martedì 25 maggio 2021

I MORTI IN FUNIVIA: FESTINATIO ETIAM BONOS MULTOS PESSUMDEDIT

E' una frase dello storico romano Tacito (Annali, Libro 3 par. 66).  Che tradotta significa: la fretta rovinò molti anche se buoni. Avevano fretta di porsi alle spalle la chiusura imposta dalla pandemia e riprendere la vita di prima. Dovevano pensare che dopo un lungo periodo di chiusura gli ingranaggi della funivia avessero bisogno di un serio collaudo. Che avrebbe dovuto consistere nel far funzionare la funivia caricando la cabina con un peso eguale a quello della massima capienza di essa. Il gestore è accusabile di non aver fatto prima questa prova. E più volte perché una sola prova non poteva bastare. Responsabili della morte dei bambini sono stati gli adulti, privi di criterio perché mancanti di previdenza.      

7 commenti:

marcorighi1979@gmail.com ha detto...

c'era anche inserita una sbarra per lasciare libero il freno di emergenza al fine di semplificare alcune procedure. il problema è che la funivia era del 1970. ora, se io avessi un' automobile del 1970, che oggi sarebbe d'epoca, e la tenessi ferma in garage per cinque mesi, di certo non oserei circolare su strada. magari prima una controllatina. il giorno dell'incidente però tutti non volevano pensare al passato, ai lockdown, nessuno ha controllato. tantomeno i gestori. perché controllare costa e un'azienda che è ferma da cinque mesi cerca di recuperare gli introiti, di massimizzare il profitto. quindi la colpa è in un certo senso del ministro speranza con la sua ossessione per i lockdown e del sistema capitalistico con la sua ossessione per il profitto. ci sono andati di mezzo dei bambini che in quanto tali non avevano neanche scelto di essere lì.

Pietro Melis ha detto...

Caro Marco
concordo in tutto. Prima o dopo le scriverò direttamente visto che lascia sempre il suo indirizzo email. Grazie per la sua assidua attenzione al mio blog

ambrogio negri ha detto...

D’accordo sulle considerazioni etiche dei vostri commenti, ma non sull’analisi. La questione è molto più grave. Una funivia non è come un’automobile del 1970 poiché le norme per il suo funzionamento sono tali che per mantenerla in esercizio DEVONO essere eseguiti interventi tali da renderla SEMPRE come se fosse attuale.
I gestori HANNO eseguito le manutenzioni ma, poiché non è stato risolto un problema ai freni il giorno precedente, hanno pensato DOLOSAMENTE di escludere il freno d’emergenza per non rinunciare al piatto ricco della domenica.
Dunque non si tratta di vetustà né di mancanza di controlli, ma di ingordigia superficiale e criminale poiché sapevano perfettamente che c’era un rischio potenziale che avrebbe comportato l’obbligo del fermo dell’impianto.
Cordiali saluti

Pietro Melis ha detto...

Dunque ho ragione io nel ritenere che prima avrebbero dovuto fare più prove con un carico pari a quello della capienza massima per sapere se funzionasse il freno di emergenza

ambrogio negri ha detto...

Non era una questione di prove con carico! Il freno d’emergenza funzionava “a capocchia” e lo sapevano perché avevano chiamato l’assistenza che per risolvere il problema doveva fermare l’impianto. Contando sul fatto che la fune traente avrebbe retto tranquillamente (pensi che in Francia non hanno i freni d’emergenza proprio perché la fune traente non si rompe, posto che si facciano i controlli veri, non come sugli stralli del ponte Morandi), hanno bloccato il freno d’emergenza per escluderlo dal sistema. La fune traente si è spezzata e la cabina è stata sbalzata dai cavi di scorrimento in prossimità di un pilone per la eccessiva velocità. Le numerose prove a pieno carico è come se le avessero fatte con le persone reali, considerate le numerose corse effettuate nei giorni prima dell’incidente. Non sarebbero servite a nulla!
Dunque ci sono i primi colpevoli: quelli che hanno disattivato il freno d’emergenza, che avrebbe evitato la caduta della cabina. Ora bisogna cercare chi e come ha certificato l’integrità della fune traente.
Cordiali saluti

RIC ha detto...

prof Melis: le prove di carico di una qualsiasi struttura per essere in sicurezza ( salvo catastrofi ) generalmente e' calcolata per essere ritenuta sicura , 3 volte il massino carico lordo previsto. Quando invece la struttura e' destinata ad uso per persone , tipo ascensore o altro la legge impone che il calcolo debba essere ben 12 volte il carico massimo .( es : un ascensore dove la targhetta riporta la scritta ; MAX carico 600 kg . il tutto e' costruito per sopportare senza rottura un limite di 600 kg + ( peso dell ascensore ) x 12 = per essere ritenuto valido.
IL dubbio che che mi assale , a parte il non funzionamento dei freni e' il fatto che l' ultima rampa della salita , come di tante altre simili , sono quasi verticali , dove la fune da trainante nella norma , diventa di sollevamento verticale quasi totale.....che alleggerisce quasi completamente lo sforzo della fune portante sulla quale scorre la cabina.. ma si fa carico lei completamente del sollevamento del carico......sara' come il ponte Morandi ??

Mauro b. ha detto...

Siamo sicuri che tutti i mezzi, i vettori associati, oppure associabili all'universo low cost, passino tutti le regolamentari procedure di revisioni periodiche e programmate? Dopo il disastro di Viareggio, di Cremona, vi sentite sicuri a sfrecciare a 300 km orari su quelle vecchie verghe, come direbbe il Carducci***? Rimpiango i tempi del ferroviere col martelletto che batteva sulle ruote della motrice, dei vagoni, per saggiare l'integrità del metallo


*** verghe sta per rotaie, in Toscana.