giovedì 25 febbraio 2021

CI VUOLE MOLTO CORAGGIO PER SUICIDARSI

Bisogna superare l'istinto naturale che ogni animale ha nella sua tendenza all'autoconservazione. Ma vi sono stati d'animo in cui affiora improvvisamente il non senso della vita. Gli animali non muoiono ma periscono, nel senso che la loro vita è un per-ire, un andare per senza che vi sia una pro-gettazione della vita, un gettarsi la vita di fronte. Quando viene a mancare la pro-gettazione interviene un sentimento dell'esserci per la morte (Heidegger, Essere e tempo). La vita è l'unica malattia incurabile che ha il 100% di decessi. E tuttavia vi è per contrasto il timore della morte per la consapevolezza del venire dal nulla per tornare nel nulla. Solo il filosofo Emanuele Severino poté considerare gli enti nella GLORIA della loro immortalità andando oltre Parmenide e l'eternità dell'essere per attribuire l'eternità anche agli essenti e la vita un provenire dall'invisibile per tornare nell'invisibile nella circolarità eterna tra apparire e scomparire per tornare nell'apparire. Ma in quali condizioni gli essenti riappariranno dopo la morrte? Fantasia che galoppa. Di certo è che la morte è l'annientamento dell'individuo e ogni presunta sua eternità è solo una petizione di principio che non ha alcuna giustificazione oltre il suo apparire. Il suicidio si accompagna al superamento del terrore di tornare nel nulla per stati insopportabili di dolore.   

3 ore fa — L'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed ex Garante dell'Antitrust, Antonio Catricalà, è stato trovato morto nella sua abitazione a ..

Emanuele Severino, La Gloria Adelphi, Milano, 2001 di Lino Santoro "Assa ouk èlpontai ". Cose che essi non sperano, così recita il frammento di Eraclito.

5 commenti:

Alessandro Pasotti ha detto...

Che analisi lucida e inoppugnabile!
Mi rammarico di non aver avuto la possibilità di conoscerLa personalmente in giovane età.
Di certo mi sarei trasferito a Cagliari per seguire le sue lezioni.
Con stima

marcorighi1979@gmail.com ha detto...

potrei argomentare partendo dall'assunto epicureo "se ci sono io non c'è la morte e viceversa" in realtà queste parole non hanno mai aiutato nessuno a superare la paura della morte. il problema è che non sappiamo cosa ci attende dopo. del resto nessuno è mai tornato dell'oltretomba per raccontare cosa ha visto. in realtà anche questo non è del tutto esatto. esistono pochi sporadici casi di chi è stato considerato morto ( es : cuore che ha cessato di battere ) e poi è tornato in vita, nel senso che i medici lo hanno salvato, e ha raccontato cosa ha visto. ma questa è un altra storia. normalmente l'uomo comune teme la morte e come gli animali ha un un'istinto che gli impedisce di compiere i gesti più estremi.

Sergio ha detto...

@ marcorighi1979

"Il problema è che non sappiamo cosa ci attende dopo."

E cosa può mai attenderci? Morendo "restituiamo alla natura gli atomi [di cui siamo composti]" (Schiller) - nient'altro! Come faccio a saperlo? Lo dice il semplice buon senso e l'osservazione. "Di là" non è tornato mai nessuno, nemmeno Gesù. Quei casi che cita li ritengo casi di morte apparente e non darei troppa importanza a quello che raccontano questi quasi-morti.
La paura dell'inferno ha terrorizzato nei secoli tanti credenti anche intelligenti, per esempio Dante. L'inferno è una delle più diaboliche invenzioni della mente umana e semplicemente incompatibile con la bontà di un Dio. Origene, un filosofo cristiano, l'aveva affermato già nel terzo secolo d. C. Da allora l'eternità dell'inferno non era più stata discussa e Giovanni Papini ha rischiato la scomunica col suo "Il diavolo" nel 20° secolo. Ma per nostra fortuna il primo papa gesuita della storia, Jorge Bergoglio, in arte Francesco, ci ha fatto sapere - bontà sua - che l'inferno non esiste. Non è un pronunciamento ex cathedra, è stata solo una dichiarazione colloquiale con qualche ateo con cui ama discorrere (Scalfari, Bonino ecc.). Il Giudizio Universale della Sistina è un'immagine pornografica- La Chiesa si rinnova - e si dissolve!

Siamo immersi in una realtà incommensurabile. La Via Lattea contiene trecendo miliardi di stelle ed è una delle trecendo miliardi di galassie di cui è composto il nostro universo (stima attuale: fino a poco tempo fa si parlava ancora di cento miliardi di galassie). Ci sarebbe poi il multiverso ... "Dinanzi a questa immensità s'annega il pensier mio", ma il naufragar non mi è dolce in questo mare, aggiungo io.

Emanuele Severino, recentemente scomparso, sosteneva che "tutto, assolutamente tutto" è eterno. Una "verità" indimostrabile. Però una cosa possiamo affermarla e credo che anche il professor Melis sia d'accordo. Se il Dio cristiano, il Deus tremendae majestatis, sicuramente non esiste (lo pensava anche Severino) esistiamo noi e tutto ciò che ci circonda - è l'evidenza stessa. Ma poi tutto si scompone e dissolve con la morte o la sua distruzione: è l'evidenza stessa, la suprema evidenza di cui facciamo ogni giorno esperienza. Errore, dice Severino, tutto è da sempre e per sempre. È la "filosofia" di Severino. Era un pazzo? Probabile. Però "qualcosa" è sicuramente eterno: la materia, l'universo.

Pippo ha detto...

Ve lo dico io cosa accadrà dopo.Ritornerete in vita, ma nelle sembianze di un altro essere vivente, quale non si sa.Sperate che non sia un "animale da pelliccia", "da carne" o una cavia da laboratorio.D'altronde riflettete:avete voi forse scelto di nascere esseri umani?No è ovvio.Beh, succederà lo stesso in futuro.Sicuramente vi ritroverete a vedere di nuovo la luce del sole, però nelle sembianze di un gatto,o di un pesce, oppure di un ranocchio, oppure di una qualsiasi delle migliaia di specie esistenti sulla Terra. I più fortunati... saranno di nuovo esseri umani. In ogni caso cè poco da stare allegri.E'una prospettiva angosciante lo ammetto.Sarà una sorpresa...

ambrogio negri ha detto...

Per forma mentis io sono poco incline alle pratiche spirituali. Ho letto in giro per il web che: “Lo Stato di Washington, per primo in Usa, ha legalizzato il “compostaggio umano” dopo la morte: una scelta a prima vista macabra, ma che invece è un'alternativa ecologica alla sepoltura o alla cremazione.”

Sembra che al termine del processo la materia risultante sia utilizzata come fertilizzante in determinate aree boschive all’uopo destinate. Francamente la trovo una pratica intelligente oltre che utile per compensare la natura con un piccolo indennizzo a fronte di quanto le abbiamo sottratto durante la vita.

Io ho disposto di essere cremato e che le ceneri vengano disperse in mare. Questo vi chiarisce quello che io penso succeda dopo la morte.

Cordiali saluti