Di fronte a certe notizie ho creduto bene di riportare quanto nel 2006 avevo scritto nel libro Scontro tra culture e metacultura scientifica. Ho sentito dire (trasmissione Dalla parte vostra) il solito mentecatto, personaggio abituale della trasmissione, uno dei tanti che sono nel circo del PD e dei suoi affini, che di fronte a degli aggressori entrati in casa bisogna chiamare prima i carabinieri. Incredibile ma vero. Come se in ogni casa vi fossero dei carabinieri.
Assaltano il bar nella notte
Titolare uccide ladro a fucilate
Sia almeno riconosciuto ad ognuno il diritto di dichiarare se sia
disposto a perdonare il suo eventuale assassino, perché lo Stato non si
sostituisca alla volontà della vittima innocente.[1]
E’ contraddittorio che ognuno per legittima difesa possa anticipare il suo
aggressore armato uccidendolo, mentre si riconosce allo stesso aggressore che
abbia anticipato la vittima il diritto di continuare a vivere. La legittima
difesa presuppone che nel momento dell’aggressione la vita dell’aggressore non
disponga più della tutela della legge e che esso si ponga in uno stato di
natura, ponendo la sua vita alla mercé dell’aggredito. Non si capisce dunque
perché lo Stato restituisca la tutela alla vita dell’assassino soltanto perché
questo è riuscito ad anticipare la vittima.[2]
Vi sono giudici garantisti senza cervello capaci ormai di
incriminare per omicidio o per eccesso di difesa chi previene un rapinatore
uccidendolo, certamente convinti che l’aggredito debba prima rischiare di farsi
uccidere, oppure che il rapinatore abbia il diritto di fuggire con la refurtiva e che il rapinato non abbia il diritto, per difendere i propri beni, di sparare al rapinatore in fuga potendo solo affidarsi alle forze dell'ordine, che, si sa, riescono quasi sempre a prendere il rapinatore...per la coda. Il principio moralistico sottinteso è che il rapinatore valga sempre più del bene rapinato. Non importa che in tal modo si incoraggino le rapine. La giustizia è in mano anche a questi individui, con la loro cultura
del buonismo che uccide la giustizia. Essi sanno scioperare soltanto contro
qualsiasi controllo di merito del loro operato, non perché la giustizia abbia
tempi brevi e chi la richiede non debba invecchiare o morire prima di una
sentenza.
Se si prendesse spunto dal
pensiero dei filosofi esistenzialisti – che hanno mancato di trattare la
questione della pena di morte – si dovrebbe riconoscere che, essendo l’uomo,
come essi dicono, una possibilità autocostitutiva, come esistenza e non come
essenza (o specie), il valore dell’esistenza umana non è dato dal fatto di
essere umana, ma dal fatto di esprimere una possibile esistenza, da valutare in
relazione ad un progetto che è la stessa singolarità dell’esistenza. Pertanto
il criminale non può essere sottratto alla pena di morte dalla sua essenza
umana, che esiste soltanto biologicamente. Già Pico della Mirandola nell’Oratio de dignitate hominis immaginava
che Dio dicesse all’uomo: “Tu dominerai la tua natura secondo il tuo
arbitrio…non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché
di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella
forma che avresti prescelto”. Sta all’uomo, secondo Pico, scegliere se essere
soltanto un animale o di natura divina. Egli è responsabile del suo progetto di
vita.
La morale ha persino corrotto il significato del
termine “vendetta” dandole un significato negativo, se non dispregiativo,
mentre in realtà essa dovrebbe continuare ad essere espressione, come lo fu
nell’antichità greca, di giustizia, in relazione ad una responsabilità
oggettiva, come la intese Platone nelle Leggi.
Che fa lo Stato, con l’infliggere una pena, se non vendicare la vittima e la
stessa società di cui è stato violato l’ordine? Da notare come si tratti
soltanto di una questione di attribuzione, perché la vendetta, se è attuata
dallo Stato, è giustizia, mentre non lo è se è attuata dalla vittima o da chi
per lui
[1] In questo senso si può ritenere ampliata la
considerazione svolta da Platone nelle
Leggi (IX, 869), dove è previsto che in caso di patricidio (o matricidio) –
il delitto ritenuto più grave da Platone – il padre (o la madre) possa avere il
tempo, prima di morire, di perdonare il figlio. In tal caso il patricidio (o
matricidio) sarà ritenuto involontario e il colpevole dovrà soltanto
purificarsi.
