariamente anche il possibile im-possibile...L'infinito Possibile è uno con l'Infinito Im-possibile...L'arché spetta all'Onni-compossibile: possibilità del possibile, certo, ma anche dell'impossibile".  

Io mi domando se questo non sia uno scrivere da pazzi, che vuole annullare il principio di non contraddizione.Mentre un filosofo matematico come Leibniz scrisse che Dio, essendo prima di tutto un logico, non poteva sottrarsi a tale principio ponendo insieme la possibilità e l'impossibilità.  
Dio Padre, secondo Cacciari, abbandona il mondo a se stesso e abbandonandolo a se stesso in questo modo salva la libertà umana, che è tale solo perché l'uomo, con il male, ha la capacità di porsi contro Dio, che lo ha abbandonato a se stesso insieme con il mondo. Questa conclusione attraversa centinaia di pagine di pura erudizione filosofica che va dal neoplatonismo a S. Tomaso, a Hegel, per citarne solo alcuni. Io mi domando quanti abbiano letto e capito questo terribile libro di Cacciari e quante copie ne abbia venduto Adelphi per non andare in passivo con le spese di stampa. Se fossi stato io l'autore del libro di Cacciari l'editore Adelphi o non mi avrebbe nemmeno risposto oppure mi avrebbe preso per pazzo. Ma, trattandosi  di un personaggio già noto in campo politico presso il grande pubblico e noto (ma non so quanto) nel ristretto campo filosofico, Adelphi ha puntato su entrambi i fattori per giustificare le spese di stampa. Come ho scritto nel mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica,in un lungo e dettagliato commento (pp.612-18),Cacciari "non si è reso conto di essere approdato alla concezione ebraica di un dio tutto volontà e niente ragione...Nel contesto del suo lussureggiante sproloquio onirico di puri esercizi linguistici emerge la totale ignoranza della conoscenza scientifica del mondo, cioè, soprattutto, delle teorie cosmologiche e della biologia evoluzionistica, da cui soltanto possono trarsi serie considerazioni circa il significato di Inizio del mondo, in relazione a rapporto tra necessità e casualità nella stessa espansione dell'universo a iniziare dal Big Bang e alla domanda "e prima del Big Bang?"...Riprendendo la citata distinzione di Harry G. Frankfurt (Stronzate, Rizzoli 2005) tra "menzogne" e "stronzate", si può dire che tutto ciò che Cacciari - melius: Cazziari, si nomina sunt consequentia rerum - ha scritto nella sua vita sta tra le menzogne e le stronzate (antropocentriche). Se alla massima espansione dell'universo segue la sua contrazione non si ha bisogno di Dio...né di Cazziari".            
Certamente Cacciari, se non si fosse reso noto solo nel campo della politica (anche per essere stato sindaco di Venezia)sarebbe un pinco pallino qualsiasi per il grosso pubblico, che non conosce le sue escrescenze filosofiche, che documentano la sua totale ignoranza in fatto di conoscenze scientifiche. La sua superbia pseudofilosofica si accompagna alla sua boria in campo politico (anche quando qualche volta gli do ragione) che lo rende antipatico nel suo presentarsi sempre come portatore di una verità assoluta che esclude qualsiasi dubbio e nel suo presentarsi come maestro unico di sapienza.                

3 commenti:

Sergio ha detto...

Caro prof. Melis,

La ringrazio cordialmente di questa lunga risposta in cui trovo frasi, idee, a cui posso aggrapparmi (per non sprofondare anzitempo nel nulla eterno ...).
Scusi se torno sul caso psichiatrico di cui non vuole sentire nemmeno il nome (comincia con E ...). Non sapevo che negasse l'evoluzione biologica. Per quanto ne ho capito per E. la libertà non esiste, dunque la causalità è assoluta. E a me questo pare evidente e plaudo. Ciò non significa minimamente che l'uomo può fare quello che vuole, la società ha il diritto di porre limiti e sanzioni. Però essendo Dio l'autore di tutto questo macello ne consegue che anche Hitler, Stalin, Pol Pot e -si parva licet - Togliatti alla fine dei tempi saranno riscattati e siederanno anche loro alla destra del Padre, come aveva già intuito o capito Origene già nel III secolo (ripreso poi da Papini nel XX, non senza problemi per lui, il grande antipatico convertito).
Sarebbe interessante vedere le vendite dei due big di Adelfi, E. e Cazziari. Ma per fortuna l'editore ha in catalogo anche autori come Simenon e riuscirà a tappare i buchi che gli procurano i due in questione. Ma forse vendono lo stesso abbastanza. Di Cazziari non ho letto niente, invece ahimè mi sono abboffato di E. fino però a non poterne più e ora l'ho tolto dagli scaffali, anche perché ormai parla come l’oracolo di Delfi, non si capisce assolutamente più nulla, dev’essere impazzito. La cosa strana è che dopo tutti quegli sproloqui semi o del tutto incomprensibili per "l'uomo della strada", Cacciari flirti col Vaticano e si legga anche i libri su Gesù di Ratzinger ... Cacciari lavora(va) anche al S. Raffaele di don Verzè... E. comunque è stato espulso dalla Cattolica ed è considerato dalla Chiesa assolutamente ateo e quindi suo feroce nemico (però E. conservava una reliquia della Vera Croce... - valli a capire questi filosofi).
Comunque concordo con Lei che quel poco o tanto che possiamo conoscere del mondo e dell'universo lo dobbiamo oggi alla scienza e non ai letterati. E anche il grande Croce era un letterato.
Grazie ancora e saluti cordiali

Pietro Melis ha detto...

Severino nega esplicitamente l'evoluzione biologica nel libro "Gli abitatori del tempo" ponendosi addirittura in contrasto con Jacques Monod e François Jacob. Pazzesco. Non ho altro da aggiungere per evidenziare chi sia Severino.

Pietro Melis ha detto...

P. S. Ma non capisco il Suo plaudire al determinismo se le ho detto che la stessa evoluzione dell'universo visibile è fondato sulla CASUALITA', e non sulla causalità, sin dalle prime frazioni del primo secondo dopo il Big Bang. Infatti è del tutto CASUALE, aggiungo ora, che sia prevalsa la materia sull'antimateria, che avrebbe dato luogo ad un universo del tutto diverso, con protoni negativi ed elettroni positivi, con la conseguenza che non si sarebbe formato il nostro sistema solare. Dunque è del tutto casuale anche la formazione della vita sulla Terra, che non sarebbe esistita con l'antimateria. I fisici quantistici, diventando filosofi, giungono a fondare la libertà umana sul probabilismo della fisica microscopica delle particelle elementari, riservando il determinismo al livello superiore della fisica macroscopica.