Mio commento: Se l'universo è eterno non possono esistere due eternità. L'eternità di Dio sarebbe del tutto superflua. Anzi, in contrasto perché anche sull'evoluzione dell'universo ha inciso in modo determinane la casualità, che esclude qualsiasi progetto intelligente. Debbo far notare che l'articolo non tiene conto del fatto che è ormai accreditata scientificamente la teoria del pluriverso o degli universi paralleli. L'universo visibile è soltanto uno degli universi che si trovano oltre quello visibile. Pertanto anche sotto questo aspetto non è più utilizzabile la teoria del Big Bang che fu utilizzata sempre dai teologi per asserire l'esistenza di un inizio assoluto dell'universo.
HAWKING: DIO E LA SPECIE
Prima il mondo viveva nel terrore ora la scienza
ha spalancato, almeno in parte, le porte del mistero dissipandolo parzialmente.
Prima i vichinghi per far risplendere il sole durante le eclissi urlavano verso
il cielo convinti che così potessero recuperare la luce. Ora sappiamo cosa sia
un’eclisse. Prima la Terra era al centro dell’universo ora è persa in un angolo
periferico della galassia. Ora ne sappiamo di più.
Hawking dice che si può definire Dio come la
personificazione delle leggi naturali ma a quel punto la pulsione iniziale va a
farsi benedire. Dio diventa qualcosa che attiva l’universo, ma ne resta fuori e
lo lascia essere. Come il primo motore immobile aristotelico esterno
allo spazio tempo.
L’universo, secondo Hawking, si è creato
spontaneamente e le leggi della natura non possono essere ignorate da Dio che
non può intervenire per stravolgerle.
L’incredibile è come immaginare che un universo di
questa immensità e potenza energetica sia prodotto dal nulla, ma il concetto
del Dio orologiaio è ormai superato. E’ obsoleto. L’idea che qualcosa abbia
costruito un universo, come un orologiaio un orologio, è radicata nella visione
limitata de1lo spazio tempo.
Lo spazio tempo, riguardo alla concezione totale
della realtà, è come un bimbo che vive in un castello con le finestre murate
che non abbia mai visto il cielo, il mare, gli animali, le foreste e le cose e
cerca di immaginare cosa ci sia oltre quelle mura.
La logica newtoniana va in frammenti se si entra
nel mondo subatomico, lì suona una musica differente e l’idea che qualcosa sia
prodotta dal nulla diventa possibile. E quello è il mondo che il bimbo che vive
rinchiuso nel castello non può vedere. In quel mondo le leggi della causalità
non sono applicabili; ma la logica religiosa resta valida davanti al Big Bang perché la religiosità
s’interroga su cosa ci sia prima della conflagrazione primordiale e alla
domanda, risponde che prima dell’esplosione energetica iniziale c’era Dio. Dio
provoca il Big Bang e la creazione
per le religioni monoteiste. La logica religiosa postula quindi un Dio che crea
le leggi quantistiche e da inizio al Big
Bang. Come uno spirito esterno all’universo che lo lascia essere e lo
governa, secondo certe religioni in maniera totale: non cade passero che Dio
non abbia voluto, tutto accade per volontà di Allah.
Hawking sostiene che l’universo può essersi
autocreato come un protone e che nulla abbia dato inizio al Big Bang e
spiega che la legge della causalità non è applicabile all’infinitesimale ma
neanche all’immenso.
Nei buchi neri il tempo non esiste. Se si potesse
penetrare in un buco nero il tempo si fermerebbe e questo è semplicemente
quello che accade all’inizio dell’universo.
Il Vescovo Ussher immaginava che il tempo fosse
cominciato il 22 ottobre del 4044 avanti Cristo ora pensiamo che sia
leggermente più tardi: oltre 13.72 miliardi di anni fa. Aristotele credeva che
l’universo fosse eterno e senza inizio ma il Big Bang ha facilitato il compito della teologia postulando un
inizio e un universo finito. Per Kant e per i filosofi della sua epoca il tempo
era assoluto. Hawking spiega che i sovietici erano molto attenti a questo
problema e preferivano l’idea di un universo eterno, non finito e creato perché
l’idea del Big Bang apriva la porta
al Dio delle religioni. Per i marxisti leninisti l’idea del Big Bang era un problema quindi
postulavano un universo senza inizio come un articolo di fede.
E si comportarono. in un senso, come i cattolici
con Galileo.
Einstein capovolse tutto e da allora è impossibile
parlare di tempo prima della nascita dell’universo.
Prima dell’universo tempo e spazio non esistevano.
L’universo è in costante movimento le galassie
fuggono via dal punto centrale della deflagrazione originale a velocità
vertiginosa. Fuggono via dal punto d’infinita densità chiamato singolarità.
Come se da una pallina di vetro scaturisse magicamente l’intera Europa che poi
si allargasse e si spandesse a velocità incredibile.
Il grande dilemma di Einstein era accettare l’idea
che l’universo fosse governato dal caso.
Einstein diceva che “Dio non gioca a dadi”, ma
Hawking lo corregge e dice che invece Dio (se esiste) e un grande giocatore
d’azzardo. E che tutto nell’universo è casuale. Random.