[2] Il nostro
ragionamento trova riscontro in Gaetano Filangieri (Scienza della legislazione, 1781-88), che, riprendendo il pensiero
di Locke sullo stato di natura, in cui ognuno ha il diritto di punire i delitti
(II Trattato del governo, II,
11), osserva, contro Beccaria (Dei
delitti e delle pene, 1764), che nello stato di natura si perde il diritto
alla vita quando la si toglie ad altri, perché ognuno ha il diritto di uccidere
il suo ingiusto aggressore, e, se rimane ucciso, il suo diritto si trasferisce
da lui alla società. D’altra parte, non si aggiunge mai che Beccaria continuò a
giustificare la pena di morte per quei delitti che minano l’ordine
sociale. Riferimento odierno potrebbero
essere le organizzazioni a delinquere come la mafia, contro cui si devono usare
leggi di guerra, non di pace, sospendendo le garanzie costituzionali, conservando
le quali si ha soltanto uno Stato imbelle e buffone, se non colluso. Combattere
la mafia (che impiega la pena di morte) con il garantismo delle leggi di pace,
e senza applicare la pena di morte, significa cercare di contrastare un
esercito dotato di artiglieria pesante con un esercito equipaggiato al massimo
con fucili da caccia. Poiché è impossibile estirpare la mafia con metodi
democratici, nell’attuale “democrazia” il sud d’Italia si merita soltanto l’autogoverno
della mafia, senza aiuti economici da parte di altre regioni. Ha scritto
Aristotele (Politica) che ogni popolo
ha il governo che si merita. I capi mafia continuano a comandare dal
carcere ricattando guardie e direttori del carcere. La pena di morte
impedirebbe ai mafiosi di continuare a dare ordini. E’ altrettanto
inconcepibile che non si applichi la pena di morte nei confronti dei
trafficanti di droga, cioè di morte. Ritenere che la loro vita sia degna di
rispetto significa corrompere lo stesso concetto di giustizia. Essi minano
anche l’ordine sociale, per cui, dallo stesso punto di vista di Beccaria,
dovrebbero essere eliminati senza pietà.
Insomma, siamo davanti ad una rivoluzione nei rapporti con i LADRI! Finalmente. Qualora si scopra la presenza di un ladro in casa, bisogna: innanzitutto evitare assolutamente di prendere il fucile, di disturbarlo (del resto sta lavorando e ha diritto di lavorare in pace); chiamare i Carabinieri, eventualmente si ritenga che il ladro possa essere violento, altrimenti fare solo la denuncia il giorno dopo; aspettare che se ne vada. Qualora il ladro sia violento, spiegargli che la violenza non porta da nessuna parte e, anzi, poi, si passa dalla parte del torto perché, sì, rubare va bene ma picchiare no, dunque, si rischia veramente una condanna. Se poi il ladro è violento, evitare assolutamente di reagire, soprattutto se si è praticato arti marziali per decenni, non si sa mai che gli si possa fare del male! Subire in silenzio e, è ammesso, sperare di non essere ammazzati! Per quanto riguarda i Carabinieri invece bisogna che, se trovano un ladro, siano innanzitutto gentili, invitarlo a mettersi le manette - eventualmente, ma è ovvio che generalmente non c'è bisogno - da solo (per evitare di fargli male ai polsi), salire nella macchina e farlo sedere davanti, chiedergli se vuole ascoltare la radio o preferisce musica del suo paese.... Ovviamente, non c'è bisogno di fargli domande tipo da dove provieni, hai dei complici, hai nascosto armi, la refurtiva dove si trova, l'hai nascosta in qualche posto..... Finalmente, si vivrà molto meglio!
