martedì 15 gennaio 2019

CESARE BATTISTI HA DIRITTO ALLA VERITA' CON UN NUOVO PROCESSO

Non si dia ascolto ai giornali e a tutti i politici che danno per scontata la colpevolezza di Battisti perché la sentenza di colpevolezza è passata in giudicato con la Cassazione. Si è trattato di un processo farsa fondato su dichiarazioni contraddittorie, e perciò menzognere, dei pentiti che hanno barattato vigliaccamente la riduzione della pena per riavere prima la libertà. Un ministro dell'interno che si permette di dire che Battisti deve marcire in carcere, mentre dovrebbe essere Salvini marcire con le sue avventate dichiarazioni ignorando del tutto come furono condotti i processi. Battisti è stato tradotto in un carcere di "sicurezza" mettendolo insieme a vari criminali arrestati per crimini mafiosi. Già questo evidenzia l'accanimento ingiusto contro uno che continua a dichiararsi innocente. Si è preteso che Battisti si dimostrasse pentito per avere un trattamento meno duro. Ma se Battisti si fosse  riconosciuto  veramente colpevole che interesse avrebbe avuto ad insistere di dichiararsi innocente dei quattro omici a lui attribuiti. Pur non essendo di sinistra debbo riconoscermi d'accordo con Piero Sansonetti, che ha scritto:
 "È giusto condannare una persona dopo quarant'anni dal delitto presunto che avrebbe commesso? Inoltre, siamo sicuri che sia colpevole? Io no". Con queste parole Piero Sansonetti (direttore del quotidiano Il dubbio) prende le difese di Cesare Battisti, l'ex terrorista accusato per quattro omicidi in concorso avvenuti alla fine degli anni Settanta in Italia e arrestato domenica in Bolivia. "I processi sono stati svolti tutti senza prove, sulla base delle testimonianze di alcuni pentiti. Io non sono affatto certo che Battisti sia colpevole, perciò non capisco quesa caccia al cinghiale, al mostro: un meccanismo ricorrente nelle società moderne ma dal quale speravo che l'Italia fosse esente".
"Tutti esultano per Cesare Battisti", sbotta Piero Sansonetti su Twitter. "Tutti sono felici che venga a marcire all'ergastolo. Che lasci il suo figlioletto brasiliano. Che paghi con la vita. Quasi nessuno sa di cosa è accusato. Nessuno conosce le prove: non ci sono. È un rito pagano: tutti fratelli intorno alla forca".
Se si vuole ricercare la verità su Battisti bisogna rifare il processo e in attesa concedergli come minimo gli arresti domiciliari in attesa della sentenza. 
Non potendo di certo trarre elementi di giudizio dai giornali mi sono dovuto documentare su un'unica fonte che è Wikipedia,  che per regolamento interno deve rispettare la neutralità dando luogo a più contributi per una stessa voce. Da Wikipedia possono trarsi due voci, una (riportata nel mio precedente articolo) e l'altra compresa in

Omicidio di Pierluigi Torregiani

Basterebbe quanto segue per escludere che Battisti sia stato l'omicida di Torregiani, di cui invece nel processo fu considerato omicida. E se viene a mancare un capo di accusa nel processo vuol dire che il processo non è attendibile. Si legge in Wikipedia:
Alcuni militanti dei PAC affermarono di aver subito pesanti torture, per far loro rivelare i colpevoli dell'omicidio Torregiani.[13] Battisti ha però anche ribadito che nessuno, nemmeno sotto minaccia o tortura, ha mai fatto il suo nome come esecutore degli omicidi, tranne Pietro Mutti, in cambio di sconti di pena. Mutti fece arrestare per l'omicidio Torregiani anche Sisinnio Bitti, poi risultato non coinvolto (avrà solo una pena minore) e vittima di violenze della polizia, assieme ad altri membri del Collettivo Politico della Barona, un gruppo legato all'Autonomia Operaia, che secondo gli inquirenti era legato ai PAC[14].
Gli autonomi Sisinnio Bitti, Umberto Lucarelli, Roberto Villa, Gioacchino Vitrani, Annamaria e Michele Fatone (fratelli di Sante Fatone dei PAC, ma non coinvolti) presenteranno esposti all'Autorità Giudiziaria per aver subito violenze dalla polizia[15]. Valerio Evangelisti, scrittore amico di Battisti, riporta che almeno dieci persone avrebbero confessato, sotto tortura, di essere autori materiali dell'omicidio Torregiani.[16]