Gli astrofisici si domandano se l’universo abbia
confini. Si chiedono, dove fuggono le galassie? Raggiungono un punto ove si
fermano? Cosa c’è oltre i limiti dell’universo? L’universo ha confini?
Per ora nessuno lo sa.
Per alcuni scienziati l’universo è così com’è
perché altrimenti non ci potrebbero essere osservatori e questo è chiamato il Principio
Antropico ma secondo la Teoria M ci sono molti universi creati dal nulla
ognuno con una particolare storia, molti simili a quello in cui viviamo, altri
differenti senza la possibilità di vita.
Ma come finirà tutto?
Una possibilità è che le stelle cominceranno a
cadere verso le altre stelle, frenando la loro corsa vertiginosa verso non
sappiamo cosa, a causa della contrazione della materia compressa in una
singolarità gravitazionale che ridurrebbe l’espansione delle galassie. Questo
dovuto alla grandezza della forza di gravità che può fermare la corsa dei corpi
stellari. Questo rovesciamento della direzione della corsa delle galassie è
come se delle palle fossero gettate verso il cielo da un punto x per tornare
rovinosamente verso lo stesso punto provocando quello che i cosmologi chiamano
il Big Crunch. Il collasso totale
dell’universo.
Altra possibilità e che le galassie continuino la
loro corsa vertiginosa verso quello che si potrebbe definire il nulla (forse un
termine errato) a causa della debolezza della gravità che non riesce più a
contenerle. Come palle lanciate da un punto X che non ritornano indietro ma
continuano la loro corsa verso l’ignoto.
Sulla possibilità che ci sia altra vita
nell’universo Hawking spiega che ci sarà sicuro ma raggiungerla sarà, a dir poco, problematico se si pensa che il
pianeta terrestre orbitante nel sistema stellare di Alfa Centauri, considerato
una possibilità, ove ci possa essere vita simile alla Terra, dista soltanto
venticinque trilioni di miglia dal nostro pianeta. Per raggiungere Proxima B ci
vorranno 70.000 anni senza considerare che il
carburante necessario sarà così grande che un tal viaggio non può essere
considerato possibile.
Ci arriveranno i robot ma gli umani non ce la
faranno salvo che l’idea delle scorciatoie cosmiche, i wormholes,
diventino una realtà. E con la corsa vertiginosa della tecnologia tutto sembra
possibile.
E la specie?
Hawking dice che ci sono voluti due miliardi e
mezzo di anni prima che le cellule evolvessero in organismi multicellulari e un
altro miliardo di anni per divenire pesci per poi evolversi in mammiferi.
Fu un cambio nel DNA umano che diede inizio
all’evoluzione biologica, ce n’è voluto di tempo per arrivare all’homo sapiens non sapiens. Bisogna
ricordare che l’evoluzione è un processo casuale e l’intelligenza è una delle
innumerevoli possibilità dello sviluppo evolutivo. La razza umana esiste come
specie da un milione di anni, la civiltà da 10.000 anni. E il processo
evolutivo ha fatto in modo che ora sia possibile capire l’universo che ha ora
occhi e mente. I pulviscoli umani sono in grado di spiegare l’universo ed è
come se i microbi nel nostro corpo fossero capaci di spiegare il funzionamento
delle nostre arterie, dei nostri nervi, la struttura ossea, il nostro
funzionamento celebrale.
Ma la specie sarà in grado di sopravvivere?
Potremmo sparire per una guerra nucleare con
l’aria che tira.
Le grandi civiltà, se esistono nell’universo,
rischiano questo se non controllano la tecnologia.
Se siamo ancora qui è perché abbiamo evitato una
catastrofe come quella che ha annientato i dinosauri
62 milioni di anni fa. La Terra è troppo piccola
ormai per noi l’abbiamo avvelenata e sovrappopolata.
Deforestazioni, malattie, guerre, distruzione
incontrollabile delle altre specie, riscaldamento globale e lo scioglimento
della calotta artica e antartica ci stanno portando alla rovina. Il nostro
clima rischia di diventare come quello di Venere dove piove acido solforico;
pertanto, o si riducono le emissioni carbonifere o bisogna abbandonare nei
prossimi secoli il pianeta Terra. Ma se riusciamo in minima parte a trasferirci
su un altro pianeta dovremmo abbandonare le altre specie condannandole
all’estinzione e sarà la nostra orrenda colpa. Un marchio infame sulla pelle
della specie. Per trovare un nuovo pianeta dovremmo trovarne uno situato nella Goldilocks
zone cioè posto alla distanza giusta di una stella con acqua sulla superficie.
E l’intelligenza artificiale?
Riguardo all’intelligenza artificiale Hawking
afferma che se non sarà controllata ci creerà immensi problemi come quelli
immaginati dalla fantascienza. Secondo la legge di Moore i computer supereranno
l’intelligenza umana nel prossimo secolo. La nostra capacità di sopravvivenza è
dettata dalla nostra abilità di controllare l’evoluzione robotica e
l’intelligenza artificiale. La tecnologia è come un coltello con cui si può
tagliare il pane o ammazzare una persona.
Questo dice Hawking morto dopo una vita di tormenti
con la sua mente geniale intrappolata in un corpo dolente e ora sepolto
nell’abbazia di Westminster tra Newton e Darwin.
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