martedì 24 novembre 2015

SBATTERE IN FACCIA AI MUSULMANI IL CROCIFISSO IN TUTTI GLI EDIFICI PUBBLICI, COMPRESE LE SCUOLE, COME SIMBOLO DELLO STATO LAICO

Da ateo-agnostico avevo già scritto nel 2005 in Scontro tra culture e metacultura scientifica quanto segue. Avevo previsto tutto.

Il dialogo con altre religioni per il papa non può esistere, potendo esistere soltanto un incontro con culture, non con altre culture, se la verità evangelica, come egli scrive, è metaculturale. Ma allora avrebbe dovuto spiegare come sia possibile la pretesa di incontrare altre religioni, che sarebbero soltanto culture, senza privarle di ciò che ad esse appartiene, posto che “una cultura non può mai, come egli scrive, diventare criterio di giudizio e ancor meno criterio ultimo di verità nei confronti della rivelazione di Dio” nel Vangelo. Non si capisce come la rivelazione di Cristo possa assumere la pretesa di esprimere un valore metaculturale e allo stesso tempo non incatenare alcuna altra cultura, se le altre religioni sono soltanto culture e non verità rivelata (parzialmente nel Vecchio Testamento e in nessuna misura nel Corano). Che significato assume allora l’ingresso di papa Wojtyla nella moschea di Damasco? Quale Dio pregò in essa? Non certamente quello del Corano, che è il Dio della violenza contro i non convertiti.[1]Soltanto un significato politico poteva assumere il pregare il Dio cristiano dove si prega il Dio del Corano, che è la negazione totale del messaggio evangelico e della dottrina cristiana del diritto naturale, in quanto ha predicato la guerra contro gli infedeli, mentre Gesù ha distinto il Regno di Dio da ogni regno terrestre nel dire “il mio Regno non è di questo mondo”, e aggiungendo che bisognava “dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, negando la possibilità di uno Stato teocratico quale invece è predicato nel Corano, che è la vera fonte dell’integralismo. In sostanza, se soltanto il Vangelo è verità metaculturale, le altre religioni sono soltanto culture, con cui non è possibile incontrarsi senza privarle di ciò che ad esse è essenziale. Papa Wojtyla ha soprattutto omesso di considerare che appartiene alla tradizione storica del cristianesimo il diritto naturale, pur interpretato in senso antropocentrico.



Il crocifisso, in questo senso,può essere spogliato del suo significato religioso ed assurgere a simbolo di uno Stato laico



nella distinzione tra morale e diritto, mentre il velo islamico è chiaramente simbolo di una religione che vorrebbe imporre a tutti le sue norme morali. [2]


Il velo islamico non può, dunque, essere tollerato entro le istituzioni di uno Stato laico. Ha scritto S. Paolo (Epistola ai Romani, 13, 1-7): “Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, perché non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono ordinate da Dio; talché chi resiste all’autorità si oppone all’ordine di Dio…Il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai quel che è male, temi, perché egli non porta la spada invano…Perciò è necessario stare soggetti, non soltanto a motivo della punizione, ma anche per motivi di coscienza”. Pertanto uno Stato veramente laico non si fonda sulla libertà di religione, ma sulla libertà dalla religione.


