Così inizia il famoso soliloquio di Amleto del terzo atto della tragedia omonima. Ma io do un diverso significato a queste parole. Amleto si domandava se fosse meglio "soffrire colpi di fionda e dardi d'atroce fortuna o prender armi contro un mare d'affanni e, opponendosi, por loro fine", cioè continuare a vivere una vita di disgrazie o suicidarsi. Che superficiale questo Shakespeare! Non lo sfiorò mai il pensiero che ben altro profondo significato potevano avere le sue parole se tradotte in questo modo: è meglio nascere o non essere mai nati?
Ho sempre pensato e scritto che sono favorevole all'aborto perché
avrei preferito che mia madre mi avesse abortito. Basta con il
dire "il dono della vita". E' un dono del cazzo. Si dica invece
"il dono della morte". Solo non nascendo si evita la condanna a
morte. Si nasce o per sbaglio o per egoismo dei genitori che
vogliono dare un senso alla loro vita creandosi delle
responsabilità anche nell'illusione di sopravvivere nella
discendenza. Anche per laciare ai figli i loro beni, se ne hanno, e
non ad estranei. Coerentemente non ho voluto figli. Solo per gli
animali non umani la vita ha un senso perché non possono porsi la
domanda "che senso ha la vita?". Chi fa figli rimane al livello
dell'animalità perché non è capace di porsi tale domanda. Un figlio mi
avrebbe reso più triste la vita. Non nascendo non dovrei vivere in
un mondo di crudeltà e di menzogne religiose e politiche. E poi,
per chi è credente, "è più terribile il pensiero che dopo la morte
vi è il nulla o non è più terribile il pensiero che dopo morti, diventando eterni, non
pssiamo più morire?" (Ludwig Büchner, Forza e materia). Aggiungo io: in una eternità di noia anche quando si
trattasse di una beatitudine eterna? Infine, Giovanni Paolo II
(Evangelium vitae) rivolgendosi alle donne che avevano abortito
scrisse che "i loro mancati figli erano stati accolti nella gloria
di Dio". Allora meglio l'aborto per conquistarsi subito il
paradiso senza dover rischiare il purgatorio o peggio
l'inferno.
21 giu 2017 - Così pure il poeta greco Teognide scrisse: "Meglio non essere mai nati, o appena nati varcare al più presto le soglie dell'Ade". Lo stesso ...
Nessun commento:
Posta un commento