mercoledì 18 novembre 2015

BOCELLI: FACCIA IL TENORE E NON IL FILOSOFO. IMPOSSIBILE ACCORDO TRA SCIENZA E FEDE

Ha detto che Dio esiste perché esiste un disegno intelligente della natura. E ha fatto un esempio: vedo un auto prototipo e chiedo: chi l'ha costruita? Se mi sento dire che si è costruita da sé debbo considerare che l'autore della risposta sia un pazzo. 
O Bocelli, anni fa andai al teatro lirico di Cagliari per ascoltare te e non la Boheme di Puccini in cui cantavi. E ti applaudii calorosamente. Ma fai il tenore e non il filosofo, ché non è il tuo mestiere, così eviti di dire stronzate. Infatti hai aggiunto anche che Dio è bene e che bisogna saper trarre il bene anche dalla sofferenza. Che tu l'abbia saputo trarre anche dalla tua cecità è un fatto. Disgrazia che ti è capitata da bambino per la violenza di una pallonata in faccia.  Ma come si giustifica il male in natura se Dio è bene? Il catechismo della Chiesa dice che Dio non vuole il male ma lo tollera per lasciar libere le creature, sapendo poi trarre il bene anche dal male. Dunque non hai fatto altro che ripetere il Catechismo. Ma in questo caso si tratta di un male morale e non fisico. Perché esistono migliaia di malattie? Come si può conciliare con il fatto che vi sia un disegno intelligente della natura? E per questo ti sei riparato dietro la conoscenza del prolifico autore di molti libri di cosmologia Paul Davies, che ben conosco e ho anche citato in passato in un mio libro trattante argomenti di biologia evoluzionistica. Ad ogni buon conto Davies ha sempre evitato da cosmologo di evitare termini come "bene" e "male". Ma per te che usi questi termini il disegno intelligente dovrebbe escludere il male FISICO. Quello morale è un altra cosa, che riguarda solo l'uomo. E invece il male FISICO esiste. E se esiste il disegno intelligente non è poi tanto intelligente. Il fatto è che questo disegno è sostanzialmente antiscientifico: e il motivo è semplice. Tutta l'evoluzione, sin dalla formazione dell'Universo visibile (che non è unico ma parte del pluriverso) sino al nostro sistema solare, è frutto della casualità, che ha inciso successivamente anche sull'origine della vita. Sono occorsi circa 3 miliardi di anni per passare casualmente dalla cellula procariotica (dei batteri e delle alghe azzurre) alla cellula eucariotica (vegetale e animale, simbiosi casuale di cellule procariotiche), senza la quale non vi sarebbe stata l'evoluzione biologica a partire da una COMUNE ORIGINE di tutte le forme di vita. Questo è il punto fondamentale. Abbiamo in comune le cellule originarie di tutte le forme di vita, comprese quelle degli insetti, primi colonizzatori delle terre emerse.  Dunque dal punto di vista scientifico è obbligo mettere da parte Dio, che sarebbe responsabile di tutte le imperfezioni della natura, che vengono chiamate mali impropriamente perché il male FISICO  non esiste in natura. Il male è un termine morale che non fa parte della natura, la quale, per dirla con Nietzsche, è Al di à del bene e del male. Riferendoci alla medicina si suol dire impropriamente che il malato è afflitto da un male. Ma allora bisognerebbe dire che tutta la natura è malata, riferendomi sempre al male fisico. Il fatto è che il cosiddetto male dal punto di vista della natura, che non è quello dell'uomo, non esiste. La natura è nata casualmente passando attraverso errori di duplicazione del DNA e di trascrizione del DNA nell'RNA. Ma sono proprio questi errori naturali all'origine di tutte le malattie di natura genetica. Ognuno nasce con un suo orologio biologico  scritto nel DNA. Poi intervengono stili di vita (tra cui l'alimentazione) che lo possono far peggiorare. Ma torno al punto fondamentale. Se è unica l'origine di tutte le forme di vita l'uomo non può pretendere di avere uno statuto ontologico superiore. Sono le religioni che gli hanno dato la superbia della superiorità ontologica. Certamente gli altri animali non sono arrivati all'evoluzione del cervello pari a quello dell'uomo, che tuttavia trova le sue origini dagli ominidi, o australopiteci. E quando sarebbe nata l'immortalità dell'anima in tale evoluzione? Domanda rispondere alla quale porta a risposte scientificamente prive di senso. Un noto studioso di evoluzione biologica, pur cattolico, Pierre Grassé, ha scritto che è meglio dimenticarsi di Dio quando si studia l'evoluzione della natura perché se ne ricaverebbe "un'idea meschina di Dio. Questo essere onnipotente che è obbligato in ogni momento a rimodellare, a ritoccare la sua opera, si trova messo in scacco da ostacoli che la sua onniscienza non gli ha permesso di scorgere. Non è neppure un semidio, è un fantasma di dio, una deità vaga ad uso e consumo degli scienziati che ragionano di traverso. Non richiamamoci a Dio in realtà nelle quali egli non ha più bisogno di intervenire. L'atto creatore, unico, gli è bastato. Più modesti dei darwinisti noi non pretendiamo di conoscere l'autore di quella finalità che, nei fatti, va molto al di là della presunta opera della selezione naturale, dato che noi la troviamo in ogni essere vivente, a tutti i livelli. La vita si manifesta come legata alla finalizzazione di un sistema chimico-fisico complesso e strutturato, fatto che non esclude, nella sua realizzazione, l'approssimazione e il fallimento. Ben lungi dal sopprimere o dall'eludere il determinismo, la finalità biologica immanente ne presuppone uno, rigoroso e canalizzato, e si oppone assolutamente al caso" (L'evoluzione del vivente, Adelphi 1979, p. 235). Come si vede, il cattolico Grassé è costretto ad adattare il suo finalismo ad un'idea di Dio ridotto a semidio se lo si cerca nell'evoluzione naturale. Dio sarebbe intervenuto nel creare la materia organica che poi si sarebbe evoluta da sé con un finalismo interno soggetto ad errori e fallimenti.  Ma un Dio incapace di una creazione priva di riconosciuti fallimenti contrasta con l'onnipotenza e con l'onniscienza divina. Un credente è dunque costretto ad una sorta di schizofrenia. Da una parte la credenza nella religione cosiddetta rivelata, dall'altra la necessità di riconoscere che questo Dio non è affatto né onnipotente né onnisciente.                  
La soluzione, pur mitologica, ma logica, potrebbe trovarsi in Platone (Timeo). Il Demiurgo non è creatore della materia dal nulla (per i Greci la creazione dal nulla era cosa impensabile). Il Demiurgo è principio ordinatore della materia, che, COETERNA con il Demiurgo, recalcitra di fronte all'opera ordinatrice del Demiurgo, fondata sull'ordine matematico della materia. In secondo luogo, sono le divinità inferiori, create dal Demiurgo, che proseguono l'opera del Demiurgo,  che si ferma alla costituzione dell'ordine astronomico. Le divinità inferiori si occupano della nascita della vita sulla Terra. Se si unisce la difficoltà di sottomettere la materia all'ordine al fatto che il Demiurgo non vuole assumersi la responsabilità di una impossibile perfezione della vita sulla Terra e demanda perciò la nascita della vita a divinità inferori, si capisce che per Platone tutti i cosiddetti mali sono dovuti alla materia, di cui il Demiurgo, non onnipotente, non è responsabile. Ha fatto solo il possibile. Ma certamente il Demiurgo platonico non è assimilabile al Dio della Bibbia e del Corano, la cui asserita onnipotenza contrasta con l'imperfezione della natura e di tutti i suoi fallimenti nell'evoluzione biologica, basata sulla casualità delle mutazioni e sulla selezione naturale.         
Da notare che nel Genesi (e non nella Genesi come si suol scrivere perché Genesi si riferisce al libro e non alla Genesi) si ha una cattiva traduzione del termine ebraico che corrisponde, non a "creò", ma a "fece" (nel senso di "ordinò"). Anche gli antichi  ebrei, orginariamente anch'essi pagani  e influenzati dai miti mesopotamici, non concepivano una creazione dal nulla. Seguiamo le prime righe del Genesi.
1,1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. 4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalleon Filone  tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno
.
Come si vede, bisogna far concordare 1,1 con 2, dove si dice che la terra era informe e deserta. Dunque esisteva già prima della asserita creazione. L'opera della "creazione" è un'opera consistente nell'ordinare la materia già esistente traendola dal caos (termine già presente nelle mitologie mesopotamiche). Da notare le frasi prive di senso che non si trovano nemmeno nelle antiche mitologie: "Sia la luce! E la luce fu, etc". Come se la luce potesse essere indipendente dal sole. Infatti solo in 14 si introduce il riferimento al sole, ma dopo la formazione dei mari, delle terre con vegetazione. Il che era privo di senso anche nell'antichità giacché si riconosceva che era il sole l'origine della luce e della vita. 