Oggi nella dottrina penale
americana prevale una concezione retributiva della pena che giustifica la
posizione di Kant basata sul principio di eguaglianza. La legge del taglione (lex talionis) raccomanda di “fare agli
altri ciò che questi hanno fatto a te”, come rafforzativa della regola aurea secondo cui bisogna “fare agli altri ciò che
vorresti fosse fatto a te” (norma evangelica). In base alla lex talionis si ripristina l’eguaglianza
che è stata turbata dal crimine E’ questa la tesi di J. H. Reiman.[1]
In base a tale principio il crimine è un attacco alla sovranità dell’individuo
che pone il criminale in una posizione di illegittima sovranità su un altro. La
vittima ha il diritto, e la società il dovere, di rettificare la posizione del
criminale riducendone la sovranità nello
stesso grado. La vittima avrebbe avuto il diritto, ma non il dovere, di
perdonare a chi ha attentato al suo diritto naturale, ma rispettando il principio
che la vita della vittima non possa essere valutata come inferiore rispetto a
quella del suo uccisore. Una pena alternativa come l’ergastolo (che in Italia
non esiste più) non sarebbe in accordo con il principio di umanità della pena e
dell’ipocrita funzione rieducativa di essa. E’ stato anche scritto: “Chi non
avverte che vi è qualcosa di macabro e di beffardo in un processo nel quale la
vittima non può più udire la propria voce?…Ma vi è di più, chi uccide con il
suo delitto diminuisce in tutti il valore della vita, togliendo a ognuno un po’
di sicurezza di vivere, il che è come dire che lo priva di una parte della sua
vitalità…L’esclusione della pena di morte per omicidio è un portato di maggiore
civiltà o non è invece il segno di una minore sensibilità morale e di una meno
chiara percezione del vero?…Chi con deliberato proposito uccide un uomo deve
essere a sua volta ucciso dalla società costituita, che non può sottrarsi al
suo obbligo senza macchiarsi di una colpa…E’ forse giusto che chi uccida non
venga a sua volta ucciso? E che gli si infligga invece una pena di carcere che
sarà mite in ragione di come saprà difendersi contro un morto”,[2]
grazie ad avvocato prezzolato o al solito psicologo o sociologo di turno pronto
a trovare tutte le attenuanti generiche e specifiche? Si vuole spesso
dimostrare che l’assassino nel momento del crimine fosse incapace di intendere
e volere. Ma poi riacquista sempre la lucidità! Si pretende assurdamente che il
criminale si riconcili con la società senza tenere in alcun conto la vita
dell’ucciso. Gli abolizionisti sono proprio coloro che ipocritamente o disonestamente
tengono in minor valore la vita umana, stando a difesa degli assassini. Questo
discorso vale anche per Amnesty International, che, come
direbbe Hegel, alla ragione sostituisce la “brodaglia del cuore” (Lineamenti di filosofia del diritto, pref.
): associazione di saccenti presuntuosi e arroganti che credono di avere un
cervello migliore di quello di tutti i pensatori che abbiamo citato. E, a parte
la giustizia che bisogna rendere alla vittima, anche se morta, vi è un
superiore interesse della società a liberarsi degli assassini che a ritenere
“sacra”, come stupidamente si dice, anche la vita di un criminale.
T. Sellin[3]volle
dimostrare con un’indagine statistica che la pena di morte negli Stati Uniti
non aveva un’influenza frenante sugli indici di morte per omicidio. Gli rispose
Isaac Ehrlich,[4]
che scrisse che i metodi statistici erano inattendibili, mentre, avvalendosi di
diverse ipotesi, si poteva affermare che durante il periodo 1935-69 ciascuna
esecuzione capitale aveva prevenuto il verificarsi di sette o otto omicidi in
più. Infatti il criminale, in base alle offerte di mercato, conforma la sua
condotta al desiderio di massimizzare il suo guadagno e di minimizzare i costi
personali. Quando tra i possibili costi vi è la pena di morte diminuisce il
desiderio di massimizzare il profitto. Ma questi sono argomenti utilitaristici
che non scalfiscono minimamente il principio secondo cui la vita dell’assassino
non deve valere più di quella della sua vittima.
[1] Justice, Civilation and the Death Penalty,
Justice 1991.
[2]Carlo
Cetti, Della pena di morte. Confutazione a Beccaria, Como 1960, pp. 12-13.
[3]The Death Penalty, The American Law
Insitute, Philadelphia 1959.
[4]The deterrent
effect of punishment: a question of life and death, American Economics Reviw,
65, 1975.