Da quest'ultima voce ho tratto la difesa che Battisti espose di fronte al Tribunale federale del Brasile nel 2009, cioè 10 anni prima che andasse alla presidenza del Brasile il promesso massacratore dell'Amazzonia che è Bolsonaro. Una lunga e articolata difesa che Battisti non poté fare in Italia perché già fuggiasco di fronte ad un tribunale che senza prove avrebbe preconfezionato una sentenza di condanna fondata solo sulle mendaci dichiarazioni dei pentiti. Una difesa così articolata che i giudici brasiliani non poterono non tenerne conto, giustificando così il rifiuto dell'estradizione. Giustizia vorrebbe che quei magistrati italiani, se ancora in vita, fossero a loro volta condannati, o almeno  additati al pubblico ludibrio alla memoria se già morti. In tale difesa Battisti si avvale soprattutto di un ordine severamente logico tratto da un ordine cronologico, che escluderebbe che egli fosse lontano dai quattro fatti di sangue a lui attribuiti. Riporto sotto il link da dove bisogna partire prima di considerare Battisti colpevole dei quattro omicidi. Il presidente francese Mitterand rifiutò l'estradizione perché scoprì che vi era una mancanza di  logica cronologica nell'attribuire a Battisti due omicidi, quello di Torregiani avvenuto a Milano alle ore 15 del 16 febbraio 1979 e quello del macellaio Lino Sabbadin a Venezia alle ore 18 dello stesso giorno. Non si capisce inoltre perché mai il Brasile del Bolsonaro abbia potuto promettere l'estradizione di Battisti che risultava sposato con una brasiliana, avendo per di più avuto precedentemente un figlio da altra brasiliana e perciò un figlio di nazionalità brasiliana, per cui Battisti avrebbe dovuto godere della nazionalità brasiliana. L'estradizione fu concessa dal Bolsonaro in violazione della legge brasiliana in virtù della quale un delitto deve ritenersi prescritto dopo 20 anni a partire da una sentenza definitiva nel senso di passata in giudicato. La sentenza definitiva in Italia risale al 1988. 
A parte tutto ciò bisogna restituire a Battisti quella difesa che ancora oggi gli è stata negata.  Contro tutte le menzogne che su di lui sono state gettate a cominciare da Alberto Torregiani, figlio adottivo del gioielliere Pierluigi Torregiani che si trovava in un ristorante per una promozione di gioielli, in occasione della quale fu coinvolto in una sparatoria in cui rimasero uccisi non solo un rapinatore, ma anche uno sfortunato cliente. Torregiani era arrivato armato, ma naturalmente il figlio adottivo ancor oggi nega che sia stato il padre adottivo a sparare  e ad uccidere, se pur involontariamente, anche il cliente. Mai è stata fatta luce su questo episodio, su cui è stato calato un velo dopo che Torregiani padre rimase ucciso dai PAC, ma senza alcuna prova che sia stato presente Battisti, il quale nella sua difesa vuol dimostrare che all'epoca dei quattro omicidi aveva già abbandonato la sua appartenenza ai PAC. Gli stessi cosiddetti pentiti affermarono che Battisti era assente dal luogo ove fu ucciso Torregiani e che dunque non poteva aver partecipato alla sua uccisione.   
  1. ^ La lettera di Cesare Battisti al Supremo Tribunale Federale 

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