Solo con Filone Alessandrino, filosofo ebreo vissuto sempre in Alessandria d'Egitto e che non mise mai piede in Palestina,  ritenuto eretico dagli ebrei credenti, si introdusse l'idea della creazione dal nulla. I cristiani ripresero da Filone (m. nel 27 d. C.) l'idea di creazione dal nulla.           

4 commenti:

morena ha detto...

Buonasera professore, la stimo molto . Volevo sapere cosa pensa di quello che ha detto Marco Travaglio questa sera alla trasmissione otto e mezzo su la7

Pietro Melis ha detto...

Travaglio spesso dice cose giuste. Ma crede di integrare i musulmani facendone una questione economica e culturale. Ha detto che bisogna offrire loro i nostri valori. Qui non si tratta di una questione economica. Se gli islamici in Occidente non sono integrati economicamente e culturalmente non è colpa nostra ma colpa loro perché per migliorare dovrebbero rinunciare al Corano, che è l'unica causa della loro inferiorità sotto ogni aspetto.Dovrebbero quanto meno accettare la separazione tra religione e Stato laico. Il che è impossibile per chi non può avere cervello se crede in quel libro di merda, la più grande disgrazia della storia.Mi riprometto di scrivere su ciò che ha detto il novantenne Scalfari neoteologo confusionario.

morena ha detto...

Grazie mille per la risposta, mi insegna sempre qualcosa!

Anonimo ha detto...

Ma mi scusi, caro professore, ma non è possibile che Dio esista davvero ma sia l'opposto di misericordioso, cioè malvagio? In fondo è possibile che volutamente abbia creato un mondo in cui il più forte schiaccia il più debole, in cui l'evoluzione è governata dal male (errore del DNA che produce male), in cui la morte regola la stessa vita. Le sembra così illogico?