La vittima deve rispettare il suo carnefice
Testo di Enrico Masala
Insomma, siamo davanti ad una rivoluzione nei rapporti con i LADRI! Finalmente. Qualora si scopra la presenza di un ladro in casa, bisogna: innanzitutto evitare assolutamente di prendere il fucile, di disturbarlo (del resto sta lavorando e ha diritto di lavorare in pace); chiamare i Carabinieri, eventualmente si ritenga che il ladro possa essere violento, altrimenti fare solo la denuncia il giorno dopo; aspettare che se ne vada. Qualora il ladro sia violento, spiegargli che la violenza non porta da nessuna parte e, anzi, poi, si passa dalla parte del torto perché, sì, rubare va bene ma picchiare no, dunque, si rischia veramente una condanna. Se poi il ladro è violento, evitare assolutamente di reagire, soprattutto se si è praticato arti marziali per decenni, non si sa mai che gli si possa fare del male! Subire in silenzio e, è ammesso, sperare di non essere ammazzati! Per quanto riguarda i Carabinieri invece bisogna che, se trovano un ladro, siano innanzitutto gentili, invitarlo a mettersi le manette - eventualmente, ma è ovvio che generalmente non c'è bisogno - da solo (per evitare di fargli male ai polsi), salire nella macchina e farlo sedere davanti, chiedergli se vuole ascoltare la radio o preferisce musica del suo paese.... Ovviamente, non c'è bisogno di fargli domande tipo da dove provieni, hai dei complici, hai nascosto armi, la refurtiva dove si trova, l'hai nascosta in qualche posto..... Finalmente, si vivrà molto meglio!
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venerdì 17 marzo 2017
Israele, uno stato moderno con radici antiche
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Akhenaton, grande faraone rivoluzionario ed illuminato, che volle
spezzare il potere atavico delle caste sacerdotali di Menfi e Tebe,
cadute nella materializzazione dello spirito e nell'idolatria. Per
poter compiere il suo progetto, durato meno di un ventennio, il
grande rivoluzionario tornò alle origini del culto monoteista di
Atun Ra, a cui poterono accedere tutte le classi e tutte le razze e
fondò la nuova capitale politico-religiosa Akhenaton (ALAmarna),
declassando le precedenti città culto ed i loro adepti. Ma come
tutti i grandi innovatori si presume sia stato soppresso insieme alla
regina Nefertiti, dalle classi sacerdotali e militari, per riprendere
il potere. Riguardo la sua rappresentazione fisica, ho sempre pensato
che abbia voluto rappresentarsi androgino (Yin-Yang) come i fratelli
delle Pleiadi o di Orione, con i quali probabilmente, essendo un
grande iniziato ai misteri akhasici, poteva comunicare. Comunque, la
semina che Amenofi IV aveva effettuato, non sarebbe andata persa e
avrebbe dato a distanza di tempo i suoi frutti. I sopravvissuti dei
seguaci di Akhenaton avrebbero poi fondato la religione ebraica.
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Aumento dei casi di morbillo del 230% e riguardano la fascia che
va dai 15 ai 39 anni. Ma guarda un po'... questi sono gli ex bambini
vaccinati a partire dagli anni 80 la cui copertura immunitaria
(semmai ne abbiano sviluppata una) è terminata perché non si sono
sottoposti a richiami a vita. Se questi bambini avessero avuto la
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a vita e non avrebbero contratto il morbillo da adulti che è più
pesante da affrontare rispetto a quando lo si contrae da bambini.
Continuare con la pratica della vaccinazione selvaggia dei bambini
dunque mi pare si sia dimostrato miope ed inefficace. Smettiamola di
sacrificare sull'altare delle vaccinazioni i bambini e ricordiamoci
che le encefalopatie possono essere causate anche dalla vaccinazione.
Di morbillo non si muore, tutt'al più si muore con il morbillo. Di
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perché si va ad interferire con dei meccanismi neurologici
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Jasmine è una bella ragazza sposata a un italiano, madre di
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fa a Tulear e con cui feci subito amicizia avendomi detto che era
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linguistica tra carne e pesce. Ma non è di lui che voglio parlare,
bensì di sua moglie, la quale, da quando suo padre comoriano le ha
fatto un brutto scherzo, non è più la stessa. Va detto in premessa
che i comoriani sono musulmani e, per un musulmano, avere una figlia
che pratica le arti magiche è un disonore. Indi per cui, pensando di
fare il bene di sua figlia, oltre che di salvare la sua reputazione,
prese tutti gli ammennicoli che Jasmine usava durante le invocazioni
agli spiriti, compresi i suoi vestiti da cerimonia, e andò a
gettarli in discarica. Per inciso, qualcosa di simile mia madre fece
a me quando, ragazzo, ero Testimone di Geova: tornai a casa e non
trovai più la mia bibliotechina di “libri Verità”. Seppi che
erano stati gettati nelle immondizie e che il camion era già
passato. Andai inutilmente a cercarli, con il motorino, nella
discarica comunale, l’ago nel pagliaio.
giovedì 16 marzo 2017
Va ringraziata l’Europa per il miracolo economico degli Anni Sessanta?
