venerdì 14 maggio 2021

PALESTINA EBRAICA. ARABI INVASORI (1)

Dal mio libro Geometria del diritto naturale. La morale come oblio della giustizia. Dall'antichità ad oggi  (di prossima pubblicazone).

La giustizia, secondo Nozick, può essere meglio garantita soltanto se si pone capo al principio della “validità del titolo” e alla eventuale rettificazione storica, dimostrando che alcune persone stanno peggio perché sono discendenti di vittime di passate ingiustizie, senza limiti di tempo. Bisognerebbe pertanto ricostruire le loro particolari storie.

Quest’ultimo principio di Nozick è rivoluzionario in quanto rimette in discussione tutta la storia. Bisognerebbe, per esempio, stabilire se gli europei avessero diritto ad occupare le terre “possedute” dagli indiani d’America. Un avvocato degli europei potrebbe giustificare l’occupazione dicendo che gli indiani non avevano certificati di proprietà. Ma gli indiani potrebbero replicare che essi avevano un’organizzazione che consentiva loro di fare a meno di tali certificati, prodotti di altra cultura. Gli europei potrebbero ancora replicare che gli indiani non potevano pretendere di essere proprietari di tutta l’America del Nord, né i Maya e gli Atzechi (come in generale tutte le popolazioni indigene) pretendere di essere illimitatamente proprietari di terre senza avere stabilito esattamente i loro confini, che erano inesistenti. Diversamente poche migliaia di indigeni avrebbero potuto pretendere di essere proprietari di un continente intero o, almeno, di una buona parte di esso. E’ evidente che tale discussione si arenerebbe se non si trovasse un criterio di giustizia che considerasse come limite della proprietà l’estensione della propria attività nei limiti della necessità vitali di ogni popolazione. Dato per scontato che gli europei mai avrebbero potuto accampare un diritto di proprietà sui terreni coltivati dagli indiani, in quanto, secondo il principio di Locke (recepito da Nozick), essi avrebbero ingiustamente espropriato gli indiani anche del loro lavoro, rimane da domandarsi se gli indiani potessero accampare un diritto di proprietà anche sui terreni non coltivati ma compresi grossolanamente entro la loro attività di caccia intesa come mezzo di sopravvivenza. Questo dovrebbe però significare che la caccia debba essere considerata una attività immodificabile e non sostituibile ai fini della sopravvivenza. D’altra parte soltanto una concezione antropocentrica potrebbe far ritenere che gli animali siano patrimonio dell’uomo. Gli spazi, d’altronde, erano così ampi nei secoli passati in rapporto alla popolazione europea ed indigena che sarebbe stato possibile ritagliarsi dei rispettivi territori limitando al minimo le occasioni di guerra.

Dalle riflessioni di Nozick si può dedurre un’altra importante conclusione. Gli ebrei furono privati ingiustamente dai Romani del loro Stato. Né essi occuparono la Palestina invadendo un territorio altrui. I loro discendenti rimasero pertanto vittime di una passata ingiustizia. Applicando il principio di rettificazione storica fatto valere da Nozick gli odierni abitanti non ebrei della Palestina non hanno alcun valido “titolo storico” per pretendere di avere un loro Stato in Palestina in quanto discendenti da popolazioni che invasero quei territori durante l’invasione araba. Se si riconoscesse agli arabi palestinesi il diritto ad uno Stato si consacrerebbe il principio della forza come base del diritto. Né gli arabi palestinesi ebbero mai un loro Stato in quella regione, essendo i loro antenati vissuti colà soltanto in quanto prima sudditi del califfato di Bagdad, poi dell’impero ottomano dopo l’invasione turca della Palestina. Mentre, dunque, gli ebrei furono privati di uno Stato che prima avevano, gli arabi palestinesi richiedono oggi qualcosa che mai prima hanno avuto. Diverso è il caso dei Kurdi, che in tutta la loro storia non ebbero mai un loro Stato, per cui non hanno alcun valido titolo storico per averne uno oggi. E, mentre  l’Italia, per ragioni di giustizia storica, dovrebbe restituire l’Alto Adige all’Austria,  all’Italia dovrebbe essere restituiti tutti i territori che facevano parte della Repubblica veneta (compresa la Dalmazia), in cui vivevano popolazioni italiche e non slave, e la Francia dovrebbe restituire la Corsica, Nizza e la Savoia, che mai le appartennero prima che passassero allo Stato francese.[1][1]    E’ evidente che per ragioni di giustizia storica bisognerebbe ripercorrere la storia di tutti i confini sino a stabilire, senza limiti di tempo, il titolo storico valido della proprietà. Se questa può sembrare un’utopia, l’alternativa è una sola: il diritto della guerra.       


 [1]In verità Nizza e la Savoia passarono alla Francia per accordi tra il Piemonte e la Francia, che intervenne in guerra contro l’Austria, permettendo l’acquisizione nel l859 al Piemonte della Lombardia.   

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