[1]Del Corano si può formare un ampio florilegio contenente tutte le frasi che predicano la violenza armata, a documento della falsità della tesi di un Islam moderato, che sarebbe un falso Islam, per cui il terrorismo è conforme al dettato del Corano. Basterà riportare  quanto viene comandato contro coloro che non si convertono. “Quanto a quelli che rifiutan la Fede (islamica) , li punirò di pena violenta in questo mondo e nell’altro…Chiunque desideri una religione diversa dall’Islam, non gli sarà accettata da Allah…Verrà posto un marchio di infamia dovunque li troveremo…Non sceglietevi come intimi amici persone estranee alla Fede…Getteremo terrore nel cuore degli infedeli…Il Messaggero di Allah (Maometto) vi chiamava a combattere, e quelli che si trassero indietro fu Satana a farli cadere…E’ Allah che vi fa vivere e uccide… E  non chiamate morti coloro che sono stati uccisi sulla via di Allah, anzi vivi sono, nutriti della grazia presso il Signore…Coloro che combatterono e furono uccisi li farò entrare nei Giardini (in Paradiso)” (Sura III).“Se alcune delle vostre donne avran commesso atti indecenti, chiudetele in casa finché le colga la morte…Gli uomini sono preposti alle donne, perché Allah ha preposto alcuni esseri sugli altri…Quelle donne di cui temete atti di disobbedienza, ammonitele, poi lasciatele sole nei letti, poi battetele…Combattano sulla via di Allah coloro che volentieri cambiano la vita terrena con l’Altra, ché ucciso o vincitore gli daremo mercede immensa…Combattete gli alleati di Satana…Prendeteli e uccideteli dove li trovate, ma non prendete patroni né alleati fra loro…Non vi stancate di inseguir quella gente”(Sura IV). “O voi che credete! Non prendete i giudei e i cristiani come alleati.” (Sura V). “Io getterò il panico nel cuore dei miscredenti. Percuotete, percuotete loro le cervici, percuotete e spezzate loro ogni dito…Allah nel castigare è violento…ma non voi li uccideste, bensì Allah”(Sura VIII). “Chiunque ucciderà una persona che non abbia ucciso un’altra o portato la corruzione sulla terra, è come se avesse ucciso l’umanità intera”. (Sura V). La malafede ha sempre indotto la propaganda islamica in Occidente e quella dei politici occidentali, fautori del dialogo con l’Islam (come, per esempio, in Italia, il cattolico udc Follini), ad omettere l’inciso “o portato la corruzione sulla terra”. E poiché l’Occidente porta la corruzione sulla Terra, “la ricompensa per coloro che si danno a corrompere la Terra è che essi saranno massacrati, o crocifissi, o amputati delle mani e dei piedi dai lati opposti, o banditi dalla terra…eccetto quelli che si pentiranno prima che voi vi impadroniate di loro” (Sura V). Questa è la migliore risposta per coloro che propagandano  per malafede o per ignoranza l’immagine di un Islam come  religione di pace.  Un Islam moderato è un falso Islam. La radice del terrorismo è nello stesso Corano.
E’ incredibile che una simile religione possa trovare dignità di riconoscimento in Occidente, considerando che in Italia, per esempio, l’autore del Corano, se avesse scritto oggi tale testo, dovrebbe stare in galera perché perseguibile secondo il Codice penale per “concorso nel reato”(art.110) e “istigazione a delinquere” (art. 414), sino all'omicidio di massa. Il Corano, inoltre, contrasta con l’art. 8 della Costituzione italiana, che richiede  che “le confessioni religiose…non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”. Il Corano è un testo contrario agli ordinamenti giuridici della tradizione occidentale. Un vero islamico non dovrebbe poter avere residenza, e ancor  meno cittadinanza, in  Occidente. E invece è stata permessa in Occidente la  predicazione ufficiale del  Corano in un gran numero di moschee, per di più con i finanziamenti dell’Arabia saudita, che, alleata degli Stati Uniti, ha il peggiore regime politico di tutta la Terra, essendo espressione di uno Stato teocratico retto da una monarchia assoluta che è la negazione totale dei diritti umani. Ed è ancor più scandaloso che in Italia un  ministro dell’interno abbia proposto una consulta degli islamici italiani, promuovendo la confusione tra morale e diritto e contravvenendo ai principi di uno Stato laico, che deve ignorare qualsiasi religione, tollerabile nella vita privata sino a quando non sia in contrasto con le leggi dello Stato laico. Un islamico moderato è soltanto un falso islamico, che mette in atto la regola coranica della dissimulazione per gli islamici che risiedano in Paesi non islamici. In ogni islamico vi è un potenziale terrorista.   
[2]Proprio alla luce della distinzione tra morale e diritto  non si giustifica la possibilità di attribuire l’otto per mille delle tasse alle organizzazioni religiose, sottraendolo anticostituzionalmente a coloro che lo attribuiscono allo Stato, cioè a tutti, senza averne un ritorno da chi lo attribuisce alle istituzioni religiose. Viene a mancare la reciprocità dei diritti e dei doveri. In alternativa chi lo attribuisce allo Stato dovrebbe  tenersi  per sé l’otto per mille. Né si giustifica “l’obbligo reciproco alla fedeltà”  nel matrimonio (art. 143 del Codice Civile), non essendo l’infedeltà un reato.
 

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