Testo di Adriano Rebecchi Martinelli
Sull’ultimo numero di gennaio-febbraio del periodico
politico-culturale “Intervento”, edito dall’Associazione
“Amici del Tricolore” di Milano, a pagina 3, compare un breve
riquadro dal titolo “Bandiere Nazionalpopolari a Roma”.
L’articolo è firmato da tale Nicola Cospito che nel testo dichiara
che : “La Merkel, Hollande, Juncker e gli altri delinquenti che ci
tiranneggiano verranno a festeggiare a Roma l’anniversario della
nascita della CEE che in seguito darà vita all’Unione Europea. E’
un dovere politico di tutta la nostra comunità umana partecipare
alla grandiosa manifestazione del 25 marzo a Roma contro la riunione
dei “capi oligarchi” dell’Unione Europea” e contro i vari
Trattati che “sono state le pugnalate alle spalle vibrate contro
l’Europa dei popoli”.
I gay, un’intoccabile casta moderna
Fonte: Il Giornale
Aveva detto chiaramente che "i gay sono malati", che "l’omosessualità non è una condizione normale" e che "in realtà l’omosessualità non esiste", ma "i gay, sono asessuati e omoerotici". Parole crude, certo. Perché di peli sulla lingua Silvana De Mari, chirurgo, endoscopista, psicoterapeuta, sembra proprio non averne. Frasi che aizzarono la rivolta indignata delle organizzazioni omosessuali, provocarono l'apertura di un provvedimento presso l'Ordine dei medici e - ora - anche l'apertura di una indagine da parte della procura di Torino. L'accusa è dura: diffamazione aggravata dalla finalità della discriminazione e dell’istigazione all’odio razziale. Eppure la De Mari aveva subito detto di "amare gli omosessuali", di averne curati molti e dunque di capirli. Solo che non si schiera al fianco di quella che lei definisce la schiera dei "nuovi ariani" di cui è "vietato parlar male".
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mercoledì 15 marzo 2017
La magia sessuale non piace ai magistrati
Fonte: Il Gazzettino
Nei riti di "purificazione" del sedicente santone una
studentessa di 16 anni cercava la soluzione ai suoi problemi, la
liberazione dalle difficoltà che la opprimevano. Ma l'uomo che
avrebbe dovuto salvarla si è trasformato nel suo carnefice. Paolo
Meraglia, insegnante in pensione di 69 anni, sposato, con figli, ha
abusato di lei più volte. Stordendola con sostanze stupefacenti,
narcotizzandola. In una mansarda del quartiere torinese di San
Donato, nella sua abitazione alla periferia sud del capoluogo
piemontese.
Più immigrati e meno natalità per favorire le multinazionali
Testo di Ludovico Muratori
Io vorrei porre ai giovani di oggi una domanda: se voi foste nelle
condizioni economiche di creare una famiglia, sareste dell'avviso di
avere dei figli ? Io presumo che la risposta a questa domanda
dovrebbe essere affermativa e di piena adesione e disponibilità ad
accrescere la propria esistenza con la presenza di figli e di una
famiglia, giacché diventa un'aspirazione naturale e spontanea nella
mente di un giovane cresciuto in un paese civile. Insistere ad
aumentare l’accoglienza di immigrati clandestini, con la
giustificazione che sono indispensabili per sopperire alle carenze
delle nascite, è pura strumentalità. Offensiva anche per
l'intelligenza del senso comune, perché sarebbe più che sufficiente
dare la possibilità ai giovani di costituire una famiglia per
incentivare le nascite. Infatti, è logico che la finalità non è
quella risolvere le carenze demografiche, ma di offrire manovalanza
spicciola alle multinazionali e contribuire così alla
globalizzazione. Infatti, gli oppositori di Trump sono restii a
riconoscere che la politica adottata dall'attuale presidente sia
attiva, costruttiva e nell'interesse della popolazione Americana
tutta.
Facebook si mobilita per pagare un’operazione costosa e bufalosa
Testo di Mondello Garau
Un ragazzo di 14 anni ha ricevuto sei colpi di pistola dal suo patrigno. Il ragazzo stava cercando di proteggere sua sorella di due
anni che stava per essere violentata. Non è successo nulla, grazie
al coraggio di suo fratello. Tutto questo è accaduto mentre la madre
era al lavoro. Questo ragazzino coraggioso combatte per la vita, ma i
medici dicono che non sopravviverà senza una manovra. Operazione che
è molto costosa e che sua madre non può permettersi. Facebook e le
aziende accettano di donare 45 centesimi per ogni volta che qualcuno
pubblicherà questo messaggio sul suo profilo, si prega di perdere 2
secondi: copiate e incollate sulla vostra bacheca.
Io ci provo, è il minimo.
Per fare copia/incolla spingi con il dito sul testo, ti appare la
scritta copia, toccala, poi vai sul tuo stato e tocca lo spazio su
cui scrivere, ti appare la scritta incolla, toccala ed il gioco è
fatto.
Grazie a chi deciderà di farlo.
Offresi esorcista di alieni
Testo di Matteo Tenan
Ribadisco ancora una volta per tutte e tutti. Prima di tutto io
offro alle abdotte e agli abdotti l’opportunità di essere liberi
per sempre senza fastidi. Poi mi preoccupo di eventuali prove,
indizi, foto, filmati, dopo che l’essere umano sta bene. Ascolto
sempre tutte e tutti. Meno prove ci sono perché gli alieni e demoni
extradimensionali molesti vanno a 5.000 anni luce lontani da noi o in
un universo parallelo o al limbo e più sono contento. Non ho bisogno
di prove da vendere al mercato degli stolti. Sono già stato in
televisione e alla radio, non devo prostituirmi, come un politicante,
devo contribuire a conseguire dei risultati collettivi per la Specie
Umana.
martedì 14 marzo 2017
Ladri patentati con immunità garantita
Fonte: Il Messaggero
Correre la mezza maratona Roma-Ostia inseguendo il vento è stata,
alla fine della giornata, la questione meno faticosa. E rischiosa. Il
molto peggio è arrivato dopo, quando una trentina di atleti della
Podistica Luco dei Marsi ha ritrovato il pullman completamente
ripulito: addio a zaini e borse con abiti di ricambio, portafogli,
telefonini, orologi, chiavi di casa. Un disastro. E fin da subito,
hanno raccontato i podisti alla polizia, era evidente che gli autori
del furto andavano cercati fra i nomadi accampati a Roma e dintorni.
Sì, ma dove? Tanto vale lasciar perdere, si sono insomma sentiti
rispondere i podisti, sempre in pantaloncini e canottiera. Gli
abruzzesi non si sono tuttavia dati per vinti e grazie all'app di
geolocalizzazione hanno visto che uno dei telefonini rubati si
trovava nel campo nomadi di Castel Romano.
Erdogan la fa fuori dal vaso
Testo di Andrea Giberti
In questi giorni osservo con preoccupazione l’acuirsi della
tensione tra il governo olandese ed il governo turco. Non voglio
entrare nel merito dei motivi di contrasto, ovvero la proibizione ai
membri del governo turco di tenere comizi politici nei Paesi Bassi.
Di fronte alla decisa reazione olandese il premier turco ha definito
l’Olanda una nazione “nazista”. E’ di questo che vorrei
parlare. Non si può chiamare l’Olanda una nazione “nazista”,
questa è l’offesa più grave che si può fare ad un olandese,
perché durante la seconda guerra mondiale l’Olanda ha sofferto più
di altre nazioni europee per l’occupazione nazista. Forse qualcuno
ricorderà che nel marzo 2006 l’allora Onorevole Giovanardi definì
“nazista” la legislazione olandese in tema di aborto. Anche
allora l’opinione pubblica olandese manifestò grande dispiacere
per queste esternazioni. In breve, vorrei rammentare che la Germania
ha occupato l’Olanda ininterrottamente dal maggio 1940 al maggio
1945. In cinque anni sono morti 206.000 olandesi, il 2,36% della
popolazione ed è stata la percentuale più alta di tutta Europa in
relazione al numero di abitanti. La metà dei morti apparteneva alla
comunità ebraica e tutti ben conoscono la storia di Anna Frank.
Tutto il mondo è Pamplona
Fonte: Il Gazzettino
CASTELFRANCO VENETO - Per lui non c'è stato scampo. Ha provato
l'ebbrezza della libertà per qualche minuto e poi è stato
abbattuto. Ad essergli fatale è stata proprio la scelta, istintiva,
di oltrepassare la staccionata e fuggire. Peccato però che si
trovasse per strada, così questa mattina, lunedì 13 marzo, sulla
statale che collega Castelfranco a Vicenza il toro imbizzarrito ha
lasciato perplesso più di qualche automobilista. Sul posto sono
intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri, che data
l'impossibilità di catturare l'animale hanno dovuto bloccare la
strada e abbatterlo.
La sleale lotta tra vittima e aggressore
Testo di Enrico Masala
Uno si trova il ladro in casa, armato, magari è con altri due.
Deve mantenere la calma, sparare prima che si giri, stare attento a
dove spara - se spara prima che il ladro si giri - e, insomma, deve
rispettare le REGOLE! Il ladro, invece, arriva armato, spesso spara o
pesta malamente la vittima o le vittime, famiglia compresa. Ruba
quello che vuole, senza pensare che magari la vittima ha bisogno dei
soldi per vivere, che gli sono costati tanta fatica. Insomma, fa
quello che vuole: non c'è una sorta di regola che il ladro deve
rispettare. Arriva di notte, sa che le vittime stanno dormendo, che
possono spaventarsi, che ci possono essere bambini. Sa che qualcuno
potrebbe essere armato, ma fa quello che vuole. Io trovo
inaccettabile la pretesa che una vittima debba rimanere razionale in
questa situazione, sparare - se armato - solo se il ladro è
"frontale" e, possibilmente, senza ucciderlo, mentre il
ladro se ne frega di tutto: non ha rispetto, spesso non ha pietà
(hanno massacrato anziani, giovani, donne e bambini). Trovo questo
ragionamento molto superficiale e basato su presupposti irreali.
lunedì 13 marzo 2017
Le contraddizioni di una società malata
Testo di Lara Colombini
A due genitori, lui ora 75 anni e lei 63, hanno tolto la bambina
(all'epoca neonata, oggi ha 6 anni) perché anziani! A un Babbo e ad
una Mamma viene tolta la figlia perché anziani per prendersene cura,
a due uomini o a due donne danno la possibilità di acquistare un
figlio! Società di merda, società malata. Non riesco a starci bene.
[N.d.R. La Cassazione ha annullato la propria precedente sentenza
restituendo la figlia ai genitori]
La solita scusa del salvare vite
Francesco Falcioni: Sembra, pare, che chi è microcippato riesca,
puntando il dito indice verso nord, a vedere le partite su sky a
gratis!
Simone Barbieri: Non fate gli ipocriti, seguite fino in fondo le
vostre idee, cancellatevi da facebook e gettate via cellulari, tv e
apparecchi elettronici. Anche con quelli vi controllano, oppure certe
tecnologie le accettate per convenienza?
Francesco Arces: La differenza tra un esoimpianto come un
cellulare o un tablet e un chip è che il primo puoi abbandonarlo in
ogni istante, il chip ha un sistema molto più invasivo e
probabilmente mortale in caso di estrazione non autorizzata.
Francesco Falcioni: Dipende che abuso decidi di farne.
Bergoglio contraddice i suoi predecessori
Fonte: La fede quotidiana
” Rito funebre per il dj Fabo? Uno scandalo. Con Benedetto XVI
il cardinal Scola non lo avrebbe autorizzato. Pontificato ossessionato
dai migranti.” Lo dice a La Fede Quotidiana il noto teologo don
Ariel Levi di Gualdo.
Don Ariel, a Milano le porte della parrocchia si aprono per un
ultimo saluto al dj Fabo…
“A Milano hanno smentito quello che tempo fa a Roma nel caso
Welby saggiamente fece il cardinal Ruini. Probabilmente e lo dico con
ironia gli ambrosiani sono un punto più avanti rispetto a Roma che
pur è la città del Papa. Trovo che questa decisione milanese sia
inammissibile e uno scandalo”.
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